1 N. Aujoulat, Lascaux. Le geste, l’espace et le temps, Paris, Seuil, 2013, p. 90.
2 Recentemente è stata scoperta una pittura rupestre in Indonesia, nella zona di Leang Tedongnge, nell’isola di Sulawesi, che pare essere la più antica raffigurazione di animali, risalente a circa 45.000 anni fa. Cfr. Aa. Vv., Oldest Cave Art Found in Sulawesi, «Science Advances», 13 Jan 2021, Vol. 7, n. 3.
3 G. Bataille, Lascaux. La nascita dell’arte, tr. it. di E. Busetto, Milano, Mimesis, 2007, p. 67.
4 G. Manzi, L’evoluzione umana. Omini e uomini prima di Homo sapiens, Bologna, il Mulino, 2007, pp. 13-14.
5 G. Manzi, L’evoluzione umana, Bologna, il Mulino, 2007, p. 13.
6 Ivi, p. 17.
7 Ivi, pp. 55 ss.
8 A. Leroi-Gourhan, Il gesto e la parola. Tecnica e linguaggio, tr. it. di F. Zannino, Milano-Udine, Mimesis, vol. I, 2018, p. 32.
9 Aristotele, Parti degli animali, a cura di M. Vegetti, in Opere, vol. 5, Roma-Bari 1990, p. 127 (IV, 10, 687 a8-b5).
10 I. Kant, Antropologia dal punto di vista pragmatico, Bari, Laterza, 1969, §16, p. 38.
11 Citato in A. Leroi-Gourhan, Il gesto e la parola cit., pp. 43-44.
12 Su tutto questo cfr. T.W. Deacon, La specie simbolica. Coevoluzione di linguaggio e cervello, tr. it. di S. Ferraresi, Roma, Giovanni Fioriti Editori, 2005.
13 C. Darwin, L’origine dell’uomo, tr. it. di G. Montalenti, Roma, Newton Compton, 2006, Parte prima, 2.
14 G. Manzi ipotizza che sia stata la necessità di vedere al di sopra degli arbusti della savana, per vigilare e salvaguardare il gruppo parentale, ad aver determinato il passaggio al bipedismo (G. Manzi, L’evoluzione umana cit., pp. 31-32).
15 C. McGinn, Prehension. The Hand and the Emergence of Humanity, Cambridge (Mass), MIT Press, 2017, p. 25.
16 C. Darwin, L’origine dell’uomo cit., p. 58.
17 A. Leroi-Gourhan, Il gesto e la parola cit., p. 107. Cfr. anche G. Manzi, L’evoluzione umana cit., p. 55.
18 G. Simondon, Du mode d’existence des objets techniques cit., p. 247.
19 Ivi, p. 109.
20 A. Danto, La trasfigurazione del banale. Una filosofia dell’arte, tr. it. di S. Velotti, Roma-Bari, Laterza, 2008.
21 Id., Il mondo dell’arte, tr. it. di F. Bollino, «Studi di Estetica», n. 27.1 (2007), pp. 65-86.
22 Cfr. W. van O. Quine, Significato e traduzione, tr. it. di B. Bassi, in S. Nergaard, Teorie contemporanee della traduzione, Milano, Bompiani, 1995, pp. 301-340.
23 A. Loeb, Extraterrestrial: The First Sign of Intelligent Life Beyond Earth, London, John Murray Publishers, 2021.
24 Devo questo suggerimento a Angel Delrez, che ringrazio per aver attirato la mia attenzione su questo film.
25 G. Bataille, Lascaux. L’origine dell’arte cit., p. 20.
26 M. Heidegger, L’origine dell’opera d’arte, in Sentieri interrotti cit., p. 18 ss.
27 I. Kant, Critica del Giudizio, tr. it. di A. Gargiulo riv. Da V. Verra, Bari, Laterza, 1960, §64, p. 238.
28 G. Bataille, Lascaux. L’origine dell’arte cit., p. 19.
29 T.W. Deacon, Natura incompleta. Come la mente è emersa dalla materia, tr. it. di A. Tutino, Roma, Edizione speciale per il mensile «Le Scienze», 2012, p. 15.
30 Ivi, p. 51. Così Deacon introduce questo termine: «propongo di usare il termine entenzionale come aggettivo generico che descriva tutti i fenomeni intrinsecamente incompleti nel senso di essere in rapporto con il, costituiti dal, oppure organizzati al fine di, raggiungere qualcosa di non intrinseco. Combinando il prefisso en- (come in “entro”) con la forma aggettivale che significa qualcosa come “teso (o inclinato) verso” spero di segnalare questo profondo e tipicamente ignorato elemento comune che esiste in tutti gli svariati fenomeni che includono in sé una fondamentale relazione con qualcosa di assente» (p. 43).
31 Ivi, p. 15.
32 Ivi, pp. 13-15.
33 M. Heidegger, Essere e tempo, tr. it. di P. Chiodi, Torino, Utet, 1986, p. 96.
34 Le citazioni dalla Fisica sono tratte da Aristotele, Fisica, tr. it. di L. Ruggiu, Milano, Rusconi, 1995.
35 I sincategoremi sono particelle cosiddette “incomplete” del linguaggio, in quanto non sono dotate di un significato completo, come i nomi, i verbi o gli aggettivi. Tali sono i connettivi, le preposizioni, gli avverbi e, in particolare, il verbo “essere” nella sua funzione copulativa.
36 T.W. Deacon, Natura incompleta cit., p. 25.
37 Ivi, p. 28.
38 C. McGinn, Prehension cit., p. 32 ss.
39 «La forma non è imposta al materiale; essa emerge come risultato del processo di rimozione delle schegge. Infatti, non soltanto la simmetria della forma bifacciale può essere attribuita a quella del corpo che l’ha creata; lo stesso vale per la sua asimmetria, la cui causa risiede nella differenza tra la mano dominante e quella non dominante» (T. Ingold, Making. Antropologia, archeologia, arte e architettura, tr. it. di G. Busacca, Milano, Cortina, 2019, p. 82).
40 Ibidem.
41 A. Leroi-Gourhan, Il gesto e la parola cit., p. 109.
42 G. Deleuze, Differenza e ripetizione, tr. it. di G. Guglielmi, Bologna, il Mulino 1971, p. 46 (sono mie le parentesi quadre). Occorre dire che quel che Deleuze scinde qui in due momenti della differenza è da Derrida pensato come “logica” interna della différance, che allo stesso tempo produce le differenze oggettuali, orizzontali, essendone, in maniera incommensurabile, la condizione “trascendentale” di possibilità”. Cfr. J. Derrida, La différance, in Margini della filosofia, tr. it. a cura di M. Iofrida, Torino, Einaudi, 1997, pp. 27-57.
43 A. Leroi-Gourhan, Il gesto e la parola cit., pp. 110 e 114.
44 G.W.F. Hegel, Estetica, a cura di N. Merker, tr. di N. Merker e N. Vaccaro, Torino, Einaudi, 1997, p. 15.
45 Id., Scienza della logica, tr. it. di A. Moni, Roma-Bari, Laterza, 2004, vol. II, p. 833 ss.