Un lucus di Giove alle radici del Vesuvio
p. 53-55
Résumés
Durante recenti scavi nell'area della villa romana di Contrada Sora, a Torre del Greco, è stato possibile recuperare un'ara marmorea con iscrizione menzionante un boschetto sacro a Giove, databile alla fine del II-III secolo d.C. che testimonia una ripresa dell'occupazione dell'area dopo l'eruzione del 79. Il culto è connesso ai fenomeni vulcanici (un altro lucus di Giove è significativamente noto da Claudiano sull'Etna).
During recent excavations in the area of the Roman villa in the Sora contrada at Torre del Greco, it has been possible to recover a marble altar with an inscription mentioning a sacred grove to Jupiter, datable to the end of the second / third centuries A.D., which attests to a resurgence of occupation in the area after the eruption of 79. The cult is connected to the volcanic phenomena (another lucus of Jupiter is significantly known from Claudianus on Etna).
Texte intégral
1In: Les bois sacrés. Actes du colloque international de Naples. Collection du Centre Jean Bérard, 10, 1993, 53-55
2Nel 1989 la Soprintendenza archeologica di Pompei ha iniziato scavi sistematici in una grande villa marittima romana del territorio ercolanese, paragonabile per importanza a quella dei Papiri, sita in contrada Sora a Torre del Greco1. La villa era stata parzialmente indagata poco prima del 1734 al tempo di Carlo III di Borbone e, soprattutto, nel 1796 dall’allora principe ereditario Francesco I di Borbone2. Gli scavi ancora in corso hanno permesso, oltre il recupero dell’area esplorata in epoca borbonicae poi abbandonata, il rinvenimento di tre ambienti splendidamente affrescati, decorati in terzoe quarto stilee pavimentati in opus sectile. Subito a lato di questi ambienti, infine, è stato messo in luce un lungo muro (m. 9) in opera cementizia con frammenti di tegolee pezzi di grandi anfore cilindriche tarde nell’impasto. Esso presenta l’innesto di due muri perimetrali, che delimitavano due ambienti contigui, purtroppo in gran parte distrutti dagli sterri sette-ottocenteschi. I pavimenti erano costituiti da semplici battuti. Le pareti dell’ambiente più occidentale presentano due strati sovrapposti di intonaco bianco. L’ambiente più orientale, non completamente scavato, è munito nella parete di fondo di una piccola finestra con resti di intonaco a fasce rosse sul fondo bianco. In associazione a questi due ambienti, che poggiano sugli strati vulcanici del 79, sono stati recuperati numerosi frammenti di ceramica sigillata D, di anforee di lucerne tarde che permettono di datarli alla fine del IV-V secolo d. C. Una notevole costruzione tardo-antica, dunque, occupò, ad un livello più alto, parte della superficie della grande villa sepolta dall’eruzione del 793 e distrutta alla fine del V secolo dall’eruzione detta di Pollena.
3Presso questa struttura tarda sarebbero stati rinvenuti i seguenti reperti, consegnati dal Sig. F. Fanelli allo scrivente all’inizio degli scavie ora conservati nel magazzino archeologico di Ercolano:
- Bustino acefalo. Marmo greco, probabilmente pario, a grana fine. Lungh.: cm. 11; h.: cm. 8,6; sp.: cm. 5,5; diam. della base: cm. 4,7/6. Piccola basetta modanata, munita in alto di un cartiglio desinente in due volute, senza iscrizione. Il bustino è ammantato.
- Colonnina scanalata di sostegno di labrum, rotta in due pezzie parzialmente mancante. Calcare bianco compatto. Diam. di base: cm. 21; h.: cm. 44; diam. del fusto: cm. 15.
- Piccola ara. Marmo bianco lunense. Lungh.: cm. 30; h.: cm. 31; sp.: cm. 26,5. Spezzati sono, sul davanti, gli angoli superiorie l’inferiore sinistro. Retro sbozzato a scalpello. Sul davanti reca la seguente iscrizione4
IOVI
LVCO
SACRVM
[- -JRELCOS V NA[---]
4Come particolarità epigrafiche vanno notate la “L” con la sbarretta orizzontale cortae la “A” priva della sbarretta orizzontale. L’ultima linea, purtroppo mancante dell’inizioe completamente abrasa alla fine, è inscritta in lettere minutissime sul listello di base.
5Si tratta dunque di un’ara dedicata in un lucus sacro a Giove: il boschetto sacro rappresenta l’impersonificazione totale della divinità olimpiae quindi sembra sottintesa una congiunzione fra le due parole. Non meraviglia la presenza, ora documentata, di un lucus dedicato a Giove alle radici del Vesuvio: la divinità, infatti, era strettamente connessa ai fenomeni vulcanici. Un altro lucus di Giove è significativamente noto sull’Etna5.
6L’ultimo rigo, di non facile integrazione, sembra contenga all’inizio il nome di colui che pose l’ara come voto (v[otum] va infatti interpretata l’abbreviazione seguente), probabilmente un [Au]rel(ius) Cos(mus) (anche se sono possibili altri scioglimenti). Del restante testo sono superstiti solo le due lettere iniziali, che non permettono di cogliere alcun senso: il resto è perduto (anche perché l’iscrizione è stata energicamente pulita al momento del ritrovamento.
7La presenza del nomen e del cognomen abbreviati per troncamento, il probabile gentilizio Aurelius e i caratteri epigrafici piuttosto trascurati, così come il luogo di ritrovamento, al di sopra dello strato di seppellimento del 79, fanno propendere per una datazione alla fine del II ο al III secolo d. C. Il fatto che l’ara sembra sia stata rinvenuta nell’ambito della struttura tardo-antica potrebbe far pensare che essa fosse riutilizzata in essa, oppure che essa provenga dalle immediate vicinanze.
8L’iscrizione è di somma importanza anche per la storia del territorio vesuviano in epoca posteriore alla fatale eruzione del 79, ancora così poco conosciuta6 e testimonia la presenza sul sito, all’epoca in cui fu eretta, addirittura di un bosco. Nel IV secolo d. C., poi, come si è visto, una notevole costruzione, probabilmente una villa, sorse su parte dell’edificio sepolto nel 79, a testimoniare una certa ripresa dello sfruttamento agricolo dell’area.
Notes de bas de page
1 In generale, v. L. A. Scatozza Höricht, Ville nel territorio ercolanese. Cr. Erc., 15, 1985, 152 ss. ; Torre del Greco. Reportage archeologico. Antiche stutture romane: Villa Sora (a cura del G. A. N.), Torre del Greco, 1979; V. Kockel, Ein unpublizierter Plan der Villa Sora von Carlo Bonucci. Cr. Erc., 18, 1988, 205 ss. ; M. Pagano, Torre del Greco. Località Ponte Rivieccio, contrada Villa Sora, prop. Montella. Riv. di Sudi Pompeiani, II, 1988, 244; C. Di Cristo, Torre del Greco. Napoli, 1985, 55 ss. ; Id., Rivendicati a Torre del Greco pregevoli reperti archeologici, Torre del Greco, 1989. Sulla campagna di scavi del 1989 v. M. Pagano, Archeologia torrese, inserto in La Città. Riv. dell’Amministrazione Comunale di Torre del Greco, IV, 5 dicembre 1989; Id., Una villa a Torre del Greco. Archeo, 68, ottobre 1990, 21 s. ; Id., Torre del Greco. Località Ponte Rivieccio, contrada Villa Sora, propr. Montella. Riv. di Studi Pompeiani, III, 1989, 287-294; Id., La villa romana di contrada Sora a Torre del Greco. Cr. Erc., 21, 1991, 149 ss.
2 F. La Vega, in Giornale degli Scavi di Pompei, 1861, 287, 310, 313 s; Id., Fondo Cuomo, Manoscritto inedito, Società Napoletana di Storia Patria, ms. 2-6-2, doc. 5, c. 110 r, dal quale risulta che lo scavo fu diretto dallo Stendardo; A. De Iorio, Notizie su gli scavi di Ercolano. Napoli, 1827, 5; C. Bonucci, Scavi di Pompei e contorni. Bull. Inst, 1834, 147 s. ; M. Ruggiero, Storia degli scavi di antichità nelle Province di Terraferma dell’antico Regno di Napoli dal 1743 al 1876. Napoli, 1888,99 s; Id., Storia degli scavi di Ercolano. Napoli, 1885,509 e 513.
3 Nelle vicinanze furono rinvenute nel secolo scorso tombe tarde entro embrici e nell’area stessa della villa monete di Massenzio e di Costante; F. T. Moltedo, Sulle origini di Torre del Greco. Napoli, 1870, 15 ss.
4 Altezza delle lettere: 1. 1: cm. 3,5/3,8; 1. 2: cm. 2,8; 1. 3: cm. 2,5; 1. 4: cm. 1,2. Retro sbozzato a scalpello.
5 Claud., Rapt. Pros., III, 332 ss. ; cfr. A. Pasqualini, in Diz. Ep., IV, 1968 ss.
6 L. A. Scatozza Höricht, Ville nel territorio ercolanese. Cr. Erc., 15, 1985,152 ss., 164 s. ; M. S. Pisapia, L’area ercolanese dopo l’eruzione del 79. RAAN, 56, 1981, 63 ss.
Auteur
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