Ringraziamenti
p. 219
Texte intégral
1Il primo dei ringraziamenti va a tutte le persone che hanno acconsentito a farsi intervistare, rendendo così possibile questo libro. Una particolare gratitudine è per le attiviste femministe che mi hanno aperto case, archivi e cassetti della memoria, dimostrandomi una generosità e una simpatia commoventi. So per certo che non sempre è stato facile riandare con il ricordo alla propria vita e questa fatica rende i loro racconti ancor più straordinari. La passione che ho messo nella stesura di queste pagine è in fondo un tentativo di restituire almeno in parte la bellezza dei nostri scambi, pur sapendo che certi incontri di intervista sono portatori di un mistero ineffabile.
2Ringrazio, ancora una volta, Barbara Poggio, per avermi sostenuta nel processo di trasformazione della ricerca in un libro che potesse essere condiviso, che è poi una delle più grandi soddisfazioni che la ricerca possa dare.
3Devo molto agli scambi con Alessandra Gissi, Silvia Gherardi, Francesca Socrate e Paola Stelliferi, che hanno discusso, commentato, suggerito, incoraggiato, rendendo il mio viaggio di sociologa nei territori della storia meno incerto e solitario.
4Grazie a Silvana Battistata, Elena Belotti, Franca Berger, Beatrice Carmellini, Gianna Ceol e Lara Foletti per aver condiviso con me i propri archivi personali; a Rita Farinelli per le pazienti consulenze giuridiche; a Sandra Dorigotti per i molti contatti, che si sono rivelati indispensabili a ricostruire la mappa perduta del movimento.
5Desidero ringraziare tutto il personale della Biblioteca e degli Archivi della Fondazione Museo Storico del Trentino, che mi ha calorosamente accolta e lungamente ospitata (con una speciale menzione per l’insostituibile Caterina Tomasi).
6Ringrazio Mara Gottardi per la cura che ha messo nell’occuparsi del manoscritto nelle sue diverse fasi di elaborazione e Federica Martinato per i vari scambi di materiali sulla storia delle 150 ore in Trentino.
7Non posso esimermi dal fare cenno, in questi ringraziamenti, a qualche frammento più intimo, poiché sappiamo che anche lo scientifico, un po’ come il politico, è personale. Grazie dunque al Collettivo transfemminista queer di Trento, che è stato negli anni uno spazio di confronto e libertà vitale, oltre che di riflessione corale su quanto stavo “scoprendo” del movimento trentino che ci ha precedutə.
8Grazie a tutto il personale della RSA Casa famiglia di Cadine (TN) per essersi preso cura di mio padre nel mezzo di una pandemia: senza il loro lavoro non avrebbe potuto esserci il mio.
9A Paolo, per l’entusiasmo e la solidarietà.
10Grazie, infine, a mia zia Pia e a mia mamma Cina, che di questa storia sono l’anima.
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L’altra rivoluzione
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