Précédent Suivant

Manovre analitiche in absentia dei corpi

p. 175-177


Texte intégral

1Senza dubbio l’effetto pandemico ha scosso in modo imprevisto la pratica lacaniana.

2Poi, a partire dal primo confinamento, ciascun analista ha deciso cosa e come fare con essa.

3Dell’incontro con questo reale, non si può affermare che ora «c’è una pratica lacaniana online». A mio avviso, questo la farebbe consistere e in questi momenti, in cui siamo ancora attraversati dagli effetti pandemici, non è la posizione opportuna.

4Dobbiamo essere prudenti a non determinare né chiudere la questione con conclusioni precipitose e lasciarci insegnare.

5Che cos’è che si produce, a livello della nostra pratica, a partire dai confinamenti fino a oggi? È certo che molti analisti hanno offerto ai pazienti il proprio numero di telefono, Zoom o Skype, quando non era possibile recarsi in studio. Ma questo non è sufficiente per equiparare questi incontri con un’analista a una seduta analitica con la presenza dei corpi. Il corpo dell’analista suppone una presenza incarnata, discreta o più attiva a seconda del caso o dello stile. Una presenza che, nel momento in cui mette l’analista in difficoltà, si può portare in controllo. D’altra parte l’analizzante parla, con la sua presenza, del corpo che porta, del corpo dell’Altro, del sintomo come evento di corpo. Questo evento di corpo renderà conto di un discorso senza parole, di un silenzio pulsionale che implica un godimento. Si tratta di un punto silenzioso e invisibile, vale a dire senza immagine né rappresentazione, modalità con cui il reale della pulsione insiste1.

6La pulsione cerca sempre di completarsi nell’Altro ed è in questo punto fondamentale che la presenza dell’analista prende la sua importanza poiché sarà tramite il suo corpo che questa parte non simbolizzabile del godimento potrà rappresentarsi: «L’analista è lì a titolo di incarnazione»2 ci indica Miller.

7Questa pulsione silenziosa e invisibile che cerca di strappare un pezzo di godimento a ogni seduta, implica che l’analista sappia localizzarla nel transfert. «Il problema della psicoanalisi è come ottenere un effetto d’iscrizione di questa parte di godimento non simbolizzata, il che comporta localizzare la pulsione nel transfert»3.

8Ci domandiamo, dunque, quanto segue: la tecnica, nelle sue varie offerte di connessione, può permettere di catturare questa parte non simbolizzabile del parlessere? Come far emergere questo oggetto silenzioso e senza immagine in absentia dei corpi? Gli incontri online analista-analizzante fanno dell’analista un sembiante di oggetto o un’immagine di oggetto? È possibile operare con questo invisibile, quando l’immagine dello schermo fissa questo corpo su un piano? Sebbene l’immagine sia un modo di trattare il corpo, conosciamo anche il suo versante vorace.

9Una paziente che era passata al lettino da non molto tempo, ha chiesto, dopo la terza ondata di contagi, una seduta online a causa del possibile contagio di un familiare. Ho acconsentito. Alla seduta successiva, quel contagio si è confermato negativo, ma lei è tornata a chiedere un appuntamento online, questa volta per la propria paura del contagio. Acconsento di nuovo, ma questa volta, nel momento in cui stavo togliendo la mia immagine dal telefono per farla parlare, lei ha protestato. Non voleva che l’analista togliesse la sua immagine, le ho detto soltanto: «È il prezzo da pagare per un appuntamento online».

10L’effetto di questo intervento è stato estremamente interessante. Ha chiesto una seduta prima di quella accordata. L’effetto dell’assenza di immagine era stato l’incontro con un reale che le aveva permesso di parlare di un’altra “paura” più soggettiva che stava dietro alla paura del contagio, rilanciando il suo lavoro analitico.

11Un altro esempio. Alcuni anni prima della conclusione della mia analisi, sono passata attraverso un forte stato d’angoscia. Non riuscivo a recarmi in analisi con molta frequenza. Allora, fra le mie sedute in presenza, inviavo alcune mail all’analista che rispondeva sempre, permettendo di inquadrare e ridurre l’angoscia.

12Tuttavia, con un’ultima mail che gli ho inviato sul punto di terminare la mia analisi, è emerso qualcosa di molto diverso. In quella che credevo fosse l’ultima seduta, ho espresso un’importante scoperta e ho detto: «Voglio terminare l’analisi». Convinta che fosse la mia ultima seduta, nel congedarmi l’analista dice: «Quando torna?» Sono rimasta sconcertata. Giorni dopo, come sempre, gli scrivo una mail per fissare l’appuntamento successivo. Però l’analista ha fatto qualcosa di insolito, non ha risposto a quella mail!

13All’inizio non ho capito, ma a distanza di alcuni giorni sì, e mi sono messa a ridere.

14Poco tempo dopo, vedo l’analista ad alcune Giornate. Gli dico che avevo qualcosa di molto importante da dire grazie alla sua non risposta alla mail. «Molto bene, venga a dirlo!» ha risposto.

15La non risposta a quella mail ha prodotto l’effetto di buco, di inesistenza dell’Altro, di “non c’è l’ultima parola” che ha permesso di concludere l’analisi, collocando il significante dalla mia parte: «Ho terminato l’analisi!», ben diverso dal dire: «Voglio terminarla».

16Questi esempi mi insegnano che possono esserci effetti analitici senza la presenza dei corpi, per esempio con mail o chiamate con immagini, ma sostenute in un legame transferale, vale a dire, la presenza inconscia dell’analista.

17Concluderò con ciò che ha sottolineato Éric Laurent, nel Seminario di Otoño tenuto dalla Escuela Lacaniana de Psicoanálisis,

siamo in un registro che sfida l’uso comune di questa presenza. […] Non siamo dominati dal virtuale ma da un reale, che non è il virus, piuttosto che il reale sono gli affetti d’angoscia, depressione, mania, a fare una presenza reale in tutto il virtuale. È una presenza reale che si articola con il corpo e i suoi affetti in un modo che va al di là di ciò che si può vedere sullo schermo. Riprenderemo senza dubbio le analisi in presenza quando si potrà. Per il momento manteniamo le nostre questioni sulla presenza tramite tutti i dispositivi possibili4.

Notes de bas de page

1 M. Bassols, El cuerpo, lo visible y lo invisible [2015], in Aa. Vv., El cuerpo hablante. Parlêtre, sinthome, escabel, Buenos Aires, Grama, 2015, p. 21, trad. nostra, https://radiolacan.com/es/podcast/conferencia-de-miquel-bassols-en-el-VII-enapol-el-cuerpo-lo-visible-y-lo-invisible/3

2 J.-A. Miller, Les us du laps [1999-2000]. Los usos del lapso, Buenos Aires, Paidós, 2005, p. 23, trad. nostra.

3 V. Palomera, Flashes, XVII Conversación Clínica del ICF-E, Presencia del analista en la cura [2017], trad. nostra, http://ccbcn.info/conversacion-on-line/flashes-un.php?post=1484850429

4 É. Laurent, La Presencia del analista [2021], Seminario de Otoño, ELP, La práctica psicoanalítica hoy. Invención y real, plataforma Zoom, 30 de enero 2021, inedito, trad. nostra.

Précédent Suivant

Le texte seul est utilisable sous licence Creative Commons - Attribution - Pas d'Utilisation Commerciale - Pas de Modification 4.0 International - CC BY-NC-ND 4.0. Les autres éléments (illustrations, fichiers annexes importés) sont « Tous droits réservés », sauf mention contraire.