Gli scarabei editi
p. 215-216
Note de l’auteur
L'Autore ringrazia la Prof.ssa Juliette de La Genière per avergli offerto la possibilità di studiare i reperti qui in esame e per le informazioni relative ai loro contesti di rinvenimento. Le foto degli scarabei sono state tutte eseguite dal Prof. Günther Hölbl di Vienna, al quale si esprime gratitudine per averne concesso la riproduzione. Gratitudine va anche al Sig. Vincenzo Covelli di Amendolara per l’esecuzione delle foto dello scarabeo T. 222-1, che ne hanno consentito i disegni. I disegni degli scarabei sono stati realizzati dall’Autore e ricopiati dalla Sig.na Giuseppina Stelo.
Abbreviazioni: «M» sta per «Mangosa». Sigle dei geroglifici : A. H. Gardiner, Egyptian Grammar3, London, 1969, p. 442 s.
Texte intégral
1T.125-1. Scarabeo
2Bibliografia: Leclant 1973, p. 13/1, fig. 13 s. (prima fila, a sinistra); Hölbl 1979, II, p. 240/1227.
3Prodotto egizio; VIII-prima metà VII sec. a.C. (?). Faïence. Inventario s.n. Scomparso. Classe B; tipo naturalistico. Testa con occhi e clipeo, protorace, elitre con doppia marcatura centrale, zampe. Base: legenda orizzontale con contorno e lettura sinistrorsa; stile realistico; simboli magici. Segni: la sfinge accovacciata, con vaso ḥs (W 14) fra le zampe anteriori ed il disco solare r (N 5) sul capo; sul dorso, orizzontali e paralleli, in alto la penna di struzzo mt (H 6) ed in basso l’nḫ (S 34).
4Confronti: W. M. F. Petrie, J. G. Duncan, Hyksos and Israelite Cities, London, 1906 (1989), p. 32/38, tav. XXXIII, Tell er-Retabeh; Newberry 1907, p. 161/36642, 327/37304, tav. VII; Hölbl 1979, II, p. 80/374, Capena; De Salvia 1993, p. 809/600-4 (cfr. 490-4), fig. 9, identica, Pithekoussai.
5La legenda è incentrata sulla figura della sfinge, animale mitico simboleggiante il faraone (Vercoutter 1945, p. 59 s.; Hornung, Staehelin 1976, p. 143; Hölbl 1979, I, p. 335 s.), circondata da altri segni di valore magico: il vaso ḥs (cfr. Vercoutter 1945, p. 58 s., 80 s.; Hornung, Staehelin 1976, p. 169), il disco, la penna Maat (cfr. Hornung, Staehelin 1976, p. 168 s.; Keel 1995, § 462) e l’nḫ (Vercoutter 1945, p. 62, 79, 83 s.; Hornung, Staehelin 1976, p. 168).
6T.125-2. Scarabeo
7Bibliografia: Leclant 1973, p. 13 s./2, fig. 13 s. (prima fila, centrale); Hölbl 1979, II, p. 241/1228.
8Prodotto egittizzante, tipo «Perachora-Lindos»; metà VIII-fine VII sec. a.C. Faïence. Inventario s.n. Scomparso. Classe D; tipo naturalistico regolare (D1). Testa e clipeo, protorace, elitre, zampe. Base: legenda verticale con contorno; stile realistico; simbolo magico. Segno: il cespuglio di papiro ḥ (M 16).
9Confronti: Petrie 1888, tav. XXXVII/6, Naucrati; Vercoutter 1945, p. 143/200 e tav. VI, 189/422 e tav. XII, identiche, Cartagine; James 1962, p. 498/D 444, fig. 35, identica, Perachora.
10Quella in esame costituirebbe l’imitazione d’una legenda egizia con motivo molto antico (W. M. F. Petrie in: Ancient Egypt, 8, 1923, n. 5, 16 s., 26), il quale veniva associato, sugli scarabei e simili, ad immagini di divinità (falco-Horo, Toeri, gatto/a etc.) ed a simboli religiosi (scarabeo, nḫ etc.). Esso esprimeva un’idea di protezione a vantaggio del proprietario dell’oggetto («(essere) attorno», «(essere) dietro»; cfr. Vercoutter 1945, p. 85). Il Leclant (Leclant 1973, p. 13/2) considerò una possibile lettura del segno quale mḥw (M 15), emblema del Basso Egitto, e ciò indicherebbe l’area di produzione dell’originale (Menfietc.).
11T.125-3. Scarabeo
12Bibliografia: Leclant 1973, p. 14/3, fig. 14 (prima fila, a destra); Hölbl 1979, II, p. 241/1229.
13Prodotto egittizzante, tipo «Perachora-Lindos»; metà VIII-fine VII sec. a.C.. Faïence. Lieve corrosione dello smalto. Inventario s.n. Scomparso. Classe D; tipo naturalistico regolare (D1). Testa e clipeo, protorace, elitre con segni a «V» e contorno laterale. Base: legenda orizzontale senza contorno e con lettura sinistrorsa; stile realistico; titolo di corte/nome divino. Segni: la bocca r (D 21) sormontata dalla placenta ḫ (Aa 1), il giunco św (M 23), il canestro nb «signore» (V 30) verticale.
14Confronti: Var. A: Jacopi 1932-1933, p. 321/V. A. 1, fig. 66, Camiro; Vercoutter 1945, p. 147/216, tav. VI, Cartagine. Var. B: Vercoutter 1945, p. 170/307, tav. IX, Cartagine.
15La legenda, fuori dell’Egitto attestata in versioni (Camiro, Cartagine) senza (Var. A) e con canestro (Var. B), nonché con varia disposizione dei segni, venne elaborata in ambiente egeo. Quanto al modello egizio, è plausibile l’imitazione d’una legenda con l’alto titolo di corte faraonico rḫ nśw «conosciuto dal re», privo del nome del suo proprietario (cfr. Newberry 1906, p. 77), con l’aggiunta decorativa del canestro. Tuttavia il Leclant (Leclant 1973, p. 14/3) postulò una sostituzione del segno della bocca r con quello dell’acqua n (N 35), che avrebbe restituito il nome divino Ḫnśw «Khonsu»; al quale, invece, ben conviene il nb «signore».
16T.125-4. Scarabeo
17Bibliografia: Leclant 1973, p. 14, fig. 13 s. (seconda fila, a sinistra), non analizzato.
18Prodotto egittizzante, tipo «Perachora-Lindos»; metà VIII-fine VII sec. a.C. Faïence. Qualità mediocre. Corroso e frantumato, in particolare sulla base. Inventario s.n. Scomparso. Classe D; tipo naturalistico regolare (D1). Testa con occhi e clipeo, protorace, elitre, zampe. Base: identica legenda in P.O. 263-14.2.
19T.126-1. Scarabeo
20Bibliografia: Leclant 1973, p. 11 s./12, fig. 9 s.; Hölbl 1979, I, p. 175, II, p. 242/1237.
21Prodotto egizio; VIII-prima metà VII sec. a.C. (?). Faïence. Qualità mediocre. Lieve corrosione dello smalto. Inventario s.n. L.: 1,2; larg.: 0,8; h.: 0,5 cm. Scomparso. Classe B; tipo naturalistico. Testa e clipeo, protorace, elitre con segni a «V». Base: legenda orizzontale senza contorno e con lettura sinistrorsa; stile realistico; nome divino?/titolo regale? Segni: il nfr «buono» (F 35), la penna di struzzo, riferibile alla dea Mt (cfr. Petrie 1925, tav. XII/715, con Maat-donna) o al dio Šw, l’oca s «figlio» (G 39), il disco r.
22Confronti: identiche: M. A. Murray, Scarabs in the Dublin Museum, Proc. Roy. Ir. Ac., V, 24, S. C, 1903-1904, p. 34/18, Egitto; Newberry 1907, p. 85/36338, tav. VIII, Egitto; Griffith 1923, p. 122, tav. XXVII/53, Sanam; Gjerstad 1935, p. 754/2133 e tav. CCXLIV/34, 757/2222 e tav. CCXLV/23, Ajia Irini; Clerc 1976, p. 68 s./Kit. 799, Kition; Hölbl 2001, tav, I-II (prima fila, 2 ° da sinistra), Villasmundo; Agostino 2003, p. 584/1188, Occhio di Pellaro.
23La legenda appartiene ad un’ampia famiglia con varianti iconografiche (Clerc 1976, p. 69; Hölbl 1976, I, p. 174 s.). Prevalente è stata la lettura Šw s R «Shu, figlio di Ra», sebbene si sia pensato pure che la penna, l’oca ed il disco costituissero un trigramma d’Ammone (Drioton 1957, p. 17/5). Quanto al Leclant (Leclant 1973, p. 11 s./12), egli propose la lettura «le fils de Râ est parfait de vérité». Tuttavia non si può escludere l’estrapolazione dalla titolatura regale (Petrie 1888, tav. XXXVII/88; James 1962, p. 471), con funzione protettiva, di s R «figlio di Ra», e l’aggiunta dei segni magici del nfr (Vercoutter 1945, p. 62, 79; Hornung, Staehelin 1976, p. 169) e della penna-Maat (Hornung, Staehelin 1976, p. 168 s.; Keel 1995, § 462).
24M.T. 9-1. Scarabeo
25Bibliografia: Hölbl 1979, II, p. 242 s./1238-1250; La Genière et al. 1980, p. 357, 359, fig. 51, 53.
26Prodotto egittizzante, tipo «Perachora-Lindos»; metà VIII-fine VII sec. a.C. Faïence giallastra con smalto (verde-azzurro?). Qualità mediocre. Ampia corrosione e fratture sui lati e sulla base; smalto divenuto bruno. Inventario s.n. L.: 1,32; larg.: 0,88; h.: 0,6 cm. Classe D; tipo naturalistico allungato (D 2). Schiena curvilinea; testa con clipeo, protorace, elitre; zampe. Base: legenda verticale con contorno e lettura sinistrorsa; stile realistico; formula augurale. Segni: la coperta ś (S 29), la gamba col piede b (D 58) ed il segno dell’acqua n (N 35), sormontati dal disco solare r (N 5).
27Confronti: F. G. Hilton Price, A Catalogue of the Egyptian Antiquities etc., London, 1897, p. 57/485, Egitto; R. Engelbach, Riqqeh and Memphis, London, 1915, p. 17/19, tav. XVII, Menfi; J. K. Brock, Fortetsa etc., Cambridge, 1957, p. 97/1078, tav. 173, Fortetsa/Cnosso; Hölbl 1979, II, p. 238/1223, tav. 139/3, Policoro; Hölbl 1979, II, p. 249/1271, tav. 141/3, Cozzo Michelicchio.
28La legenda deriverebbe da quella attestata su uno scarabeo della collezione Hilton Price con sua variante su uno scarabeo di Menfi, entrambe registranti l’augurio śnb «salute» con l’aggiunta del canestro nb (cfr. Hornung, Staehelin 1976, p. 182). In quella di Amendolara quest’ultimo manca ed è stato aggiunto il disco solare. Entrambi i segni compaiono in legende affini di scarabei «Perachora-Lindos» (Fortetsa, Policoro e Cozzo Michelicchio), esprimenti contaminazioni fra una legenda śnb ed un’altra a contenuto Nb-mt-r (T. 259-14.3; cfr. Hölbl 1979, I, p. 185 s.).
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