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Il maligno compiacimento

p. 220-222


Texte intégral

1La Guerra di Spagna, per poco che la si evochi nel campo psicoanalitico, si presenta tutta vestita di nero duelo1. Lotta e lutto, morte e dolore, ecco la doppia ombra che si sarebbe abbattuta su di noi, generazioni ereditarie di questa guerra fratricida.

2In effetti, questa guerra è chiamata comunemente guerra entre hermanos2, ma possiamo chiederci se prova in maniera così categorica la ferocia di una lotta fra fratelli, potremmo dire la ferocia fraterna3 nella fratria o nella città dei fratelli.

3È vero che l’orrore che provò al riguardo Miguel de Unamuno gliela fece qualificare come «malattia mentale collettiva» e «epidemia di follia su un fondo patologico»4, e in ogni modo, questo costituisce un punto di articolazione che sorge nel momento in cui si esprime un testimone che non sia completamente fanatico.

4Ma, facendo un semplice riferimento all’elaborazione compiuta da Freud intorno alle due masse convenzionali, la chiesa e l’esercito, le quali, in fin dei conti, hanno la responsabilità dello scatenamento del conflitto che ci interessa, appare una maggiore complessità e un indubbio disequilibrio fra i termini: una massa convenzionale in se stessa può difficilmente essere considerata un fratello.

5El Glorioso Movimiento, La Santa Cruzada, o come più tardi canterà Jean Ferrat, «la spada e l’aspersorio», formano una massa sufficientemente compatta e solidamente armata, una forza brutale la cui coesione, radicata da secoli, prende i suoi riferimenti, non senza motivo, dal periodo di “unità nazionale e religiosa” dei re cattolici, dalla mitologia all’opera fra i partigiani del colpo di stato e, più tardi, dall’ideologia usata per perpetrare i crimini di stato.

6Regocijo extraordinario5, è la formula usata dal padre cappuccino Gumersindo de Estella per indicare il maligno compiacimento espresso dai suoi superiori rispetto agli assassinii commessi in Navarra dai ribelli felloni in nome di Dio e dell’unità di Spagna.

7Così si fronteggiavano dal lato della legalità, una repubblica barcollante, colpita duramente, e, dall’altro, per difenderla, una variopinta accozzaglia in cui l’incontro del meglio e del peggio – compresi i criminali liberati dalle prigioni – si traduceva in atto, implicando comunque più che dal lato franchista il desiderio e la responsabilità dei soggetti.

8Si trattò dunque di uomini, ma anche di donne, ma anche di neri – fu lì che, per la prima volta nella storia, un nero americano, Olivier Low, ebbe sotto il suo comando delle brigate americane di bianchi e di neri –, ma anche di militanti ebrei di tutto il mondo – il parigino Léon Baum, che combatteva per la difesa del ponte internazionale di Irun, fu il primo a cadere –, ma anche di “indesiderabili” dell’Europa e di altrove, ma anche di “dannati della terra”, ma anche, ma anche…

9Sono trascorsi più di settantacinque anni e oggi “facciamo tabula rasa del passato”, e paradossalmente è il vessillo di tutti i saggi sani di spirito il fatto che l’Amarga Memoria, l’Amara Memoria dei vinti disturbi. Il poeta Gerardo Diego lo diceva:

El olvido està lleno de esplendores de olvido
y la memoria huérfana y enlutada de memoria
porque el ovido es blanco como nieve en barranco
y la memoria negra como nieve en la historia6.

10A coloro che nella loro equilibrata saggezza considerano che tutto è questione di opinioni e di punti di vista, che è ora di girare pagina, dirò, prendendo a prestito da Teresa d’Avila, che sono seso demasiado para lo quel es cumple ( “pieni di eccessiva prudenza per ciò che loro conviene”7), e ricorderò loro le terribili parole dette a un esule ebreo tornato nella sua città con le truppe americane, al termine del film Welcome in Vienna: «Non le perdoneranno mai il male che le hanno fatto».

11Sembra proprio così, e dice molto di coloro che vogliono fare della guerra di Indipendenza “memoria storica”. Suppongo contro Voltaire…

12In compenso, coloro che, attraversando i Pirenei, fisici o mentali, passassero così da Franco ai francos (i franchi), ovvero «dal godimento alla contabilità», come dice bene Lacan, compirebbero «uno spostamento di tutto rispetto»8. Anche il libro di Angel Viñas, En el combate por la historia, lo dimostra.

Notes de bas de page

1 Duelo, “lutto” in spagnolo. Risuona con il francese duel, “lotta”, “duello”, e con deuil, “lutto” [N. d. T.].

2 Guerra fra fratelli, guerra civile [N. d. T.].

3 In francese: frèrocité, composto di frère (fratello) e férocité (ferocia) [N. d. T.].

4 H. Thomas, Storia della guerra civile spagnola, Torino, Einaudi, 1963, cap. 29.

5 “Esaltazione straordinaria” [N. d. T.]. G. de Estella, Fusillados de Zaragoza, Zaragoza, Mira Editores, 2003, p. 50.

6 L’oblio è pieno di splendori d’oblio/e la memoria orfana e luttuosa di memoria/ perché l’oblio è bianco come neve nel burrone/ e la neve bianca come neve nella storia, trad. nostra.

7 Santa Teresa d’Avila, Libro della mia vita [1563-1565], Milano, Mondadori, 1986, cap. xvi, p. 137.

8 J. Lacan, Radiofonia [1970], in Altri scritti, Torino, Einaudi, 2013, p. 416.

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