I corpi e la cenere

1La prima sequenza di Viaggio in Italia di Rossellini ci presenta i due coniugi protagonisti, Katherine e Alex, mentre stanno viaggiando in macchina verso Napoli: già da ora e poi fin quasi alla scena del «miracolo», che conclude il film, comunicano con dialoghi taglienti, beffardi, crudelmente formali, i loro corpi sono distanti, separati da una forma appena contenuta di repulsione. Per loro Napoli è un luogo altro, di spaesante esotismo, che giudicano inizialmente con i clichés di un orientalismo diffuso: rumore, confusione, mancanza di educazione e di distanza. Intanto però sono costretti a prendere coscienza che nel cavo del loro formalismo educato si è insediata un’estraneità insanabile (salvo che non avvenga, appunto, un miracolo): nella loro vita normale, in Inghilterra, si stemperava in ripetizioni, luoghi comuni, abitudine. Katherine e Alex sono l’incarnazione di una modernità compiuta, informati dallo spirito protestante del capitale, da un’astrazione anaffettiva che