1 Cfr. Deus semper adveniens, in Emilio Carlo Corriero, Vertigini della ragione, Torino, Rosenberg & Sellier, 2008.
2 Manfred Frank, Natura e Spirito. Lezioni sulla filosofia di Schelling, a cura di E.C. Corriero, Torino, Rosenberg & Sellier, 2010, p. 158.
3 « La natura non è […] teleologica secondo la produzione ; cioè, sebbene porti in sé tutti i caratteri di un prodotto teleologico, tuttavia nella sua origine non è teleologica, e, col tentativo di spiegarla con una produzione teleologica, le si toglie il carattere di natura, e precisamente ciò che fa di lei una natura. Infatti, il prodotto della natura si fonda precisamente in questo, che essa nel suo meccanismo, e sebbene per sé medesima non sia altro che cieco meccanismo, nondimeno è teleologica. Se tolgo il meccanismo, tolgo la natura stessa. Tutto l’incanto, che circonda, per esempio, la natura organica, e che si può penetrare interamente solo coll’aiuto dell’idealismo trascendentale, si fonda sulla contraddizione, che questa natura, benché prodotto di cieche forze naturali, pure è in tutto e per tutto teleologica. Ma precisamente questa contraddizione, la quale si può dedurre a priori mediante i principi trascendentali [quelli dell’idealismo], è soppressa dai modi di spiegazione teleologici» (SW I/3, 607 e seg. ; trad. it. SI, 279 e seg).
4 È bene notare come già la Form-Schrift del 1794 prevedesse la categoria della Reciprocità quale ‘principio’ del Sapere e dunque di tutte le possibili categorie kantiane (date da Schelling nel complesso per buone, ma bisognose per l’appunto di un principio di deduzione).
5 « 1) perché è necessaria una natura organica in generale ? 2) perché è necessaria una sequenza di gradi nella natura organica ? 3) perché vi è una differenza tra organizzazione animata e inanimata ? 4) cos’è il carattere fondamentale di ogni organizzazione ?» (SW I/3, 491).
6 Günter Abel, Nietzsche. Die Dynamik der Willen zur Macht, Berlin - New York, Walter de Gruyter, 1998 (2), p. 110 e segg.
7 Nonostante Spinoza sia ampiamente menzionato e citato da Nietzsche, non v’è alcuna evidenza che dimostri una diretta lettura dell’opera di Spinoza da parte di quest’ultimo. Con ogni probabilità Nietzsche ebbe modo di dedurre il contenuto dell’Etica da opere come la Storia della filosofia moderna di Kuno Fischer, la Storia del materialismo di Friedrich Albert Lange, il Fondamento della storia della filosofia di Friedrich Überweg e la Filosofia dell’Inconscio di Eduard von Hartmann. Un’altra fonte per Nietzsche può esser stata costituita dall’amico Paul Rée (definito dai contemporanei come un “nuovo Spinoza”) che tra il 1875 e il 1876 ebbe di certo modo di discutere il contenuto del suo Ursprung der menschlichen Empfindungen (1877), nel quale viene ampiamente discusso il sistema di Spinoza.
Un altro possibile impulso spinoziano, certamente piuttosto tardo all’interno della parabola speculativa di Nietzsche, ma particolarmente suggestivo per la nostra indagine complessiva, può esser stato rappresentato – come nota Thomas Brobjer (cfr. Nietzsche’s Philosophical Context : An Intellectual Biography, University of Illinois, 2008) – da Resa von Schirnhofer che Nietzsche conobbe e frequentò dal 1884 e che nel 1889 avrebbe discusso una tesi di dottorato dal titolo Vergleich zwischen den Lehren Schelling’s und Spinozas.
8 « Ma quando la finiremo di star circospetti e in guardia ! Quando sarà che tutte queste ombre di Dio non ci offuscheranno più ? Quando avremo del tutto sdivinizzato (entgöttlicht) la natura ! Quando potremo iniziare a naturalizzare (vernatürlichen) noi uomini, insieme alla pura natura, nuovamente ritrovata, nuovamente redenta !» (KSA, III, 468 e seg. ; FW, af. 109). Un passo di Emerson, tratto da Condurre la vita, sembra anticipare queste tematiche nietzscheane, che avranno poi traduzione nell’amor fati : « Il giusto ufficio del Fato consiste nell’innalzare la nostra condotta all’altezza della natura» ; in Ralph Waldo Emerson, Condurre la vita, trad. it. a cura di A. M. Nieddu, Torino, Aragno, 2008, p. 16.
9 Estremamente esplicativo risulta un frammento del 1881 nel quale si specifica la natura del Chaos nietzscheano in intima connessione al pensiero dell’eterno ritorno : « se ci fosse un Chaos di forze, allora anche il Chaos sarebbe eterno e ritornerebbe in ogni anello. Il circolo (Kreislauf) non è nulla di divenuto, esso è ciò che è l’originariamente posto, così come eternamente posta è la quantità di forze, senza eccezioni e violazioni. Ogni divenire è all’interno del circolo e della quantità di forze» (KSA, IX, 502 11 [157]).
10 « Considerata in senso meccanicistico, l’energia del divenire totale rimane costante : considerata in senso economico, sale fino a un vertice e poi ricade in un circolo eterno. Questa “volontà di potenza” si esprime in interpretazione, nel modo di impiegare l’energia – la trasformazione dell’energia in vita e il “vivere innalzato alla suprema potenza” appare allora come scopo. La stessa quantità di energia significa cose diverse ai diversi livelli dell’evoluzione» (WzM, af. 639).
11 Baruch Spinoza, Etica, trad. it. a cura di R. Cantoni, Milano, Tea, 1991, p. 268.
12 A tal proposito cfr. lettera di Schelling a Hegel del 4 febbraio 1795.
13 Ralph Waldo Emerson, Die Führung des Lebens, trad. tedesca di E.S. von Mühlber, Leipzig, Steinacker, 1862, p. 16.
14 Id., Condurre la vita cit., p. 30.
15 B. Spinoza, Etica cit., p. 369.
16 La Storia universale della natura e teoria del cielo (1755), lo scritto sull’Unico argomento possibile per la dimostrazione dell’esistenza di Dio (1763) e naturalmente la Critica del Giudizio (1790).
17 Fatta eccezione per il capitolo di Vertigini della ragione dedicato a Dioniso cit., pp. 145-183.
18 Cfr. E.C. Corriero, Vertigini della ragione cit., pp. 23-29.
19 Friedrich Überweg, Grundriss der Geschichte der philosophie der Neuzeit, vol. III, Berlin, Mittler & Sohn, p. 200.
20 Fra gli altri, in modo particolarmente dettagliato da Dieter Henrich nella sua Grundlegung aus dem Ich. Untersuchungen zur Vorgeschichte des Idealismus Tübingen - Jena (1790-1794), Frankfurt a.M., Suhrkamp, 2004.
21 Come detto, negli anni in cui Nietzsche si accosta per la prima volta al tema della teleologia e del modello di organismo non ha ancora maturato una conoscenza adeguata del sistema di Spinoza, che in seguito, ossia dal 1881, quando viene maturando il concetto di volontà di potenza, riterrà di poter esaltare come il suo più eminente ‘precursore’.
22 « E il più bello dei legami è quello che di se stesso e delle cose legate fa una cosa sola in grado supremo. E questo per sua natura nel modo più bello compie la proporzione», Timeo, 31c.
23 Schelling aveva già accostato questi temi nelle Abhandlungen del 1796-97, nelle quali abbiamo visto profilarsi in germe la concezione schellinghiana di Assoluto (qui il discorso verte ancora sullo Spirito) come Gesamtorganismus : « Le forze della materia chimica sono già oltre i confini di ciò che è semplicemente meccanico. Le stesse materie grezze che si separano a partire da un medium comune, si cristallizzano in figure regolari. L’universale impulso formativo (Bildungstrieb) della natura si perde alla fine in una infinitezza che lo stesso occhio munito di lenti non è più in grado di misurare. Il costante e sicuro movimento della natura verso l’organizzazione rivela abbastanza chiaramente un vivo impulso il quale, quasi lottando con la materia grezza, ora vince, ora soccombe, ora la spezza in forme più libere, ora in forme più limitate. È lo spirito universale della natura a dare gradualmente la sua forma alla materia grezza» (SW I/1, 386 e seg. ; CI, 48).
24 Tesi per la quale Kant sembra propendere sempre e solo al fine di rendere, in via approssimativa, il concetto più comprensibile.
25 Johann Friedrich Blumenbach, Über den Bildungstrieb, Göttingen, 1781. Con l’espressione Bildungstrieb (nisus formativus), Blumenbach indicava sostanzialmente la versione organica del concetto newtoniano di forza : vale a dire una forza propulsiva presente in ogni essere animato apparentemente capace di produrre ‘secondo un piano’. Al § 81 della Critica del Giudizio integrando il discorso intorno alla « composizione del meccanismo con il principio teleologico nella spiegazione d’un fine naturale come prodotto della natura», Kant cita direttamente la bildende Kraft e il Bildungstrieb, riferendoli all’opera di Blumenbach, e distinguendoli come segue : « Dalla materia organizzata egli [Blumenbach] fa iniziare ogni spiegazione fisica di queste formazioni. In effetti, egli dichiara a buon diritto assurdo che la materia si sia data originariamente da sola una forma secondo leggi meccaniche, che la vita sia scaturita dalla natura inanimata, che la materia abbia potuto prendere forma d’una finalità capace di conservarsi da sola ; tuttavia, con questo principio per noi insondabile d’una organizzazione originaria, egli lascia al meccanismo della natura una parte non precisabile ma anche innegabile, e questa facoltà della materia in un corpo organizzato (a differenza della forza formatrice puramente meccanica, universalmente presente in essa) viene da lui chiamato impulso formativo (esso agirebbe per così dire sotto la supervisione di quella organizzazione)».
26 Jürgen Habermas, Das Absolute und die Geschichte. Von der Zwiespältigkeit in Schellings Denken, Bonn, 1954, p. 127 e segg.
27 Scrive infatti Schelling : « Finché sono identico alla natura, comprendo cosa sia una natura vivente […], non appena io separo me, e con me tutto l’ideale, dalla natura, non mi rimane altro che un morto obietto e non capisco più come sia possibile una vita fuori di me» (SW I/2, 47 ; EF, 38 e seg.).
28 J. Habermas, Das Absolute und die Geschichte cit., p. 129.
29 Del resto, già il Nietzsche degli appunti del 1868, accoglieva la definizione kantiana del sapere possibile in quanto rivolto a ciò che è meccanico : « in realtà una cosa è sicura, che noi conosciamo solo ciò che è meccanico. Quello che sta al di là dei nostri concetti è del tutto inconoscibile. La nascita dell’organico è ipotetica in quanto immaginiamo che vi sia stata la presenza di un intelletto umano. Ora, anche il concetto di organico è solo umano : si deve rinviare all’analogo [della vita]» (Quaderno P I 8,35).
30 Cfr. Wolfgang Müller-Lauter, Der Organismus als innerer Kampf. Der Einfluss von Wilhelm Roux auf Nietzsche, in Nietzsche-Studien, 7 (1978), pp. 189-223.