Massalia -Sardegna-Sicilia: la rotta commerciale epoca ellenistica
p. 261-265
Résumés
Grazie soprattutto all’apporto della documentazione epigraficae dei dati archeologici (monete, anfore). l’A. individua due strade che collegavano Marsiglia alla Sicilia. Una, passando per la Campaniae lo Stretto, raggiungeva Siracusa (proseguendo eventualmente verso la Grecia); l’altra, attraversando la Sardegna, arrivava a Lilibeo (proseguendo eventualmente verso la Spagna).
Thanks chiefly to the contribution of the epigraphic documentation and to archaeological data (coins, amphorae), the A. singles out two routes which linked Marseille to Sicily. One, passing through Campania and the Straits of Messina, reached Syracuse (eventually going on towards Greece); the other, crossing Sardinia, arrived at Lilybaeum (eventually continuing towards Spain).
Texte intégral
1Questo mio breve intervento vuole essere un modesto omaggio alla memoria del collega Ettore Lepore, che alla ricostruzione delle strutture sociali ed economiche della storia antica fu solito applicarsie più volte alla colonizzazione focea.
2Presento una traccia della rotta di navigazione, che segna anche una via commerciale, almeno per l’epoca ellenistica, la quale muoveva da Massaliae finiva per appoggiarsi alla Sicilia. In realtà, essa volgendosi verso il Sud, a parte la direttiva ispanica segnata di emporiie siti colonizzati, si divaricava su due linee: una drizzava verso la Greciae oltre, l’altra puntava verso l’Africa. La Sicilia era in ambedue i casi un punto obbligato (fig. 1).
3La prima rotta volgeva verso l’Italiae anzitutto toccava la Campania (monete di bronzo di Massalia, ad es, a Pompei), indi le Eoliee oltre, Siracusa ed eventualmente ad es. Camarina (in quest’ultimae a Lipara sono state scoperte anfore massaliote, originarie (Manganare 1992, 199, n. 34e n. 37)). Mercanti massalioti raggiungevano già nel V/IVe poi nel III sec. a. C. Siracusa: ciò è rivelato dalla scoperta nell’area siracusana di oboli di argento di Massalia—due esemplari di “accertata origine” locale nel Museo di Siracusa, immessivi da P. Orsi-come anche di una iscrizione funeraria nella necropoli del Canalicchio a Siracusa, in bella scrittura di III sec. a. C., oggi perduta (Manganaro 1992, 199, s. a n. 35e n. 51 sq.). Da Siracusa le navi massaliote potevano proseguire alla volta della Grecia, risalendo verso Korkyrae ridiscendendo a Kephallenia, per il Pireo: evoco il caso del capitano massaliota Zenothemis. discusso in una orazione del corpus demostenico, che si data negli anni della grande carestia del 330 a. C. circa (Manganare 1992, 197, n. 19e anzitutto RE2, X. A, col. 223-224, n° 2).
4L’altra rotta, che aveva l’Africa, anzitutto Cartagine, come eventuale destinazione, appare documentata da almeno due iscrizioni funerarie in greco, rinvenute a Tharros, sulla costa occidentale della Sardegna, all’imboccatura del golfo di Oristano: una perduta Εΰξε|νε Άνα|ξίλεω |Μασσαλ)[ν]ήτη, l’altra, ora nel Museo di Cagliari, Άριστό|δικε |’Αναξίλου [—], la quale in basso nella lacuna poteva con ogni verosimiglianza contenere l’etnico, [Μασσαλιήτα(?)] (Manganaro 1992, 198, n. 28 sq.). Una terza iscrizione ridotta ad un frammento, in caratteri arcaicie sinistrorsi, rinvenuta ad Oristano, è parsa etrusca a G. Colonna1 : io non oso pronunziarmi (fig. 2).
5Questa rotta proseguiva certamente verso la Sicilia occidentale, toccando Lilibeo, fornita di un ottimo porto (Vedi Di Stefano 1971, 69-80): in questa ultima è stato scoperto nel 1963 un epigramma funerario per un massaliota, Poseidermos figlio di Pitagora (Bull. Epigr., 1965, 507). Poteva la stessa interessare altri porti vicini: al Museo di Palermo — dove risultano anche due dracme massaliote del tipo di imitazione-si conserva un altare, con dedica ad Afrodite da parte di un Κλεαγόρας Μασσαλιώτης, il quale potrebbe essere stato rinvenuto nel santuario di Erice, in cui il culto per Afrodite è ovvio, frequentato largamente da stranieri (IG, XIV, 295. Vedi Manganaro 1992. 199, n. 39-40).
6Questi Massalioti, di cui è ricordo nelle iscrizioni richiamate, erano certamente naukleroi-emporoi — sul significato univoco di questi due termini ebbe a soffermarsi opportunamente il Lepore2 - i quali seguivano la vocazione rilevata ad es. da Strabone, laddove (IV, 1,5, C 180) annota come la scarsa chora, anche se έλοαόφυτοςe κατάμπελος, σίτω δε λυπροτέρα, di Massalia destinava i medesimi al commercio marittimo (προς ναυτιλίας,) (Lepore 1989, 1 12 sq.).
7I battelli, su cui erano imbarcati Massalioti-qualcuno moriva nei porti frequentati durante il cabotaggio —, recavano prodotti vari, che erano venduti in questi, per acquistare eventualmente altre mercie così, ricostituito il carico, proseguire. Io mi chiedo quale poteva essere la merce imbarcata a Massaliae quale quella che al ritorno i naukleroi potevano importarvi.
8Anzitutto si può pensare che si caricasse un buon contingente di stagno, che doveva confluire nel mercato di Massalia, oltre a balle di quel tipo di chitone in pelle vellosa, definito in Polluce Μασσαλιωτών... ό χορτάίος (χιτών), menzionato in un frammento di Aristofane3. Poco probabile che fosse destinato ai porti di Sicilia ο a Cartagine il mediocre vino massaliota (Villard 1960, 120 sq.). Piuttosto, ad es. a Lilibeo i Massalioti avranno acquistato, prima di puntare verso l’Africa, anfore di vino rodio, se è vero che la grande massa di timbri anfo-rari rodii, rinvenuti nella necropoli di Lilibeo, editi egregiamente da Antonietta Brugnone (1986, 21 se/e/.), suggerisce grande abbondanza di anfore rodie sul mercato lilibetano, peril III-II sec. a. C. Una parte di esse poteva essere acquistata da mercanti, che intendevano trasportarle altrove, ad es. a Massalia stessa, se non a Cartagine4.
9In quest’ultima risulta qualche moneta massaliota di bronzo (Visonà 1985, 674 se/.), il cui rinvenimento tuttavia ha un significato non strettamente mercantile, segnalando piuttosto un movimento di uomini, che rientrano in sede (Vedi Manganaro 1987, 520 sq.). Non si può attribuire un valore probativo alla presenza di iscrizioni puniche in area massaliota5, potendosi trattare di zavorra trasferitavi dall’Africa in epoca non precisamente antica. D’altra parte, i naukleroi potevano rientrare a Massalia con carichi di σίτος, di cui la città aveva indubbiamente bisogno.
Discussion
10R. D’ORIANO: Un’informazione credo utile per il prof. Manganaro. Frammenti di anfore massaliote di metà IV-metà III avanti sono presenti ad Olbia ancora inedite, ma qualcuna uscirà tra breve,e monete sempre di Marsiglia sono segnalate nell’800, non mi ricordo se dallo Spanu ο dal Cara, sempre da Olbia. C’è anche un’ipotesi, non ricordo se di M. Gras ο di J. P. Morel, secondo la quale la grecizzazione’Olbia’del toponimo punico ignoto —perché Olbia non è di fondazione greca ma è punica — appunto questa grecizzazione sarebbe dovuta ai contatti con Marsiglia. Io personalmente penso più a Siracusa, comunque ai Greci dell’Italia meridionale, della Sicilia, però c’è anche questa nel calderone.
11W. JOHANNOWSKY: Sempre a proposito della comunicazione di Manganaro, vorrei rilevare che, come ho potuto osservare anche in un articolo che fra breve uscirà, praticamente anche la ceramica neapolitana manca totalmente nella zona dello Strettoe nella Sicilia orientale, per quel ch’io sappia, anzi, possiamo dire dalla colonia marittima di Buxentum - che è tra le colonie dedotte nel 194, anche se è stata in realtà attuata 6-8 anni dopo-in giù. Però la si ritrova a Lilibeoe a Cartaginee poi nell’Egeo, a Delo. Quindi anche il commercio neapolitano evidentemente passava preferibilmente per il Canale di Siciliae non per lo Stretto, nella prima metà del II sec. a. C. e pure, credo, nella seconda metà, anche se l’evidenza cartaginese in quel periodo ovviamente non c’è più, ο quasi. Un altro fatto che mi pare interessante (anche se è un fatto sempre relativo), sui rapporti tra l’area campanae la Sicilia occidentale, è la presenza, nel II secolo a. C., del culto di Afrodite Ericina. Cioè c’è una dedica a Herentas Erucina ad Ercolano, una dedica in li ngua osca, nell’unico tempio di una certa importanza che si sia trovato finora ad Ercolano, purtroppo nei cunicoli borbonici, tempio che doveva essere nella zona del Foro.
12X : A proposito della relazione di Manganare, volevo far presente come Roma in qualche modo eredita l’importanza di una triangolazione maritti ma che esiste tra le Eolie, la costa diciamo di Hipponion,e il litorale di Medma. Questo tipo di triangolazione ovviamente si ricollega al la rotta tirrenica, rotta che poi va verso le coste di Massaliae anche qui ci sarebbe un piccolo dato interessante: l’esistenza di un’altra Medma oltre a quella calabrese, che Stefano di Bisanzio ricorda a proposito della costa ligure. Questa triangolazione tra le Eolie, in particolare Lipari, Hipponione Medmaè una triangolazione chiaramente di produzione agricola che poi viene ripresa da Roma con la grande valorizzazione di Viboe delle capacità portuali della costa medmea, con la creazione di un grande portoe anche la valorizzazione della zona di Nicotera. E poi ovviamente il problema di Vibo, che diventa il grande punto di partenza delle flotte per la Sicilia. E poi, sempre a proposito di isole, penso si debba riconoscere definitivamente la straordinaria importanza che ha giocato l’isola di Pantelleria, sia nelle sue fasi puniche sia nelle sue fasi greche, quindi la sua impor- tanza strategico-militare anche per un fatto molto pratico: che la navigazione non era possibile nello stesso giorno dalla Sicilia a Cartagine, quindi la navigazione presupponeva comunque una tappa a Pantelleria. E questa Cossyra quindi ha giocato un grande ruoloe non è un caso che la presenza romana porta alla valorizzazione di un’area portuale sull’isola di Pantelleria, che guarda verso la Sicilia, mentre la grande importanza dei porti di Pantelleria era in rapporto alla costa africana.
Bibliographie
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Referenze bibliografiche
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Notes de bas de page
1 Colonna 1989, 369: la foto del calco mi è stata inviata con estrema cortesia da R. Zucca, al quale rinnovo la mia gratitudine.
2 Vedi ora Lepore 1989. 1 16 sq. Merita di essere richiamato Xenoph., De vect., 3,4; 3, 12 (cf. in particolare Gauthier 1976, 84 sq. ; 105). La vendita di un carico di merci, specie se vincolato da un contratto scritto per prestito marittimo, come nel caso illustrato nello Ps. -Demost., Contra Lacr., 10 sq. (Demosth., Or., 2, 2, Oxford, C1. Texts, 926), implicava molteplici operazioni commerciali nel corso del viaggio: cf. Austin 1982, 347 sq.
3 Pollue., Onom., 7,60; 4, 1 18, in Lexicogr. Graeci, IX, 1 -2, (ed. E. Bethe Stutgardiae (Teubner), 1967, 2, pp. 68-69; 1 p. 236). Aristoph., Frg., 707 Κ (cf. Burelli 1972, 108). Non ne ritrovo accenno in Villard 1960, 143 sq. (sullo stagno, ridistribuito da Massalia).
4 Bull. Epigr., 1980, 574; vedi Manganaro 1987, 518, n. 27.
5 Cf. Clerc 1927, 329 (a Marsiglia e Avignone).
Auteur
Università di Catania
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