1 Cfr. Dieter Henrich, Grundlegung aus dem Ich. Untersuchungen zur Vorgeschichte des Idealismus Tübingen - Jena (1790-1794), Frankfurt a.M., Suhrkamp, 2004 ; Manfred Frank, Natura e Spirito. Lezioni sulla filosofia di Schelling, a cura di E.C. Corriero, Torino, Rosenberg & Sellier, 2010.
2 Cfr. Introduzione a Friedrich Wilhelm Joseph Schelling, Timaeus, trad. it., Milano, Guerini e Associati, 1995, p. 33.
3 Il Crepuscolo degli Idoli fu scritto in pochi giorni nel settembre del 1888, ma vide la luce solo nel 1889.
4 Friedrich Wilhelm Joseph Schelling, Le età del mondo, trad. it. a cura di C. Tatasciore, Napoli, Guida, 2000, p. 82.
5 Cfr. Wilhelm Gottlieb Tennemann, Über den göttlichen Verstand, in Memorabilien, parte I, Leipzig, 1791.
6 Friedrich Wilhelm Joseph Schelling, Lezioni monachesi, trad. it. di G. Durante, Firenze, Sansoni, 1950, p. 175.
7 « Il κοινὸν – scrive Schelling – dunque è secondo lui [Platone] non solo il mondo attuale, ma anche per lui un concetto, sotto il quale deve essere sussunto il mondo attuale secondo la sua materia e la sua forma, τὸ της αἰτίας γένος (tò tês aitías ghénos, il genere della causa) è secondo lui non solo la causalità divina dell’ordine del mondo, ma il concetto della causalità, sotto il quale sta quella causalità» (Timaeus, 63).
8 simplic. Phys. 24, 13 [cfr. A 9] Ἀ […] ἀρχὴν […] εἴρηκε των ὄντων τὸ ἄπειρον […] ἐξ ὧν δὲ ἡ γένεσίς ἐστι τοις οὖσι, καὶ τὴν φθορὰν εἰς ταυτα γίνεσθαι κατὰ τὸ χρεών : διδόναι γὰρ αὐτὰ δίκην καὶ τίσιν ἀλλήλοις της [i 89. 15] ἀδικίας κατὰ τὴν του χρόνου τάξιν. (A archèn eireke tòn ónton tò ápeirn ex ôn dè e ghènesis esti toîs ûsi, kai tèn phthoràn eis taûta ghínesthai katà tò chreón ; didónai gàr autà díken kai tísin allélois tês adikías katà tû chrónu táxin ;… principio… ha detto delle cose che sono l’indefinito… e i fattori da cui è la nascita per le cose che sono, sono anche quelli in cui si risolve la loro estinzione, secondo il dovuto, perché pagano l’una all’altra, esse, giusta pena e ammenda della loro ingiustizia secondo la disposizione del tempo ; trad. it. tratta da I presocratici, a cura di A. Lami, Milano, Rizzoli, 2005, p. 139).
Qui di seguito il passo parzialmente tradotto da Nietzsche : « Woher die Dinge ihre Entstehung haben, dahin müssen sie auch zu Grunde gehen, nach der Notwendigkeit ; denn sie müssen Buße zahlen für ihre Ungerechtigkeiten gerichtet werden, gemäß der Ordnung der Zeit» (KSA, I, 818).
9 Martin Heidegger, Holzwege, trad. it., a cura di V. Cicero, Milano, Bompiani, 2006, p. 424.
10 Cfr. Martin Heidegger, Nietzsche, trad. it., Milano, Adelphi, 1994, per es. p. 384 e segg. ; cfr. anche Attimo e libertà in Emilio Carlo Corriero, Vertigini della ragione, Torino, Rosenberg & Sellier, 2008, pp. 113-124.
11 Cfr. M. Frank, Natura e Spirito cit., p. 139 e segg.
12 Cfr. E.C. Corriero, Vertigini della ragione cit., si veda in particolare Intuizione intellettuale ed estasi, p. 29 e segg.
13 Cito direttamente dalla traduzione italiana de Il mondo come volontà e rappresentazione, a cura di A. Vigliani, Milano, I Meridiani, Mondadori, 1997.
14 Friedrich Nietzsche, Scritti giovanili, 1856-1864, trad. it. di Mario Carpitella, Milano, Adelphi, 1998, p. 209. Inoltre, cfr. cap. i, par. Fato, storia e libera volontà.
15 Cito dalla prefazione a M. Frank, Natura e Spirito cit., p. 17.
16 Cfr. E.C. Corriero, Vertigini della ragione cit., p. 76 e segg.
17 Troviamo la caratterizzazione della materia come primum existens per esempio nell’Esposizione del mio Sistema filosofico (1801), ove si fa chiara la sua posizione come Indifferenza originaria : « La materia è il primum existens. Risulta da ciò che or ora viene dimostrato. Abbiamo svolto apposta questa dimostrazione della nostra proposizione perché è la più breve, del resto l’importante sta principalmente nei punti seguenti : 1. che uno si persuada dell’originalità della materia, e del fatto che essa è il primo presupposto. Appunto con questo è chiaramente manifesto, che l’identità, così come essa è, è solo come totalità, e che anche originariamente non è in un altro modo ; 2. che uno si pensi chiaramente la esigenza che A e B originariamente siano uno non solo idealiter, ma anche realiter, per comprendere che questa esigenza è adempiuta soltanto nella materia ; difatti l’esigenza è = a questo : che qualche cosa, che di per sé va solo all’interno (A) diventi reale, che venga posto dunque un reale risalire verso l’interno, o un interno, che nello stesso tempo è un esterno ; una tale cosa però esiste soltanto in ciò che è chiamato l’interno della materia, e che è una cosa sola con la terza dimensione» (SW I/4, 143 ; E, 65).
18 O più generalmente, come abbiamo voluto assumere in Vertigini della ragione, nel ‘momento’ apollineo della volontà di potenza.
19 Fra cui troviamo : Système de la nature di Paul-Henry Thiry Holbach ; Literaturgeschichte des achtzehnten Jahrhunderts, vol. II, di Hermann Hettner ; Kreislauf des Lebens di Jacob Moleschott.
20 Friedrich Überweg, Grundriss der Geschichte der philosophie der Neuzeit, vol. III, Berlin, Mittler & Sohn, p. 136.
21 Cfr. E.C. Corriero, Vertigini della ragione cit., p. 37 e segg.
22 Poco oltre, Überweg chiarisce che se la posizione espressa da Kant nello scritto Sull’unico argomento possibile per la dimostrazione dell’esistenza di Dio (1763) è da leggersi come una dimostrazione a priori, lo scritto Storia universale della natura e teoria del cielo (1755) presenta invece una dimostrazione a posteriori basantesi sulla prova fisico-teleologica, da cui si può comprendere l’interessamento dimostrato da parte di Nietzsche nel segnare anche questo titolo nei suoi appunti sulla Teleologia da Kant in poi.
23 Immanuel Kant, Scritti precritici, trad. it. a cura di R. Assunto, Bari, Laterza, 1982, p. 114.
24 Id., Scritti precritici cit., p. 116 e seg.
25 Kuno Fischer, Immanuel Kant. Entwicklungsgeschichte und System der kritischen Philosophie, Mannheim, Verlagsbuchhandlung Fr. Bassermann, 1860.
26 A tal proposito risultano senz’altro utili le indicazioni di Manfred Frank : « Nel giudizio ‘a esiste’ non viene invece assegnato un concetto al contenuto dell’intuizione, ma viene piuttosto attribuito l’essere alla cosa presunta da tale contenuto : essa (la cosa) viene ‘posta’ in quanto tale senza ulteriori aggiunte che la caratterizzino. Questa attribuzione di esistenza (attraverso la quale viene superata la determinazione puramente concettuale della cosa) deriva dalla percezione sensibile. Se un concetto ha un contenuto esistente o se io semplicemente lo penso, di ciò mi può convincere del contrario solamente un ‘av-vertire’ sensibile (sinnliche Empfindung). Le categorie della Modalità (fra cui v’è l’esistenza), dice Kant, “hanno la caratteristica di non accrescere per nulla, quanto alla determinazione dell’oggetto, il concetto a cui si connettono in quanto predicati, limitandosi a esprimere esclusivamente la relazione con la facoltà del conoscere” (A 219 = B 266). Dasein, Wirklichkeit o Existenz (espressioni che Kant usa come sinonimi) toccano dunque solo la “questione se la cosa ci sia data, in modo che la percezione della cosa possa in ogni caso precedere il concetto. Se infatti il concetto precede la percezione, esso non ne significa che la semplice possibilità ; ma l’unico carattere dell’attualità (Wirklichkeit) è la percezione, che fornisce la materia al concetto” (A 225 = B 272/3 ; cfr. A 374 e seg. : “la percezione [è] la rappresentazione di un’attualità [Wirklichkeit]” ; “ciò che […] viene rappresentato mediante la percezione, è […] anche attuale [wirklich]” ; Refl. 5710 [AA XVIII, 332] : “Io riconosco l’Esistenza [solo] mediante l’esperienza”). Se ciò è vero, ne segue che la caratteristica dell’assoluto esser-posto coincide con quella dell’esser-avvertito sensibilmente (Sinnlich-Empfundenseins) (poiché solo grazie a ciò la facoltà del conoscere accoglie la materia che proviene da una fonte indipendente da sé)» ; M. Frank, Natura e Spirito cit., p. 113 e seg.
27 I. Kant, Scritti precritici cit., p. 119 e seg.
28 Ivi, p. 121