3. Ricognizione di altri siti
p. 147-188
Texte intégral
1Si è già fatto cenno di nuove ricerche sul terreno, in corso mentre si procedeva alla stesura della precedente relazione (Ricerche 1, p. 162 s., note 12 e 13). Nell’aprile 1980 la Cattedra di Protostoria Europea dell’Università di Roma, d’intesa con la Soprintendenza Archeologica della Calabria, e grazie ad un finanziamento concesso dal Ministero dei Beni Culturali, procedeva ad una campagna di ricognizioni, estesa sistematicamente a tutto il territorio della Sibaritide, mirante a definire una visione d’assieme della struttura dell’insediamento protostorico in quell’area. A tale campagna partecipavano numerosi laureati e studenti, operanti per zone.
2I risultati conseguiti si possono considerare abbastanza soddisfacenti, e scientificamente significativi. Il quadro complessivo che se ne ricava sembra abbastanza organico da prestarsi ad una lettura interpretativa, anche se non privo di lacune, specie per la zona meridionale1.
Amendolara2
3IGM F. 222IV NE sez. C, quota 229. Pianoro su lembo di terrazzo marino costituito in gran parte da sabbie quaternarie. Collegato verso nord e nord-est al terrazzo di cui costituisce un’appendice da una sella molto ampia (circa 150 m.), ma nettamente segnata da un avvallamento, profondo una decina di metri. Si protende verso il vallone del torrente Straface e verso il mare, dal quale dista oltre 3 km., ed è isolato sui lati est, sud ed ovest da profondi burroni. Posizione dominante su ampio raggio, specialmente verso il mare, da est a sud-ovest. La superficie naturalmente delimitata, teoricamente abitabile coincide attualmente con l’area del Rione Vecchio, parte dell’odierno abitato di Amendolara, che è di circa tre ettari e dalla quale proviene materiale archeologico conservato nell’Antiquarium di Amendolara; ma è chiaro che l’estensione originaria del pianoro, demolito attraverso i secoli dell’erosione, la cui azione prosegue anche oggi, doveva essere di gran lunga maggiore, soprattutto verso sud, come attestano i reperti raccolti ai piedi dei burroni compresi tra il Rione Vecchio e il torrente Straface, nelle località di Case Cadute e di S. Cavalcatore, e conservati anch’essi nell’Antiquarium di Amendolara. Ben note sono le aree sepolcrali dell’età del bronzo recente e finale e della prima età del ferro sulle colline circostanti, sicuramente pertinenti a questo insediamento3.
Rione Vecchio
4Tav. 38,2. Framm. di orlo e parete appartenente ad un dolio ο ad un’olla ad orlo svasato. Labbro ingrossato arrotondato. Cordone liscio orizzontale. Impasto brunastro con inclusi, superficie bruna.
5Tav. 38,1. Framm. di orlo e parete appartenente ad un dolio cilindrico ad orlo diritto. Labbro appiattito, cordone Iiscio orizzontale immediatamente al di sotto. Impasto bruno-nerastro con inclusi; superficie bruna con tracce di lisciatura a stecca.
Santo Cavalcatore
6Tav. 38,3. Framm. di ciotola carenata con orlo svasato a spigolo interno, parete rettilinea inclinata verso l’interno, diametro della carena superiore a quello dell’orlo. Impasto brunastro, depurato, con tracce di steccatura. Superficie bruna.
7Tav. 38,6. Framm. di orlo e parete di dolio a botte con orlo diritto. Labbro appiattito e squadrato, cordone liscio orizzontale. Impasto bruno-rossiccio, con chiazze bruno-grigiastre con qualche incluso. Superficie bruno-rossiccia.
8Tav. 38,4. Framm. di orlo e parete appartenente ad un dolio con orlo diritto. Labbro appiattito e squadrato, cordone liscio orizzontale. Impasto bruno-rossiccio con qualche incluso, superficie bruna.
9Tav. 38,8. Framm. di dolio ovoide con accenno di orlo distinto a profilo lievemente concavo. Labbro appiattito. Bugna con apice rivolto verso l’alto, impostata sulla spalla. Impasto rosso-arancio con qualche incluso, superficie rossastra.
10Tav. 38,11. Framm. pertinente ad un collo fortemente concavo, quasi a tromba, con orlo marcatamente svasato. Impasto rosso-scuro, superficie bruna.
11Tav. 38,9. Framm. pertinente ad un vaso biconico ο globulare con stretto collo a profilo concavo che presenta un forte rigonfiamento all’attacco della spalla. Impasto sottile grigio-nerastro, probabilmente tornito, superficie grigiastra.
12Tav. 38,5. Framm. di orlo e parete appartenente ad un dolio probabilmente ovoide. Orlo svasato, labbro arrotondato, cordone liscio orizzontale. Impasto bruno-grigiastro con alcuni inclusi; superficie grigiastra.
13Tav. 38,7. Framm. di orlo e parete di dolio a botte. Labbro arrotondato lievissimamente prominente. Cordone orizzontale liscio. Impasto rossiccio con chiazze brune con inclusi; superficie bruno-rossastra.
14Tav. 38,10. Framm. di teglia con fondo piatto, pareti rettilinee inclinate verso l’interno. Labbro arrotondato e grossa presa a bugna. Impasto bruno-grigiastro, superficie grigiastra.
15I materiali di insediamento rinvenuti ad Amendolara confermano i dati cronologici forniti dai reperti finora noti dalle aree sepolcrali della stessa zona, un inizio cioè dell’occupazione del sito nel Bronzo recente e un suo perdurare fino alla prima età del ferro4. La ciotola carenata (tav. 38,3) trova confronti a Broglio nell’ambito di una foggia databile al Bronzo recente (cfr. Ricerche 1, p. 52, foggia Β 13, p. 73, tav. 5,9 dal sett. Β, str. 3W superiore e p. 73, tav. 7,4 dal sett. Β, str. 2bW), mentre tutti gli altri materiali sembrano appartenere al Bronzo finale e alla prima età del ferro. In particolare il dolio a botte (tav. 38,7) si confronta con altre forme simili, calabresi, attribuibili all’una e all’altra fase (cfr. più oltre, p. 166, tav. 41,7, da Serra Castello). Sono invece assegnabili alla prima età del ferro i due dolii dell’altra foggia (tav. 38,4,6), prsente a Broglio nello strato S2 (cfr. più sopra, p. 140, tav. 36,17, dal sett. Β, ampl. ’80, str. S2); il dolio ovoide (tav. 38,8) e il frammento di collo fortemente concavo con orlo marcatamente svasato (tav. 38,11) che hanno paralleli con materiali delle necropoli calabresi di questa fase5; infine la teglia (tav. 38,10) che ricorda fogge presenti alle Isole Eolie nell’Ausonio II.
Timpone Golla (Amendolara)6
16IGM F. 222 IV NO sez. B, quota 212 (fig. 12, 1). Pianoro su altura collinare, isolata in tutte le direzioni, distante dal mare circa 3 km. È compreso tra il canale di Carrara a nord-est, ed un fosso minore parallelo a sud-ovest. Su questi due lati, soprattutto sul secondo, il pendio è molto ripido; complessivamente più dolce verso nord-ovest, mentre verso sud-est l’altura si prolunga in una cresta sempre più stretta. Posizione non dominante, tranne che verso nord-est, in direzione di Amendolara: nelle altre direzioni i rilievi circostanti raggiungono spesso quote non inferiori; la vista del mare è inoltre preclusa dalle alture antistanti. Dista 2 km. da Amendolara e altrettanti da Tarianne; ma mentre Amendolara e Timpone Golla sono separati dal torrente Straface, sui due versanti del quale si fronteggiano, tra Timpone Golla e Tarianne non esistono ostacoli naturali di qualche rilievo. Superficie naturalmente delimitata, teoricamente abitabile circa due ettari. Concentrazioni di materiale archeologico in superficie: A) sulla sommità del pianoro; B) sulle pendici orientali dell’altura, poco al di sopra della strada. Si tratta di scarsi frammenti di ceramica d’impasto non tornito, non classificabili per forma, attribuibili solo genericamente ad età protostorica.
Tarianne (Amendolara)
17F. 222 IV NE sez. C, quota 97. Sito già descritto in Ricerche 1, p. 153. Si aggiungono ora solo pochi nuovi reperti raccolti nell’aprile 1980.
18È da porre verosimilmente in rapporto con questo insediamento la probabile area funeraria indiziata da un rinvenimento isolato, un vasetto intero conservato nell’Antiquarium di Amendolara con la sola indicazione della provenienza dalla zona di Potrésimo. Con questo nome si designano sia il vasto pianoro immediatamente retrostante a nord e a nord-ovest il sito di Tarianne, e un tempo ad esso collegato da una stretta sella recentemente crollata, sia il fosso che scorre a sud-ovest del sito stesso.
19Tav. 39,2. Framm. di orlo e parete appartenente verosimilmente ad una scodella; orlo ingrossato esternamente. Impasto bruno-rossastro, superficie bruna.
20Tav. 39,3. Framm. di ciotola carenata con parete rettilinea, orlo svasato, vasca piuttosto profonda; attacco di manico a nastro. Impasto brunastro con inclusi, superficie brunastra, grezza.
21Tav. 39,1. Framm. di orlo appartenente verosimilmente ad un’olla; orlo svasato, spigolo interno, labbro arrotondato. Impasto bruno con chiazze nerastre, con inclusi, superficie rossastra.
22Tav. 39,4. Framm. di parete appartenente ad un’olla a corpo globoso, con attacco inferiore d’ansa a largo nastro verticale. Impasto bruno chiaro con inclusi, superficie bruna chiara.
23Ε inoltre molti frammenti riconducibili alla media età del bronzo; cinque frammenti di parete con attacco di ansa verticale a nastro, due frammenti di scodella con orlo molto svasato e spigolo interno, un frammento di parete con cordone orizzontale liscio, sei frammenti di parete con cordone orizzontale digitato, un frammento di ciotola carenata con attacco d’ansa. Tutti i reperti presentano un impasto brunastro con inclusi e superficie brunastra, grezza.
Fosso Potresimo
24Tav. 39,5. Tazza attingitoio carenata, ombelicata, con parete concava formante una gola sotto l’orlo, diametro dell’orlo superiore a quello della carena; vasca poco profonda; ansa a nastro verticale. Impasto brunastro, superficie bruna.
25I nuovi materiali rinvenuti in superficie in questa località confermano l’appartenenza dell’insediamento alla media età del bronzo (cfr. Ricerche 1, p. 153). Il frammento di ciotola carenata verosimilmente con manico a nastro (tav. 39,3) si avvicina ad un esemplare da Rosa Russa (cfr. più oltre, p. 170, tav. 42,5), così pure il frammento con ansa a largo nastro verticale (tav. 39,4) (cfr. più oltre, p. 170, 172, 174, tavv. 42,10,11; 43,1,2,6; 45,9. Cfr. inoltre Broglio: Ricerche 1, p. 71, tav. 3,1, dal sett. Β, str. 4W; p. 72, tav. 5,7, idem, str. 3W inferiore; p. 74, tav. 7,11, idem, str. 2bW. Valle Carlodraga: più oltre, p. 154, tav. 40,17. Timpa del Castello: più oltre, p. 157, tav. 39,15. Casale Rizzo: più oltre, p. 164, tav. 40,14), ampiamente attestato in contesti appenninici. La tazza attingitoio dal Fosso Potresimo (tav. 39,5), che potrebbe appartenere ad una sepoltura riferibile allo stesso insediamento, pur non trovando confronti puntuali nell’area centro-meridionale, sembra, per le sue caratteristiche formali, poter avere delle affinità con fogge documentate in contesti riferibili a fasi non avanzate dell’età del bronzo7.
Timpone Lacco (Amendolara)8
26IGM F. 222 IV SO sez. A, quota 400 (fig. 12, 2). Minuscolo rilievo posto sulla cresta di un sistema collinare, a quota inferiore ad una altura (il vero e proprio Timpone Lacco, quota 425) più ampia e posta in posizione più eminente, sulla quale esiste una sorgente, ma non si sono fatti rinvenimenti. Facilmente accessibile da quella parte (nord-ovest), si protende verso sud-est, in direzione del mare, dal quale dista circa 3 km. Pareti a picco verso sud-ovest, sud ed est; posizione dominante nelle stesse direzioni, e anche a nord, verso il vallone del torrente Avena. Dista circa 4 km. da Timpone Golla e Tarianne, da cui lo separa il torrente Avena, e 6 da Broglio, da cui lo separa il torrente Pagliara. Superficie naturalmente delimitata, teoricamente abitabile pari ad una piccola frazione di ettaro (di gran lunga superiore, dell’ordine di svariati ettari, se si include l’altura della quota 425). Concentrazione di materiali archeologici in superficie in un solo punto, sulle pendici occidentali dell’altura, assieme a resti di concotto.
27Tav. 39,8. Framm. di parete con cordone orizzontale digitato applicato in corrispondenza di una forte rastremazione verso il basso. Impasto brunastro con inclusi, superficie bruna.
28Tav. 39,7. Framm. di orlo appiattito, squadrato. Impasto rosso-bruno con inclusi, superficie rossastra.
29Tav. 39,6. Framm. di orlo arrotondato, cordone orizzontale digitato immediatamente sotto l’orlo. Impasto brunastro, superficie bruna.
30Data l’incompletezza delle testimonianze raccolte, si può solo ipotizzare un’appartenenza dell’insediamento genericamente all’età del bronzo. Il frammento di orlo squadrato è simile ad un altro da Timpone La Motta, complesso anch’esso datato genericamente all’età del bronzo (cfr. più oltre, tav. 39,9).
Valle Carlodraga (Trebisacce)9
31IGM F. 222 IV SO sez. C, quota 210 (fig. 12, 3). Pendio dolcemente ondulato, rivolto verso sud-est, all’interno di un vasto sistema collinare (“Sellata di Broglio”) solcato da fossi, sovrastante una serie di terrazzi marini, tra i quali quello sul quale è localizzato il sito di Broglio. L’area in questione è priva di una delimitazione naturale e aperta da ogni lato, e non è in posizione dominante. Dista in linea d’aria 700 m. da Broglio, e poco più di 2 km. dal mare. Concentrazione di materiali archeologici in superficie in un solo punto, poche decine di metri ad ovest del ramo orientale del canale Marzuca.
32Tav. 40, 17. Framm. di parete con attacco inferiore d’ansa a largo nastro verticale. Impasto rossastro, superficie nerastra all’interno, rossa all’esterno.
33Tav. 40,18. Framm. di parete di dolio con cordone orizzontale liscio. Impasto e superficie rossastri.
34Sia l’ansa a largo nastro verticale che il frammento di dolio con cordone orizzontale liscio attestano la frequentazione del sito nell’età del bronzo; mentre il frammento di dolio (tav. 40,18) appartiene ad una foggia non attribuibile ad un momento preciso, ma molto verosimilmente da riferire all’età del bronzo, l’ansa a largo nastro verticale (tav. 40,17) è attestata nella Sibaritide nell’età del bronzo medio e recente (cfr. Broglio: Ricerche 1, p. 71, tav. 3,1, dal sett. Β, str. 4W; p. 72, tav. 5,7, dal sett. Β, str. 3W inferiore; p. 74, tav. 7,11, dal sett. Β, str. 2bW. Rosa Russa; più oltre, p. 170, 172,174, tavv. 42,10, 11; 43, 1, 2, 6; 45,9. Tarianne: più sopra, p. 152, tav. 39,4. Timpa del Castello: più oltre, p. 157, tav. 39,15. Casale Rizzo: più oltre, p. 164, tav. 40,14).
Timpone La Motta (Cerchiara di Calabria)10
35IGM F. 221I SE sez. B, quota 362 (fig. 13, 1). Pianoro su altura a sperone, collegata verso nord e nord-est da un’ampia sella ad un vasto sistema collinare, nella prima fascia di rilievi al di sopra della piana. Accessibile da quella parte, si protende verso sud, in direzione della pianura di Sibari e del mare: l’attuale linea di costa, ampiamente visibile, dista circa 6 km. in linea d’aria. È compreso tra il profondo vallone detto Valle della Madonna ad ovest, ed un altro fosso parallelo ad est; su questi lati e ancor più a sud i pendii sono molto scoscesi. Sorgente sul pendìo ovest, a circa 200 m. in linea d’aria. Posizione dominante verso la pianura, da sud-est a sud-ovest. Dista meno di 3 km. da Villapiana, da cui lo separa il torrente Satanasso, e circa 5 km. da Timpa del Castello di Francavilla, da cui lo separa il torrente Caldanelle. Superficie naturalmente delimitata, teoricamente abitabile circa cinque ettari. Concentrazione di materiali archeologici in superficie sul pendìo ovest, per una fascia di una decina di metri di larghezza.
36Tav. 39,12. Framm. di orlo e parete appartenente ad una scodella con labbro appiattito, ingrossato e sporgente sia all’esterno che all’interno. Impasto nerastro con inclusi, superficie nerastra.
37Tav. 39,10. Framm. di ansa a nastro verticale. Impasto grigio con inclusi e superficie grigia.
38Tav. 39,9. Framm. di orlo diritto e appiattito. Impasto grigio scuro, superficie rossiccia.
39Tav. 39,11. Framm. di orlo e parete appartenente probabilmente ad un dolio, con labbro arrotondato. Impasto grigiastro con inclusi, superficie rossastra.
40I materiali rinvenuti a Timpone La Motta permettono solamente di attribuire l’insediamento genericamente all’età del bronzo. La frammentarietà dei reperti rende difficile stabilire dei confronti precisi con materiali di altri contesti. Così il frammento di dolio (tav. 39,11) può avere affinità con fogge presenti a Broglio sia negli strati inferiori, databili al Bronzo medio (cfr. più sopra, p. 33, foggia “olle e dolii con labbro accennato”, tav. 1,7, dal sett. Β, trincea ’79, str. 4 inferiore), che negli strati datati al Bronzo finale (cfr. Ricerche 1, p. 135, tav. 27,3, dal sett. Β, str. 1 W). L’ansa verticale a nastro, verosimilmente sopraelevata, (tav. 39,10) trova confronti a Broglio sia in ceramica d’impasto (cfr. Ricerche 1, p. 74, tav. 7,6, dal sett. Β, str. 2b W) che in ceramica grigia (cfr. più sopra, p. 54-56, tavv. 12,3,16,2; 17,4,5, dal sett. D, rispettivamente str. S, 1Α III, 1 Β, 1 B), in strati riferibili al Bronzo sia medio che recente. Il piccolo frammento di orlo squadrato (tav. 39,9), inoltre, trova confronti nella Sibaritide in un contesto datato genericamente all’età del bronzo (Timpone Lacco: cfr. più sopra, p. 154, tav. 39,7).
Timpa Del Castello (Francavilla Marittima)11
41IGM F. 221 II NE sez. D, quota 353 (fig. 13, 2). Sperone roccioso, collegato verso ovest da una stretta sella di accesso non agevole ad un vasto sistema collinare, nella prima fascia di rilievi al di sopra della piana. Si protende verso nord-est, in direzione della pianura e del mare: l’attuale linea di costa, ampiamente visibile, dista circa 10 km. in linea d’aria. Difeso su tutti i lati da pareti a picco e pendii molto scoscesi. Posizione dominante verso la pianura, da nord-est a sud. Dista 5 km. da Timpone La Motta di Cerchiara, da cui lo separa il torrente Caldanelle, e 2 km. da Timpone La Motta di Francavilla, da cui lo separa soltanto il profondo Vallone Carnevale, corso d’acqua di importanza troppo circoscritta perché gli si possa attribuire il ruolo di limite tra due diversi comprensori. Superficie naturalmente delimitata, teoricamente abitabile circa un ettaro, che si riduce di molto se si considerano solo le aree più adatte all’insediamento. Concentrazione di materiali archeologici in superficie in una sola zona, alcuni piccoli ripiani a sud-ovest della sommità. I due ripostigli del Bronzo finale che vanno sotto il nome di Cerchiara12 provengono in realtà da località poste sulla destra del torrente Caldanelle, dunque verosimilmente nell’ambito del comprensorio di Francavilla.
42Tav. 39,16. Framm. di parete appartenente probabilmente ad una ciotola carenata a gola, con profilo lievemente convesso al di sopra della carena. Impasto bruno con inclusi, superficie rossa chiara.
43Tav. 39,14. Framm. di fondo concavo, con parte inferiore della parete a profilo sinuoso. Impasto grigiastro, grossolano con inclusi; superficie grigia chiara.
44Tav. 39,15. Framm. di parete con attacco inferiore d’ansa a largo nastro verticale. Impasto rosso scuro, superficie rossastra.
45I materiali rinvenuti a Timpa del Castello sembrano attestare un’occupazione del sito nell’età del bronzo. La ciotola carenata (tav. 39,16), sebbene così frammentaria e di difficile interpretazione, sembrerebbe trovare confronti in materiali del Bronzo sia medio che recente13. Neppure l’ansa a largo nastro verticale (tav. 39,15), presente sia a Broglio (cfr. Ricerche 1, p. 71, tav. 3,1, dal sett. B, str. 4W; p. 72, tav. 5,7, dal sett. B, str. 3W inferiore; p. 74, tav. 7, II, dal sett. B, str. 2bW), sia in altre località della Sibaritide (cfr. Tarianne: più sopra, p. 152, tav. 39,4; Casale Rizzo: più oltre, p. 164, tav. 40,14; Rosa Russa: più oltre, p. 170, 172, 174, tavv. 42,10,11; 43,1,2,6; 45,9; Valle Carlodraga: più sopra, p. 154, tav. 40,17), sempre in contesti del Bronzo medio e recente, permette di essere più precisi circa la durata e l’esatta collocazione cronologica all’interno dell’età del bronzo.
Monte Spirito Santo (Cassano Ionio)14
46IGM F. 221 II NO sez. A, quota 533 (fig. 14). Stretto pianoro di forma trilobata su tre creste che si dipartono dalla vetta del monte di questo nome, le due prime protese rispettivamente verso nord-ovest e sud-est (parallelamente alla Fiumara del Raganello che corre a nord-est di esso), la terza verso sud-ovest, in direzione della Fiumara Eiano. Dista circa 15 km. dall’attuale linea di costa. Isolato su tutti i lati da pendii ripidi. Posizione dominante, ma su raggio non molto ampio; controlla comunque la vicina gola del Raganello e il vallone della Fiumara Eiano, e verso sud il territorio fino a Cassano. Dista 4 km. da Timpone Motta di Francavilla, da cui lo separa il Raganello, 3 km. da Pietra Castello di Cassano Ionio e 9 km., da Castrovillari, da cui lo separa l’Eiano. La superficie naturalmente delimitata, teoricamente abitabile non è facile da determinare, data la conformazione frastagliata dei luoghi: si può valutare nell’ordine di una decina di ettari; va comunque considerato che l’unico reperto di superficie - un frammento di ceramica d’impasto non tornita, non classificabile per forma, attribuibile solo genericamente ad età protostorica - proviene dalla cresta sud-est, alla quale si potrebbe supporre fosse limitato l’insediamento, riducendo molto considerevolmente l’estensione dell’area abitabile.
Pietra Castello di Cassano Ionio
47IGM F. 221 II NO sez. C, quota 304. Sito già descritto in Ricerche 1, p. 155 ss. Si aggiunge ora l’unico nuovo reperto raccolto nell’aprile 1980.
48Tav. 39,13. Framm. di parete appartenente verosimilmente ad una scodella ο ad un’olla, recante un cordone orizzontale con impressioni digitali. Impasto rossastro con inclusi, superficie rossa chiara.
49Il frammento rinvenuto a Pietra Castello (tav. 39,13) non porta ulteriori elementi di datazione oltre quelli già noti (cfr. Ricerche 1, p. 157), che permettevano di collocare il sito nel periodo che va dal Bronzo finale alla prima età del ferro.
Madonna del Castello di Castrovillari15
50IGM F. 221 II NO sez. D, quota 345. Pianoro su altura a sperone, situato alla confluenza di due fiumi (Coscile e Fiumicello); collegato verso nord-ovest da una sella piuttosto stretta al terrazzo molto più vasto (quello sul quale sorge l’odierna città di Castrovillari) di cui costituisce una propaggine, si protende verso sud-est, nella vallata del Coscile. Dista circa 23 km. dall’attuale linea di costa. Isolato (a parte la sella a nord-ovest) da pendii molto scoscesi su tutti i lati. Posizione dominante su raggio piuttosto ampio nell’ambito del bacino del Coscile. Dista 13 km. da Timpone Motta di Francavilla e 9 da M. Spirito Santo, da cui lo separa la Fiumara Eiano; 10 km. da Pietra Castello di Cassano Ionio e 13 da Torre del Mordillo. La superficie naturalmente delimitata, teoricamente abitabile è dell’ordine di una mezza dozzina di ettari se ci si limita all’altura del santuario di S. Maria (in parte però demolita dall’erosione, come è testimoniato dalle frane che determinarono l’abbandono dell’abitato medievale, e quindi più ampia in età antica), di oltre il doppio se se ne pone il limite al Castello, dove esiste una seconda sella. Il sopraluogo effettuato non ha dato reperti, ma si ha notizia di rinvenimenti di età protostorica fatti a S. Maria e in altre località vicine (Bello Luco, qui anche sepolture con bronzi, S. Rocco)16. I materiali che qui si presentano, conservati nel Museo Civico di Castrovillari, vi sono esposti con la dicitura “Civita”.
51Τav. 39,18. Ciotola carenata con orlo svasato, parete rettilinea inclinata verso l’interno, diametro alla carena superiore a quello all’orlo; ansa verticale a nastro sopraelevata e leggermente insellata. Frammentata e ricomposta per due terzi. Impasto grigio scuro, superficie nerastra.
52Tav. 39,20. Framm. di orlo e parete pertinente ad un’olla tronco-ovoide con orlo obliquo svasato, labbro arrotondato. Orlo distinto dalla spalla mediante una risega. Impasto rosso-bruno, superficie bruna.
53Tav. 39,19. Framm. di orlo e parete appartenente ad un’olla tronco-ovoide ad orlo svasato, con labbro arrotondato; cordone liscio orizzontale a sezione triangolare. Impasto rosso scuro, superficie bruno-rossastra con tracce di lavorazione al tornio.
54Tav. 39,17. Framm. di fortissimo spessore forse pertinente al piede di un sostegno per vaso, con decorazione a linee incise formanti una fascia con zig-zag irregolare fra due linee orizzontali e, al di sopra di essa, presumibilmente un meandro campito con una sola fila di punti. Impasto nerastro, superficie nerastra con tracce di incrostazioni bianche nelle incisioni.
55I materiali di incerta provenienza presenti al Museo Civico di Castrovillari17 sono la testimonianza di presenze abitative, in uno ο più luoghi della zona, in vari momenti dell’età protostorica. Il frammento per cui si ipotizza l’appartenenza ad un piede di sostegno di vaso, di foggia peraltro non nota nella zona (tav. 39,17), è attribuibile alla media età del bronzo per la sua sintassi decorativa presente in contesti appenninici18. La ciotola carenata (tav. 39,18) è di una foggia presente in contesti riferibili alla facies appenninica19. L’olla tronco-ovoide con risega e orlo obliquo svasato (tav. 39,20) sembra invece essere testimonianza del perdurare di presenze abitative oltre la prima età del ferro; trova infatti un confronto a Francavilla Marittima tra materiali riferibili al 7°-6° secolo20.
Torre del Mordillo (Spezzano Albanese)21
56IGM F. 221 II SO sez. A, quota 102. Si aggiungono ora pochi reperti nuovi, raccolti nel luogo già descritto in Ricerche 1, p. 157.
57Tav. 40,1. Framm. di parete appartenente ad un vaso biconico con corpo arrotondato. Impasto grigiastro con inclusi, superficie bruna, lucidata.
58Tav. 40,2. Framm. di ansa a maniglia semicircolare. Impasto grigiastro con inclusi, superficie bruna lisciata.
59Tav. 40,3. Framm. di ansa verticale a bastoncello con costolature oblique. Impasto brunastro con inclusi, superficie nerastra, lucidata.
60Tav. 40,4. Framm. di parete decorato con banda a graticcio. Pasta camoscio chiaro, pittura rossa.
61I frammenti rinvenuti non portano elementi nuovi di datazione per un sito già ben noto come Torre del Mordillo. L’ansa verticale a bastoncello con costolature oblique (tav. 40,3) trova confronti a Broglio in materiali datati all’età del bronzo finale (cfr. più sopra, p. 124, tav. 30,2, dal sett. Β, trincea 79, buca M, e p. 132, 134, tav. 35,13,18, idem, str. S1; per la datazione di questi due ultimi esemplari cfr. più sopra, p. 122). L’ansa a maniglia semicircolare (tav. 40,2) è di una versione che compare a Broglio sia negli strati S1 e H, che nello strato 1W (cfr. più sopra, p. 134, tav. 35,14, dal sett. Β, ampl. ’80, str. S1; p. 126, tav. 31,10, idem, str. H. Ricerche 1, p. 133, tav. 27,11, dal sett. B, str. 1W;p. 135, tav. 28,3, idem, str. 1W, rettifica scarpata, taglio 3; p. 137, tav. 30,3, idem, str. H inferiore), presente quindi sia nel Bronzo finale che nella prima età del ferro. Il frammento di vaso biconico (tav. 40,1) è di una foggia già conosciuta nella parte meridionale della penisola e attribuibile al periodo che va dalla metà del 9° alla metà dell’8° secolo22. Il frammento di parete, appartenente ad un vaso di foggia imprecisata, con decorazione dipinta di banda a graticcio (tav. 40,4) potrebbe, per la sintassi decorativa, essere attribuito sia al Bronzo finale che alla prima età del ferro; il colore però della pasta e della pittura e un preciso confronto con un frammento dello strato H di Broglio, lo avvicina ad una categoria presente a Broglio, datata al Bronzo finale e inquadrata nell’ambito del protogeometrico enotrio (cfr. più sopra, p. 136, e tav. 36,11, dal sett. Β, ampl. ’80, str. H), anche se nel frammento di Torre del Mordillo manca la colorazione giallo-biancastra della superficie esterna, sempre presente nei reperti del Broglio e spesso anche nelle ceramiche a pittura rossa e pasta chiara del protogeometrico japigio23.
La Prunetta (Roggiano Gravina)24
62IGM F. 229 I NO sez. D, quota 186. Pianoro su altura a sperone, situato alla confluenza di due fiumi (Esaro e Follone); costituisce l’estrema propaggine, peraltro ben distinta, di un sistema collinare che scende dal crinale appenninico. Si protende verso nord-est, nella vallata dell’Esaro, in direzione della sua confluenza col Coscile; dista circa 25 km. dall’attuale linea di costa. Presenta tutt’intorno pendici praticabili e poco ripide. Posizione dominante su raggio non molto ampio nell’ambito del bacino dell’Esaro. Dista 9 km. da Torre del Mordillo; 10 km. da Serra Castello, da cui lo separa la valle del Crati. La superficie teoricamente abitabile non si può determinare con criteri univoci, data appunto la praticabilità dei pendii: l’area del solo pianoro si può valutare nell’ordine di una quindicina di ettari. Va tenuto comunque presente che la necropoli della prima età del ferro recentemente esplorata è ubicata sulle pendici nord-orientali dell’altura25. Concentrazione di materiali archeologici in superficie sul margine sud-orientale del pianoro.
63Tav. 40,7. Framm. di orlo e parete di scodella a corpo arrotondato; orlo appiattito con impressioni digitali. Impasto rossastro, con inclusi, superficie rosso-bruna.
64Tav. 40,6. Framm. di vaso con beccuccio. Impasto rossastro, superficie rossastra.
65Tav. 40,5. Framm. di orlo di ciotola od olla ad orlo svasato. Impasto bruno con inclusi, superficie bruna chiara.
66Sono stati inoltre rinvenuti due frammenti di parete con cordone orizzontale liscio di impasto rossastro e superficie rosso-bruna.
67Data l’esiguità della documentazione, ci si limita a segnalare l’affinità del frammento di vaso con beccuccio (tav. 40,6) con materiali, peraltro provenienti da contesti geograficamente lontani, datati al Bronzo medio avanzato ο al Bronzo recente26. Il frammento di scodella a corpo arrotondato, con orlo appiattito (tav. 40,7) ricorda anch’esso materiali dell’Italia centrale, attribuibili all’età del bronzo finale e della prima età del ferro27, elemento che si accorderebbe con la presenza nel sito di una necropoli della prima età del ferro.
Casale Rizzo (Corigliano Calabro)28
68IGM F. 229 I NE sez. D, quota 160 (fig. 15, 1). Pianoro su altura a sperone, situata alla confluenza del fiume Crati e del torrente Galatrella; collegata verso sud da una sella abbastanza ampia alla cresta della Serra Castello, e attraverso di essa al sistema collinare che scende dalla Sila. Accessibile da quella parte, si protende verso nord, in direzione della bassa valle del Crati e della pianura: l’attuale linea di costa, che è visibile, dista circa 16 km. in linea d’aria. È compreso tra due fossi piuttosto profondi, che corrono paralleli al torrente Galatrella e tra loro: pareti a picco sul lato ovest, pendii molto scoscesi verso nord ed est. È distinto in due ripiani, il più alto (quota 160) a sud, e il più basso (quota 145) a nord. Posizione dominante su parte del corso superiore e inferiore del Crati e su di un settore limitato della pianura. Dista 9 km. da Torre del Mordillo, da cui lo separa il Crati; meno di 2 km. da Serra Castello; 12 km. da Rosa Russa, da cui lo separa il corso di vari torrenti. Superficie naturalmente delimitata, teoricamente abitabile meno di tre ettari. Concentrazioni di materiale archeologico in superficie: A) sulla sella a sud (1 framm.); B) sulla sommità del ripiano superiore e sulle sue pendici orientali (parecchi framm., tra cui quelli a tav. 40,10,14,16); C) sulle pendici orientali (pochi framm.), e D) su quelle occidentali (moltissimi framm.) del ripiano inferiore.
69Tav. 40,16. Framm. di ciotola carenata, carena molto pronunciata; coppia di incisioni orizzontali parallele immediatamente sopra e sotto la carena. Impasto bruno con inclusi, superficie bruna, abrasa.
70Tav. 40,9. Framm. di orlo e parete di ciotola od olla con orlo fortemente svasato, quasi a tesa, con spigolo interno. Impasto rossastro con inclusi, superficie rossa, molto dilavata.
71Tav. 40,8. Framm. di orlo e parete appartenente ad un’olla globosa ad orlo rientrante. Labbro squadrato con piano superiore obliquo, cordone orizzontale liscio. Impasto nerastro con numerosi inclusi, superficie bruno-rossastra.
72Tav. 40,10. Framm. di orlo e parete di olla con corpo a botte; labbro arrotondato. Impasto bruno con inclusi, superficie bruno-rossastra, abrasa.
73Tav. 40,15. Framm. di orlo e parete di vaso a collo distinto, tronco-conico, orlo svasato, labbro arrotondato. Impasto bruno con inclusi, superficie bruna, lisciata.
74Tav. 40,14. Framm. di parete con ansa a largo nastro verticale. Impasto rossastro, ricco di inclusi, superficie rosso-scura, molto dilavata.
75Tav. 40, 11. Framm. di ansa a maniglia semicircolare, superficie appiattita nella parte esterna. Impasto bruno con inclusi, superficie bruna, abrasa.
76Tav. 40,12. Framm. di parete con attacco di ansa a maniglia semicircolare a sezione circolare. Impasto bruno con inclusi, superficie bruno-rossastra.
77Tav. 40,13. Framm. di ansa a maniglia semicircolare con costolature oblique. Impasto bruno con inclusi, superficie bruna, abrasa.
78Sono inoltre stati rinvenuti: un frammento di parete con cordone orizzontale digitato, un frammento di scodella con orlo fortemente svasato e pareti rettilinee, un frammento di ansa a maniglia semicircolare; questi tre reperti hanno in comune l’impasto bruno con inclusi e la superficie bruna dilavata.
79Alcuni materiali rinvenuti attestano la frequentazione del sito nell’età del bronzo medio e recente. L’ansa a largo nastro verticale (tav. 40,14), infatti, trova confronti a Broglio in strati riferibili al Bronzo sia medio che recente (cfr. più sopra, p. 157, tav. 39,15); la troviamo inoltre a Rosa Russa, in un contesto cioè del Bronzo medio, e in altri insediamenti della Sibaritide, riferibili allo stesso periodo (cfr. Rosa Russa: più oltre, tavv. 42,10,11; 43,1,2,6; 45,9. Tarianne: più sopra, tav. 39,4. Valle Carlodraga: più sopra, tav. 40,17. Timpa del Castello più sopra, tav. 39, 15). Il frammento di vaso a collo distinto tronco-conico (tav. 40,15) è di una foggia ampiamente attestata nell’Italia meridionale nella facies appenninica (cfr. più avanti, tavv. 44,7,9; 45,1,2,4 da Rosa Russa, p. 176, nota 48). Il frammento di orlo (tav. 40,9) di dubbia attribuzione, data la sua incompletezza, non dovrebbe uscire dall’orizzonte cronologico attestato, sia che esso si attribuisca ad una ciotola di una foggia presente a Broglio nel Bronzo recente (cfr. foggia Β 14: Ricerche 1, p. 52, tavv. 10,2 e 11,1, dal sett. Β, str. 2E), sia che esso appartenga ad un’olla di una foggia attestata nel Bronzo medio (cfr. Ricerche 1, p. 72, tav. 4,3,4, dal sett. Β, str. 3W inferiore). Infine il frammento di olla (tav. 40,8) sembra avvicinabile alla grande categoria di “olle globose ad orlo rientrante” presenti a Broglio nel Bronzo sia medio che recente (cfr. più sopra, p. 33; tav. 2,1,2, dal sett. Β, ampl. ’80, str. 4, rettifica scarpata; p. 54, tav. 9,3, dal sett. D, livello di contatto S/l); foggia del resto già nota nell’Italia meridionale in questo periodo29. Le due anse a maniglia semicircolare (tav. 40,11,12) e l’ansa a maniglia semicircolare con costolature oblique (tav. 40,13) appartengono a fogge presenti a Broglio, le une negli strati S1, H, 1W (cfr. più sopra, p. 122, “anse a maniglia semicircolare”, versione A), l’altra negli strati S1, S2 e H inferiore (cfr. più sopra, p. 122, “anse a maniglia semicircolare con costolature oblique”) e attestano quindi la continuazione della frequentazione del sito nel Bronzo finale ed eventualmente nella prima età del ferro (cfr. R. Peroni, più sopra, p. 182). La foggia a maniglia semicircolare è inoltre presente a Torre del Mordillo (cfr. più sopra, tav. 40,2).
Serra Castello (Corigliano Calabro)30
80IGM F. 229 I NE sez. C, quota 309. Pianoro su altura a sperone, situato a monte della confluenza del fiume Crati e del torrente Galatrella; collegato verso sud al sistema collinare che scende dalla Sila, dal quale è peraltro ben distinto, verso nord, attraverso la cresta della Serra Castello, al pianoro di Casale Rizzo (cfr. più sopra). Si protende verso nord, in direzione della bassa valle del Crati e della pianura: l’attuale linea di costa, ben visibile, dista circa 17 km. in linea d’aria. È compreso tra il corso del Crati ad ovest e quello del Galatrella ad est, in parte con pareti a picco, in parte con pendii alquanto ripidi; meno scoscese le pendici verso nord e sud. Posizione molto dominante sul corso del Crati a monte e a valle, e su di un settore limitato della pianura. Dista circa 10 km. da Torre del Mordillo e La Prunetta, da cui lo separa il Crati; meno di 2 km. da Casale Rizzo; 14 km. da S. Croce di Corigliano31, da cui lo separa il corso di vari torrenti. Superficie naturalmente delimitata, teoricamente abitabile dell’ordine di una decina di ettari. Concentrazione di materiale archeologico in un taglio artificiale sul margine orientale del pianoro.
81Tav. 41,6. Framm. di orlo e parete appartenente ad una scodella ad orlo rientrante, distinto dalla vasca mediante uno spigolo molto vivo. Coppia di solcature orizzontali sotto l’orlo. Impasto bruno con inclusi, superficie brunastra.
82Tav. 41,4. Framm. di orlo e parete appartenente ad una scodella tronco-conica, orlo arrotondato, cordone orizzontale liscio. Impasto brunastro con inclusi, superficie interna bruno-nerastra, esterna bruna.
83Tav. 41, 2. Framm. di orlo e parete di olla a corpo cilindrico, orlo svasato, labbro arrotondato. Impasto bruno con inclusi, superficie interna bruna, esterna bruno-rossiccia.
84Tav. 41,3. Framm. di orlo e parete di olla ovoide, orlo svasato, appiattito, spigolo intemo. Impasto bruno-rossiccio con chiazze nere, con inclusi, superficie bruna chiara.
85Tav. 41,5. Framm. di orlo e parete appartenente ad un’olla ο un dolio a botte con labbro arrotondato lievissimamente prominente. Cordone liscio orizzontale. Impasto bruno con inclusi, superficie rosso-bruna.
86Tav. 41,7. Framm. di orlo e parete di olla a botte ad orlo leggermente rientrante, con labbro tagliato obliquamente e a spigolo interno. Cordone liscio orizzontale. Impasto bruno con numerosi inclusi; superficie rosso-brunastra.
87Tav. 41,1. Framm. di orlo appartenente verosimilmente ad un olla; orlo leggermente svasato, labbro arrotondato. Impasto grigiastro con inclusi, superficie rosso-scura.
88Tav. 41,8. Framm. di parete in ceramica figulina chiara, appartenente ad un vaso di forma chiusa con spalla pressoché orizzontale e imboccatura molto stretta. Decorazione dipinta bruna a fasce orizzontali parallele, due delle quali sono raccordate da una serie continua di brevi tratti obliqui. Interno mal cotto.
89Sono inoltre presenti: un frammento di parete con cordone orizzontale liscio, di impasto bruno-grigiastro con numerosi inclusi anche grossi, superficie brunastra; un frammento di scodella con corpo arrotondato, orlo a tesa e spigolo interno con le stesse caratteristiche di impasto e superficie.
90I materiali rinvenuti a Serra Castello inquadrano l’insediamento nell’età del ferro. La scodella ad orlo rientrante, distinto dalla vasca mediante uno spigolo molto vivo (tav. 41,6) è infatti di una foggia ben nota nell’Italia meridionale32 e databile fra la fine del 9° e l’inizio dell’8° secolo. L’olla a botte ad orlo leggermente rientrante con cordone orizzontale liscio (tav. 41,7) ha confronti a Broglio con materiali provenienti dagli strati H e S2 (cfr. più sopra, p. 126, tav. 31,9, dal sett. Β, ampl. ’80, str. H; p. 130, tav. 33,12, idem, str. S2). Il frammento di scodella tronco-conica con cordone orizzontale liscio (tav. 41,4) e i due frammenti di olle a orlo svasato e labbro arrotondato (tav. 41,1,2) sono la testimonianza della durata dell’insediamento almeno fino ad una fase avanzata della prima età del ferro. L’una infatti si avvicina ad un tipo presente a Broglio in numerosi esemplari e considerato di lunga durata (cfr. più sopra, p. 117, tipo “vasi troncoconici con cordone ed orlo diritto”, varietà c: tav. 30,7, dal sett. Β, ampl. ’80, str. H-3, rettifica scarpata; tav. 32,7,8, idem, str. S2; tav. 34,15,16, idem, str. S1; cfr. inoltre Ricerche 1, p. 139, tav. 31,4 dal livello H inferiore), le altre hanno paralleli nei materiali dello strato S1 di Broglio (cfr. più sopra, p. 119: “olle ad orlo lievemente svasato, ricurvo”, e in particolare p. 132, 142, tavv. 35,4 e 37,4 dal sett. Β, ampl. ’80, str. S1). Il frammento di ceramica figulina con decorazione dipinta (tav. 41,8)33, pur non trovando un parallelo puntuale per la sua foggia34, ha, per la sua decorazione a fasce orizzontali parallele, due delle quali sono raccordate da una serie di tratti, confronti in Daunia nell’ambito della ceramica protodaunia datata dal De Juliis al 9°-8° secolo35.
Rosa Russa (Corigliano Calabro)36
91IGM F. 230 IV NO sez. C, quota 150 (fig. 15,2). Piccolo pianoro posto su di una cresta del sistema collinare digradante dalla Sila, nella prima fascia di rilievi al di sopra della piana; collegato da una stretta sella di facile accesso ai rilievi retrostanti, si protende verso nord, in direzione della pianura e del mare: l’attuale linea di costa, visibile per un buon tratto, dista circa 6 km. È compreso tra il Vallone Visceglieto ad ovest e il Vallone Rosa Russa ad est, con pareti a picco su entrambi i lati, e un pendio scosceso verso nord. Posizione non dominante, tranne che verso la pianura: nelle altre direzioni i rilievi circostanti raggiungono spesso quote non inferiori. Dista 12 km. da Casale Rizzo, e 17 da Praticello di Rossano: da entrambe le località lo separa il corso di vari torrenti. Superficie naturalmente delimitata, teoricamente abitabile circa mezzo ettaro. Concentrazioni di materiale archeologico in superficie sui margini del pianoro e lungo tutte le pendici; fortissima concentrazione in un lungo taglio naturale sul declivo orientale.
92Tav. 41,9. Framm. di fondo e parete appartenente verosimilmente ad una ciotola ο scodella; fondo concavo, parete rettilinea fortemente inclinata. Impasto bruno con inclusi, superficie bruna.
93Tav. 42,1. Framm. di orlo e parete appartenente ad una ciotola carenata con orlo svasato e spigolo interno; parete rettilinea, vasca poco profonda. Diametro all’orlo superiore a quello alla carena. Impasto grigio con inclusi, superficie bruno-nerastra.
94Tav. 42,2. Framm. di parete attribuibile verosimilmente ad una ciotola con carena appena accennata a parete convessa; presso la frattura traccia di attacco di ansa. Impasto bruno con inclusi, superficie bruna.
95Tav. 42,5. Due frammenti ricongiungibili appartenenti ad una ciotola carenata con brevissimo orlo svasato e parete rettilinea: diametro dell’orlo e della carena pressocché uguali, vasca a calotta. Parte di manico a nastro sopraelevato con foro triangolare ed apici revoluti, impostato sull’orlo. Impasto grigio chiaro, superficie nerastra.
96Tav. 42,3. Framm. di ciotola carenata a parete diritta inclinata verso l’interno; parte di manico a nastro sopraelevato con foro triangolare. Impasto bruno con inclusi, superficie bruna.
97Tav. 42,4. Framm. di orlo e parete appartenente verosimilmente ad una ciotola con parete marcatamente concava e orlo a colletto. Impasto grigio scuro con inclusi, superficie rosso chiara.
98Tav. 41,11. Framm. di orlo e parete di ciotola con orlo a tesa, spigolo interno e vasca a calotta. Ansa a nastro verticale leggermente sopraelevata ed insellata, impostata dall’orlo al corpo. Impasto bruno con inclusi, superficie rossa chiara.
99Tav. 42,8. Framm. di ciotola con grande orlo a tesa, corpo troncoconico. Impasto grigiastro, superficie interna nerastra, esterna bruno-nerastra.
100Tav. 42,7. Framm. di ciotola con breve orlo a tesa, spigolo interno, corpo arrotondato, vasca profonda. Impasto grigiastro, superficie bruno-nerastra.
101Tav. 41,10. Framm. di ciotola con vasca tronco-conica, breve orlo a tesa e fondo piatto. Impasto grigio chiaro, superficie nerastra.
102Tav. 42,6. Framm. appartenente ad una ciotola con orlo a tesa, spigolo interno, vasca a calotta. Impasto grigiastro, superficie nerastra, lisciata.
103Tav. 42,9. Framm. di ciotola con orlo a tesa, spigolo interno, vasca arrotondata. Impasto grigio, superficie nerastra.
104Tav. 42,11. Framm. di tazza a profilo leggermente sinuoso; ansa a largo nastro verticale, impostata sull’orlo. Impasto bruno con inclusi, superficie interna brunastra, esterna bruno-nerastra.
105Tav. 42,10. Framm. di tazza a profilo lievemente sinuoso, ansa a largo nastro verticale, impostata sull’orlo. Impasto bruno-rossiccio con inclusi, superficie bruno-rossiccia con chiazze nere.
106Tav. 43,1. Framm. di orlo e parete di scodella tronco-conica, orlo arrotondato; ansa verticale a nastro impostata sull’orlo. Impasto nerastro con inclusi, superficie brunastra.
107Tav. 43,2. Framm. di scodella tronco-conica con orlo arrotondato; ansa a nastro verticale impostata sull’orlo. Impasto bruno con inclusi, superficie interna bruna con chiazze nere, esterna nerastra.
108Tav. 43,3. Framm. appartenente ad una scodella tronco-conica con orlo arrotondato: cordone orizzontale digitato. Impasto bruno-grigio con inclusi, superficie interna nerastra, esterna bruna.
109Tav. 43,4. Framm. di orlo e parete appartenente ad una scodella tronco-conica a pareti convesse. Impasto brunastro, superficie bruno-nerastra.
110Tav. 43,5. Framm. appartenente ad una scodella tronco-conica con labbro arrotondato; decorazione a tacche impresse sull’orlo. Impasto bruno-rossastro, superficie bruna.
111Tav. 43,6. Framm. di olla con corpo a botte, orlo obliquo con spigolo interno, ansa a nastro verticale impostata sull’orlo. Impasto bruno con inclusi, superficie brunastra.
112Tav. 43,7. Framm. di orlo e parete appartenente ad un’olla con orlo svasato, arrotondato. Impasto bruno con inclusi, superficie bruna.
113Tav. 43,8. Framm. appartenente ad un’olla con collo cilindrico non distinto, orlo arrotondato. Impasto bruno, superficie bruno-rossiccia.
114Tav. 44,2. Framm. appartenente ad un’olla con collo cilindrico non distinto, orlo lievemente arrotondato. Impasto bruno-rossiccio, superficie bruno-rossiccia, lisciata.
115Tav. 44,1. Framm. appartenente ad un’olla a colletto, corpo arrotondato, labbro appiatito, inclinato verso l’interno. Impasto bruno, superficie bruno-nerastra.
116Tav. 44,3. Framm. appartenente ad un’olla con corpo ovoide, breve orlo leggermente svasato, labbro arrotondato. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie bruna.
117Tav. 44,4. Framm. appartenente ad un’olla a corpo ovoide con breve orlo leggermente svasato; labbro arrotondato. Impasto bruno nerastro, superficie nerastra, lisciata.
118Tav. 44,5. Framm. di orlo e parete appartenente verosimilmente ad un’olla con orlo svasato. Impasto bruno con inclusi, superficie bruna.
119Tav. 44,6. Framm. di orlo e parete forse attribuibile ad un’olla ad orlo svasato. Impasto bruno con inclusi, superficie bruna.
120Tav. 44,7. Framm. di parete attribuibile ad un vaso a collo distinto tronco-conico; orlo svasato. Impasto bruno con inclusi, superficie brunastra.
121Tav. 44,8. Framm. di orlo e parete appartenente ad un vaso a collo distinto cilindrico, con labbro lievemente prominente; decorazione a tacche sull’orlo. Impasto bruno con inclusi anche grossi, superficie interna nerastra, esterna bruna con chiazze nerastre.
122Tav. 45,1. Framm. appartenente ad un vaso a collo distinto, tronco-conico, orlo espanso, labbro arrotondato. Impasto bruno chiaro con inclusi, superficie bruna chiara.
123Tav. 45,2. Framm. appartenente ad un vaso a collo distinto, tronco-conico, con orlo espanso, labbro arrotondato. Impasto bruno con inclusi, superficie brunastra lisciata.
124Tav. 45,4. Framm. appartenente ad un vaso a collo distinto, tronco-conico, orlo espanso, labbro arrotondato. Impasto bruno con inclusi, superficie bruno-rossastra, lisciata.
125Tav. 44,9. Framm. appartenente ad un vaso a collo distinto, tronco-conico, orlo molto espanso, quasi a tesa, labbro arrotondato. Impasto bruno, superficie interna bruna, esterna bruna con chiazze rossastre.
126Tav. 45,3. Framm. di fondo e parete di piccolo vaso; fondo concavo. Impasto rossastro con inclusi, superficie rossastra.
127Tav. 45,5. Framm. di orlo e parete appartenente ad un dolio a parete rettilinea; ingrossamento della parete in corrispondenza di un cordone orizzontale digitato; labbro appiattito. Impasto rossastro con inclusi, superficie interna nerastra, esterna rosso scuro.
128Tav. 45,6. Framm. di orlo e parete attribuibile forse ad un attingitoio con corpo arrotondato. Manico a nastro trapezoidale con foro subtriangolare. Impasto rossastro, con inclusi, superficie rossastra.
129Tav. 45,7. Framm. di ansa a nastro verticale, a margini rilevati, con foro triangolare. Impasto nerastro con inclusi, superficie nerastra.
130Tav. 45,10. Framm. di apice “ad orecchiette” appartenente verosimilmente ad un manico a nastro forato. Impasto bruno con inclusi, superficie nerastra.
131Tav. 45,9. Framm. di parete con attacco superiore di ansa a nastro verticale. Impasto bruno con inclusi, superficie bruna.
132Tav. 45,8. Framm. di parete rettilinea con linea incisa delimitante una zona a tacche impresse. Impasto rossastro con inclusi, superficie rosso bruciato.
133I numerosi materiali ceramici rinvenuti a Rosa Russa appartengono ad un vasto repertorio di forme che ben si inseriscono nel quadro dell’età del bronzo, così come ci è no to finora nell’Italia meridionale. La mancanza di dati stratigrafici impedisce naturalmente di stabilire una sequenza cronologica certa, ma, attraverso confronti con materiali provenienti soprattutto dall’Italia meridionale, è sembrato di poter individuare vari gruppi di reperti che non appaiono contemporanei.
134Un primo gruppo è costituito da frammenti che trovano paralleli in contesti che vengono fatti risalire a momenti che hanno preceduto la facies appenninica. Il frammento di parete recante una linea incisa delimitante un’area, forse triangolare, campita a tacche impresse (tav. 45,8) sembra trovare confronti nelle tombe 3 e 4 di Laterza37. La foggia di dolii ed olle con collo cilindrico ο quasi, non distinto, ampiamente rappresentata nell’Italia meridionale38, è presente a Rosa Russa (tav. 43,8; 44,2) in una versione che trova confronti in un esemplare da taglio 7 del Santuario di S. Maria di Leuca39, che sembra potersi assegnare anch’esso ad un momento che precede la facies appenninica classica. Due esemplari di olle ο dolii con breve orlo leggermente svasato e corpo ovoide (tav. 44,3,4) sono di una foggia presente nello strato k di Porto Perone40 e fra i materiali della capanna 1 di Cavallino41. L’ansa a nastro verticale a margini non rilevati, con foro triangolare (tav. 45,7) trova confronti sia alla Grotta della Pertosa42, sia nei reperti assegnati da Lo Porto agli strati inferiori di Porto Perone43. Per il frammento di vaso su piede in miniatura (tav. 45,3) non è possibile un’attribuzione cronologica così precisa, appartenendo ad una forma attestata sia a Cavallino44, sia a Porto Perone nello strato g e fra i materiali degli scavi Quagliati attribuiti da Lo Porto al “proto-appenninico evoluto”45, sia nel villaggio del Milazzese46. Il frammento di vaso a collo distinto, cilindrico, con labbro lievemente prominente (tav. 44,8) è di una foggia presente, oltre che a Broglio (cfr. Ricerche 1, tav. 2,2 dal sett. Β, str. 4W), anche in altri siti dell’Italia meridionale47. Altri cinque esemplari di vaso a collo distinto, ma in una versione diversa, sono presenti a Rosa Russa (tavv. 44,7,9; 45,1,2,4). Essi trovano confronti sia a Broglio (cfr. più sopra, p. 44, tav. 2,8, dal sett. Β, ampl. ’80, str. 2-3, rettifica scarpata e p. 58, tav. 10,11, dal sett. D, complesso a valle, livello R), sia in altri insediamenti dell’Italia meridionale48; le loro caratteristiche formali, collo tronco-conico ο cilindrico, orlo più ο meno espanso, si trovano variamente combinate, senza però che vi sia una combinazione caratteristica di un solo sito. In particolare a Rosa Russa sono presenti esemplari con collo tronco-conico e orlo più ο meno espanso.
135Come si è visto i cinque esemplari di questa foggia trovano confronti in contesti ormai pienamente appenninici, anche se ancora arcaici nell’ambito di tale facies.
136A questo secondo gruppo appartengono anche altre due fogge ben rappresentate a Rosa Russa. La forma di ciotola probabilmente monoansata, con orlo svasato, obliquo, a spigolo interno, con corpo sia tronco-conico (tavv. 41,10; 42,8) che arrotondato (tav. 42,9) ha puntuali confronti a Broglio49, in generale nell’Italia meridionale e nelle Isole Eolie negli strati superiori appartenenti alle fasi finali della cultura di Capo Graziano50. Tre frammenti appartengono a ciotole a calotta con orlo quasi a tesa (tavv. 41,11; 42,6,7) presenti anche a Broglio (cfr. Ricerche 1, p. 71, tav. 3,4, dal sett. Β, str. 3E; più sopra p. 42, tav. 2,3, dal sett. Β, ampl. ’80, str. 2-3, rettifica scarpata) e alla Grotta del Noglio51; potrebbe inoltre appartenere a questa foggia un esemplare da Contrada “Le Pazze”52, contesto che sembrerebbe attestare per lo meno una facies appenninica molto arcaica. Il frammento di olla a colletto a corpo arrotondato (tav. 44,1), pur non avendo un parallelo preciso in contesti meridionali, si può avvicinare ad un esemplare proveniente dallo strato 7 di Palidoro, datato dalla Fugazzola Delpino ad un primo momento della cultura appenninica53.
137Un terzo gruppo di materiali trova i paralleli stretti prevalentemente a Broglio, non però di preferenza in un determinato livello, ma un po’in tutti gli strati della media età del bronzo; va perciò per ora assegnato genericamente a tale fase. Si tratta delle due tazze a profilo lievemente sinuoso (tav. 42,10,11) (cfr. più sopra, p. 42, tav. 1,14,15, dal sett. Β, ampl. ’80, str. 4, rettifica scarpata); delle due ciotole carenate con manico a nastro con foro triangolare (tav. 42,3,5) e del frammento di apice “ad orecchiette” di manico analogo (tav. 45,10) (per le ciotole cfr. Ricerche 1, p. 72, tav. 5,1, dal sett. Β, str. 3W inferiore; idem, p. 77, tav. 12,6, sporadico, dal Castello; idem, p. 155, tav. 38,3,4, sporadici da Villapiana; più sopra, p. 48, tav. 4,14, dal sett. Β, ampl. ’80, str. S2’. Per l’apice “ad orecchiette” cfr. Ricerche 1, p. 71, tav. 2,4, dal sett. Β, str. 4W; idem, p. 72, tav. 5,4, dal sett. Β, str. 3W inferiore; idem, p. 74, tav. 7,9, dal sett. Β, str. 2bW; idem, p. 155, tav. 38,5, sporadico da Villapiana; più sopra, tav. 1,6,10, dal sett. Β, trincea ’79, str. 4 inferiore; idem, tav. 2,10-13, dal sett. Β, ampl. ’80, str. 2-3, rettifica scarpata); della scodella troncoconica a pareti convesse (tav. 43,4)54; dell’olla ad orlo svasato (tav. 43,7) (cfr. più sopra, p. 42, tav. 1,3, dal sett. Β, trincea’79, str. 4 inferiore; p. 46, tav. 3,11-13, dal sett. Β, ampl. ’80, str. H-3, rettifica scarpata; Ricerche 1, p. 73, tav. 6,8, dal sett. Β, str. 3 non distinto); e dei due frammenti di orli di olla (tav. 44,5,6) (cfr. Ricerche 1, p. 72, tav. 4,3,4, dal sett. Β, str. 3W inferiore; cfr. inoltre più sopra, p. 164, tav. 40,9 da Casale Rizzo).
138Un altro ristretto gruppo di frammenti potrebbe uscire dall’ambito cronologico finora attestato. Si tratta dell’ansa a largo nastro verticale (tav. 45,9) presente a Broglio in livelli del Bronzo sia medio che recente (cfr. Ricerche 1, p. 71, tav. 3,1, dal sett. Β, str. 4W; p. 72, tav. 5,7, dal sett. Β, str. 3W inferiore; p. 74, tav. 7,11, dal sett. Β, str. 2bW); della ciotola carenata (tav. 42,1) che, pur appartenendo all’ambito appenninico, trova confronti a Broglio in strati del Bronzo recente (cfr. Ricerche 1, p. 74, tav. 8,2, dal sett. Β, str. 2aW; più sopra, p. 54, tav. 9,1, dal sett. D, contatto fra livello S e str. 1) e dello scodellone con cordone orizzontale digitato (tav. 43,3) che ricorda un esemplare dal settore D, strato 1AI di Broglio (cfr. più sopra, p. 52, tav. 7,9). I dati relativi a questi ultimi tre frammenti potrebbero indicare un’eventuale continuazione dell’occupazione del sito oltre la media età del bronzo; la ridotta consistenza però di queste prove induce a ipotizzare l’abbandono dell’insediamento durante il Bronzo medio, forse in un momento avanzato in cui già si cominciano ad evidenziare nel repertorio vascolare caratteristiche che saranno presenti nella fase successiva.
139Ben più problematico e importante, per le sue implicazioni a livello più generale, appare il cercare di stabilire quando si possa porre il momento di inizio dell’insediamento di Rosa Russa, sopratutto in relazione agli altri siti già noti, questione questa resa ancora più problematica dall’assenza, fra i reperti, di ceramica micenea. Come si è già notato, oltre ai numerosi materiali che sembrano essere rappresentativi della media età del bronzo non meglio specificabile ed altri che si possono far risalire ad un momento arcaico nell’ambito della facies appenninica, alcuni suggeriscono la possibilità di un inizio dell’insediamento in un momento precedente. Tralasciando le grandi ciotole “tipo Capo Graziano” (tavv. 41,10 42,8,9), che potrebbero appartenere anch’esse ad un appenninico arcaico (cfr. G. Bergonzi, A. Cardarelli, Ricerche 1, p. 61 e sgg), e il frammento di vaso su piede in miniatura (tav. 45,3), che trova confronti sia in contesti protoappenninici più ο meno evoluti che al Milazzese, l’ansa a nastro verticale a margini non rilevati con foro triangolare (tav. 45,7), i due frammenti di olla con orlo leggermente svasato e corpo ovoide (tav. 44,3,4), i due frammenti di olla ο dolio con collo appena distinto (tavv. 43,8; 44,2), il frammento di vaso a collo distinto (tav. 44,8) e il frammento di parete con decorazione incisa (tav. 45,8) non sembrano al momento attuale potersi ascrivere alla facies appenninica propriamente detta. In particolare i primi sarebbero testimonianza di quella facies definita da Lo Porto “Protoappenninico B”, presente a Porto Perone, sito con il quale si sono stabiliti alcuni paralleli; il frammento con decorazione incisa di un momento ancora precedente, anche se non è da escludere un fenomeno di “conservatorismo”.
140Pur nella limitatezza degli elementi disponibili e nella mancanza di dati stratigrafici, sembra importante segnalare questa ipotesi che potrà trovare una conferma solamente in seguito a scavi sistematici.
Praticello di Rossano Calabro55
141IGM F. 230 IV SE sez. A, quota 218 (fig. 15, 3). Piccolo pianoro posto su di una cresta del sistema collinare digradante dalla Sila, nella prima fascia di rilievi al di sopra della piana; collegato da una stretta sella di non difficile accesso ai rilievi retrostanti, si protende verso nord, in direzione della pianura e del mare: l’attuale linea di costa, che è visibile, dista circa 5 km. Isolato (a parte la sella a nord) da pareti a picco e da pendii alquanto scoscesi su tutti i lati; peraltro con un dislivello di solo pochi metri rispetto agli ondulati declivi circostanti. Posizione non dominante, tranne che verso la pianura: nelle altre direzioni i rilievi circostanti raggiungono spesso quote non inferiori. Dista 17 km. da Rosa Russa, da cui lo separa il corso di vari torrenti. Superficie naturalmente delimitata, teoricamente abitabile circa un ettaro. L’unico reperto - un frammento di ceramica d’impasto non tornita, non classificabile per forma, attribuibile solo genericamente ad età protostorica - è stato raccolto sotto le pendici settentrionali.
142I nuovi dati raccolti sembrano sufficientemente abbondanti da consentire una discussione ed una verifica delle ipotesi di lavoro formulate nella relazione precedente (Ricerche 1, p. 160 ss.), e che si possono riassumere come segue:
1431. Distinzione degli insediamenti protostorici della Sibaritide in due gruppi: “stanziamenti impiantati su superfici dell’ordine di una decina di ettari, in situazione dominante, tale da consentire un controllo’strategico’del territorio, separati fra loro da distanze uniformi ed abbastanza ragguardevoli, e contraddistinti da una lunga durata dell’occupazione, ed abitati molto più piccoli e fitti, in posizione munita ma non dominante, la cui esistenza è stata molto più breve”.
1442. Individuazione, almeno per i siti “minori”, di comprensori “naturali” corrispondenti, per ciascun insediamento, ad un segmento, compreso tra due dei numerosi corsi d’acqua (le fiumare) che scendono dai monti, del territorio che abbraccia sia la pianura di Sibari e la fascia costiera che ne costituisce la prosecuzione a Nord e a Sud, sia la prima fascia di rilievi al di sopra di essa.
1453. Contrapposizione in senso diacronico tra i due gruppi, nel senso che “essenzialmente nel corso dell’età del bronzo recente i siti ‘maggiori’ emergenti” avrebbero “soppiantato quelli ‘minori’, inglobandone il territorio”.
146Prima di procedere ad un vaglio dettagliato di tali ipotesi, sembra opportuno prendere le mosse da una riconsiderazione globale delle informazioni disponibili, che almeno ad un primo livello del discorso prescinda da quelle, per privilegiare il quadro d’assieme.
Distribuzione geografica degli insediamenti (fig. 16)
147La serie degli stanziamenti finora individuati presenta, considerata nel suo complesso, una configurazione assai tipica: i siti, tranne due sole eccezioni, Castrovillari e La Prunetta, si collocano tutti lungo un’unica linea che dal Capo Spùlico, correndo dapprima parallela alla costa, poi girando tutt’attorno alla piana di Sibari, per tornare infine a mantenersi ad una distanza costante dal litorale, si snoda fino al Capo Trionto. Questa linea, ininterrotta nel suo primo tratto, da Amendolara fino a Cassano Ionio, presenta dapprima delle discontinuità, dovute forse almeno in parte ad un effettivo diradarsi dei siti in rapporto alla particolare conformazione dei luoghi - i varchi aperti tra i rilievi che fanno corona alla pianura dallo sbocco di alcune ampie vallate -, poi delle vere e proprie lacune, che sono probabilmente da imputare ad insufficienze delle ricerche da noi condotte; e tuttavia il suo andamento complessivo si coglie senza possibilità di incertezza.
148Ora, è chiaro che l’uniformità di questa configurazione è in gran parte spiegabile con l’adattamento all’ambiente geografico, adattamento che in realtà è piuttosto equilibrio ο meglio contemperamento tra due diverse, e in parte opposte, esigenze della comunità, per un verso quella della sicurezza, che spinge verso le alture, per l’altro quella dello sfruttamento delle risorse economiche, che fa gravitare l’insediamento verso il basso, e la cui risultante si manifesta nella scelta costante, come luogo degli stanziamenti, della prima fascia dei rilievi al di sopra della fascia costiera e della pianura; ma la regolarità che si puo osservare nell’allineamento dei siti va ben al di là di tutto questo. L’impressione della loro appartenenza ad un unico’sistema’territoriale che esso evoca non può, ovviamente, essere che illusoria; ma può forse rispondere ad una realtà in qualche modo affine: un palinsesto di ‘sistemi’ distinti, ma tra loro collegati da un continuum storico.
Tipologia dei siti
149Conviene forse che l’analisi prenda le mosse da un riesame preliminare delle caratteristiche dei siti individuate nella relazione precedente da una parte come sufficientemente generalizzate, dall’altra come abbastanza discriminanti da apparire funzionali per una classificazione. Una delle più significative in questo senso è l’area naturalmente delimitata dei siti: nella quasi totalità di questi essa ο non supera i 3 ettari (Timpone Golla, Timpone Lacco, Tarianne, Villapiana, Timpa del Castello, Cassano Ionio, Casale Rizzo, Rosa Russa, Praticello di Rossano), ο non è inferiore ai 6 (Amendolara, Broglio, Francavilla, Castrovillari, Torre del Mordillo, La Prunetta, Serra Castello), con l’eccezione di Timpone La Motta di Cerchiara (5 ettari circa) e forse di Monte Spirito Santo (estensione non precisabile, probabilmente molto inferiore ai 10 ettari). L’abitato di Valle Carlodraga, l’unico a non potersi definire come insediamento su altura, non essendo suscettibile di esame né in base a questo criterio, né in base agli altri che seguono, va considerato a parte. Una caratteristica non discriminante, perché comune alla quasi totalità dei siti, è la presenza attorno ad essi di pareti a picco ο di pendii scoscesi, di cui è priva solo La Prunetta (le cui pendici sono ben praticabili). Netta è viceversa la contrapposizione basata sul dislivello tra la sommità dell’altura e il terreno circostante (nel caso delle alture a sperone per evidenti ragioni non è stato preso in considerazione né il dislivello in corrispondenza della sella, né quello sul versante opposto, a valle, ma quello rilevabile sugli altri due lati): esso è costantemente ο non superiore ai 70 metri (Timpone Golla, Timpone Lacco, Tarianne, Villapiana, Timpone La Motta di Cerchiara, Timpa del Castello, Monte Spirito Santo, Rosa Russa, Praticello di Rossano), ο non inferiore ai 100 (Amendolara, Broglio, Francavilla, Cassano Ionio, Castrovillari, Torre del Mordillo, La Prunetta, Casale Rizzo, Serra Castello). Per quanto riguarda la posizione in rapporto al territorio circostante, il discorso si fa invece più sfumato: tra i siti la cui posizione può essere definita come dominante su di un raggio territoriale piuttosto ampio (Amendolara, Broglio, Francavilla, Castrovillari, Torre del Mordillo), ο comunque come molto dominante, grazie ad una posizione altimetrica assai elevata che consente di eliminare in parte le limitazioni poste dai rilievi circostanti alla possibilità di controllo del territorio (Serra Castello), da una parte, e quelli in posizione munita ma non dominante (Timpone Golla, Tarianne, Villapiana, Rosa Russa, Praticello di Rossano) dall’altra, si colloca una terza serie, rappresentata da insediamenti in posizione dominante su di un ambito territoriale meno ampio, ο limitato ad alcune direttrici, tale comunque da non consentire una piena autonomia strategica (Timpone Lacco, Timpone La Motta di Cerchiara, Timpa del Castello, Monte Spirito Santo, Cassano Ionio, La Prunetta, Casale Rizzo).
150L’esame del modo in cui le caratteristiche esaminate si combinano tra loro conferma, con qualche correttivo, la già intravista polarizzazione degli insediamenti protostorici su altura del Sibaritide in due gruppi, rispettivamente di siti ‘maggiori’ e ‘minori’. Al primo gruppo, contraddistinto da un’area naturalmente delimitata non inferiore ai 6 ettari, da un dislivello rispetto al terreno circostante non inferiore ai 100 metri, da una posizione dominante su raggio piuttosto ampio, ο comunque molto dominante, si possono attribuire Amendolara, Broglio, Francavilla, Castrovillari, Torre del Mordillo, Serra Castello; ad esso si può anche accostare La Prunetta, che però se ne distingue per le pendici non ripide, e per la posizione dominante su raggio limitato. Al secondo gruppo, caratterizzato da un’area non superiore ai 3 ettari, da un dislivello non superiore ai 70 metri, e da una posizione non dominante, vanno assegnati Timpone Golla, Tarianne, Villapiana, Rosa Russa e Praticello di Rossano; vi si possono inoltre avvicinare Timpone Lacco e Timpa del Castello, la cui posizione si può però già considerare dominante, anche se su raggio limitato, e, con la stessa riserva, forse anche Monte Spirito Santo (area incerta) e Timpone La Motta di Cerchiara (area naturalmente delimitata di circa 5 ettari, verosimilmente occupata solo in parte dall’insediamento). In una posizione intermedia tra i due gruppi, e non riconducibile né all’uno né all’altro per la peculiare combinazione di caratteristiche (area non superiore ai 3 ettari, ma dislivello non inferiore ai 100 metri; posizione dominante, ma su raggio limitato) si collocano Cassano Ionio e Casale Rizzo.
151Questa classificazione appare avvalorata dalle osservazioni concernenti gli intervalli tra i siti, che sembrano confermare quelle già esposte nella relazione precedente. Se prendiamo in considerazione le distanze tra ciascun sito e i più vicini tra quelli appartenenti allo stesso gruppo, notiamo che, mentre per gli insediamenti ‘maggiori’ gli intervalli appaiono relativamente costanti, da un minimo di 9 ad un massimo di 13 km. (Amendolara - Broglio 12, Broglio - Francavilla 12, Francavilla - Torre del Mordillo 10, Francavilla - Castrovillari 13, Castrovillari - Torre del Mordillo 13, Torre del Mordillo - Serra Castello 10, Torre del Mordillo - La Prunetta 9, La Prunetta - Serra Castello 10), per quelli ‘minori’ la gamma si presenta estremamente variabile, con netta prevalenza però delle distanze ravvicinate, dai 2 ai 6 km. (Timpone Golla - Tarianne 2, Tarianne - Timpone Lacco 4, Timpone Golla - Timpone Lacco 4, Timpone Lacco - Villapiana 10, Villapiana - Timpone La Motta 3, Timpone La Motta - Timpa del Castello 5, Timpa del Castello - Monte Spirito Santo 6, Monte Spirito Santo - Rosa Russa 26, Rosa Russa - Praticello di Rossano 17). Anch’essa ampia e con prevalenza di valori bassi è la scala degli intervalli tra i siti ‘maggiori’ e quelli ‘minori’ più vicini (Amendolara - Timpone Lacco 2, Amendolara - Tarianne 3, Timpone Lacco - Broglio 6, Broglio - Villapiana 4, Timpa del Castello - Francavilla 2, Francavilla - Monte Spirito Santo 4, Monte Spirito Santo - Castrovillari 9, Monte Spirito Santo - Torre del Mordillo 11, Serra Castello - Rosa Russa 13).
Cronologia
152Nella relazione precedente si era rilevato che nei siti ‘maggiori’ l’occupazione si prolunga dall’età del bronzo media (Broglio, Francavilla) ο recente (Amendolara, Torre del Mordillo) alla prima età del ferro. Degli insediamenti ora studiati, Castrovillari sembra adeguarsi a questo schema, sebbene esista una soluzione di continuità tra i reperti di superficie della media età del bronzo qui presentati ed i rinvenimenti dell’età del ferro di cui si ha notizia. Serra Castello ha invece restituito solo materiali della prima età del ferro; ma l’estrema vicinanza (meno di 2 km.) col sito, posto sulla stessa cresta collinare, di Casale Rizzo, che invece ha dato frammenti dal bronzo medio e/o recente al bronzo finale, suggerisce l’ipotesi di una continuità cronologica, con dislocamento dell’abitato in un luogo più ampio e in posizione più dominante. Si tratterebbe in sostanza del medesimo insediamento, spostatosi di alcune centinaia di metri per ragioni topografiche e strategiche. A La Prunetta, sito che, come abbiamo visto, si discosta dagli altri ‘maggiori’ per alcune particolarità, l’occupazione non dovrebbe essere più antica della prima età del ferro.
153Quelli tra i siti che si sono assegnati al gruppo dei ‘minori’ (Tarianne, Villapiana, Rosa Russa) ο ad esso accostati (Timpone Lacco, Timpa del Castello, Timpone La Motta), dai quali provengono reperti databili, cadono invece tutti nell’ambito dell’età del bronzo. Per quelli di cui si può determinare meglio la cronologia, è possibile anzi precisare che essi sono sorti nella media età del bronzo, e che, in due casi su tre (Tarianne, Rosa Russa), erano già abbandonati durante la fase successiva, oltre la quale neppure il terzo (Villapiana) sembra perdurare.
Evoluzione dell’assetto territoriale
154Con una prima approssimazione, possiamo dunque immaginare una situazione più antica, collocabile nell’età del bronzo media e recente, in cui coesistevano insediamenti dei due gruppi, ed una più recente, da inquadrare nell’età del bronzo finale e nella prima età del ferro, in cui erano ormai sopravvissuti solo gli insediamenti ‘maggiori’, mentre ne sorgevano pochissimi di nuovi, e per di più tipologicamente anomali (La Prunetta, Cassano Ionio).
155Se ora consideriamo nei dettagli la situazione più antica (fig. 17), alla quale sembra legittimo assegnare anche quei siti ‘minori’ per i quali non disponiamo di elementi di datazione (Timpone Golla, Praticello di Rossano, Monte Spirito Santo), ci accorgiamo che quasi tutti gli insediamenti si collocano chiaramente ciascuno nell’ambito di un comprensorio’naturale’nel senso indicato più sopra, cioè di un segmento, ben delimitato da due corsi d’acqua, del territorio compreso tra il litorale e i rilievi montuosi interni, spesso in posizione abbastanza centrale. L’ordine di grandezza di questi comprensori è generalmente piuttosto uniforme, di alcune decine di chilometri quadrati. Troviamo così, dal Nord al Sud, Amendolara nel territorio tra i torrenti Ferro e Straface, Timpone Golla e Tarianne tra Straface e Avena, Timpone Lacco tra Avena e Pagliara, Broglio (e Valle Carlodraga, che però non essendo un insediamento su altura, e data l’estrema vicinanza rispetto a Broglio, non può essere considerato come un centro a sé) tra il torrente Pagliara e la Fiumara del Saraceno, Villapiana tra questa e il torrente Satanasso, Timpone La Motta di Cerchiara tra Satanasso e Caldanelle, Timpa del Castello e Francavilla tra il torrente Caldanelle e la Fiumara del Raganello, Monte Spirito Santo tra Raganello ed Eiano, Torre del Mordillo tra Eiano e Crati a cavallo della valle del Coscile, Castrovillari in posizione analoga, ma molto spostata verso l’interno, Casale Rizzo a Sud del Crati. Tra Casale Rizzo e Rosa Russa la presenza di diversi torrenti (Muzzolito, Mesòfalo, Malfrancati) che scendono, paralleli tra loro, dalla Sila al mare, con un decorso assai simile a quello seguito a Nord della piana di Sibari dai corsi d’acqua provenienti dal Pollino, suggerisce l’esistenza di almeno un comprensorio intermedio, il cui centro ci è ancora ignoto. Lo stesso discorso vale per il territorio tra Rosa Russa e Praticello di Rossano, solcato anch’esso da vari torrenti (Coriglianeto, Cino, Colognati). In due soli dei comprensori che siamo andati enumerando si rileva l’esistenza di più di un insediamento su altura. Il primo, quello di Tarianne e Timpone Golla, non è però verosimilmente un caso di coesistenza di due centri abitati nella stessa area, ma piuttosto di spostamento dall’uno all’altro sito: Tarianne non perdura oltre la media età del bronzo, e Timpone Golla, posto dirimpetto ad Amendolara sul versante opposto del torrente Straface, sembra essere sorto in contrapposizione ad essa. Gli inizi di Amendolara cadono nell’età del bronzo recente; si può perciò supporre che proprio la nascita del nuovo centro abbia determinato un trasferimento di sede da Tarianne a Timpone Golla per esigenze strategiche. Nel secondo caso, invece, quello di Francavilla e di Timpa del Castello, non vi è motivo di dubitare della contemporaneità tra i due siti. È però interessante notare che questi presentano caratteristiche topografiche tra lore complementari: rispetto al territorio compreso tra Caldanelle e Raganello, Francavilla è situata in modo da controllare i versanti Sud e Sud-Est, ma non i versanti Est e Nord-Est, che invece si dominano dalla Timpa del Castello; la nascita di questo secondo insediamento si potrebbe dunque spiegare anche in questo caso con le accresciute esigenze strategiche. Un’altra anomalia è rappresentata da Torre del Mordillo, situata, anziché nell’ambito di una zona collinare delimitata da due torrenti (o nell’ambito di un bacino montano in qualche modo in sé conchiuso, come quello dell’alta valle del Coscile nel caso di Castrovillari), alla confluenza di una serie di corsi d’acqua (Garda, Coscile, Tiro, Esaro): una configurazione che in qualche modo fuoriesce dallo schema del tipo di assetto territoriale che siamo andati illustrando, e che in effetti, dovendosi collocare, in base ai reperti di superficie di Torre del Mordillo, nell’età del bronzo recente, sembra costituire un fatto innovativo.
156Esaminiamo adesso la situazione più recente (fig. 18), integrando con i dati desunti dalle notizie di rinvenimenti casuali da contesti funerari (Ricerche 1, p. 18 ss.) i risultati delle nostre ricognizioni sul terreno. Nel tratto a Nord della piana di Sibari il quadro sembrerebbe di lettura piuttosto facile. Sono sopravvissuti solo i siti ‘maggiori’, Amendolara, Broglio, Francavilla, Castrovillari, e la loro equidistanza suggerisce che il comprensorio di ciascuno di essi si sia ingrandito in modo analogo, assorbendo il territorio dei centri ‘minori’ più vicini, così da risultarne più ο meno triplicato (la distanza media tra un insediamento e l’altro passa da circa 4 a circa 12 km.). Di un ordine di grandezza appena superiore è l’aumento della superficie media (teoricamente) abitabile dei siti, che si potrebbe interpretare come indizio di un analogo incremento demografico, ove si ammetta che la popolazione dei comprensori inglobati si sia concentrata per la maggior parte nel centro egemone (ipotesi la quale postula per la fase più antica una approssimativa equivalenza demografica tra centri ‘minori’ e ‘maggiori’, il che naturalmente comporta per questi ultimi un’occupazione solo parziale dell’area abitabile). Più a Sud, tutt’attorno a Torre del Mordillo, constatiamo invece, al contrario, presenza prima non attestate: Cassano Ionio, insediamento ‘minore’ quanto all’area naturalmente delimitata, ma con caratteristiche ‘evolute’ nel dislivello altimetrico e nella posizione relativamente dominante; un probabile centro sull’altura di Cozzo Michelicchio, indiziato da reperti sporadici della prima età del ferro, certo provenienti da contesti funerari; un altro probabile centro di ignota localizzazione tra Spezzano Albanese e Terranova di Sibari, anch’esso indiziato da reperti sporadici di provenienza funeraria dell’età del bronzo finale e della prima età del ferro; infine La Prunetta, sito ‘maggiore’ con caratteristiche anomale. La particolare posizione di questa località, alla confluenza dell’ampio ventaglio di corsi d’acqua che costituisce il bacino dell’Esaro, analoga in un certo senso a quella di Castrovillari, suggerisce di supporre che ad essa facesse capo un comprensorio’naturale’in sé conchiuso, comprensorio, trascurato in gran parte dalle nostre ricognizioni, di cui non conosciamo l’assetto territoriale per le fasi precedenti. La localizzazione invece di Cassano Ionio e di Cozzo Michelicchio, immediatamente a ridosso dell’Eiano e del Crati, cioè dei corsi d’acqua che abbiamo supposto costituire rispettivamente i limiti settentrionale e meridionale del comprensorio facente capo a Torre del Mordillo, farebbe invece pensare a centri’satelliti’sorti nel corso dell’VIII secolo a controllo del territorio periferico; a qualcosa cioè di molto simile a quanto già indicato da P.G. Guzzo (Ricerche 1, p. 31): “I centri documentati alla fine della prima età del ferro aumentano di numero; quelli che non hanno restituito materiali più antichi sono tutti ‘piccoli’. I centri del periodo finale della prima età del ferro costituiscono un infittirsi della rete di collegamento tra i centri più antichi (e più ‘grandi’)”. Del tutto incerto resta invece il ruolo del possibile insediamento tra Spezzano e Terranova, di fronte all’impossibilità di individuarne, e quindi anche di inquadrarne tipologicamente, il sito. A Sud del Crati troviamo in un primo momento ancora l’abitato di Casale Rizzo, poi sostituito da quello di Serra Castello. Il caso di queste due località appare assai istruttivo, e sembra avvalorare l’ipotesi, formulata poco più sopra, di una originaria equivalenza demografica tra centri ‘minori’ e ‘maggiori’. Come abbiamo visto, Casale Rizzo si colloca in una posizione tipologicamente intermedia tra i due gruppi di siti che si sono definiti, per il coesistere di caratteri propri dell’uno e dell’altro: area abitabile limitata, ma forte dislivello altimetrico; posizione dominante, ma su raggio circoscritto. Il fatto che, unico tra gli insediamenti contraddistinti da un’area limitata, esso sia sopravvissuto all’età del bronzo recente, mentre ciò non è accaduto per nessuno degli abitati caratterizzati da scarso dislivello e da posizione non dominante, dimostra che l’esigenza primaria fu in un primo momento quella tattico-strategica, e che quella demografica si dovette fare strada solo in seguito, assieme a quella di un controllo più ampio del territorio: nel caso in esame nel momento in cui, con l’inizio dell’età del ferro, da Casale Rizzo l’insediamento si trasferì a Serra Castello. Più ad Est, a breve distanza dal sito di Rosa Russa, troviamo un altro possibile centro presso Corigliano, indiziato da un unico corredo tombale, per di più di datazione oscillante tra la seconda metà dell’VIII e la prima metà del VII secolo: dunque piuttosto un insediamento ‘satellite’ sorto nella prima età del ferro avanzata, se non addirittura una presenza di epoca coloniale, che un abitato sostituitosi a quello di Rosa Russa, abbandonata già nel corso della media età del bronzo: troppo ampio è il divario cronologico perché si possa pensare ad un caso di possibile continuità. Seguono ancora più ad Est la località di Rossano, Varia - S. Antonio, con reperti sporadici di provenienza funeraria del Bronzo finale e della prima età del ferro, di cui ancora una volta né siamo in grado di individuare con precisione il sito, e quindi neppure di inquadrarlo dal punto di vista tipologico, né di rintracciare eventuali precedenti nelle fasi anteriori dell’età del bronzo; e infine, al di là di Praticello di Rossano, il vastissimo pianoro in posizione molto dominante, e con pareti in parte a picco, in parte assai ripide, di Castiglione di Paludi (oltre 20 ettari di superficie e ben più di 100 metri di dislivello), indubbiamente un centro ‘maggiore’durante la prima età del ferro, ma del quale ignoriamo se risalga ad età più antica, e quindi anche se e quando abbia soppiantato il sito ‘minore’ di Praticello, d’altronde non inquadrabile cronologicamente se non in base alle sue caratteristiche tipologiche. In conclusione, i pochi e frammentari dati disponibili non consentono di affermare positivamente che il modello di sviluppo dell’assetto territoriale proposto per la parte settentrionale della Sibaritide possa essere esteso alla sua parte sud-orientale; ma neppure sono tali da contraddire tale estensione, ο comunque da rendere possibile la proposizione di un modello alternativo. In tali condizioni, una cauta generalizzazione sembra legittima.
157Nella precedente relazione (Ricerche 1, p. 16) si era proposta per i problemi in esame l’adozione di un criterio che guardasse “piuttosto allo sbocco, all’esito finale di certi processi”, in grado di “fornire una chiave di lettura, che procedendo a ritroso nel tempo” potesse “sciogliere l’ambiguità di certi dati archeologico-topografici in una prospettiva per così dire finalistica”. Ora ci sembra d’intravvedere nei dati stessi un fondamento oggettivo per una siffatta prospettiva. Ci sembra cioè che nei gruppi umani, e nell’ambito di essi nei gruppi sociali, che all’inizio della media età del bronzo scelsero siti come Broglio di Trebisacce e Timpone Motta di Francavilla per impiantarvi i loro insediamenti, e ancor più in quelli che all’inizio dell’età del bronzo recente, rompendo gli schemi che erano loro stati trasmessi, fondarono centri in anticipo sui tempi per potenzialità strategica e demografica come Amendolara e Torre del Mordillo, si debba scorgere una lungimiranza, una consapevole volontà di influire precorrendolo sullo sviluppo storico, che va ben al di là della capacità di adottare modelli esterni alla propria realtà. Certo, mentre tutto questo accadeva i contatti col mondo miceneo erano già in atto; ma non si può affermare che essi avessero già contribuito in modo determinante a modificare le strutture socio-economiche indigene: più semplicemente, alla stregua di tanti altri fenomeni, essi facevano parte delle condizioni materiali, oggettive e soggettive, allora esistenti nella Calabria ionica settentrionale. Fatti come l’introduzione dell’uso del tornio per la fabbricazione in serie di grandi contenitori per derrate, e le ben altre innovazioni nella tecnologia e nell’organizzazione della produzione agricola e nello stesso sviluppo delle forze produttive di cui essi sono sintomo, sono sopravvenuti al sorgere di Broglio, di Torre del Mordillo; ed è proprio questo sorgere che, creando nuove condizioni sociali, li ha resi possibili.
Notes de bas de page
1 Nelle pagine che seguono, le parti più propriamente topografiche sono dovute a Renato Peroni, quelle relative alla presentazione, classificazione ed interpretazione dei reperti a Vittoria Buffa.
2 Sopraluoghi e ricerche museografiche effettuate nell’aprile 1980 da C. Belardelli, B. Capoferri, C. Giardino.
3 Cfr. da ultimo Ricerche 1, p. 18, fig. 1, con bibl. preced.
4 Desidero ringraziare vivamente il Prof. Renato Peroni per i continui suggerimenti e consigli durante tutto il corso del lavoro.
5 Per il dolio ovoide cfr. Canale-Ianchina: MAL, XXXI, 1926, tav. X, 21; Gravina di Puglia: Papers Br. School Rome, 1976, p. 126, fig. 22,168. Per il frammento di collo fortemente concavo cfr. Canale-Ianchina: MAL, XXXI, 1926, tav. XII,20.
6 Sopraluogo effettuato nell’aprile 1980 da C. Belardelli, B. Capoferri, C. Giardino. Segnalazione degli stessi alla Sopraintendenza.
7 Palma Campania: Ν Sc, 34,1980, pp. 76,78, fig. 14, 687, 694. Belverde di Cetona, materiali inediti al Museo Archeologico di Perugia (segnalazione del dott. F. Di Gennaro). Sono grata alla Dott.ssa C. Arbore Livadie che mi ha permesso di citare le tavole del suo articolo su Palma Campania, ancora in bozze al momento del lavoro.
8 Sopraluogo effettuato nell’aprile 1980 da C. Belardelli, B. Capoferri, C. Giardino. Segnalazione degli stessi alla Sopraintendenza.
9 Sopraluogo effettuato nell’aprile 1980 da C. Belardelli, B. Capoferri, C. Giardino. Segnalazione degli stessi alla Sopraintendenza.
10 Sopraluogo effettuato nell’aprile 1980 da V. Buffa, G.F. La Torre, F. Trucco. Segnalazione degli stessi alla Sopraintendenza.
11 Sopraluogo effettuato nell’aprile 1980 da V. Buffa, G.F. LaTorre, F. Trucco. Segnalazione degli stessi alla Sopraintendenza.
12 Cfr. da ultimo Ricerche 1, p. 20, con bibl. preced.
13 Broglio: cfr. più sopra, tav. 3,8, dal sett. B, ampl. ’80, str. H-3, rettifica scarpata; Grotta a Male: BPI, 1969, p. 204, fig. 31,2, dallo str. 3, taglio I.
14 Sopraluogo effettuato nell’aprile 1980 da V. Buffa, G.F. La Torre, F. Trucco. Segnalazione degli stessi alla Sopraintendenza.
15 Sopraluoghi e ricerche museografiche effettuate nell’aprile 1980 da V. Buffa, G.F. La Torre, F. Trucco. Segnalazione degli stessi alla Sopraintendenza.
16 F. Di Vasto, Castrovillari antica, Castrovillari 1978, p. 11 s. Cfr. anche Ricerche 1, p. 22, fig. 3.
17 Si desidera ringraziare il direttore del Museo Civico, dott. A. Miglio, per la collaborazione offerta durante lo studio dei materiali.
18 Belverde di Cetona: U. Calzoni, Montagna di Cetona-Belverde 11, tav. XXIVb.
19 Satyrion, strato f: Ν Sc. 1964, p. 193, fig. 13,11; Palidoro, strato 6: M.A. Fugazzola Delpino, Testimonianze di cultura appenninica nel Lazio, Firenze, 1976, p. 166, fig. 72,3; cfr. inoltre la foggia B23 da Broglio: Ricerche 1, p. 53, e nota 20, p. 59.
20 Materiali inediti al Museo della Sibaritide, Sibari. Segnalazione del dott. P.G. Guzzo, che desidero ringraziare per i suggerimenti datimi, riguardanti questo ed altri materiali.
21 Sopraluogo effettuato da P. Guzzo e R. Peroni nel settembre 1980.
22 Sala Consilina: K. Kilian, Sala Consilina, tav. 104 II, 2; 115, 1; 65 I, 7.
23 Cfr. E.M. De Juliis, La ceramica geometrica della Daunia, p. 23.
24 Sopraluogo effettuato nell’aprile 1980 da A. Boiardi, M. Fossati, M.P. Moscetta, S. Panichelli, T. Renzi. Segnalazione degli stessi alla Sopraintendenza.
25 Cfr. Ricerche 1, p. 23, fig. 5.
26 Palidoro: M. A. Fugazzola Delpino, Testimonianze di cultura appenninica nel Lazio, Firenze 1976, p. 53, fig. 15,10, dallo str. 5. Luni: Östenberg, Luni, fig. 24,12, dalla trincea 13B, str. 3.
27 T.W. Potter, Narce, p. 250, fig. 86,519.
28 Sopraluogo effettuato nell’aprile 1980 da A. Boiardi, M. Fossati, M.P. Moscetta, S. Panichelli, T. Renzi. Segnalazione degli stessi alla Sopraintendenza.
29 Satyrion: NSc, 1964, p. 193, fig. 13,22.
30 Sopraluogo effettuato nell’aprile 1980 da A. Boiardi, M. Fossati, M.P. Moscetta, S. Panichelli, T. Renzi. Segnalazione degli stessi alla Sopraintendenza. Cfr. Ricerche 1, p. 23 ss., fig. 6.
31 Per la documentazione relativa a questo centro dell’età del ferro, cfr. Ricerche 1, p. 25 ss.
32 Sala Consilina: K. Kilian, Sala Consilina, tavv. 82 III, 5; 115, 1; 235 IV, 2.
33 Il disegno è stato eseguito dal dott. A. Cardarelli, che ringrazio.
34 Poco preciso è il riscontro con un frammento da Gravina di Puglia, databile alla metà dell’8° secolo: Papers Br. School Rome, 1976, p. 93, fig. 15,11.
35 E.M. De Juliis, La ceramica geometrica della Daunia, tav. CIII A, da S. Severo, t. 2.
36 Sopraluoghi effettuati nell’aprile 1980 da M. Angle, F. di Gennaro, A. Gianni, R.P. Guerzoni. Segnalazione degli stessi alla Sopraintendenza.
37 Origini, 1967, p. 275, fig. 43,8; p. 287, fig. 49,4.
38 Cfr. più sopra, p. 34: Olle e dolii a collo da conico a cilindrico, e note 32 e 33.
39 Leuca, Galatina 1978, tav. 13,12.
40 Ν Sc, 1963, p. 326, fig. 45,1.
41 Ο. Pancrazzi, Cavallino I, 1979, fig. 109,5.
42 MAL, IX 1899, p. 35 sgg, fig. 17.
43 Ν Sc, 1963, p. 348, fig. 57,4.
44 Ο. Pancrazzi, Cavallino I, fig. 115,4.
45 Ν Sc, 1963, p. 312, fig. 34,5; p. 350, fig. 60,3,4.
46 Meligunis Lipàra III, tav. LIX,4,5.
47 Tufariello: Journal of Field Archaeology, 2, 1975, p. 43, fig. 40,9; S. Maria di Leuca: Leuca, Galatina, 1978, tav. 13,11; S. Maria di Anglona: Papers Br. School Rome, X, 1969, p. 49, fig. 11,1.
48 S. Maria di Anglona: Papers Br. School Rome, Χ, 1969, p. 49, fig. 11, 1, 4, 5, 6, 7. Grotta del Noglio: RSP, 1975, p. 275, figg. 5, 3, 4; 7,1; 9,2. Grotta della Manca: RSP, 1965, p. 349, fig. 4, 6. Per una tipologia di queste forme cfr. più sopra p. 35.
49 Alla foggia a corpo troncoconico è forse pertinente il frammento sporadico: Ricerche 1, p. 76, tav. 13,2. Per la foggia a corpo arrotondato cfr. Ricerche 1, p. 76, tav. 13,3, sporadico, e i tre frammenti dal sett. B, ampl. ’80, str. H-3, rettifica scarpata: cfr. più sopra, tav. 3,4,5,6.
50 Per la foggia a corpo troncoconico cfr. Grotta del Noglio: RSP, 1975, p. 290, fig. 6,1; S. Maria di Anglona: Papers Br. School Rome, X, 1969, p. 46, fig. 9,7; Capo Graziano, dalla capanna δ IV, tagli 3-4: Meligunis Lipàra IV, tav. CXXVI, 5 e dai livelli superiori della trincea Ν: ibidem, tav. CXXVI, 10. Per la foggia a corpo arrotondato cfr. S. M. di Anglona: Papers Br. School Rome, X, 1969, p. 44, fig. 8,10,11; Capo Graziano, dagli strati superiori della trincea Ν: Meligunis Lipàra IV, tav. CXXVI, 1,2.
51 RSP, 1975, p. 286, fig. 4,5,7.
52 S. Bianco, Il villaggio dell’età del bronzo in Contrada “Le Pazze” presso Torre S. Giovanni di Ugento (Lecce), in Studi di Antichità, 2, Galatina, 1980, tav. 7,6.
53 M. A. Fugazzola-Delpino, Testimonianze di cultura appenninica nel Lazio, Firenze 1976, p. 65, fig. 22,3.
54 S. Maria di Anglona: Papers Br. School Rome, Χ, 1969, p. 44, fig. 8,3.
55 Sopraluogo effettuato nell’aprile 1980 da M. Angle, F. di Gennaro, A. Gianni, R.P. Guerzoni. Segnalazione degli stessi alla Sopraintendenza.
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