2. Broglio di Trebisacce
p. 5-146
Texte intégral
2.1. La campagna di scavo 1980
1I lavori effettuati nel settembre 19801 hanno interessato uno dei tre settori aperti nella campagna precedente, e precisamente il settore B; ed una nuova area di scavo, sempre situata sul ciglio Sud del pianoro, ad una cinquantina di metri a WSW del settore B, denominata settore D (fig. 1).
2Il settore B - Nell’area esplorata durante la campagna 1979 non era stata completata l’asportazione della serie stratigrafica: lo scavo si era arrestato nell’ambito dello strato 4W2, lasciandone in situ la parte inferiore, descritta come “una formazione più scura, giallo-bruna” affiorante “al di sotto di una formazione beige rosata” che dello strato 4W costituiva la parte superiore.
3Nella campagna 1980 si è dunque proceduto all’asportazione di questo livello, che è stato denominato 4 inferiore, e allo scoprimento del terreno vergine ad esso sottostante “bruno-rossiccio, estremamente compatto, con abbondante pietrisco”3. Raggiunta con lo scavo la linea ideale, corrispondente all’allineamento trasversale di pietre e al sottostante “muretto” messi in luce nel ’79 in corrispondenza degli strati 1-34, che separa i due segmenti “Ovest” ed “Est” in cui è stata distinta la trincea5, si è constatato che anche a monte di tale linea esistevano ancora in situ lembi di un deposito antropico, che, in coerenza con la nomenclatura a suo tempo adottata, è stato denominato 3 Est inferiore, sebbene il tipo di terreno non sembrasse presentare caratteri distinti da quelli dello strato 4 inferiore (fig. 2, 1). La questione è comunque di minima rilevanza, data l’estrema scarsità di reperti ivi raccolti (cfr. p. 42, tav. 1, 13). Ancora un lembo residuo di deposito antropico, di età peraltro assai più recente di quella degli strati 3E inf. e 4 inf. (per i reperti da questo livello, esclusivamente di ceramica d’impasto, cfr. p. 40 ss., tav. 1, 1-12), attribuibili alla media età del bronzo, è stato individuato, sempre a monte della predetta linea, a circa m. 1,50 sia da essa, sia dai due lati lunghi della trincea (fig. 2, 2, punto M): si tratta del riempimento di una cavità concoidale ad andamento molto aperto6, sul cui fondo poggiavano quasi in piano alcuni frammenti tipici dell’età del bronzo finale (cfr. p. 124, tav. 30, 1, 2); caratteristiche che sembrerebbero escludere l’interpretazione come buca di palo, lasciandone aperte altre (buca per derrate?).
4A parte questa, tutte le altre, numerose cavità venute in luce ripulendo la superficie del terreno vergine (fig. 3, 1) sembrano riferibili alla media età del bronzo (e anzi alle sue fasi stratigraficamente più antiche), e forse tra loro più ο meno contemporanee. Si tratta, procedendo da monte (NE) verso valle (SW) (figg. 2, 2; 3, 2):
5- Di una escavazione ad andamento assai frastagliato (fig. 4, 1, 4), consistente in un taglio a gradino, lungo poco più di m. 1 e profondo m. 0,50, praticato nel vergine (che qui include formazioni di pietrame quasi sciolto) trasversalmente al pendio in modo da ricavarne un piccolo ripiano di forma irregolare, la cui larghezza non raggiunge m. 1. Questo taglio si prolunga verso sinistra in una buca di palo (A) di forma del tutto anomala: essa è fortemente inclinata verso NW, aperta lateralmente verso SE, profonda m. 1, larga in alto m. 0,50 e m. 0,20 verso il fondo, dov’è chiaramente riconoscibile la impronta dell’estremità appuntita del palo. A1 centro del ripiano un’altra buca di palo (B), più piccola e di forma regolare (dm. cm. 0,30 circa, prof. m. 0,22). Il riempimento di tutto questo complesso era costituito da una formazione che nella parte alta presentava caratteristiche - a cominciare dalla compattezza - pressoché identiche al terreno vergine, sebbene contenesse cocci (purtroppo non classificabili) ed una grande quantità di frammenti informi di concotto; ma che più in profondità tendeva piuttosto al bruno ed assumeva una consistenza meno compatta, pressoché argillosa (fig. 4, 4).
6- Di una cavità concoidale (C), certamente non di palo (dm. cm. 0,50 circa, prof. cm. 0,30), con riempimento bruno chiaro, argillo-sabbioso (fig. 4, 2).
7- Di un gruppo di tre buche di palo, una (D) più ad Ovest (dm. cm. 27, prof. cm. 26, fondo a punta), due più ad Est, assai ravvicinate tra loro (distanza cm. 20): quella più a valle (F) con parziale riempimento di pietre “a zeppa” (dm. comprese le pietre cm. 27, dm. all’interno del giro di pietre, quindi probabile spessore del palo, cm. 16, prof. cm. 18), deformata come per una pressione esercitata dall’alto, nel senso del pendio; quella più a monte (E) dunque verosimilmente rifacimento dell’altra (dm. cm. 45 circa, prof. cm. 30) (fig. 4, 2, 5). Il riempimento di queste tre buche era analogo a quello della cavità C. È importante osservare che l’allineamento tra le buche D e F coincide praticamente - è solo appena spostato verso valle di una trentina di cm. - con quello della fila di pietre e del sottostante “muretto” messi in luce in corrispondenza degli strati 1-3.
8- Di una canaletta (G) a fondo piano (largh. cm. 60, prof. cm. 15), anch’essa con andamento trasversale al pendio e alla trincea, e dunque parallela all’allineamento delle buche D ed F, dal quale dista poco più di un metro (fig. 4, 3, 5).
9- Di una cunetta (H), parallela e vicinissima (distanza cm. 30) alla canaletta appena descritta (largh. cm. 30, prof. cm. 30), ma che, a differenza da quella, è limitata al lato sinistra della trincea, arrestandosi a metà circa di essa (fig. 4, 3, 6). Sul fondo di questa cunetta, lungo il suo margine a valle, sono riconoscibili gli alloggiamenti per 4 buchi di pali, che si affondano nel terreno per altri 7-8 cm. Sul suo prolungamento, a quasi 60 cm., vi è un’altra piccola buca di palo (I) a ridosso della canaletta (dm. cm. 20, prof. cm. 23); tra la cunetta H e la buca I poggia sul vergine un gruppo di grosse pietre, tra le quali una macina. Un’ultima buca di palo (L) si trova a quasi 90 cm. a valle della cunetta, presso l’angolo SW della trincea (dm. cm. 30, prof. cm. 34) (fig. 3, 2). Mentre questa buca conteneva un deposito dal caratteristico colore beige rosato proprio della parte alta dello strato 4, il riempimento delle altre cavità di questo gruppo, e anche della canaletta G, si presentava analogo al terreno del livello 4 inferiore. Ciò tuttavia non implica una differenziazione cronologica tra questi manufatti, giacché, come è stato a suo tempo osservato7, la formazione “più scura, giallo-bruna” dello strato 4 non era visibile sulla sezione a valle del settore B, ricavata rettificando la scarpata sul bordo del pianoro, e si deve dunque presumere che essa fosse assente in questa porzione della trincea.
10Si può forse formulare un primo tentativo di interpretazione complessiva dell’insieme degli elementi strutturali venuti in luce in questa trincea durante le campagne ’79 e ’80. Essi possono forse assegnarsi a due diverse strutture abitative, distinte e separate fra loro dalla canaletta G, la cui funzione doveva essere quella di far defluire le acque provenienti dall’alto del pendio, mantenendo all’asciutto la struttura abitativa a valle.
11Di questa ci è conservata solo una piccola porzione, essendo tutta la parte a valle stata asportata dall’erosione e dai lavori agricoli. Tale porzione sembrerebbe comprendere un tratto del perimetro, rappresentato dalla cunetta H - che doveva fungere da alloggiamento per una parete lignea, retta da una serie quasi continua di pali, ma la cui facciavista esterna, come indicano diversi elementi tra i quali la conformazione stessa della cunetta, doveva guardare verso monte - e dalla buca di palo I. Si può immaginare - ma nulla prova - che l’interrompersi della cunetta di fondazione della parete corrisponda ad un’apertura (porta?) nella parete stessa; in tal caso la buca di palo I si potrebbe mettere in rapporto con un cardine ο stipite, il gruppo di pietre eventualmente con una sorta di soglia. Di conseguenza la buca di palo L verrebbe a trovarsi all’interno della struttura abitativa, il che suggerirebbe di porla in relazione con uno dei montanti per il tetto. Va comunque rilevato che di un pavimento ο battuto riferibile a tale struttura abitativa non è stata osservata alcuna traccia. Essa è comunque da collocare nel tempo con certezza prima della formazione dello strato 4.
12Della struttura abitativa a monte ci sono conservati innanzitutti i due successivi “piani di occupazione” corrispondenti agli strati 2E e 3E8, dei quali possiamo qui prendere in considerazione solo il più antico, in quanto l’altro non è riferibile alla media età del bronzo, periodo al quale viceversa appartengono sicuramente tutti gli altri elementi che qui elencheremo; poi il già ricordato “muretto” a valle di tali “piani di occupazione”, poggiante sullo strato 4W e coperto dal livello 3W sup.9, dunque coevo dello strato 3W inf.; il complesso attorno alle buche di palo A e B; il gruppo di buche di palo D, E ed F.
13È difficile immaginare che il “muretto” costituisca il perimetro della struttura abitativa, in altre parole che esso rappresenti la parete della capanna che aveva in 3E il suo piano pavimentale, dato il notevole dislivello10; è più verosimile pensare che esso avesse una funzione di contenimento del terreno che doveva appunto tendere ad accumularsi sul pendio a valle della capanna. In tal caso il ruolo di fondazione della parete perimetrale andrebbe assegnato al singolare complesso formato dalle buche di palo A e Β e dall’irregolare e profonda escavazione in cui esse si inseriscono; la quale verrebbe così ad assumere una funzione analoga (non si saprebbe dire quanto valga l’osservazione che entrambi i manufatti si interrompono di colpo, come per dar luogo ad un’apertura) a quella assolta dalla cunetta H per la struttura abitativa a valle. Il fatto che tale complesso di cavità sia stato osservato dopo l’asportazione dello strato 3E (anzi addirittura nella campagna di scavo successiva) sembrerebbe contraddire l’ipotesi di una contemporaneità, e quindi di una reciproca pertinenza dei due manufatti; va però ricordata la scarsa differenziazione tra il terreno di 3E e quello che costituiva il riempimento della cavità. Per quanto riguarda, infine, il gruppo di buche D, E, F, si può supporre che i relativi pali servissero a sostenere una sorta di tettoia ο spiovente posto tra la parete della capanna e la canaletta G. Si è già rilevata la quasi coincidenza tra l’allineamento delle buche D ed F e quello del “muretto”, il che sembrerebbe suggerire una connessione strutturale; tuttavia non vi può essere alcun ragionevole dubbio circa la recenziorità del muretto: esso infatti è coevo del livello 3W inf., mentre le caratteristiche del terreno che costituiva il riempimento delle buche sono talmente diverse da quelle di tale livello, come pure del livello superiore, “beige-rosato”, dello strato 4, da escludere la possibilità di una mancata individuazione in corrispondenza di questa formazione, sebbene tale possibilità non possa essere negata per il livello 4 inf. Si dovranno perciò ammettere, almeno per questa parte della struttura abitativa a monte, due distinte fasi costruttive.
14Nella campagna 1979 il settore Β era stato impiantato come una trincea stratigrafica, perpendicolare alla scarpata creata dall’erosione sul bordo del pianoro, e di forma piuttosto allungata (m. 3 x 8). Nella campagna 1980, proponendocisi di passare allo scavo in estensione, tale trincea è stata inscritta entro un quadrato di m. 10 x 10, orientato N-S. La limitata disponibilità di fondi ci ha però costretti ad ampliare lo scavo solo in direzione Ovest, interessando un trapezio con la base maggiore a Ν (m. 6,70), e la base minore a S (m. 3,70), in corrispondenza della scarpata. La prima operazione effettuata è stata pertanto la rettifica della scarpata stessa, per ricavarne una parete “a piombo” con una sezione chiaramente leggibile. In tale rettifica, in considerazione della scarsa attendibilità di una stratigrafia su scarpata, si è proceduto speditamente, per tagli che spesso interessavano più strati, corrispondenti a quelli riconosciuti nella campagna precedente (per i materiali, cfr. pp. 42 ss., 87, 97, 124, 130, 139 s., tavv. 1, 14, 15; 2; 3; 4, 1-11; 17, 7; 22, 8, 9; 30, 3-14; 34, 4-6; 36, 10, 19).
15La lettura della sezione così ottenuta mostrava che nell’ambito della formazione di terreno che costituiva la prosecuzione del livello S della trincea 1979, definito “superficie arata”11, si potevano riconoscere, in parte per la maggiore potenza che essa qui presentava, in parte probabilmente perché gli sconvolgimenti dovuti all’aratura ο ad altre cause erano qui stati meno profondi e completi, tre livelli, dei quali solo il più superficiale (SS) constava di terreno vegetale completamente incoerente, mentre gli altri due (denominati rispettivamente S1 ed S2 per poter conservare una correlazione nella nomenclatura degli strati delle due campagne) apparivano già in qualche modo caratterizzati, sia sedimentologicamente che archeologicamente. Mancando ormai il tempo, lo scavo ha dovuto limitarsi all’esplorazione di questi due livelli e del sottostante strato H. Nell’ambito dell’ampliamento Ovest (1980) del settore Β è stata pertanto rilevata, al di sotto del terreno vegetale, la seguente serie stratigrafica:
16S1- Terreno bruno relativamente chiaro, abbastanza coerente, sebbene senza dubbio quasi completamente rimosso in tempi non recentissimi. Che lo sconvolgimento non sia stato totale è dimostrato dal rinvenimento apparentemente in situ di due fondi di vasi poggianti sul piano di contatto (o interfaccia) con il livello sottostante. Presentava uno spessore abbastanza costante, di cm. 60 circa. Ha restitutio alcuni piccoli bronzi (cfr. p. 114, tav. 29, 1-4), raccolti su di un’area relativamente circoscritta; ceramica d’impasto (cfr. p. 130 ss., tavv. 34, 7-21; 35, 1-17), tra cui frammenti dell’età del bronzo recente (cfr. p. 48, tav. 5, 7-10) e alcuni verosimilmente dell’età del bronzo finale (cfr. p. 132 ss., tav. 35, 1, 8, 13); frammenti di dolii cordonati (cfr. p. 96 s., tavv. 19, 2, 3; 20, 2-6, 8, 9); ceramica figulina piuttosto abbondante, che però solo nei non numerosi frammenti conservanti la decorazione dipinta è definibile come geometrica enotrio-japigia (cfr. pp. 140 ss., tavv. 36, 20, 21; 37, 1-23; notevole in particolare il framm. bicromo p. 140, tav. 37, 1). Il livello sembra attribuibile alla fase avanzata della prima età del ferro.
17S2 - Terreno bruno decisamente più scuro, meno coerente di quello del livello soprastante e del livello sottostante, contenente abbondante pietrame di dimensioni relativamente piccole. Probabilmente anch’esso parzialmente sconvolto, ma certo assai meno del livello sovrastante. Molto ricco di ceramica, soprattutto d’impasto (cfr. p. 126 ss., tavv. 31, 17, 18; 32; 33; 34, 1-3), oltre ai frammenti di dolii cordonati (cfr. p. 97, tavv. 19, 4; 20, 1, 10; 21; 22, 1-3), mentre la ceramica figulina fine (cfr. p. 140, tav. 36, 14-17) è molto meno frequente che nel livello S1. Sembra verosimile una datazione alla fase iniziale della prima età del ferro. Il livello S2 non è stato asportato su tutta l’area dell’ampliamento Ovest del settore B: esso è stato lasciato in situ per una fascia larga 3 metri lungo la parete Nord del settore, determinando così un gradino ad essa parallelo. Su di un’area contigua a tale gradino, i cui reperti (cfr. pp. 48, 97, 126, 140, tavv. 4, 13, 14; 5, 1-4; 22, 5; 31, 11-16; 36, 13) sono stati tenuti distinti dagli altri e denominati con la sigla S2’, è stato raccolto un discreto numero di frammenti riferibili all’età del bronzo media e/o recente (cfr. p. 48, tavv. 4, 13, 14; 5, 1-4). Solo la prossima campagna potrà chiarire se si sia trattato di un errore di scavo, se cioè si siano inavvertitamente intaccati strati sottostanti, ovvero se tali strati siano stati sconvolti già in antico, eventualmente in concomitanza con la formazione del livello S2.
18H - Terreno bruno-grigio, di consistenza compatta ma non dura, con pietrame di maggiori dimensioni ma di gran lunga più scarso che non livello sovrastante. Mancano del tutto le chiazze di terreno molto scuro, “organico”, osservate nell’ambito della trincea 1979 e che avevano contribuito a farlo definire “humus non arato”, né si sono qui notate le tracce d’inquinamento recente allora rilevate12. Probabilmente gli stessi fattori che nell’area dell’ampliamento Ovest hanno salvaguardato da sconvolgimenti recenti i livelli S1 ed S2 hanno anche impedito l’umificazione di questo, che si presenta qui come un vero e proprio strato archeologico (anche in questo caso la denominazione H è stata conservata solo per uniformità di nomenclatura). Anche in H la ceramica è prevalentemente d’impasto (cfr. p. 124 ss., tavv. 30, 15; 31, 1-10), a parte i frammenti di dolii cordonati (cfr. p. 97, tav. 22, 4-7). Molto significativo un frammento di ceramica protogeometrica enotrio-japigia (cfr. p. 139, tav. 36, 11), che sembra avvalorare l’attribuzione dello strato ad un momento evoluto dell’età del bronzo finale. Lo strato H è stato asportato su di un’area ancora più limitata che il livello S2: esso è stato lasciato in situ per una fascia larga 2 metri, determinando così un nuovo gradino parallelo al precedente. L’interfaccia tra H e il sottostante strato 1 è costituita, lungo la parete Sud del settore, da un lembo orizzontale di battuto, conservato solo per una striscia di 20-30 cm., a monte della quale il terreno, ricoperto di pietrame, in parte sparso, in parte singolarmente disposto a gruppi ad andamento circolare ο arcuato, riprende la normale inclinazione di tutti gli strati.
19Il settore D - Come si è ricordato, la trincea del settore Β era stata aperta in corrispondenza di un punto in cui il ciglio Sud del pianoro appariva fortemente eroso. I dati di scavo, dai quali risulta come sia stata asportata la maggior parte della struttura abitativa a valle nella trincea ’79, e la quasi totalità del battuto sotto lo strato H nell’ampliamento ’80, hanno poi rivelato la vastità del fenomeno, che deve aver interessato una fascia dell’ampiezza di parecchi metri. Si prospettava l’esigenza di esplorare un punto in cui l’andamento attuale del ciglio del pianoro non si discostasse troppo da quello in antico, allo scopo di cogliere per un tratto la delimitazione dell’insediamento (nel presupposto, rivelatosi poi forse inesatto, che esso si limitasse al pianoro e non si estendesse sui pendii), con le eventuali recinzioni ed opere difensive. Scelto perciò un punto in cui la conformazione del terreno sembrava rispondere a tale esigenza, si è aperta, dal bordo del pianoro in giù, nel senso del pendio, una trincea stretta e lunga (m. 2 x 10), orientata NNE-SSW. Asportato lo strato superficiale - i cui reperti sono stati tenuti distinti per segmenti di m. 2 x 2, rispettivamente designati con la distanza in metri dall’estremità superiore (0-2, 2-4, 4-6, 6-8, 8-10) - ci si è accorti che, tranne presso le estremità della trincea, dove sono venuti in luce due complessi archeologici collegati a strutture di cui si riferirà a parte, esso poggiava ovunque direttamente sul terreno vergine. I reperti raccolti in questo strato appartengono per la maggior parte (cfr. pp. 54 ss., 85 s., 96, 99 s., tavv. 9, 7-13; 10, 1-9; 11; 12; 13, 1, 5-7; 14, 3, 4, 6; 18, 1, 2; 23, 1-4, 6, 8) all’età del bronzo recente, e si ricollegano - anche materialmente, trattandosi non di rado di frammenti ricongiungibili degli stessi vasi - a quelli rinvenuti in situ nel complesso a monte: si tratta evidentemente di materiali originariamente pertinenti a tale complesso, trasportati a valle dal dilavamento ο dai lavori agricoli. Non manca tuttavia una certa quantità di frammenti attribuibili ad epoca successiva, soprattutto all’età del bronzo finale, che saranno pertanto trattati a parte (cfr. pp. 134 ss., 144, tavv. 36, 4-9; 37, 24-28).
20Il complesso a monte si presentava a prima vista come un deposito stratificato, limitato al segmento 0-2 della trincea, ed alla parte più a monte del segmenta 2-4, in tutto meno di 6 mq. A1 di sotto dello strato superficiale (i materiali rinvenuti a contatto con lo strato 1A sono stati denominati con la sigla S/1 - cfr. pp. 54, 85 s., 100, tavv. 9, 1-6; 13, 2-4; 14, 1, 2, 5; 23, 7, 10) si ha la serie seguente (fig. 7, 1):
211A - Terreno grigio-biancastro cinerognolo, più scuro nella parte superiore, più chiaro in quella inferiore, non molto coerente. Estremamente ricco di ceramica, concentrata soprattutto a tre distinti livelli sovrapposti, con frammenti e anche con grosse porzioni di vasi, talvolta quasi interi, ad andamento pressoché continuo, con piano di giacitura moderatamente inclinato. Rispetto a questo, l’andamento del piano di contatto tra strato superficiale e strato 1A si presenta molto più obliquo, sicché il piano di cocciame più alto è conservato solo nella parte più a monte per una fascia larga poco più di un metro, quello mediano per poco più di 2 metri, e solo quello inferiore su tutta la estensione del deposito: tutto ciò che manca è evidentemente stato asportato dal dilavamento e dai lavori agricoli, e questo spiega la grande quantità di materiale rinvenuto più a valle, in giacitura secondaria nello strato superficiale. Lo strato 1A è stato scavato in tre tagli successivi (1AI, 1AII, 1AIII), ciascuno fino al rispettivo piano di cocciame incluso (fig. 5, 1-3). Il piano di cocciame più basso (1AIII) poggiava direttamente sull’interfaccia tra gli strati 1A e 1B. Si è osservato un fatto assai singolare: mentre la fascia più a monte in tutti e tre i tagli ha restituito in prevalenza ceramica grigia e ceramica d’impasto fine, soprattutto ciotole carenate, quella più a valle, naturalmente solo nei tagli II e III, mancando il I, ha dato ceramica più rozza, soprattutto olle e dolii (fig. 6, 1-4). Tale constatazione è l’unico dato che sembra contraddire l’interpretazione di questo strato come discarica, altrimenti assai plausibile, e avvalorata dal fatto che alcuni frammenti provenienti da tagli diversi sono tra loro ricongiungibili. Lo strato 1A ha restituito uno spillone frammentario, probabilmente pertinente ad una fibula (cfr. p. 52, tav. 7, 7), ceramica d’impasto tipica dell’età del bronzo recente, fra cui parecchie ciotole carenate (cfr. p. 50 ss., tavv. 6, 5-9; 7, 1-6, 8-14; 8), una quantità veramente considerevole di ceramica grigia, anche nell’ambito della quale la forma più frequente è la tazza carenata (cfr. p. 85 s., tavv. 14, 3, 5, 7; 15; 16), un framm. di dolio cordonato (cfr. p. 96, tav. 18, 3), un framm. di ceramica dipinta di imitazione micenea (cfr. p. 100, tav. 23, 5), ed una serie di frammenti micenei (cfr. p. 100 ss., tavv. 23, 9, 11; 24, 1-3, 5-7), sorprendentemente di cronologia varia: un framm. (cfr. p. 102, tav. 24, 2) è databile alla fase IIIAl, un altro (cfr. p. 102, tav. 24, 7) alla fase III A2, un altro ancora(cfr. p. 100, tav. 23, 9) alla fase IIIΒ, mentre per due framm. (cfr. p. 100ss., tavv. 23, 11; 24, 5) la datazione oscilla rispettivamente tra le fasi IIIAl e IIIA2 e tra IIIA e IIIB.
221B - Terreno beige chiaro più coerente, decisamente compatto verso il fondo, con materiali complessivamente meno abbondanti e in condizioni di giacitura e di conservazione del tutto diversi da quelli dello strato sovrastante, tali comunque da escludere che, analogamente ad esso, lo strato 1B possa essere definito una discarica. È tuttavia degno di nota che un discreto numero di frammenti qui raccolti si ricongiungono con frammenti provenienti da 1AIII. Anche l’interfaccia tra 1A e 1B (fig. 5, 4) presentava caratteristiche contraddittorie ai fini di una interpretazione dello strato: da una parte essa mostrava piccoli lembi di quello che pareva un battuto; dall’altra ne emergevano parzialmente due oggetti, una grossa olla ansata presso la parete Ovest, un fornelletto presso la parete Est, fatto difficilmente conciliabile con l’eventuale ripristino di quella funzione abitativa che, come vedremo, l’ambiente aveva precedentemente.
23Lo strato 1B copriva infatti un battuto (figg. 7, 2; 8, 1) ad andamento orizzontale, estendentesi su tutta l’area in esame, tranne che verso Sud dove si interrompe con un margine vistosamente slabbrato (interruzione che non dovrebbe però essere l’effetto di sconvolgimento ο erosione recenti, dato che il margine stesso era quasi interamente coperto dallo strato 1B, il cui limite Sud risulta spostato leggermente più verso valle). Tale battuto, la cui natura argillosa risulta evidente solo a tratti, sembra poggiare in genere direttamente sul terreno vergine ricco di pietrisco, tranne in due punti, dove, cotto dal fuoco e parzialmente scrostato, rivela un sottofondo di cocciame (fig. 8, 2). In uno di questi due punti, presso la parete Ovest, è venuta in luce la parte basale, allettata nel battuto stesso, di un minuscolo forno fisso in cotto, con pianta a ferro di cavallo (cm. 25 x 26) e due pilastrini interni di rinforzo (forse per sostenere la volta), al cui interno è inserita una lastrina in pietra, che probabilmente fungeva da piano di cottura (fig. 7, 3; 8, 3). Circa 60 cm. a Nord del forno, sempre presso la parete Ovest, il piano pavimentale è interrotto da una piccola buca subrettangolare a fondo piatto (di palo? Cm. 20 x 8, prof. cm. 10). Tra la buca e il forno era posta di taglio, sempre poggiante sul battuto, una lastra di pietra lunga una trentina di cm., quasi a delimitare in qualche modo uno spazio, all’interno del quale, a ridosso della parete Ovest della trincea, erano ammucchiati (fig. 8, 4) la grossa olla ansata già ricordata, largamente frammentaria (cfr. p. 50, tav. 6, 2), e due grossi frammenti di dolii cordonati (cfr. p. 96, tavv. 18, 4; 19, 1); tutt’intorno a questo gruppo di manufatti e di reperti erano sparsi dei masselli informi di argilla concotta, e poco più a Sud del forno, proprio sul margine del battuto, poggiava un framm. di macina. Presso l’altro punto in cui il battuto è cotto dal fuoco, accanto alla parete Est (fig. 8, 5), era il già menzionato fornelletto, circolare, di impasto estremamente grossolano. Tutti questi oggetti giacevano direttamente sul piano pavimentale; essi, quindi, sia che vi fossero stati collocati durante la fase di utilizzazione dell’ambiente, sia che vi fossero stati gettati al momento dell’abbandono, vi erano stati deposti prima che avesse inizio la formazione dello strato 1B, il quale dunque dovrebbe corrispondere ad una fase di riempimento, apparentemente non intenzionale, anche a giudicare dalle ridotte dimensioni dei frammenti raccolti, dall’ambiente abbandonato. Questa è stata seguita, a quanto pare, da una fase di riempimento intenzionale, lo strato 1A, formatosi con la discarica di materiale forse raccolto in una zona retrostante della stessa abitazione (il che spiegherebbe i già ricordati casi di frammenti da 1A che si ricongiungono con frammenti da 1B). A rigore, dunque, ci si potrebbe attendere che una parte dei reperti dallo strato 1B risultasse più recente di una parte dei reperti dallo strato 1A. Lo strato 1B ha dato un numero sorprendentemente esiguo di frammenti di ceramica d’impasto (cfr. p. 50, tav. 6, 1, 3, 4), una decina di frammenti di ceramica grigia (cfr. p. 86 s., tavv. 14, 5, 6; 16, 5; 17, 1-6), un gruppetto di frammenti di ceramica dipinta di imitazione micenea (cfr. pp. 104 s., 110, tav. 26, 1, 3, 6-8), a proposito di alcuni dei quali Lucia Vagnetti richiama, non senza riserve, la produzione dipinta dell’Ausonio I di Lipari, e ben 14 frammenti micenei (cfr. p. 102 ss., tavv. 24, 4; 25, 1-10; 26, 4, 5, 10), purtroppo cronologicamente non determinabili con certezza.
24Il complesso a valle, situato a cavallo tra i segmenti 6-8 e 8-10 della trincea, tagliato dalla parete Ovest, si presentava come una cavità ricavata nel pendio scavando un gradino a monte nel terreno vergine, di forma, per la parte messa in luce, approssimativamente semicircolare e del raggio di m. 1,20, contenente terreno rossastro e parzialmente concotto, denominato livello R. Tale terreno copriva un battuto di argilla (figg. 9; 10, 1-3) con sottofondo di cocciame e bordo rilevato ad andamento verticale (peraltro riconoscibile solo dal lato a monte), forse l’invito di uno zoccolo ο di una parete intonacata. Sul battuto poggiavano (fig. 10, 4) un vasetto in grossi frammenti non ricongiungibili (cfr. p. 58, tav. 10, 11), probabilmente riferibile alla media età del bronzo, pochi altri frammenti ceramici sparsi, un osso lungo ed un altro frammento di osso di animale. Questo rinvenimento sembrava indicare che in effetti l’insediamento non si limitasse al pianoro, ma si estendesse anche sul pendio. Tuttavia, date le dimensioni ridotte, sembra più difficile pensare ad una struttura abitativa che ad un manufatto accessorio, forse per qualche motivo collocato ai margini del vero e proprio abitato. [RP]
2.2. I materiali dell’età del bronzo media e recente
25I materiali d’impasto, nonché l’unico esemplare bronzeo, dell’età del bronzo media e recente rinvenuti a Broglio durante la campagna di scavo 1980 sono stati inquadrati nella classificazione tipologica che segue. In essa sono stati inseriti, citandoli per esteso, tutti i reperti comunque provenienti da Broglio e, più in generale, dalla Sibaritide, reputati parte integrante di un tipo ο di una foggia considerata.
26Ne consegue che l’illustrazione di alcuni dei materiali trovasi in Ricerche 1, ο in Novità, oppure in altra parte di questa stessa opera. Sono stati invece dati in nota tutti gli altri confronti.
27La tipologia è stata ordinata in base allo schema seguente:
28Forme vascolari:
29scodelloni e scodelle
30ciotole a corpo arrotondato
31ciotole carenate
32tazze e boccali
33olle e/o dolii
34vasi a listello interno
35vasi a collo distinto
36Manici ed anse:
37manici
38anse
39Motivi decorativi
40Varia:
41piattelli
42fusaiola
43fornello
44Il reperto bronzeo è stato collocato in ultimo, dopo i materiali ceramici.
SCODELLONI Ε SCODELLEi
45Scodelloni tronco-conici bassi - Scodelloni di forma tronco-conica, relativamente aperti, a pareti rettilinee inclinate verso l’esterno.
46Settore D, str. 1 AII, tav. 7,1.
47Si possono addurre alcuni confronti con l’Italia meridionale13.
48Scodelloni tronco-conici cordonati - Scodelloni di forma tronco-conica, con pareti rettilinee lievemente inclinate verso l’esterno, cordone orizzontale a ditate al di sotto dell’orlo.
49Settore B, str. 1 AI, tav. 7,9.
50Un altro esemplare, di incerta attribuzione, da Rosa Russa, sporadico (cfr. più oltre, p. 172, tav. 43,3).
51Scodelloni tronco-conici con orlo leggermente svasato - Scodelloni di forma troncoconica con orlo leggermente svasato e cordone plastico al di sotto dell’orlo.
52Settore B, segmenta 4-6, livello S, tav. 10,2
53Un altro esemplare da Broglio, sporadico (cfr. Ricerche 1, pag. 76, tav. 13,1).
54Scodelloni tronco-conici, “a fruttiera” - Scodelloni di forma tronco-conica, con pareti rettilinee, molto fortemente inclinate verso l’esterno, a profilo interno convesso, cordone orizzontale al di sotto dell’orlo.
55Settore B, trincea ’79, str. 3 e inf., tav. 1,13; settore B, ampliamento’80, str. H - 3, rettifica scarpata, tav. 3,1; settore D, str. 1 AII, tav. 7,2.
56Si possono addurre alcuni confronti con l’Italia centrale14.
57Scodelle con presa ο cordone fortemente prominente - Scodelle di foggia variabile, ad orlo più ο meno rientrante, con cordone plastico liscio fortemente prominente ο presa a bugna al di sotto dell’orlo.
58Settore B, ampliamento ’80, str. H - 3, rettifica scarpata, tav. 3,2; settore D, segmento 2-4, livello S, tav. 9,12.
CIOTOLE A CORPO ARROTONDATO
59Ciotole con orlo ad imbuto e vasca profonda - Ciotole con orlo svasato ed obliquo a spigolo interno; spalla marcata, vasca più ο meno arrotondata, profonda.
60Varietà a: parte superiore della vasca meno arrotondata.
61Esemplari da Broglio, settore B, str. 4W (cfr. Ricerche 1, p. 71, tav. 1,2); idem, rettifica della scarpata, taglio 6, corrispondente agli str. 3, livello inferiore, e 4W (cfr. Ricerche 1, p. 72, tav. 3,5); sporadici (cfr. Ricerche 1, p. 77 tav. 14,1; Novità, fig. 2,4). Si possono inoltre addurre confronti con l’Italia centrale e le Eolie15.
62Varietà b: parte superiore della vasca più arrotondata e compressa.
63Settore B, ampliamento ’80, str. H - 3, rettifica scarpata, tav. 3,3; settore B, sporadico, tav. 5,11 (incerta attribuzione).
64Altri esemplari da Broglio, settore B, str. 4W (cfr. Ricerche 1, p. 71, tav. 1,1); idem, str. 3W inf. (cfr. Ricerche 1, p. 72, tav. 4,5); sporadico (cfr. Ricerche 1, p. 76, tav. 13,4); da Torre del Mordillo, sporadico (cfr. Ricerche 1, p. 158, tav. 39,3). Si possono inoltre addurre confronti con l’Italia meridionale16.
65Ciotole con orlo ad imbuto e vasca da tronco-conica ad emisferica - Ciotole probabilmente monoansate, con orlo svasato obliquo a spigolo interno, vasca da tronco-conica ad emisferica.
66Varietà a: vasca tronco-conica.
67Esemplari da Broglio, sporadico (cfr. Ricerche 1, p. 76, tav. 13,2); da Villapiana, sporadico dal punto A (cfr. Ricerche 1, p. 155, tav. 38,1); da Rosa Russa, sporadici (cfr. più oltre, p. 170, tavv. 41,10; 42,8). Si possono inoltre addurre confronti con l’Italia meridionale, le Eolie e la Sicilia17.
68Varietà b: vasca arrotondata.
69Settore B, ampliamento ’80, str. H - 3, rettifica scarpata, tav. 3,4-6.
70Un altro esemplare da Broglio, sporadico (cfr. Ricerche 1, p. 76, tav. 13,3); da Rosa Russa, sporadico (cfr. più oltre, p. 170, tav. 42,9).
71Si possono addurre confronti con l’Italia meridionale e le Eolie18.
72Ciotole con orlo ad imbuto e vasca a calotta - Ciotole monoansate con orlo quasi a tesa a spigolo interno, vasca a calotta. Ansa a nastro verticale impostata sull’orlo19.
73Settore B, ampliamento’80, str. 2-3, rettifica scarpata, tav. 2,3.
74Esemplari da Broglio, settore B, str. 3 E (cfr. Ricerche 1, p. 71, tav. 3,4); da Rosa Russa, sporadici (cfr. più oltre, p. 170, tavv. 41,11; 42,6-7). Si possono inoltre addurre confronti con l’Italia meridionale20.
75Ciotole a calotta con accenno di labbro svasato - Ciotole con accenno di labbro distinto, leggermente svasato, a spigolo interno; vasca poco profonda, a calotta.
76Settore D, segmenta 0-2, livello S, tav. 9,7; idem, str. 1 A I, tav. 7,10.
77Ciotole a profilo arrotondato - Ciotole con orlo svasato a profilo lievemente concavo, raccordato da una convessità (con leggero accenno di carena) alla vasca poco profonda, a calotta.
78Settore D, str. 1 A I, tav. 7,11; idem, tav. 7,13.
79Ciotole con profilo ad S - Ciotole con orlo svasato, fortemente ispessito internamente in corrispondenza dell’attacco della vasca; vasca non molto profonda, con profilo ad s.
80Settore D, str. 1 A I, tav. 7,12.
81Un altro esemplare da Broglio, settore B, str. 1 W (cfr. Ricerche 1, p. 76, tav. 28,1).
82Variante al tipo, con lieve accenno di carena: settore D, str. 1 A I, tav. 7,14.
83Accostabile al tipo, ma forma carenata: settore D, segmenta 8-10, livello S, tav. 10,5.
CIOTOLE CARENATE
84Ciotole carenate ad orlo svasato con parete inclinata all’esterno - Ciotole carenate ad orlo svasato, ma non nettamente distinto, parete quasi rettilinea lievemente inclinata verso l’esterno, carena bassa e poco accentuata, diametro all’orlo superiore a quello della carena; forma complessiva larga e poco profonda.
85Settore D, segmenta 0-2, livello S, tav. 9,9; idem, segmento 4-6, tav. 10,1.
86Ciotole carenate ad orlo distinto con parete pressoché verticale - Ciotole carenate ad orlo distinto, parete rettilinea, pressoché verticale, carena bassa, diametro all’orlo superiore a quello della carena; forma complessiva meno larga e più profonda21.
87Settore D, contatto fra il livello S e lo strato 1, tav. 9,1.
88Un altro esemplare da Broglio, settore Β, str. 2a W (cfr. Ricerche 1, p. 74, tav. 8,2); da Rosa Russa, sporadico (cfr. più oltre, p. 170, tav. 42,1).
89Si può addurre un confronto dall’Italia meridionale22.
90Variante, a parete lievemente inclinata verso l’interno: settore D, str. 1 B, tav. 6,1.
91Variante, con orlo meno nettamente distinto e parete ispessita in corrispondenza dell’attacco della carena: settore D, str. 1 A III, tav. 6,5.
92Ciotole carenate ad orlo distinto con parete inclinata all’interno - Ciotole carenate ad orlo distinto, parete rettilinea, inclinata all’interno, carena più alta, diametri dell’orlo e della carena pressappoco eguali23.
93Esemplari da Broglio: settore B, str. 2 E, punto 10 (cfr. Ricerche 1, p. 75, tav. 10,2); idem, punto 12 (cfr. Ricerche 1, p. 75, tav. 11,1); sporadico (cfr. Ricerche 1, p. 76, tav. 16,1).
94Si possono addurre confronti con l’Italia meridionale e le Eolie24.
95Variante, con diametro all’orlo inferiore a quello della carena, se la ricostruzione grafica data è corretta: settore B, str. H - 3, rettifica scarpata, tav. 3,7; è però possibile che l’inclinazione della parete sia in realtà più aperta.
96Ciotole carenate a parete convessa - Ciotole carenate a gola con convessità al di sopra della carena. Carena bassa, diametro all’orlo lievemente inferiore a quello della carena.
97Settore B, ampliamento ’80, str. H - 3, rettifica scarpata, tav. 3,8.
98Un esemplare dalla Timpa del Castello di Francavilla Marittima, sporadico (di incerta attribuzione) (cfr. più oltre, p. 157, tav. 39,16).
99Si può addurre un confronto con l’Italia meridionale25.
100Ciotole con diametro massimo all’orlo e carena bassa - Ciotole carenate con alta parete concava, carena molto bassa, diametro all’orlo superiore a quello della carena26.
101Settore D, contatto fra il livello S e lo str. 1, tav. 9,2.
102Un altro esemplare da Broglio, sporadico (Novità, fig. 2,8).
103Ciotole carenate con diametro massimo all’orlo e carena media - Ciotole carenate con parete concava, carena media, diametro all’orlo superiore a quello della carena27.
104Varietà a: concavità della parete formante vera e propria gola.
105Settore B, ampliamento ’80, str. S 2, tav. 5,5; settore D, str. 1 AI, tav. 8,1; idem, str. 1 A III, tav. 6,7.
106Un altro esemplare da Broglio, settore B, str. 2 E, punto 10 (cfr. Ricerche 1, p. 75, tav. 9,4); da Torre del Mordillo, sporadico (cfr. Ricerche 1, p. 157, tav. 38,10).
107Varietà b: concavità della parete non formante vera e propria gola.
108Settore B, ampliamento ’80, str. H - 3, rettifica scarpata, tav. 3,9; settore D, str. 1 AI, tav. 8,1; idem, livello S, tav. 10,4.
109Altri esemplari da Broglio: settore B, rettifica della scarpata, taglio 4, corrispondente allo str. 2, (cfr. Ricerche 1, p. 75, tav. 9,3); incerta attribuzione: settore B, str. 2 b W (cfr. Ricerche 1, p. 73, tav. 7,3).
110Si può addurre un confronto con l’Italia meridionale28.
111Variante al tipo, avvicinabile alla varietà b, a spigolo interno: settore D, str. 1 A II, tav. 7,3.
112Variante al tipo, avvicinabile alla varietà a, con gola accentuata: settore B, ampliamento ’80, str. S 2, tav. 5,6. Un altro esemplare simile da Broglio, settore B, livello H (cfr. Ricerche 1, p. 139, tav. 32,11)29.
113Variante al tipo, con caratteri intermedi fra le varietà a e b: settore D, str. 1 AI, tav. 8,3.
114Variante al tipo, a parete lievemente concava, settore B, ampliamento ’80, str. S 1, tav. 5,7.
115Variante al tipo, a carena arrotondata, settore B, ampliamento ’80, str. S 1, tav. 5,8.
116Per le due varianti sopra descritte può sussistere un qualche dubbio data la posizione stratigrafica molto più alta in cui sono stati rinvenuti gli esemplari che le costituiscono.
117Ciotole con diametro massimo all’orlo e carena alta - Ciotole carenate con parete concava, carena alta, diametro all’orlo superiore a quello della carena30.
118Varietà a: concavità della parete formante vera e propria gola.
119Settore D, str. 1 A I, tav. 8,4; idem, str. 1 A II, tav. 7,4.
120Esemplari da Broglio, settore B, rettifica della scarpata, taglio 4, corrispondente allo str. 2 (cfr. Ricerche 1, p. 75, tav. 9,2); da Torre del Mordillo, sporadici (cfr. Ricerche 1, p. 157, tav. 38,7-8).
121Varietà b: concavità della parete non formante vera e propria gola.
122Esemplari da Broglio: settore B, str. 2 a W (cfr. Ricerche 1, p. 74, tav. 8,5); sporadici (cfr. Ricerche 1, p. 77, tav. 14,4-5; Novità, fig. 2,6).
123Per il tipo si possono addurre confronti con l’Italia centrale e le Eolie31.
124Ciotole carenate con diametri uguali - Ciotole carenate con parete concava, carena bassa, diametro dell’orlo e della carena pressappoco uguali32.
125Varietà a: con orlo leggermente svasato e lieve gola.
126Un esemplare da Broglio, sporadico (cfr. Ricerche 1, p. 77, tav. 12,4); da Torre del Mordillo, sporadico (cfr. Ricerche 1, p. 157, tav. 38,9).
127Varietà b: con orlo pressoché verticale e parete con concavità appena sensibile.
128Settore B, ampliamento’80, str. H - 3, rettifica scarpata, tav. 3,10; sporadico, tav. 5.15.
129Un altro esemplare da Broglio, sporadico (cfr. Ricerche 1, p. 77, tav. 14,2).
130Per il tipo si possono addurre confronti dall’Italia centrale e meridionale33.
131Ciotole con diametro massimo alla carena - Ciotole carenate con parete concava, carena alta, diametro della carena superiore a quello all’orlo.
132Settore D, str. 1 A II, tav. 7,5.
133Un altro esemplare da Broglio, settore B, str. 2E, punto 10 (cfr. Ricerche 1, p. 75, tav. 10,1).
TAZZE E BOCCALI
134Tazze a profilo lievemente sinuoso - Tazze monoansate a corpo rotondeggiante con lieve sinuosità. Ansa a nastro verticale impostata sull’orlo.
135Varietà a: orlo non svasato, parete rientrante, punto di massima espansione in basso.
136Settore B, trincea ’79, str. 4 inf., tav. 1,1.
137Si può addurre un confronto con l’Italia meridionale34.
138Varietà b: orlo leggermente svasato, parete rientrante, punto di massima espansione più in alto.
139Settore B, ampliamento ’80, str. 4, rettifica scarpata, tav. 1,14; sporadico 1978, tav. 5,15.
140Un altro esemplare da Rosa Russa (cfr. più oltre, p. 170, tav. 42,11).
141Varietà c: orlo leggermente svasato, parete più convessa, punto di massima espansione più in alto.
142Settore B, ampliamento ’80, str. 4, rettifica scarpata, tav. 1,15.
143Un altro esemplare da Rosa Russa (cfr. più oltre, p. 170, tav. 42,10).
144Si può addurre un confronto con l’Italia meridionale35.
145Variante, con orlo leggermente svasato e parete inclinata verso l’esterno: Broglio, sporadico (cfr. Novità, fig. 2,9).
146Si avvicina al tipo: tazza monoansata a corpo con sinuosità appena accennata e pareti inclinate verso l’esterno; ansa a nastro verticale impostata sull’orlo.
147Settore B, trincea ’79, str. 4 inf., tav. 1,2.
148Si può addurre per questo esemplare un confronto con l’Italia meridionale36.
149Boccali cordonati - Boccali con corpo a botticella, orlo lievemente rientrante e cordone plastico al di sotto di esso. Ansa a nastro verticale impostata sull’orlo.
150Settore D, str. 1 B, tav. 6,2.
151Si possono addurre confronti con l’Italia centrale, meridionale e le Eolie37.
OLLE E/O DOLII
152Olle con accenno di colletto - Olle a breve colletto esternamente non nettamente distinto, corpo di forma globulare schiacciata.
153Settore D, str. 1 A I, tav. 8,5-6.
154Olle ad orlo leggermente svasato - Olle ad imboccatura stretta ed orlo leggermente svasato, corpo probabilmente da globulare ad ovoide.
155Settore B, trincea ’79, str. 4 inf., tav. 1,3; idem, ampliamento ’80, str. H - 3, rettifica scarpata, tav. 3,11-13.
156Un altro esemplare da Broglio: settore B, str. 3 W (cfr. Ricerche 1, p. 73, tav. 6,8); da Rosa Russa, sporadico (cfr. più oltre, p. 172, tav. 43,7).
157Si può addurre un confronto con l’Italia meridionale38.
158Olle ad orlo imbutiforme - Olle ad orlo imbutiforme e spigolo interno.
159Varietà a: a corpo schiacciato.
160Settore B, trincea’79, str. 4 inf., tav. 1,4-5; idem, ampliamento’80, str. 2-3, rettifica scarpata, tav. 2,539.
161Altri esemplari da Broglio: settore B, str. 3 W inf. (cfr. Ricerche 1, p. 72, tav. 4,6); idem, rettifica della scarpata, taglio 6, corrispondente agli str. 3, livelli inferiori, e 4 W (cfr. Ricerche 1, p. 72, tav. 3,7).
162Qualora si desse una ricostruzione alternativa alle olle, si confronti la ciotola carenata da Amendolara, s. Cavalcatore, sporadico (cfr. più oltre, p. 148, tav. 38,3).
163Varietà b: a corpo meno schiacciato.
164Settore B, ampliamento ’80, str. 2 - 3, rettifica scarpata, tav. 2,6.
165Variante, avvicinabile alla varietà b, ma ad orlo svasato: settore B, str. 2 a W (cfr. Ricerche 1, p. 74, tav. 8,6).
166Olle globose ad orlo rientrante - Olle con corpo da globulare ad ovoide ed orlo rientrante; nell’ambito di questa foggia vascolare si nota il combinarsi, nei singoli esemplari, della caratteristica del labbro arrotondato ο appiattito e marcato internamente da uno spigolo con quella della presenza ο assenza di cordone plastico al di sotto dell’orlo; allo stato attuale della documentazione, non si è ritenuto opportuno proporre una articolazione interna della foggia stessa.
167Settore B, ampliamento ’80, str. 4, rettifica scarpata, tav. 2,1-2; settore D, contatto fra il livello S e lo str. 1, tav. 9,3; idem, str. 1 A III, tav. 6,6.
168Un altro esemplare, di incerta attribuzione, da Casale Rizzo di Corigliano Calabro, sporadico (cfr. più oltre, p. 164, tav. 40,8).
169Si possono addurre confronti con l’Italia meridionale40.
170Olle a botticella ad orlo rientrante, cordonate - Olle con corpo a botticella, con orlo rientrante e cordone plastico al di sotto di esso41.
171Settore D, contatto fra il livello S e lo str. 1, tav. 9,4.
172Esemplari da Broglio: settore B, rettifica della scarpata, taglio 4, corrispondente allo str. 2 (cfr. Ricerche 1, p. 75, tav. 9,1); idem, livello di contatto 1/2 W (cfr. Ricerche 1, p. 75, tav. 11, 2, 4).
173Si possono addurre confronti con l’Italia meridionale42.
174Olle ad orlo rientrante, con resega - Olle con corpo probabilmente a botte, generalmente ansate, con orlo rientrante sottolineato da una lieve resega alla base; ansa impostata sull’orlo.
175Settore D, segmento 8 - 10, livello S, tav. 10,6.
176Un altro esemplare da Broglio, settore B, str. 4 W (cfr. Ricerche 1, p. 71, tav. 1,3).
177Variante, dolio con accenno di svasatura all’orlo e mancanza di resega: settore D, str. 1 AI, tav. 8,9.
178Olle e dolii con labbro accennato - Olle e dolii con corpo ovoide ο biconico, parete alquanto rientrante, labbro con profilo lievemente concavo esternamente e convesso internamente, arrotondato.
179Settore B, trincea ’79, str. 4 inf., tav. 1,7.
180Un altro esemplare, di incerta attribuzione, dal Timpone La Motta presso Cerchiara di Calabria, sporadico (cfr. più oltre, p. 155, tav. 39,11).
181Variante, con cordone plastico al di sotto dell’orlo e labbro non arrotondato, settore B, ampliamento’80, str. 2-3, rettifica scarpata, tav. 2,7.
182Olle e dolii a labbro prominente - Olle e dolii con parte superiore del corpo troncoconica, con labbro leggermente prominente ed appiattito.
183Settore B, ampliamento ’80, str. H - 3, rettifica scarpata, tav. 3,14; sporadico ‘78, tav. 5,17.
184Si può addurre un confronto con l’Italia meridionale43.
185Olle e dolii a collo da conico a cilindrico - Dolii ed olle a collo cilindrico ο quasi, non distinto, corpo probabilmente a botte. Foggia alquanto articolata, al momento attuale non ancora nettamente distinguibile in tipi.
186A - Ad alto collo con orlo svasato ο accenno di labbro svasato; talora probabilmente biansato, ansa a nastro verticale impostata sull’orlo e sulla spalla.
187Settore B, ampliamento ’80, str. H - 3, rettifica scarpata, tav. 3,15; settore D, str. 1 A II, tav. 7,8.
188Un altro esemplare da Broglio, settore B, str. 4 W (cfr. Ricerche 1, p. 71, tav. 2,1).
189B - Ad alto collo con orlo diritto.
190Due esemplari da Rosa Russa, sporadici (cfr. più oltre, p. 172, tavv. 43,8; 44,2).
191Si puo addurre un confronto con l’Italia meridionale44.
192C - Ad alto collo con orlo diritto; cordone orizzontale alla base del collo.
193Settore B, trincea ’79, str. 4 inf., tav. 1,9; idem, ampliamento ’80, str. H - 3, rettifica scarpata, tav. 4,1-2.
194Si può addurre un confronto con l’Italia meridionale45.
195D - A collo basso con orlo diritto.
196Settore B, ampliamento ’80, str. H - 3, rettifica scarpata, tav. 4,3; settore D, contatto fra il livello S e lo str. 1, tav. 9,5.
VASI A LISTELLO INTERNO
197Vasi situliformi a listello interno - Vasi situliformi con listello interno e decorazione a fila di bugnette46.
198Settore Β, ampliamento ’80, str. S 2’, tav. 4,13.
199Un altro esemplare da Broglio, settore B, livello di contatto ½ W (cfr. Ricerche 1, p. 75, tav. 12,1).
200Si può addurre un confronto con l’Italia centrale47.
VASI A COLLO DISTINTO
201Vasi a collo distinto - Vasi a collo distinto, da cilindrico a tronco-conico; all’interno della foggia si può notare il combinarsi nei vari esemplari della caratteristica del collo tronco-conico ο cilindrico con quella dell’orlo espanso ο svasato.
A collo cilindrico e labbro lievemente prominente.
202Un esemplare da Broglio, settore B, str. 4 W (cfr. Ricerche 1, p. 71, tav. 2,2); da
203Rosa Russa, sporadico (cfr. più oltre, p. 172, tav. 44,8).
204Si possono addurre confronti con l’Italia meridionale48.
A collo tronco-conico ed orlo espanso.
205Esemplari da Rosa Russa, sporadici (cfr. più oltre, p. 172, tavv. 44,9; 45,1-2,4).
206Si possono addurre confronti con l’Italia meridionale49.
A collo cilindrico ed orlo svasato50.
207Settore B, ampliamento ’80, str. 2-3, rettifica scarpata, tav. 2,8.
208Si possono addurre confronti con l’Italia meridionale51.
209Appartenente alla foggia, benché non sia determinabile a quale versione, l’esemplare da Broglio, settore D, complesso a valle, livello R, tav. 10,11, per la cui forma del corpo è possibile addurre un confronto con l’Italia meridionale52.
MANICI
210Manici a nastro forato con margini rialzati - Manici a nastro forato con margini rialzati ed apici più ο meno revoluti, spesso “ad orecchietta”53.
211Varietà a: con tre fori triangolari.
212Settore Β, ampliamento ’80, str. 2-3, rettifica scarpata, tav. 2,9.
213Si possono addurre confronti con l’Italia meridionale e con le Eolie54.
214Varietà b: con foro triangolare.
215Settore B, ampliamento ’80, str. S 2’, tav. 4,14.
216Altri esemplari da Broglio, settore B, str. 3 W inf. (cfr. Ricerche 1, p. 72, tav. 5,1); da Rosa Russa, sporadici (cfr. più oltre, p. 170, tav. 42,3,5).
217Si possono addurre confronti con l’Italia meridionale e le Eolie55.
218Varietà c: con foro circolare.
219Un esemplare da Broglio, settore B, str. 3 W inf. (cfr. Ricerche 1, p. 72, tav. 5,2).
220Si possono addurre confronti con l’Italia meridionale56.
221Frammenti di manici di varietà indeterminabile.
222Settore B, ampliamento ’80, str. H - 3, rettifica scarpata, tav. 4,4.
223Un altro esemplare da Broglio, sporadico dalla località Castello (cfr. Ricerche 1, p. 77, tav. 12,6); daTarianne, sporadico (cfr. Ricerche 1, p. 155, tav. 37,8).
224Frammenti di apici ad orecchietta.
225Settore B, trincea ’79, str. 4 inf., tav. 1,6,10; idem, ampliamento ’80, str. 2-3, rettifica scarpata, tav. 2, 10-13.
226Altri esemplari da Broglio, settore B, str. 4 W (cfr. Ricerche 1, p. 71, tav. 2,4); idem, str. 3 W inf. (cfr. Ricerche 1, p. 72, tav. 5,4); idem, str. 2 b W (cfr. Ricerche 1, p. 74, tav. 7,9); da Villapiana, sporadico (cfr. Ricerche 1, p. 155, tav. 38,5); da Rosa Russa, sporadico (cfr. più oltre, p. 172, tav. 45,10).
227Frammenti di apici non ad orecchietta.
228Broglio, sporadico, tav. 5,14.
229Altri esemplari da Tarianne, sporadico (cfr. Ricerche 1, p. 155, tav. 37,7); da Villapiana, sporadico (cfr. Ricerche 1, p. 155, tav. 38,6).
ANSE
230Anse con sopraelevazione a Τ - Anse con sopraelevazione a T; appendici laterali allungate, non espanse.
231Settore Β, ampliamento ’80, str. S 1, tav. 5,9.
232Si tratta di una foggia simile ad alcune anse con brevi corna estremamente divaricate, quasi orizzontali, presente in Italia settentrionale57.
233Essa può, però, avvicinarsi anche ad altre anse con sopraelevazione a Τ caratteristiche a Malta della cultura di Borg’in-Nadur58 e di cui sono stati trovati esemplari anche in Sicilia59.
234Anse “a corna di lumaca”
235Settore B, sporadico ’80, tav. 5,1260.
236Altri esemplari da Broglio, settore B, str. 2 b W (cfr. Ricerche 1, p. 74, tav. 7,7); sporadico (cfr. Ricerche 1, p. 76, tav. 12,2); da Torre del Mordillo, sporadico (cfr. Ricerche 1, p. 157, tav. 39,2); idem, da scavo61.
237Si possono addurre per questa foggia confronti con l’Italia meridionale e le Eolie62.
238Anse a maniglia con apofisi “a corna di lumaca” - Anse a maniglia con apofisi laterali a corna di lumaca.
239Settore Β, trincea ’79, str. 4 inf., tav. 1,11.
240L’unico frammento attribuito a questo tipo non sembra appartenere ad un’ansa a nastro verticale con sopraelevazione “a corna di lumaca”, dato il forte spessore che l’appendice plastica cilindrica in questione presenta per tutta la sua lunghezza. Appare perciò più probabile avvicinarlo alle anse a maniglia, che più frequentemente mostrano tale caratteristica.
241Quanto alla sua collocazione stratigrafica, va fatto rilevare che questo tipo di anse si sa essere probabilmente già presente in un momento abbastanza arcaico del bronzo medio63.
242Si possono addurre confronti con l’Italia settentrionale64.
243Anse cornute - Nell’ambito di questa foggia il lavoro di classificazione è reso complesso e problematico dallo scarso stato di conservazione degli esemplari attualmente disponibili65.
244A - Con bugna nel centro.
245Settore D, segmento 2-4, livello S, tav. 9,13.
246Altri esemplari da Broglio, settore B, str. 1 W (cfr. Ricerche 1, p. 76, tav. 28,2); sporadico (cfr. Novità, fig. 2,11).
247Si possono addurre confronti con l’Italia centrale66.
248Β - Senza bugna.
249Un esemplare da Broglio: settore 2 E, punto n. 10 (cfr. Ricerche 1, p. 75, tav. 10,1).
250Frammenti di anse cornute indeterminabili.
251Settore D, segmento 8-10, livello S, tav. 10,8; idem, str. 1 A I, tav. 8,8; idem, complesso a valle, livello R (non localizzato), tav. 10,10.
252Anse con sopraelevazione di foggia imprecisabile - Anse verticali a nastro con sopraelevazione di foggia imprecisabile.
253Settore B, ampliamento ’80, str. S 2’, tav. 5,3; idem, str. H, tav. 4,12; settore D, str. 1 A III, tav. 6,5.
254Altri esemplari da Broglio: settore B, str. 3 W non distinto (cfr. Ricerche 1, p. 73, tav. 6,10); sporadici (cfr. Ricerche 1, pp. 76-77, tav. 15,1-4); da Torre del Mordillo, sporadico (cfr. Ricerche 1, p. 157, tav. 39,1).
255Anse a nastro verticale sopraelevato
256Settore B, ampliamento ’80, str. S 2’, tav. 5,467.
257Altri esemplari da Broglio: settore B, str. 2 b W (cfr. Ricerche 1, p. 76, tav. 7,6); idem, str. 2 E, punto n. 10 (cfr. Ricerche 1, p. 75, tav. 9,4).
258Anse a nastro verticale con attacco sull’orlo sporgenti al di sopra di esso - Anse a nastro verticale con attacco superiore in corrispondenza dell’orlo del vaso e sporgenti al di sopra di esso.
259Settore B, trincea ’79, str. 4 inf., tav. 1,1; idem, ampliamento ’80, str. 2-3, rettifica scarpata, tav. 2,3; idem, ampliamento ’80, str. H - 3, rettifica scarpata, tav. 3,3; settore D, str. 1 A III, tav. 6,9; idem, str. 1 B, tav. 6,2.
260Un altro esemplare da Broglio: settore B, str. 4 W (cfr. Ricerche 1, p. 71, tav. 1,3).
261Anse a nastro verticale con attacco sull’orlo non sporgenti al di sopra di esso - Anse a nastro verticale con attacco in corrispondenza dell’orlo del vaso, ma senza sporgere al di sopra di esso.
262Settore B, trincea ’79, str. 4 inf., tav. 1,2.
263Altri esemplari da Broglio: settore B, str. 4 W (cfr. Ricerche 1, p. 71, tav. 2,1); sporadici (cfr. Ricerche 1, p. 76, tav. 16,6; Novità, fig. 2,9).
264Anse a nastro verticale impostate sul corpo - Anse a nastro verticale impostate sul corpo del vaso.
265Settore B, trincea ’79, str. 4 inf., tav. 1,12; idem, ampliamento ’80, str. 2-3, rettifica scarpata, tav. 2,14; idem, ampliamento ’80, str. H - 3, rettifica scarpata, tav. 4,7; idem, ampliamento ’80, str. S 1, tav. 5,10; settore D, segmento 0-2, livello S, tav. 9,8; idem, str. 1 A I, tav. 8,10.
266Un altro esemplare da Broglio, settore B, str. 3 W inf. (cfr. Ricerche 1, p. 72, tav. 5,7).
267Anse a nastro verticale con apici accentuati - Anse a nastro verticale con apici laterali estremamente accentuati.
268Settore B, ampliamento ’80, str. 2-3, rettifica scarpata, tav. 2,15-16.
269Si possono addurre confronti con l’Italia meridionale68.
270Anse a nastro verticale con costolatura mediana69
271Settore B, sporadico, tav. 5,13.
272Un altro esemplare da Broglio, settore B, str. 2b W (cfr. Ricerche 1, p. 74, tav. 7,10).
273Anse a bastoncello verticale - Settore B, ampliamento ’80, str. H - 3, rettifica scarpata, tavv. 3,10; 4,5; idem, ampliamento ’80, str. S 2, tav. 5,5; settore D, segmento 4-6, livello S, tav. 10,3; idem, contatto fra il livello S e lo str. 1, tav. 9,2; idem, str. 1 A I, tav. 8, 1-2, 11.
274Un altro esemplare da Broglio: settore B, str. 2 b W (cfr. Ricerche 1, p. 74, tav. 7,5).
275Anse a maniglia - Anse a maniglia semicircolare, a bastoncello, impostate sul corpo del vaso, in posizione lievemente inclinata.
276Settore B, ampliamento ’80, str. H - 3, rettifica scarpata, tav. 4,6; settore D, contatto fra il livello S e lo str. 1, tav. 9,6; idem, str. 1 A I, tav. 8,12; idem, str. 1 A III, tav. 6,8.
MOTIVI DECORATIVI
277Νastro orizzontale campito da punteggiatura fitta e delineato da linea incisa -
278Settore B, ampliamento ’80, str. H - 3, rettifica scarpata, tav. 4,8.
PIATTELLI
279Piattelli a disco con foro centrale -
280Settore D, segmento 0-2, livello S, tav. 9,10-11.
FUSAIOLA
281Fusaiola discoidale - Fusaiola discoidale a sezione piano - convessa, forse con base incavata.
282Settore B, ampliamento ’80, str. H - 3, rettifica scarpata, tav. 4,9.
283Si può addurre un confronto con l’Italia meridionale70.
FORNELLO
284Fornello
285Frammento di diaframma.
286Settore D, str. 1 B, tav. 6,4.
BRONZO
287Frammento di spillone probabilmente pertinente ad una fibula.
288Settore D, str. 1 A II, tav. 7,7.
Settore Β, trincea ’79, strato 4 inferiore
289Tav. 1,1. Frammento di tazza monoansata a corpo rotondeggiante con lieve sinuosità, orlo non svasato, parete rientrante, punto di massima espansione in basso. Ansa a nastro verticale impostata sull’orlo. Impasto bruno-grigiastro con inclusi, superficie bruno-grigiastra, grezza.
290Tav. 1,2. Frammento di tazza monoansata a corpo con sinuosità appena accennata e pareti inclinate verso l’esterno. Ansa a nastro verticale impostata sull’orlo. Impasto brunastro con inclusi, superficie brunastra, lisciata.
291Tav. 1,3. Frammento di olla ad imboccatura stretta ed orlo leggermente svasato, corpo probabilmente da globulare ad ovoide. Impasto bruno nerastro con inclusi, superficie bruno-nerastra, lucidata.
292Tav. 1,4. Frammento di olla ad orlo imbutiforme, spigolo interno, corpo molto schiacciato, probabilmente quasi biconvesso. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie bruno-nerastra, lisciata.
293Tav. 1,5. Frammento di olla ad orlo imbutiforme, spigolo interno, corpo molto schiacciato, probabilmente quasi biconvesso. Impasto bruno con inclusi, superficie bruno-nerastra, lisciata.
294Tav. 1,7. Frammento di dolio con corpo ovoide ο biconico, parete alquanto rientrante, labbro con profilo lievemente concavo esternamente e convesso internamente, arrotondato. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie esterna bruna, interna nerastra, lisciata.
295Tav. 1,9. Frammento di olla ad alto collo cilindrico non distinto, orlo diritto; cordone orizzontale con impressioni digitali alla base del collo. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie bruno-nerastra, lisciata.
296Tav. 1,6. Frammento di manico a nastro (forato?) con apici ad orecchietta. Impasto bruno-grigiastro con inclusi, superficie bruna, lucidata.
297Tav. 1,10. Frammento di manico a nastro (forato?) con margini rialzati ed apici ad orecchietta. Impasto grigiastro con inclusi, superficie bruna scura, lucidata.
298Tav. 1,11. Frammento di appendice plastica cilindrica con base obliqua, pertinente ad un’ansa verticale con sopraelevazione “a corna di lumaca”, o, più probabilmente, ad un’ansa a maniglia rettangolare con apofisi laterali “a corna di lumaca”. Impasto brunastro con inclusi, superficie bruna, lisciata.
299Tav. 1,12. Frammento con ansa a nastro verticale impostata sul corpo del vaso. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie bruna a chiazze nerastre, lisciata.
300Tav. 1,8. Frammento di ansa a nastro verticale. Impasto nerastro con inclusi, superficie nera, lucidata.
Settore B, trincea ’79, strato 3 e inferiore
301Tav. 1,13. Frammento di scodellone di forma tronco-conica, con pareti rettilinee, molto fortemente inclinate verso l’esterno e profilo interno convesso; cordone orizzontale con impressioni digitali posto al di sotto dell’orlo. Impasto bruno-rossiccio (nucleo nero) con inclusi, superficie bruno-rossiccia, lisciata.
Settore Β, ampliamento ’80, strato 4, rettifica scarpata
302Tav. 1,14. Frammento di tazza monoansata a corpo rotondeggiante con lieve sinuosità, orlo leggermente svasato, parete rientrante, leggermente convessa, punto di massima espansione in basso. Ansa a nastro verticale impostata sull’orlo. Impasto bruno con inclusi, superficie bruno-rosata, grezza.
303Tav. 1,15. Frammento di tazza monoansata a corpo rotondeggiante con lieve sinuosità, orlo leggermente svasato, parete rientrante, leggermente convessa, punto di massima espansione mediano. Ansa a nastro verticale impostata sull’orlo. Impasto nerastro con inclusi, superficie esterna bruna, interna nera, lisciata.
304Tav. 2,1. Frammento di grossa olla con corpo ovoide ed orlo rientrante, con labbro appiattito e marcato internamente da uno spigolo. Impasto bruno scuro con numerosi inclusi, superficie bruna scura, malamente lisciata.
305Tav. 2,2. Frammento di olla con corpo globulare ed orlo rientrante, con labbro arrotondato. Impasto grigiastro (nucleo) con inclusi, superficie esterna bruno-grigiastra, lisciata, interna rosata, grezza.
Settore Β, ampliamento ’80, strati 2 - 3, rettifica scarpata
306Tav. 2,3. Frammento di ciotola monoansata con orlo quasi a tesa a spigolo interno, vasca a calotta. Ansa a nastro verticale impostata sull’orlo. Impasto bruno-grigiastro con inclusi, superficie bruno-grigiastra, lisciata.
307Tav. 2,4. Frammento di olla con orlo fortemente svasato. Impasto grigiastro (nucleo) e brunastro con inclusi, superficie bruna, lisciata.
308Tav. 2,5. Frammento di olla ad orlo imbutiforme, spigolo interno, corpo molto schiacciato, probabilmente quasi biconvesso. Impasto grigiastro con inclusi, superficie bruno-grigiastra chiara, lisciata.
309Tav. 2,6. Frammento di olla ad orlo imbutiforme, spigolo interno, collo forse troncoconico. Impasto bruno, superficie bruna chiara, lucidata.
310Tav. 2,7. Frammento di grossa olla con corpo globulare ο biconico, parete alquanto rientrante, labbro con profilo lievemente concavo esternamente e convesso internamente; cordone orizzontale liscio al di sotto dell’orlo. Impasto bruno con inclusi, superficie bruna, lisciata.
311Tav. 2,8. Frammento di vaso con collo distinto cilindrico ed orlo svasato a spigolo interno. Impasto bruno-grigiastro con inclusi, superficie lisciata internamente bruno-grigiastra, esterna nerastra.
312Tav. 2,9. Frammento di manico a nastro con margini rilevati e tre fori triangolari. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie nera, lucidata.
313Tav. 2,10. Frammento di manico a nastro (forato?) con margini rilevati ed apici ad orecchietta. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie bruno-nerastra, lucidata.
314Tav. 2,11. Frammento di manico a nastro (forato?) con margini rilevati ed apici ad orecchietta. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie bruno-nerastra, lucidata.
315Tav. 2,12. Frammento di manico a nastro (forato?) con margini rilevati ed apici ad orecchietta. Impasto bruno-grigiastro con inclusi, superficie bruno-grigiastra, lucidata.
316Tav. 2,13. Frammento di manico a nastro (forato?) con margini rilevati ed apici ad orecchietta. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie bruno-nerastra, lucidata.
317Tav. 2,14. Frammento con ansa a nastro verticale impostata sul corpo del vaso. Impasto bruno-grigiastro con inclusi, superficie bruno-grigiastra, lisciata.
318Tav. 2,15. Frammento di ansa a nastro verticale con apici laterali estremamente accentuati. Impasto bruno-grigiastro con inclusi, superficie bruno-grigiastra, lisciata.
319Tav. 2,16. Frammento di ansa a nastro verticale con apici laterali estremamente accentuati. Impasto bruno-grigiastro con inclusi, superficie bruna a chiazze nerastre, lisciata.
Settore Β, ampliamento ’80, strati H-3, rettifica scarpata
320Tav. 3,1. Frammento di scodellone di forma tronco-conica, con pareti rettilinee, molto fortemente inclinate verso l’esterno, a profilo interno convesso; cordone orizzontale con impressioni digitali al di sotto dell’orlo. Impasto nerastro (nucleo) e bruno-rossiccio con inclusi, superficie lisciata, esterna bruna, interna rossiccia.
321Tav. 3,2. Frammento di scodella ad orlo lievemente rientrante con cordone orizzontale liscio fortemente prominente al di sotto dell’orlo. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie bruno-nerastra, lisciata.
322Tav. 3,3. Frammento di ciotola con orlo svasato obliquo a spigolo interno; vasca arrotondata e compressa, profonda. Ansa a nastro verticale impostata sull’orlo. Impasto nerastro con inclusi, superficie bruno-nerastra, lisciata.
323Tav. 3,4. Frammento di ciotola con orlo svasato obliquo e spigolo interno, vasca arrotondata. Impasto nerastro con inclusi, superficie nerastra, lisciata.
324Tav. 3,5. Frammento di ciotola con orlo svasato obliquo e spigolo interno, vasca arrotondata. Impasto bruno con inclusi, superficie bruna, lisciata.
325Tav. 3,6. Frammento di ciotola con orlo svasato obliquo e spigolo interno, vasca arrotondata. Impasto nerastro con inclusi, superficie nerastra, lisciata.
326Tav. 3,7. Frammento di ciotola carenata ad orlo distinto, parete rettilinea inclinata all’interno, carena abbastanza alta, diametro all’orlo inferiore a quello della carena. Impasto nerastro con inclusi, superficie nera, lisciata.
327Tav. 3,8. Frammento di ciotola carenata a gola con convessità al di sopra della carena. Carena bassa, diametro all’orlo lievemente inferiore a quello della carena. Impasto nero con inclusi, superficie nera, lucidata.
328Tav. 3,9. Frammento di ciotola carenata con parete concava, non a gola; carena media, diametro all’orlo superiore a quello della carena. Impasto nerastro con inclusi, superficie nerastra, lucidata.
329Tav. 3,10. Frammento di ciotola carenata con orlo pressoché verticale e parete con concavità appena sensibile, carena bassa, diametro dell’orlo e della carena pressappoco eguali. Attacco di ansa a bastoncello verticale sopraelevata impostata sull’orlo. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie esterna nerastra, interna bruna, lisciata.
330Tav. 3,11. Frammento di olla ad imboccatura stretta ed orlo leggermente svasato, corpo probabilmente da globulare ad ovoide. Impasto nerastro (nucleo) e bruno con inclusi, superficie bruna scura, lisciata.
331Tav. 3,12. Frammento di olla ad imboccatura stretta, orlo leggermente svasato e labbro appiattito, corpo probabilmente ovoide. Impasto bruno-rossiccio con inclusi anche grossi, superficie bruno - rossiccia, lisciata.
332Tav. 3,13. Frammento di olla ad imboccatura stretta, orlo leggermente svasato e labbro appiattito, corpo probabilmente da globulare ad ovoide. Impasto grigiastro con inclusi, superficie grigiastra, lisciata.
333Tav. 3,14. Frammento di dolio con parte superiore del corpo tronco-conica, con labbro leggermente prominente ed appiattito. Impasto nerastro e bruno con inclusi, superficie lisciata, esterna nerastra, interna bruna.
334Tav. 3,15. Frammento di olla con collo cilindrico, non distinto, orlo lievemente svasato. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie bruno-nerastra, lisciata.
335Tav. 4,1. Frammento di grossa olla con alto collo pressochè cilindrico non distinto, orlo diritto. Presa a bugna, impostata obliquamente alla base del collo, da cui parte un cordone orizzontale liscio. Impasto nerastro (nucleo) e bruno con inclusi, superficie lisciata, esterna bruna, interna bruno-nerastra.
336Tav. 4,2. Frammento di grossa olla con alto collo pressoché cilindrico, non distinto, orlo diritto; cordone orizzontale liscio alla base del collo. Impasto bruno con inclusi, superficie bruna, lisciata.
337Tav. 4,3. Frammento di dolio a collo basso pressoché cilindrico, non distinto, orlo diritto. Impasto nerastro grossolano con inclusi, superficie bruno-grigiastra, lisciata.
338Tav. 4,4. Frammento di manico a nastro (forato?) con margini rialzati. Impasto nerastro con inclusi, superficie bruna scura, lisciata.
339Tav. 4,7. Frammento con ansa a nastro verticale impostata sul corpo del vaso. Impasto nerastro (nucleo) e bruno con inclusi, superficie bruno-grigiastra, lisciata.
340Tav. 4,6. Frammento con ansa a maniglia semicircolare, a bastoncello, impostata sul corpo di grande vaso, in posizione lievemente inclinata. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie malamente lisciata, esterna bruna, interna nerastra.
341Tav. 4,5. Frammento di probabile ansa a bastoncello verticale sopraelevato, impostata sull’orlo in modo fortemente asimmetrico. Impasto nerastro con inclusi, superficie nerastra, lisciata.
342Tav. 4,8. Frammento di vaso probabilmente con carena, decorato con un nastro orizzontale campito da punteggiatura fitta e delimitato da linea incisa. Impasto nerastro con inclusi, superficie nerastra, lisciata.
343Tav. 4,9. Frammento di fusaiola discoidale a sezione piano - convessa, forse con base incavata. Impasto nerastro con inclusi, superficie rossiccia, grezza.
344Tav. 4,10. Corpo vertebrale di pesce con foro a sezione triangolare praticato sulla circonferenza, probabilmente parte di un oggetto d’ornamento.
Settore B, ampliamento ’80, strati S - 4, rettifica scarpata
345Tav. 4,11. Frammento di piccola presa a linguetta trilobata, presumibilmente impostata sull’orlo del vaso. Impasto nerastro con inclusi, superficie bruna, lisciata.
Settore B, ampliamento ’80, strato H
346Tav. 4,12. Frammento di ansa con sopraelevazione plastica cornuta ο “a corna di lumaca”. Impasto nerastro con inclusi, superficie bruno-nerastra, lucidata.
Settore B, ampliamento ’80, strato S2’
347Tav. 4,13. Frammento di vaso situliforme con listello interno e decorazione a fila di bugnette. Impasto bruno-rossiccio con inclusi, superficie bruno-rossiccia, lisciata.
348Tav. 4,14. Frammento di manico a nastro con foro triangolare, con margini rilevati. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie bruno-nerastra, lisciata.
349Tav. 5,1. Frammento di appendice plastica lobata, pertinente forse ad un’ansa con sopraelevazione di foggia imprecisabile, forse ad un’ansa con corna schiacciate sul piano trasversale ed espanse a ventola. Impasto nerastro con inclusi, superficie bruno-nerastra, lucidata.
350Tav. 5,2. Frammento di appendice plastica lobata, pertinente forse ad un’ansa con sopraelevazione di foggia imprecisabile, forse ad un’ansa con corna schiacciate sul piano trasversale ed espanse a ventola. Impasto nerastro con inclusi, superficie bruno-nerastra, lucidata.
351Tav. 5,3. Frammento di ansa verticale a nastro con sopraelevazione plastica di foggia imprecisabile. Impasto bruno-rossiccio (nucleo nerastro) con inclusi, superficie bruno-rossiccia, lisciata.
352Tav. 5,4. Frammento di ansa a nastro verticale sopraelevata. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie bruno-nerastra, lisciata.
Settore B, ampliamento ’80, strato S2
353Tav. 5,5. Frammento di ciotola carenata con concavità della parete formante vera e propria gola, carena media, diametro all’orlo superiore a quello della carena. Attacco di ansa a bastoncello sulla carena. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie bruno-nerastra, lisciata.
354Tav. 5,6. Frammento di ciotola carenata con concavità della parete formante una gola accentuata, carena media, diametro all’orlo superiore a quello della carena. Impasto nerastro con inclusi, superficie nerastra, lisciata.
Settore B, ampliamento ’80, strato S1
355Tav. 5,7. Frammento di ciotola carenata con parete lievemente concava, carena media, diametro all’orlo superiore a quello della carena. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie bruno-nerastra, lisciata.
356Tav. 5,8. Frammento di ciotola carenata con parete concava, carena media, diametro all’orlo superiore a quello della carena; carena arrotondata. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie bruno-nerastra, lisciata.
357Tav. 5,9. Frammento di ansa con sopraelevazione a T. Appendici laterali allungate, non espanse. Impasto nerastro con inclusi, superficie bruno-giallastra, lisciata.
358Tav. 5,10. Frammento con ansa a nastro verticale impostata sul corpo del vaso. Impasto nerastro con inclusi anche grossi, superficie bruno-nerastra, lisciata.
Settore B, sporadici
359Tav. 5,11. Frammento di ansa a nastro verticale, forse pertinente ad una ciotola con orlo svasato ed obliquo a spigolo interno, con vasca arrotondata e compressa. Impasto bruno, nucleo nerastro con inclusi, superficie bruna e grigiastra, lisciata.
360Tav. 5,12. Frammento di appendice di ansa a corna di lumaca. Impasto bruno-grigiastro con inclusi, superficie nerastra, lucidata.
361Tav. 5,13. Frammento di ansa a nastro verticale con costolatura mediana. Impasto bruno-grigiastro con inclusi, superficie bruno-grigiastra, lucidata.
Sporadico 1980
362Tav. 5,14. Frammento di manico a nastro (forato?) con margini rilevati ed apici espansi. Impasto bruno-grigiastro con inclusi, superficie bruno-grigiastra, lucidata.
Sporadici 1978
363Tav. 5,15. Frammento di ciotola carenata con orlo pressoché verticale e parete con concavità appena sensibile, carena bassa; diametro dell’orlo e della carena pressappoco eguali. Impasto bruno con inclusi, superficie bruna, lisciata.
364Tav. 5,16. Frammento di tazza probabilmente monoansata a corpo rotondeggiante con lieve sinuosità, orlo leggermente svasato, parete rientrante, punto di massima espansione in basso. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie interna nerastra, esterna bruna scura, lisciata.
365Tav. 5,17. Frammento di grossa olla con parte superiore del corpo tronco-conica con labbro leggermente prominente ed appiattito. Impasto nerastro con inclusi, superficie nerastra, lisciata.
Settore D, strato 1Β
366Tav. 6,1. Frammento di ciotola carenata ad orlo distinto, a spigolo interno, parete rettilinea lievemente inclinata verso l’interno; carena bassa, diametro all’orlo superiore a quello della carena. Impasto grigio con inclusi, superficie nera molto ben lucidata.
367Tav. 6,2. Frammento di boccale con corpo a botticella, orlo lievemente rientrante e cordone orizzontale con impressioni digitali al di sotto di esso. Ansa a nastro verticale con attacco sull’orlo e sporgente al di sopra di esso. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie bruno-nerastra, lisciata.
368Tav. 6,3. Frammento di fondo piatto relativo ad un vaso con parete inferiore tronco-conica, a profilo lievemente concavo. Impasto nerastro con inclusi, superficie nera, esterna lucidata, interna lisciata.
369Tav. 6,4. Frammento di diaframma di fornello. Impasto bruno (nucleo nerastro) con inclusi, superficie esterna bruna chiara.
Settore D, strato 1 A III
370Tav. 6,5. Frammento di ciotola carenata ad orlo distinto, parete rettilinea, pressoché verticale, ispessita in corrispondenza dell’attacco della carena; carena bassa, diametro all’orlo superiore a quello della carena. Ansa a nastro verticale con sopraelevazione plastica di foggia imprecisabile. Impasto nero con inclusi, superficie nera, lucidata.
371Tav. 6,7. Frammento di ciotola carenata con concavità della parete formante vera e propria gola, carena media, diametro all’orlo superiore a quello della carena. Impasto nerastro con inclusi, superficie bruna scura, lucidata.
372Tav. 6,6. Frammento di grossa olla con corpo globulare ed orlo rientrante, con labbro appiattito e marcato internamente da uno spigolo; cordone orizzontale con impressioni digitali al di sotto dell’orlo. Impasto nerastro (nucleo) e bruno con inclusi, superficie lisciata, esternamente bruna scura, internamente bruno-rossiccia.
373Tav. 6,9. Frammento con ansa a nastro verticale con attacco superiore in corrispondenza dell’orlo del vaso e sporgente al di sopra di esso. Impasto bruno-nerastro con molti inclusi anche grossi, superficie bruno-rossiccia a chiazze nerastre, lisciata.
374Tav. 6,8. Frammento di parete di grosso vaso di forma biconica con ansa a maniglia semicircolare, a bastoncello, impostata sul corpo, in posizione lievemente inclinata. Impasto bruno-grigiastro con inclusi, superficie bruna a chiazze nerastre, lisciata.
Settore D, strato 1 A II
375Tav. 7,1. Frammento di scodellone di forma tronco-conica, basso, a pareti rettilinee inclinate verso l’esterno. Impasto brunastro con inclusi, superficie brunastra, lisciata.
376Tav. 7,2. Frammento di scodellone di forma tronco-conica, con pareti rettilinee, molto fortemente inclinate verso l’esterno e profilo interno convesso; cordone orizzontale liscio al di sotto dell’orlo. Impasto bruno con inclusi, superficie bruna, appena lisciata.
377Tav. 7,3. Frammento di ciotola carenata con parete concava, non a gola; orlo a spigolo interno. Carena media, diametro all’orlo superiore a quello della carena. Impasto grigiastro con inclusi, superficie nera e grigio-bruna molto ben lucidata.
378Tav. 7,4. Frammento di ciotola carenata con parete concava e gola; carena alta, diametro all’orlo superiore a quello della carena. Impasto nerastro con inclusi, superficie nera, lucidata molto bene.
379Tav. 7,5. Frammento di ciotola carenata con parete concava, carena alta, diametro della carena superiore a quello all’orlo. Impasto nerastro con inclusi, superficie nera, lisciata.
380Tav. 7,8. Frammento di grossa olla con alto collo pressoché cilindrico, non distinto, orlo lievemente svasato; corpo probabilmente a botte. Impasto bruno-grigiastro con inclusi, superficie bruna scura, lisciata.
381Tav. 7,6. Frammento di parete di vaso con un cordone con impressioni digitali orizzontale da cui se ne diparte, verso il basso, un altro verticale. Impasto brunastro con inclusi, superficie bruno-rossiccia, lucidata esternamente, lisciata internamente.
382Tav. 7,7. Frammento di spillone di bronzo probabilmente pertinente ad una fibula.
Settore D, strato 1 A I
383Tav. 7,9. Frammento di scodellone di forma tronco-conica con pareti rettilinee lievemente inclinate verso l’esterno; cordone orizzontale con impressioni digitali al di sotto dell’orlo. Impasto bruno-grigiastro con inclusi, superficie bruno-grigiastra, lisciata.
384Tav. 7,10. Frammento di ciotola con accenno di labbro distinto, leggermente svasato, a spigolo interno; vasca poco profonda, a calotta. Impasto grigiastro con inclusi, superficie nera, lisciata.
385Tav. 7, 11. Frammento di ciotola con orlo svasato a profilo lievemente concavo, raccordato da una convessità (con leggero accenno di carena) alla vasca poco profonda, a calotta. Impasto grigio-nerastro con inclusi, superficie nera molto ben lucidata.
386Tav. 7,13. Frammento di ciotola con orlo appena svasato a profilo lievemente concavo, raccordato da una convessità (con leggero accenno di carena) alla vasca poco profonda, a calotta, con attacco di ansa con sopraelevazione a nastro. Impasto bruno-grigiastro con inclusi, superficie nera, lucidata.
387Tav. 7,12. Frammento di ciotola con orlo svasato, fortemente ispessito internamente in corrispondenza dell’attacco della vasca; vasca non molto profonda, con profilo ad s. Impasto nerastro con inclusi, superficie nera, lucidata.
388Tav. 7,14. Frammento di ciotola con orlo svasato, fortemente ispessito internamente in corrispondenza dell’attacco della vasca; vasca non molto profonda, con profilo ad S e lieve accenno di carena. Impasto nerastro con inclusi, superficie nera molto ben lucidata.
389Tav. 8,1. Frammento di ciotola carenata con concavità della parete formante vera e propria gola, carena media, diametro all’orlo superiore a quello della carena; attacco di ansa a bastoncello verticale sopraelevata impostata sull’orlo. Impasto nerastro con inclusi, superficie nera molto ben lucidata.
390Tav. 8,2. Frammento di ciotola carenata con parete concava, non a gola; carena media, diametro all’orlo superiore a quello della carena; attacco di ansa a bastoncello verticale sopraelevata impostata sull’orlo. Fondo ombelicato. Impasto grigiastro con inclusi, superficie esterna bruno-nerastra, lucidata, interna nera molto ben lucidata.
391Tav. 8,3. Frammento di ciotola carenata con parete concava; orlo a spigolo interno, carena media, diametro all’orlo superiore a quello della carena. Impasto grigiastro con inclusi, superficie nerastra, lucidata.
392Tav. 8,4. Frammento di ciotola carenata con parete concava, a gola; carena alta, diametro all’orlo superiore a quello della carena. Impasto nerastro con inclusi, superficie bruno-rossastra a chiazze nerastre, lucidata.
393Tav. 8,5. Frammento di olla a breve colletto esternamente non nettamente distinto, corpo di forma globulare schiacciata. Impasto nerastro con inclusi, superficie nera, lucidata.
394Tav. 8,6. Frammento di olla a breve colletto esternamente non nettamente distinto, corpo di forma globulare schiacciata. Impasto grigiastro con inclusi, superficie nera molto ben lucidata.
395Tav. 8,7. Frammento di olla con orlo svasato. Impasto grigiastro con inclusi, superficie bruna e nera, lucidata.
396Tav. 8,9. Frammento di dolio con orlo rientrante e svasatura appena accennata, corpo probabilmente a botte, biansato; cordone orizzontale con impressioni digitali al di sotto dell’orlo. Impasto nerastro (nucleo) e bruno-rossiccio con inclusi, superficie bruno-rossiccia, lisciata.
397Tav. 8,8. Frammento di ansa cornuta. Impasto bruno-grigiastro con inclusi, superficie nera molto ben lucidata.
398Tav. 8,10. Frammento con ansa a nastro verticale impostata sul corpo del vaso. Impasto bruno-grigiastro con inclusi, superficie bruno-grigiastra, lisciata.
399Tav. 8,11. Frammento di ansa a bastoncello verticale. Impasto nerastro con inclusi, superficie nera molto ben lucidata.
400Tav. 8,12. Frammento con ansa a maniglia semicircolare, a bastoncello, impostata in posizione lievemente inclinata sul corpo del vaso. Impasto brunastro con inclusi, superficie bruna, lisciata.
401Tav. 8,13. Frammento di grosso peso, forse da telaio. Impasto bruno-grigiastro, estremamente grossolano, a scaglie con inclusi, superficie bruna chiara, grezza.
Settore D, contatto fra il livello S e lo strato 1
402Tav. 9,1. Frammento di ciotola carenata ad orlo distinto, parete rettilinea, pressoché verticale, carena bassa; diametro all’orlo superiore a quello della carena. Impasto nerastro con inclusi, superficie bruna a chiazze nerastre, lucidata.
403Tav. 9,2. Frammento di ciotola carenata con alta parete concava, carena molto bassa, con orlo il cui diametro sembra superiore a quello della carena. Attacco di ansa a bastoncello verticale sulla carena. Impasto nerastro con inclusi, superficie nerastra lucidata, quasi tutta abrasa.
404Tav. 9,3. Frammento di olla con corpo globulare ed orlo rientrante, con labbro arrotondato; cordone orizzontale a tacche al di sotto dell’orlo. Impasto nerastro con inclusi, superficie bruna, lisciata.
405Tav. 9,4. Frammento di olla con corpo a botticella, con orlo rientrante; decorata da un cordone plastico liscio realizzante un motivo angolare, probabilmente sul tipo del meandro. Impasto bruno-grigiastro con inclusi grossi, superficie nera, lucidata.
406Tav. 9,5. Frammento di grossa olla a collo basso pressoché cilindrico, non distinto, orlo diritto. Impasto bruno-grigiastro con inclusi, superficie bruno-rossiccia, lisciata.
407Tav. 9,6. Frammento con ansa a maniglia semicircolare, a bastoncello. Impasto bruno-grigiastro con inclusi, superficie bruna scura, lisciata.
Settore D, segmento 0-2, livello S
408Tav. 9,7. Frammento di ciotola con accenno di labbro distinto, leggermente svasato, a spigolo interno; vasca poco profonda, a calotta. Impasto brunastro con inclusi, superficie bruno-nerastra, lucidata.
409Tav. 9,9. Frammento di ciotola carenata ad orlo svasato, ma non nettamente distinto; parete quasi rettilinea lievemente inclinata verso l’esterno, carena bassa e poco accentuata; diametro all’orlo superiore a quello della carena. Impasto nerastro con inclusi, superficie nera molto ben lucidata.
410Tav. 9,8. Frammento con ansa a nastro verticale impostata sul corpo del vaso. Impasto bruno-grigiastro con inclusi, superficie bruno-grigiastra, lisciata.
411Tav. 9,11. Frammento di piattello a disco con foro centrale contornato da profonda solcatura, con sporgenza verso l’interno. Impasto grigiastro con inclusi, superficie bruna scura, lucidata.
412Taν. 9,10. Frammento di piattello a disco con foro centrale e inizio di sporgenza (piede?). Impasto grigio-nerastro con inclusi, anche grossi, superficie bruno-nerastra, lucidata.
Settore D, segmento 2-4, livello S
413Tav. 9,12. Frammento di scodella ad orlo rientrante e labbro appiattito, con presa a bugna al di sotto dell’orlo. Impasto nero (nucleo) e rossiccio con inclusi, superficie rossiccia, malamente lucidata.
414Tav. 9,13. Frammento di ansa con sopraelevazione plastica probabilmente cornuta, con bugna nel centro. Impasto grigiastro con inclusi, superficie bruno-nerastra, lucidata.
Settore D, segmento 4-6, livello S
415Tav. 10,1. Frammento di ciotola carenata ad orlo svasato, ma non nettamente distinto; parete quasi rettilinea lievemente inclinata verso l’esterno, carena bassa e poco accentuata; diametro all’orlo superiore a quello della carena. Impasto bruno-grigiastro con inclusi. superficie bruna e nera, lucidata.
416Tav. 10,2. Frammento di scodellone di forma tronco-conica con orlo leggermente svasato; cordone orizzontale con impressioni digitali al di sotto dell’orlo. Impasto nerastro (nucleo) e bruno-rossiccio, superficie bruno-rossiccia, lisciata.
417Tav. 10,3. Frammento di orlo con attacco di ansa a bastoncello verticale con rostro interno. Impasto bruno con inclusi, superficie bruno-rossiccia, lucidata.
Settore D, segmento 6-8, livello S
418Tav. 10,4. Frammento di ciotola carenata con parete concava, non a gola; carena media, diametro all’orlo superiore a quello della carena. Impasto bruno-grigiastro con inclusi, superficie bruno-grigiastra, lisciata.
Settore D, segmento 8 - 10, livello S
419Tav. 10,5. Frammento di ciotola carenata con orlo svasato, fortemente ispessito internamente in corrispondenza dell’attacco della parete; carena bassa e poco accentuata. Impasto grigio con inclusi, superficie grigia, lisciata.
420Tav. 10,6. Frammento di olla ad orlo rientrante sottolineato da una lieve resega alla base; corpo probabilmente a botte. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie bruno-nerastra, lisciata.
421Tav. 10,7. Frammento di dolio con labbro leggermente prominente e parte superiore del corpo a pareti ricurve, decorata con un cordone orizzontale a ditate. Impasto bruno-grigiastro con inclusi grossi, superficie brunastra, lisciata.
422Tav. 10,8. Frammento di ansa cornuta. Impasto grigiastro con inclusi, superficie bruno-rossiccia, lisciata.
423Tav. 10,9. Frammento di ansa a nastro verticale. Impasto grigio con inclusi, superficie da grigia a bruna chiara, lucidata.
Settore D, complesso a valle, livello R (non localizzato)
424Tav. 10,10. Frammento di appendice di ansa cornuta. Impasto nerastro con inclusi, superficie nera molto ben lucidata.
Settore D, complesso a valle, livello R
425Tav. 10,11. Vaso frammentario con collo distinto, cilindrico; corpo biconico con spigolo vivo; reca le tracce di un’ansa a nastro verticale impostata sulla parte bassa della spalla, immediatamente al di sopra dello spigolo, sul quale, dalla parte opposta, è impostata una presa a bugna. Frammento con ansa e frammento con presa non ricongiungibili tra loro. Impasto nerastro con inclusi, superficie esterna bruna e nerastra, lisciata, interna nerastra, lisciata.
Settore D, complesso a valle, livello S o R
426Tav. 10,12. Frammento di scodella a labbro appiattito e con rientranza appena sensibile, marcato da un lieve spigolo. Impasto bruno con inclusi anche grossi, superficie bruna chiara, lisciata.
427La seconda campagna di scavo, effettuata sulla collina di Broglio di Trebisacce nell’estate 1980, ha contribuito notevolmente ad accrescere la conoscenza del repertorio di forme vascolari del Bronzo medio e recente di questo insediamento. Ciò ha permesso di approfondire la classificazione tipologica, consentendo di ampliare e, in taluni punti, di precisare, il quadro delle forme ceramiche già descritto per la campagna di scavo 197971, talora portando a concentrare varie fogge in un più ristretto numero di tipi.
428Lo studio della distribuzione geografica dei tipi e delle fogge ceramiche della media età del bronzo individuate sembrerebbe indicare l’esistenza di un’articolazione in gruppi locali72 nell’ambito della cultura appenninica dell’area ionica, fra cui in particolare un gruppo compreso fra il fiume Agri ed il limite meridionale della pianura di Sibari, la cui individuazione è stata proposta da G. Bergonzi ed A. Cardarelli73.
429I caratteri di questo gruppo appaiono più spiccati negli insediamenti di Broglio di Trebisacce, Rosa Russa, s. Maria d’Anglona. Il ricorrere di alcuni tipi e fogge ceramiche74 in tutti e tre ο in almeno due di questi complessi può essere considerato un indizio in questo senso.
430L’approfondimento dello scavo nel settore Β fino al raggiungimento del terreno vergine non ha portato alla scoperta di quei materiali caratteristici del “protoappenninico B” che sono stati invece rinvenuti in insediamenti della costa ionica pugliese. Pur tuttavia, per ciò che concerne le fasi più antiche dell’insediamento, vi sono vari indizi che inducono ad ipotizzarne la collocazione in un momento particolarmente antico nell’ambito della media età del bronzo.
431Fra questi elementi potrebbe considerarsi la presenza, proprio nello strato 4 inf. del settore Β, di un frammento che, qualora sia corretta l’attribuzione ad un’ansa a maniglia con apofisi laterali «a corna di lumaca» (tav. 1,11), troverebbe confronti con una foggia, presente fra l’altro nella Grotta del Farneto presso Bologna, facente parte di una famiglia tipologica alla quale in Emilia si ha ragione di attribuire una forte arcaicità nell’ambito del Bronzo medio. È interessante rilevare come elementi tipici della facies del Farneto e del “protoappenninico B” si trovino in associazione tra loro in alcuni siti del Lazio che sembrano precedenti all’appenninico propriamente detto75.
432Una forte arcaicità è inoltre possibile ipotizzare, sulla base dei confronti esterni, per altri tipi e fogge rinvenuti negli strati più profondi del settore B. È questo il caso delle ciotole con orlo ad imbuto e vasca arrotondata76, della ciotola carenata a parete convessa77, delle anse a nastro con apici accentuati inquadrate nella foggia D 11 di G. Bergonzi - A. Cardarelli78, della versione A dei vasi a collo distinto79.
433Una determinazione cronologica delle fogge e dei tipi proposti è stata possibile soltanto in misura parziale, e non sistematica e globale, a causa della collocazione stratigrafica incerta in cui sono stati rinvenuti molti dei reperti in esame.
434Molte delle forme ceramiche sembrerebbero perdurare per un lasso di tempo considerevolmente ampio, attestando un uso che, stando all’attuale documentazione, abbraccerebbe sia la media età del bronzo che la recente. Non è tuttavia improbabile che in futuro l’acquisizione di nuovi elementi consenta, almeno in taluni casi, di operare una più sottile distinzione, anche a livello cronologico.
435Sembrerebbero propri, a Broglio, della media età del bronzo, prescindendo da quelle forme probabilmente arcaiche di cui si è discusso già sopra, alcuni tipi alquanto caratteristici, quali le ciotole con orlo ad imbuto e vasca profonda, le tre varietà che sono state distinte per le tazze a profilo lievemente sinuoso, vari manici a nastro forato con margini rialzati.
436Per ciò che concerne invece i materiali tipici del Bronzo recente, va premesso che la maggioranza di essi proviene dal settore D, dove, peraltro, pare prevalgano forme proprie della ceramica fine, soprattutto ciotole carenate, che rappresentano un’alta percentuale dei pezzi in esame80.
437Caratteristiche sembrano essere, fra le ciotole carenate, quelle ad orlo svasato con parete inclinata all’esterno, quelle a parete concava con diametro massimo all’orlo e carena media, quelle a parete concava con diametro massimo all’orlo e carena alta, quelle a parete concava con diametro massimo alla carena. A1tre forme proprie di questa fase paiono essere le ciotole con profilo a S, le olle con accenno di colletto, quelle a botticella ad orlo rientrante, i vasi situliformi a listello interno decorati a bugnette, nonché le varie anse con sopraelevazione plastica.
438Nell’ambito dell’evoluzione delle forme ceramiche può essere interessante notare come anche a Broglio si possa assistere al fenomeno, già noto in insediamenti pugliesi81, dello sviluppo degli apici nell’ansa a nastro apicata. Ciò appare evidente confrontando gli esemplari provenienti da strati profondi del settore Β82 con altri sempre dello stesso settore, ma da strati superiori, “subappenninici”83, in cui gli apici presentano un netto allungamento, così da conferire all’ansa quella plasticità che è caratteristica del gusto formale di questa fase cronologica.
439Fra i pezzi infine che meritano, per la loro problematicità, una particolare menzione, è il frammento di ansa a Τ rinvenuta nel settore B, ampliamento ’80, fra i materiali dello strato S 1 (tav. 5,9). Essa richiama, per somiglianza, esemplari provenienti da due aree entrambe alquanto distanti dall’insediamento in esame.
440Quest’ansa potrebbe essere messa in relazione con la famiglia tipologica delle anse a Τ dell’Italia del Nord, e particolarmente con quelle rinvenute nell’insediamento del Lago di Ledro, che sono però legate ad un orizzonte particolarmente antico nell’ambito del Bronzo medio. Inoltre, a differenza dell’ansa di Broglio, negli esemplari settentrionali il braccio verticale della Τ non è un appendice plastica, ma forma un tutt’uno con l’ansa vera e propria.
441Si potrebbe forse ipotizzare che nel nostro caso ci si trovi di fronte all’evoluzione meridionale di una forma originaria dell’Italia del Nord.
442Tuttavia il frammento in questione presenta anche delle affinità con un’altra foggia di anse a T, benché anch’esse alquanto diverse, quelle proprie della cultura maltese di Borg’in - Nadur, cultura parzialmente parallelizzabile con il subappenninico italiano a cui, probabilmente, quest’ansa va ascritta.
443È opportuno tuttavia ricordare che la facies maltese cui queste anse a Τ, ο almeno una parte di esse, vanno ascritte, potrebbe anche non essere quella classica di Borg’in - Nadur, ma quella più avanzata dell’abitato di Bahrija, parallelizzabile quest’ultima con il nostro Bronzo finale84.
444Al di fuori dell’ambito maltese, frammenti di anse a Τ di tipo Borg’in - Nadur sono note, come importazioni, a Thapsos85.
445Purtroppo la giacitura stratigrafica, comunque troppo alta, dell’esemplare di Broglio non permette di fare affermazioni intorno al rapporto cronologico fra la versione calabrese e quella maltese di questa foggia. [CG]
2.3. Due produzioni dell’artigianato specializzato: la ceramica grigia e i dolii cordonatiii
446Tra i materiali della campagna di scavo 1979 a Broglio di Trebisacce sono state individuate due produzioni ceramiche che, per le loro caratteristiche, si discostano sia dalla comune ceramica di impasto, sia da quella propriamente micenea. Si tratta di grandi contenitori, generalmente di ceramica relativamente depurata e ben cotta, con aggiunta di inclusi solitamente a scaglie e con cordoni ο fasce lisce ο scanalate, e di una ceramica fine, tornita, di colore grigio, generalmente ingubbiata, già conosciuta in Italia meridionale e nota nella letteratura come “ceramica monocroma al tornio” ο “minia”86.
447La problematica relativa allo studio di queste produzioni, nel panorama dell’età del bronzo media e tarda del meridione della penisola italiana, è stata già trattata nello studio relativo alla prima campagna di scavo del 197987. In questa sede, perciò, ne riassumiamo solamente i tratti fondamentali.
448L’interesse per le produzioni artigianali specializzate dipende dall’importanza che queste assumono nella divisione del lavoro e nell’organizzazione socio-economica. Se un determinato numero di individui si dedica alla fabbricazione di prodotti artigianali specializzati e trae sostentamento, in tutto ο in parte, da queste attività, anziché direttamente dalla produzione primaria, la presenza di artigianato specializzato potrà essere considerata come una variabile sociale, e quindi essere utilizzata anche per deduzioni generali sulla struttura della società.
449In Italia meridionale, durante la tarda età del bronzo, si conoscono, oltre alla produzione metallurgica, varie produzioni ceramiche considerate specializzate. Ad esempio la ceramica protogeometrica japigia dell’età del bronzo finale, i vasi con decorazione dipinta, simile a quella del protogeometrico japigio, dagli strati dell’Ausonio I di Lipari, la ceramica al tornio, ricollegabile in parte a forme micenee, dell’orizzonte più antico di Pantalica88.
450A queste evidenze si aggiunge l’ipotesi di produzioni di ceramica di imitazione micenea, avanzata a suo tempo dal Taylour e ripresa da Lucia Vagnetti89.
451L’esistenza in questo periodo di ceramiche specializzate ο di produzioni locali di imitazione in Italia meridionale può far pensare a tale possibilità anche per la ceramica grigia e per i dolii di ceramica relativamente depurata, entrambi comunque evidentemente dipendenti da modelli egei.
452Finora la ceramica grigia è stata considerata una ceramica di importazione, in qualche modo legata alla produzione di ceramica “minia” della Grecia e della Troade90, oppure una produzione locale influenzata largamente da modelli egei91.
453In mancanza di analisi fisiche e mineralogiche delle ceramiche, la notevole quantità di frammenti recuperati durante le campagne di scavo 1979 e 1980 sembrerebbe rappresentare il principale, certo tenue, indizio a favore di questa seconda ipotesi.
454Sembra invece estremamente probabile che venissero prodotti localmente a Broglio i dolii di grandi dimensioni, la cui funzione, analogamente a quanto avviene nell’Egeo a partire dalla antica età del bronzo, doveva essere quella di contenitori standardizzati per l’immagazzinamento di derrate su larga scala. Ciò sembra verosimile, non solo per le loro proporzioni e funzioni, ma anche perché in una località relativamente vicina come Torre del Mordillo dolii analoghi hanno inclusi di tipo differente da quelli più comuni a Broglio.
455La distribuzione geografica della ceramica grigia per ora è praticamente limitata al golfo di Taranto (Porto Perone - Satyrion, Scoglio del Tonno, Torre Castelluccia) e a Broglio (fig. 11). A1 di fuori di quest’area soltanto a Lipari sarebbe presente un’olletta attribuita con sicurezza a questa classe di ceramica grigia92.
456Mentre a Broglio la ceramica grigia è, almeno finora, più numerosa di quella micenea, a Porto Perone e Satyrion (gli unici siti del golfo di Taranto le cui edizioni permettono di impostare il discorso in termini quantitativi) le proporzioni fra ceramica grigia e micenea sembrano rovesciate.
457Dal punto di vista cronologico, se si prescinde dalla presenza di pochi frammenti nello strato “e” di Porto Perone, strato databile ad un momento relativamente antico nell’ambito della media età del bronzo “appenninica”, la produzione di ceramica grigia in Italia è documentata in contesti inquadrabili tra un momento, forse avanzato, della media età del bronzo e un momento arcaico dell’età del bronzo finale, cioè in un lasso di tempo che corrisponde all’incirca al Tardo Elladico III. Mentre a Broglio la ceramica grigia è documentata soprattutto negli strati riferibili al Bronzo medio e/o recente, oppure esclusivamente a quest’ultimo93, a Porto Perone-Satyrion sarebbe presente soprattutto in livelli del bronzo recente-finale, associata con ceramica del Miceneo III C early e in misura minore del Miceneo III Β nel primo sito94, con ceramica del Miceneo III C nel secondo95.
458Sia dal punto di vista della distribuzione geografica della ceramica grigia che da quello cronologico saranno molto importanti i risultati dello scavo in località Termitito, presso Metaponto, quindi a metà sulla costa ionica tra il golfo di Taranto e Broglio, dove tuttavia finora, almeno nei livelli superiori, con ceramica protogeometrica japigia e abbondante ceramica micenea, la ceramica grigia sarebbe assente96.
459Le forme di ceramica grigia attestate a Broglio, come pure quelle note da Porto Perone-Satyrion e Scoglio del Tonno, sono soprattutto tazze, scodelle, boccali, coppe, mentre in minor misura sono presenti a Broglio larghi bacini ed anche forme chiuse a collo stretto ο cilindrico: si tratta di vasi per bere, mescere ο contenere. Le forme di ceramica grigia sembrerebbero avere soprattutto il carattere di elementi di servizi da tavola ο da banchetto, analogamente a quanto è stato osservato per la ceramica micenea trovata a Lipari97. Questi servizi dovevano rappresentare, nella società dell’Italia meridionale di quel periodo, un bene di lusso, e il loro possesso probabilmente aveva il significato di “status symbol”. Finora, tra l’altro, questa ceramica è attestata in abitati di dimensioni relativamente grandi e con caratteristiche topografiche e strategiche particolari, tutti in diretta connessione con la costa. Pur tenendo conto del fatto che finora in questa area “siti minori” della età del bronzo media e tarda sono noti in misura molto scarsa e praticamente solo attraverso raccolte di superficie, è possibile pensare, a prescindere dal problema del luogo di produzione e da quello inerente la circolazione interna, ad un qualche tipo di rapporto tra prodotti artigianali specializzati ed abitati che potrebbero aver avuto carattere di siti egemoni, con strutture e gerarchie sociali più complesse.
460Per quel che riguarda i dolii, i dati della campagna 1979 a Broglio, integrati da quelli relativi al vicino sito di Torre del Mordillo, avevano permesso di concludere che questa produzione era documentata con certezza nel bronzo finale e nella prima età del ferro, mentre rimaneva incerto se il suo inizio potesse risalire già al bronzo recente, in quanto un solo largo frammento di buona fattura era appoggiato sopra il piano dello strato 2E, complesso riferibile al bronzo recente98. Per quanto riguarda invece la distribuzione geografica, almeno un frammento pertinente con ogni probabilità ad un dolio simile a quelli attestati a Broglio proviene da un livello del Bronzo finale di Porto Perone99. Anche per i dolii sembrerebbe dunque ripetersi, almeno alla luce delle conoscenze attuali, probabilmente molto lacunose per quel che riguarda questa particolare produzione, una distribuzione analoga a quella della ceramica grigia, che interessa cioè la costa settentrionale ionica della Calabria (Broglio, Torre del Mordillo) e il golfo di Taranto (Porto Perone). E, almeno finora, i dolii sembrerebbero attestati in siti con caratteristiche analoghe a quelli in cui è presente la ceramica grigia e nei quali è documentata anche numerosa ceramica micenea.
461La campagna di scavo del 1980 ha interessato un nuovo settore (D) ad ovest del precedente settore B, nonché il completamento e l’ampliamento parziale di quest’ultimo100.
462Dall’ampliamento del settore Β provengono: un frammento di ceramica grigia dalla rettifica della scarpata in corrispondenza degli strati H-3 (cat. n. 42, tav. 17,7) e due frammenti sporadici (cat. nn. 43, 44, tav. 17,8,9). Nel nuovo settore D, invece, è stata rinvenuta una gran quantità di ceramica grigia (cat. nn. 1-41, tavv. 11-16; 17,1-6); buona parte del riempimento era sconvolto dai lavori agricoli e poggiava direttamente sul vergine, invece nella parte “a monte” è stato possibile osservare una stratificazione “in situ” (strati 1A, 1B) che copriva un “battuto”101.
463Dalla superficie che, come si è visto, in gran parte del settore è a diretto contatto con il terreno sterile, provengono 23 dei frammenti di ceramica grigia catalogati, tuttavia tre di essi (cat. nn. 21, 22, 23, tav. 14,3,5,6), tutti provenienti dalle suddivisioni 0-6 della superficie, sono ricongiungibili (o pertinenti allo stesso vaso) a frammenti provenienti dagli strati 1A e 1B. Da questi provengono 23 dei frammenti catalogati, 14 dai tre tagli dello strato 1A e 9 dallo strato 1B. Si devono aggiungere poi i frammenti, per lo più indeterminabili, non descritti analiticamente nel catalogo, 14 dallo strato 1A e 15 dallo strato 1B. In due casi sono ricongiungibili anche frammenti provenienti dal III taglio dello strato 1A e dallo strato 1B (cat. nn. 22,35, tavv. 14,5; 16,5). In totale dal settore D provengono più di 90 fra forme ricostruibili e frammenti.
464È probabile che in futuro l’ampliamento di questo settore permetterà di capire meglio la stratificazione e la funzione del complesso individuato. Nello stesso tempo sarà possibile usufruire di un maggior numero di informazioni, ricostruire in misura più ampia le forme di ceramica grigia ed avere dunque a disposizione una più ampia e dettagliata tipologia. Tuttavia la quantità e la qualità dei dati permettono egualmente di controllare parte delle osservazioni fatte per la campagna 1979 e allo stesso tempo di compierne delle nuove, rimandando ai prossimi lavori, presumibilmente basati su di una documentazione più ampia, una trattazione più sistematica della problematica relativa.
465La suddivisione in quattro classi ceramiche (A1, A2, A3, A4) della ceramica grigia effettuata nello studio del 1979 sulla base di osservazioni macroscopiche dell’argilla e della ingubbiatura, pur rimanendo una classificazione del tutto provvisoria102 è sembrata nella sostanza utilizzabile anche per la ceramica raccolta nella campagna 1980, a parte il fatto che la classe A3, già precedentemente definita come molto simile alla classe A1, non sembra essere documentata.
466Per quel che riguarda la tipologia delle forme di ceramica grigia, già si è detto che, fondamentalmente, accanto ad un numero ristretto di forme chiuse atte a contenere probabilmente liquidi, la maggior parte della ceramica grigia è pertinente a forme aperte, verosimilmente da tavola (tazze, scodelle, boccali etc.) e a piccole ollette.
467La quantità relativamente notevole di forme recuperate nello scavo del settore D permette, soprattutto per alcune classi, di intravvedere una maggior articolazione tipologica.
468Le tazze ο ciotole carenate, ad esempio, sono le classi più rappresentate a Broglio ed in generale nell’ambito della ceramica grigia presente in Italia (Porto Perone - Satyrion, Scoglio del Tonno)103: si può perciò tentare di darne una prima classificazione.
Tazza carenata con orlo svasato, parete lievemente concava, vasca bassa ed arrotondata; diametro all’orlo superiore a quello alla carena. Diam. alla carena cm. 12,5. Cat. n. 36, tav. 17,1
Tazza carenata con parete diritta ο lievemente concava e vasca bassa ed arrotondata. Diam. alla carena compreso fra i 15 ed i 16 centimetri. Cat. nn. 1, 37, tavv. 11,1; 17,2
Tazza carenata con corpo biconico ed ansa a nastro impostata verosimilmente dalla carena all’orlo. Diam. alla carena compreso fra i 10 e i 13 centimentri. Ricerche 1, settore B, str. 1/2W, tav. 17,10 e spor., tav. 18,2
Tazza carenata con orlo distinto e svasato, parete diritta ο troncoconica, vasca troncoconica piuttosto profonda. Diam. alla carena compreso fra i 19 ed i 22,5 centimetri. Cat. nn. 27, 29, 30, tavv. 15,4,2; 16,3. Forse pertinenti a questo tipo sono anche le tazze da Satyrion strato «f» (Satyrion fig. 15,1,8). È da notare che il frammento cat. n. 27 presenta lievissime costolature al di sotto della carena, probabilmente dovute alla lavorazione al tornio.
Tazza carenata con orlo generalmente ispessito e sagomato, parete concava, carena sottolineata da uno spigolo, vasca arrotondata; in alcuni casi con alta ansa a nastro, sopraelevata e impostata dall’orlo alla carena. Diam. alla carena compreso fra i 18 ed i 22,5 centimetri. Ricerche 1, settore B, str. 3W sup., tav. 17,2,4; cat. n. 3, tav. 11,2; Scoglio del Tonno104. Si avvicinano a questo gruppo le tazze carenate cat. nn. 7,44, tavv. 12,3; 17,8. Forse appartiene a questo tipo anche la tazza carenata da Satyrion strato «f», con ansa sopraelevata a doppio bastoncello (Satyrion, fig. 15,10).
Tazza ο ciotola carenata con orlo svasato, parete concava e vasca arrotondata non molto profonda. Diam. alla carena compreso fra i 25 ed i 29 centimetri. Cat. n. 2, tav. 11,4; Porto Perone, dal pavimento della capanna “a” e dalla base dello strato “a” (Porto Perone, fig. 48,5-6; Satyrion, fig. 15,5-6).
Τazza carenata con orlo distinto e svasato parete diritta ο troncoconica, vasca troncoconica profonda, fondo piano. Diam. alla carena compreso fra 21,5 e 28 centimetri. Cat. nn. 24,4, tavv. 14,7; 11,3.
469Le tazze e le ciotole carenate di Broglio sembrano caratterizzarsi, oltre che per la loro forma, anche per le dimensioni, e quindi in senso lato, per le loro funzioni. Sono riconoscibili tre raggruppamenti. Il primo comprende tazze carenate il cui diametro può variare fra i 12,5 ed i 16 centimetri; nell’ambito del servizio la funzione delle forme più basse era probabilmente di scodelline ο tazze-attingitoio, mentre le forme profonde saranno servite come tazze per bere.
470Un altro gruppo è composto da tazze carenate con diametro alla carena compreso fra i 18 e i 22,5 centimetri, la cui funzione nell’ambito del servizio poteva essere quella di grandi recipienti per bere.
471L’ultimo gruppo è costituito da tazze ο ciotole il cui diametro alla carena è compreso fra i 21,5 ed i 29 centimetri. Si tratta probabilmente di recipienti atti a contenere cibi ο liquidi, ma verosimilmente non tali da essere usati per bere.
472Perciò si potrebbe pensare che nell’ambito della composizione del servizio esista un sia pur lato rapporto fra funzione, forma del vaso ed una qualche unità di misura. Ovviamente questa ipotesi andrebbe verificata su un campione qualitativamente e quantitativamente più cospicuo ed esteso anche ad altre forme di ceramica grigia.
473Il vasellame da tavola comprende, oltre a quelle carenate, tutta una serie di altre forme. Le scodelle sono ad orlo rientrante (Ricerche 1, tav. 18,1; Satyrion fig. 15,4) ο diritto (Ricerche 1, tav. 17,6,8). Vi sono anche tre frammenti pertinenti con verosimiglianza a scodelline ο piattelli con orli distinti svasati ο a tesa (cat. nn. 10,38, tavv. 12,6; 17,6).
474Sono presenti inoltre due piccole tazze ο coppe fra loro simili (cat. nn. 22,23, tav. 14,5,6) con orlo ispessito e sagomato, lievemente svasato, parete diritta ο leggermente convessa, bassa vasca con fondo distinto e rientrante; una tazza profonda a corpo arrotondato con accenno di collo cilindrico ed orlo sagomato (cat. n. 6, tav. 12,2). Un’altra tazza ancora, proveniente dallo scavo del 1979, ha l’orlo distinto e svasato, il collo cilindrico leggermente rigonfio, spalla e corpo arrotondati (Ricerche 1, tav. 17,11).
475Sono attestate pure coppette ο scodelline grosso modo imbutiformi, di cui una presenta una serie di tre scanalature al di sotto dell’orlo (Ricerche 1, tav. 17,1; cat. n. 42, tav. 17,7).
476Un frammento di orlo sagomato su cui è impostata una ansa verticale a bastoncello (cat. n. 9, tav. 12,5), è probabilmente attribuibile ad un boccale con corpo a clessidra.
477Altre forme aperte, con diametro all’imboccatura compreso fra i 22 ed i 28 centimetri, possono essere considerate scodelloni ο bacini (cat. nn. 39, 11, 12, tavv. 17,3; 13,1,3). Il loro uso doveva essere quello di contenitori, con funzioni forse analoghe a quelle delle tazze ο ciotole carenate di maggiori dimensioni.
478Vi sono poi alcuni frammenti di orli svasati che potrebbero appartenere a forme aperte, ma che per ora non è possibile attribuire a forme determinate con un buon grado di approssimazione.
479Le forme chiuse rappresentano percentualmente solo una piccola parte delle forme riconoscibili di ceramica grigia.
480Alcuni esemplari con collo distinto, concavo ο troncoconico, sono presumibilmente anfore ο brocche (Ricerche 1, tav. 17,3 e tav. 19), altri due, sempre con collo distinto, ma molto più largo e grosso modo cilindrico, appartengono a dei vasi di grosse dimensioni (cat. nn. 18,35, tavv. 13,7; 16,5). Di altre forme chiuse rimane solo parte del corpo con anse a maniglia semicircolari. Uno è pertinente probabilmente ad un olla, forse piriforme, con l’ansa impostata quasi verticalmente sulla spalla verosimilmente in prossimità del collo (cat. n. 25, tav. 15,1), mentre l’altro, appartenente ad un vaso di dimensioni maggiori, ha l’ansa con foro verticale di sospensione, impostata sul punto di massima espansione del corpo (Ricerche 1, tav. 18,8). Vi sono poi olle con orlo svasato e collo troncoconico (Ricerche 1, tav. 18,4,7) ed olle con imboccatura più larga ed orlo ispessito e sagomato (Ricerche 1, tavv. 17,12 e 18,3). Queste limitate osservazioni, che andranno rianalizzate ed ampliate, permettono comunque già di intravvedere un panorama tipologico abbastanza articolato.
481Come si è già notato, alcune forme di ceramica grigia sono tipologicamente vicine a certi tipi della ceramica di impasto dell’Italia meridionale, soprattutto per quel che riguarda la produzione del Bronzo recente. Si è visto che la forma più comune nella ceramica grigia trovata a Broglio e negli abitati del Golfo di Taranto è la tazza ο la ciotola carenata; il che è anche vero per la ceramica di impasto, almeno per quel che riguarda il vasellame più propriamente da tavola. Inoltre alcuni dei tipi di tazze carenate in ceramica grigia si possono confrontare con analoghi esemplari di impasto, documentati anche nell’ambito dello stesso abitato di Broglio. Tra questi i frammenti di piccole tazze carenate con vasca bassa cat. n. 36 (tav. 17,1), dallo strato 1B del settore D105 e cat. nn. 1,37 (tavv. 11,1; 17,2) dalla superficie e dallo strato 1B106; le tazze con parete diritta ο troncoconica e vasca troncoconica profonda cat. nn. 27,29, 30 (tavv. 15,4,2; 16,3) dallo strato 1Α II ed 1A III107. Anche le tazze di maggiori dimensioni cat. nn. 4,24 (tav. 11,3; 14,7) dallo strato 1A I e dalla superficie del settore D, possono essere avvicinate ad esemplari analoghi di impasto provenienti dallo strato 2E del settore Β di Broglio campagna 1979108.
482I confronti con i materiali di impasto non si limitano solo alle forme carenate, ad esempio lo scodellone cat. n. 11 (tav. 13,1) può essere assimilato tipologicamente ad un frammento di impasto proveniente dalla superficie del settore D109 e ad una forma simile dall’Ausonio I di Lipari110 accostabile anche per le dimensioni.
483Com’è noto ceramica grigia al tornio definita “minia” è presente sulla terraferma greca in complessi d’abitato e in tombe databili al Tardo Elladico111. I pochi frammenti, spesso associati con mattpainted ware, trovati in alcuni complessi di abitato di età tardo elladica sono stati talvolta considerati estranei al contesto e attribuiti al Medio Elladico.
484A proposito di alcuni complessi di abitato, ad es. Prosymna, oltre che per alcuni esemplari presenti in tombe che contengono anche ο esclusivamente materiali tardoelladici, è stato notato che le forme della ceramica “minia” non sono più quelle tipiche del medio elladico, bensì molto vicine a forme del Miceneo III A. Benché non si abbiano dati precisi, il fenomeno sembrerebbe quantitativamente modesto: e forse andrebbe posto il problema, riesaminando direttamente parte dei materiali, se e in quali casi si debba pensare effettivamente ad una fattura locale di questi vasi.
485La ceramica grezza micenea, com’è noto, in passato è stata in genere trascurata nella letteratura. Quella del negozio del vasaio di Zygouries, che, secondo Wardle, sarebbe stato distrutto all’inizio del Miceneo III Β1, è descritta dal Blegen come “grey, greenish or buff in color”, accuratamente ingubbiata e levigata, ma anche gli esemplari “grigi” sono distinti dalla ceramica “minia”, pure presente nell’abitato e attribuita ad età medio elladica. A1cuni anni dopo lo stesso autore descrive come “minia” la ceramica grigia presente nelle tombe di Prosymna insieme a materiali tardo elladici, però allo stesso tempo nota che sia l’aspetto che le forme sono cambiati rispetto a quelli della produzione medio elladica: in sostanza non si tratterebbe che di una variante grigia della ceramica micenea non decorata.
486Almeno a Micene, la ceramica grezza non dipinta del Miceneo III Β e C sarebbe ceramica opaca color camoscio112 ο quasi bianca con sfumature verdoline113.
487Anche nelle isole ionie sono stati trovati vari esemplari di ceramica “minia”, provenienti da tombe a Cefalonia114 e da livelli d’abitato ad Itaca115. I materiali di Cefalonia sono per ora noti in modo molto sommario e pubblicati solo parzialmente; sono documentate tazze carenate e anse a nastro, di cui manca però la riproduzione grafica116. Ad Itaca 90 frammenti di ceramica “minia” sono stati trovati dall’Heurtley a Pelikata, in un sito con materiali datati dall’antico al tardo elladico. L’autore considera i frammenti “minii” medio elladici, pur sottolineando che un gruppo di una ventina di frammenti era associato con materiali tardo elladici. Oltre ad una coppa su piede scanalato sono presenti tazze carenate e a corpo arrotondato, talvolta con ansa a nastro e/o decorazione a spirali incise, nel loro complesso molto diverse dalle forme conosciute in Italia eccetto forse nel caso di una tazza carenata117.
488Frammenti di ceramica “minia” non meglio descritti proverebbero anche dalla vicina grotta presso Polis, dove la maggior parte dei materiali apparterrebbe al Tardo Elladico118. Sempre a Itaca, a Tris Lagadas nell’edificio TL, scavato negli anni 1937-38, ceramica micenea attribuita prevalentemente al Miceneo III A, in misura minore al Miceno III B, era associata con pochi frammenti di mattpainted ware e di ceramica minia, che le autrici definiscono “di tipo medioelladico” ma considerano contemporanee delle produzioni micenee. I frammenti “minii” comprendono orli di tazza, di scodella ο di olla, per lo più a corpo arrotondato; forme carenate sembrano assenti119.
489Anche ad Itaca quindi ceramica grigia “minia” al tornio sarebbe presente in contesti tardo elladici. Particolarmente interessanti sono i dati sopra citati forniti dallo Heurtley circa la presenza di un gruppetto di 20 frammenti in un livello con materiali tardo elladici.
490Tuttavia anche se si ammette, come pensano la Benton e la Waterhouse, che questa ceramica sia effettivamente contemporanea della ceramica micenea dei periodi IIIA e IIIB, la quantità documentata è troppo esigua per poter pensare per quest’epoca ad una produzione locale che potesse venir esportata.
491Al di fuori della Grecia e delle isole Ionie, produzioni di ceramica “grigia” sono conosciute anche durante la tarda età del bronzo. Il caso meglio noto è quello di Troia, dove ceramica grigia ingubbiata definita “minia”, ma che spesso imita forme micenee, è prodotta anche durante tutto il tardo elladico.
492È già stato notato che forme presenti a Broglio sono confrontabili con forme analoghe da Troia120: va tenuto però presente che queste a loro volta spesso imitano ο sono accostabili a forme micenee.
493Forme carenate, tra cui tazze, tazze biansate e ciotole, sono comuni nella produzione ceramica di Troia anche durante i periodi “VI late” e “VII”; spesso hanno un fondo distinto e talvolta un piede, caratteristica quest’ultima che finora non sembra attestata in nessuna delle forme di ceramica grigia in Italia. Senza dubbio le forme carenate di Troia “VI late” e “VII” presentano analogie con quelle di Broglio e del golfo di Taranto121, tuttavia è difficile per ora stabilire se e fino a che punto queste somiglianze possano esser interpretate come la testimonianza di un qualche tipo di contatto fra le due aree.
494Nella ceramica grigia dell’Italia meridionale mancano per ora alcune delle caratteristiche peculiari della ceramica minia di Troia. Ad esempio non sono attestate in Italia le anse a maniglia semicircolare impostate quasi verticalmente sull’orlo, che appaiono su tazze biansate, in coppia ο assieme ad un’ansa a bastoncello verticale sopraelevata con cornetti laterali alla sommità122, del tipo presente anche in Italia ma non in ceramica grigia e in questa associazione, che il Trump ha chiamato ansa a cornetti “di tipo Troiano”123.
495Forme carenate sono documentate anche nell’ambito della ceramica micenea del Tardo Elladico, ma quelle attribuibili al Miceneo III A-B sono per la maggior parte kylikes124 ο scodelle125. Vere e proprie tazze carenate monoansate, in genere monocrome, sembrerebbero presenti soltanto in un momento successivo, durante il Miceneo III C126, e non sono conosciute nei più noti contesti attribuiti al Miceneo III B. Forse però non è da escludere del tutto la possibilità di un inizio di questa produzione ancora nell’ambito del Miceneo III B, data la posizione stratigrafica di queste tazze, subito al di sopra di livelli del Miceneo III B, a Lefkandi127 e nel ‘Causeway Deposit’ a Micene128.
496Questo tipo di tazze carenate è sembrato estraneo al patrimonio tipologico miceneo agli scavatori di Lefkandi, i quali hanno ipotizzato che gli esemplari torniti monocromi imitassero tazze ingubbiate e non lavorate al tornio presenti negli stessi livelli. Le tazze di Lefkandi sono state confrontate con un esemplare di impasto da Porto Perone129, ma sono accostabili anche ad una tazza di ceramica grigia, pure da Porto Perone, che non trova confronti convincenti a Broglio, proveniente dalla base dello strato “a” e associata a ceramica del Miceneo III C130.
497A questo parallelo con la tarda età del bronzo italiana sono stati contrapposti altri confronti con la “knobbed ware” di Troia VII b131. Gli accostamenti a materiali troiani ed italiani sono stati criticati da alcuni autori132 e volutamente ignorati da altri133, ma, se forse non è possibile indicare, almeno per ora, un luogo specifico di provenienza, le tazze carenate e, più in generale, la ceramica fatta a mano presente in contesti micenei, soprattutto del periodo III C, vanno certo considerate un ulteriore elemento della fitta rete di scambi “commerciali” e “culturali” che caratterizzano il 13° e il 12° secolo nel Mediterraneo134.
498Le tazze a corpo arrotondato trovano confronti abbastanza puntuali sia nell’ambito della ceramica micenea del Tardo Elladico che nell’ambito della produzione di ceramica minia di Troia. Il frammento cat. n. 6 (tav. 12,2) è pertinente ad una tazza profonda a corpo arrotondato ο anche ad una tazza-cratere, forme frequenti soprattutto durante il Mic. III Β e C135, e accostabile alla forma Furumark 214136 del Mic. III Β ο anche alla forma Furumark 284, datata dal Mic. III A2 al Mic. III C early137, cui sono assimilati alcuni esemplari di ceramica locale da Troia “VI late” e “VII a-b1”138.
499Le tazzette cat. nn. 22 (tav. 14,5)139 e 23 (tav. 14,6) sembrano vicine tipologicamente alla forma Furumark 220 medium e 232 del Mic. III Β140. Il boccale con corpo a clessidra cat. n. 9 (tav. 12,5) è confrontabile con la forma A88 di Troia “VII a”141, assimilabile alla forma Furumark 228 del Mic. III Β142.
500Le scodelline ο piattelli cat. nn. 10, 38 (tavv. 12,6; 17,6) possono essere avvicinate a tutta una serie di scodelle con orlo distinto fortemente svasato ο a tesa, documentate a Troia “VI late” e “VII”143. Anche lo scodellone cat. n. 39 (tav. 17,3) è confrontabile con un analogo esemplare da Troia “VI late”144.
501Tra le forme chiuse il frammento cat. n. 25 (tav. 15,1), con ansa a maniglia orizzontale impostata obliquamente sulla spalla, potrebbe essere avvicinato alle olle provenienti da Troia “VI late” e “VII a”145, peraltro confrontabili con forme del Mic. III A2-Β146.
502A Troia “VI late”, come è noto, oltre a numerosi vasi micenei (circa 30 vasi e 1000 frammenti) sono presenti forme in ceramica minia ο “tan” e in ceramica locale dipinta che imitano forme e motivi decorativi micenei. Nella maggior parte dei casi sia la ceramica micenea che le forme di imitazione sono databili al Mic. III A e, in misura minore, al Mic. III Β147.
503A Troia “VII a” la maggior parte della ceramica micenea è databile al Mic. III B, anche se sono ancora presenti frammenti inquadrabili nel Mic. III A; anche le produzioni ceramiche di imitazione sono confrontabili soprattutto con il patrimonio tipologico del Mic. III Β. A Troia “VII b1” la ceramica micenea è stata datata per lo più al Mic. III C 1, anche se è attestata, in minor quantità, ceramica Mic. III Β148.
504Si è visto che i confronti istituiti per la ceramica grigia di Broglio, campagna 1980, si riferiscono a forme datate nell’ambito di Troia “VI late” e “VII a” e comprese fra il Mic. III A (soprattutto III A2) e III B. In un solo caso (cat. n. 6, tav. 12,2) è stato possibile un raffronto con una forma di lunga durata attestata dal Mic. III A al Mic. III C early, alla quale sono stati riferiti anche esemplari troiani datati tra Troia “VI late” e Troia “VII bl”149.
505Anche i confronti stabiliti per la ceramica grigia della campagna di scavo 1979 si inquadravano soprattutto fra Troia “VI late” e “VII a”150. Tuttavia nel 1979 solo una piccola parte di questa ceramica proveniva dallo scavo. Nello strato 3E, con materiali probabilmente della media età del bronzo151 era presente un frammento forse attribuibile ad una coppa152, mentre altri frammenti classificabili come forme, sono stati trovati negli strati 3W sup. e 2bW, con materiali riferibili sia al Bronzo medio che al Bronzo recente153.
506Nella campagna di scavo 1980 una ventina di frammenti classificabili come forme proviene dagli strati 1Α I-III e 1B, riferibili entrambi al Bronzo recente154. Dallo strato 1A provengono alcuni frammenti di ceramica micenea per i quali è stato possibile proporre una datazione compresa tra il Mic. III A1 e il Mic. III Β155, cronologia che corrisponderebbe, come si è visto, a quella proponibile in generale per la ceramica grigia di Broglio ed in particolare anche per quella proveniente dal settore D, strati subappenninici 1A ed 1B.
507In base però ai dati di Lipari e Porto Perone l’orizzone subappenninico risulta inquadrabile tra il Mic. III Β e il Mic. III C early. A Lipari nei livelli dell’Ausonio I, facies archeologica considerata giunta già formata dal continente, la maggior parte dei frammenti micenei databili sono attribuiti al Mic. III B, anche se sarebbero presenti due frammenti datati rispettivamente al Mic. III A e al Mic. III C156. Invece, fatto che potrebbe apparire singolare, a Porto Perone, il più importante sito del continente con ceramica micenea finora edito, nei livelli subappenninici sono presenti frammenti ceramici assegnati al Mic. III Β e C157.
508Da questo punto di vista, la presenza a Broglio nello strato 1A del settore D di ceramiche grigie e micenee riferibili ad un periodo di tempo che va dal Mic. III A al Mic. III Β potrebbe far ritenere che questo complesso rappresenti un momento antico nell’ambito del bronzo recente, almeno in parte precedente l’Ausonio I di Lipari. Va tenuto presente, però, da un lato che il settore scavato finora è molto limitato, dall’altro, ovviamente, che la ceramica micenea, dato il suo carattere di prodotto di lusso, può esser stata conservata molto più a lungo della ceramica locale d’impasto158.
509Per quel che riguarda l’ipotesi di una produzione locale della ceramica grigia, i materiali della campagna 1980 hanno dato la possibilità di cogliere meglio i rapporti tipologici sia con la ceramica “minia” di Troia “VI late e VII” sia con la ceramica micenea e quella d’impasto. Il dato che potrebbe essere più interessante in questo senso è rappresentato dal fatto che, come si è visto, forme che non sembrerebbero documentate nella ceramica d’impasto (tazze a corpo arrotondato, boccali a clessidra, scodelle con orlo fortemente svasato ο a tesa, olle a collo stretto, a volte con anse a maniglia semicircolare impostate obliquamente sulla spalla) trovano confronti abbastanza puntuali con materiali di Troia ο micenei. Mentre ad esempio le forme carenate, pur essendo tipologicamente vicine a forme attestate a Troia e nel mondo egeo in generale, ma che si discostano da queste per alcuni particolari, trovano i confronti più stringenti nella ceramica locale d’impasto159. Questo fatto potrebbe in qualche modo far ritenere che la ceramica grigia sia prodotta, almeno in parte, localmente; e la quantità stessa di ceramica grigia già trovata a Broglio potrebbe essere interpretata come una conferma.
510Questa evidenza può venir anche interpretata nel senso opposto, pensando cioè ad una imitazione locale di forme in impasto che dovevano avere la stessa funzione delle corrispondenti forme di ceramica grigia, cioè di vasellame da tavola.
511La documentazione per ora disponibile, quindi, non permette ancora di risolvere in modo definitivo il problema dell’esistenza ο meno di una manifattura locale di ceramica grigia. Va tenuto presente però a questo proposito che è stata prospettata la possibilità di imitazioni locali di ceramica dipinta micenea, per cui la campagna di scavo 1980 ha fornito nuove evidenze160.
Settore D
Superficie
5121) Framm. di tazza carenata con parete diritta, vasca bassa ed arrotondata. Ceramica A1. Da 8-10 S, (tav. 11,1)
5132) Framm. di tazza carenata con orlo svasato, alta parete concava, carena accentuata, vasca non molto profonda ed arrotondata; diametro all’orlo leggermente inferiore al diametro alla carena. Ceramica A2. Da 6-8 S (tav. 11,4)
5143) Framm. di tazza carenata con parete concava, carena accentuata con spigolo sottolineato da una lieve solcatura, vasca arrotondata non molto profonda. Ceramica A2. Da 8-10 S (tav. 11,2)
5154) Framm. di tazza carenata con orlo distinto e svasato, parete troncoconica, vasca troncoconica profonda, fondo piano; diametro all’orlo e diametro alla carena pressappoco eguali. Ceramica A1/2. Da 6-8 S, (tav. 11,3)
5165) Framm. di tazza carenata con parete concava, vasca troncoconica non molto profonda. Ceramica A 1. Da 6-8 S,(tav. 12,1)
5176) Framm. di tazza ο tazza-cratere, profonda, con orlo sagomato lievemente svasato, accenno di collo cilindrico non distinto, corpo arrotondato. Ceramica A2. Da 4-6 S, (tav. 12,2)
5187) Framm. di tazza carenata con orlo leggermente svasato ed ispessito, vasca verosimilmente troncoconica; ansa sopraelevata a nastro con margini appena rilevati impostata tra l’orlo e la carena, foro non passante alla base dell’ansa. Ceramica A2 con inclusi. Da 6-8 S, (tav. 12,3)
5198) Framm. di tazzina con parete troncoconica, accenno di carena, vasca poco profonda. Molto fluitata, ceramica non classificabile. Da 6-8 S, (tav. 12,4)
5209) Framm. probabilmente di boccale, con orlo leggermente svasato, corpo verosimilmente a clessidra, ansa a bastoncello verticale impostata sull’orlo. Ceramica A1. Da 6-8 S, (tav. 12,5)
52110) Framm. di scodella ο piattello con orlo fortemente svasato, quasi a tesa, corpo probabilmente troncoconico. Ceramica A2. Da 8-10 S, (tav. 12,6)
52211) Framm. probabilmente di scodellone con orlo distinto e svasato, sottolineato all’esterno da una solcatura, breve parete troncoconica, carena appena accennata, vasca probabilmente troncoconica, profonda. Ceramica A2. Da 8-10 S, (tav. 13,1)
52312) Framm. probabilmente di scodellone ad orlo svasato e leggermente ispessito con spigolo interno, parete troncoconica, accenno di carena. Ceramica A2. Da 0-2 S/1, (tav. 13,3)
52413) Framm. di orlo svasato, probabilmente pertinente ad una piccola olla. Ceramica A2. Da 6-8 S, (tav. 13,5)
52514) Framm. di orlo svasato con spigolo interno, probabilmente pertinente ad una piccola olla. Ceramica A2. Da 0-2 S/1, (tav. 13,4)
52615) Framm. di orlo svasato. Ceramica A4. Da 0-2 S/1, (tav. 13,2)
52716) Framm. di orlo svasato, forse pertinente ad una scodella troncoconica. Ceramica A2. Da 6-8 S, (tav. 13,5)
52817) Framm. di orlo svasato, probabilmente pertinente ad una piccola olla con collo a pareti concave. Ceramica A2. Da 0-2 S/1, (tav. 14,1)
52918) Framm. di vaso di grandi dimensioni con collo cilindrico distinto e spalla arrotondata. Ceramica A1/2. Da 6-8 S (tav. 13,7)
53019) Framm. di fondo piano appena distinto. Ceramica non classificabile, grigio chiaro-celeste. Da 6-8 S, (tav. 14,4)
53120) Framm. di ansa sopraelevata a bastoncello, con sezione circolare. Ceramica A2. Da S/1, (tav. 14,2)
Dalla superficie e dallo strato 1A
53221) Framm. di orlo svasato, forse pertinente ad una scodellina troncoconica. Ceramica A4. Da 4-6 S e 1AIII, (tav. 14,3)
Dalla superficie, dallo strato 1A e dallo strato 1B
53322) Tazza (o coppa) framm. con orlo sagomato, lievemente svasato, parete diritta leggermente convessa, vasca bassa, fondo distinto rientrante. Da un lato l’orlo si ingrossa leggermente e sembra indicare l’esistenza dell’attacco di un’ansa. Ceramica A2. Da 0-2 S/1, 1AIII e 1B, (tav. 14,5)
Dalla superficie e dallo strato 1B
53423) Framm. di tazza (o coppa) con orlo ispessito e sagomato, lievemente svasato, parete diritta, accenno di carena, vasca bassa, fondo distinto rientrante. Ceramica A2. Da 2-4 S e 1B (tav. 14,6)
Dallo strato 1A
53524) Framm. di tazza carenata con orlo distinto e svasato, parete diritta, vasca troncoconica profonda, fondo piano appena distinto; diametro all’orlo leggermente superiore al diametro alla carena. Ceramica A1. Da 1AI, (tav. 14,7)
53625) Framm. probabilmente di olla piriforme, consistente in parte della spalla arrotondata sulla quale è impostata, quasi verticalmente, un’ansa a maniglia semicircolare. Ceramica A2. Da 1 AI, (tav. 15,1)
53726) Framm. di fondo pertinente ad un vaso piano di grandi dimensioni. Ceramica A2, con inclusi non visibili in superficie. Da 1AI, (tav. 15,5)
53827) Framm. di tazza carenata ad orlo svasato con spigolo interno, parete rettilinea, carena accentuata, vasca troncoconica profonda; diametro all’orlo leggermente superiore al diametro alla carena. A1 di sotto della carena serie di leggere concavità oblique simili a costolature ma probabilmente dovute alla lavorazione al tornio del vaso. Ceramica A4. Da 1 AIL Un altro framm. di carena, forse pertinente a questa tazza, da 1AII. (tav. 15,4)
53928) Framm. di tazza carenata con parete diritta, carena sottolineata da una risega, vasca profonda. Ceramica A4. Da 1 AII, (tav. 16,1)
54029) Framm. di tazza carenata con orlo svasato, parete troncoconica. Ceramica A2. Da 1AIII, (tav. 15,2)
54130) Framm. di tazza carenata con orlo distinto e svasato, parete troncoconica lievemente rigonfïa, vasca profonda. Ceramica A2. Da 1AIII, (tav. 16,3)
54231) Framm. di orlo fortemente svasato, quasi a tesa, su collo troncoconico, probabilmente pertinente ad un’olla o ad una tazza alta con collo distinto. Ceramica A1. Da 1AIII, (tav. 15,3)
54332) Framm. di orlo lievemente svasato, forse pertinente ad una piccola olla. Ceramica A1. Da 1AIII, (tav. 15,6)
54433) Framm. di orlo svasato con accenno di spigolo interno, forse pertinente ad una piccola olla. Ceramica A1. Da 1AIII (tav. 15,4)
54534) Framm. di ansa a nastro con sezione subrettangolare. Ceramica A1. Da 1AIII, (tav. 16.2)
Dagli strati 1A e 1B
54635) Framm. di vaso di grandi dimensioni con collo cilindrico distinto lievemente rigonfio. Ceramica A2. Da 1AIII e 1B, (tav. 16,5)
Dallo strato 1B
54736) Framm. di tazza carenata con orlo svasato, parete lievemente concava, vasca bassa ed arrotondata; diametro all’orlo superiore a quello alla carena. Ceramica A1, (tav. 17,1)
54837) Framm. di tazza carenata con parete lievemente concava, vasca bassa e arrotondata. Ceramica A1. A1tri frammenti forse attribuibili, uno da 8-10 s. (tav. 17,2)
54938) Framm. di piccola scodella ο piattello ad orlo fortemente svasato con spigolo interno, corpo probabilmente troncoconico. Ceramica A2, (tav. 17,6)
55039) Framm. di scodellone con orlo sagomato e svasato, profilo ad S, vasca arrotondata. Ceramica A1, (tav. 17,3)
55140) Framm. di ansa a nastro con sezione subrettangolare. Ceramica non classificabile, (tav. 17,5)
55241) Framm. di ansa a nastro con sezione subrettangolare. Ceramica A2 con inclusi, (tav. 17,4)
Altri frammenti dal settore D
553Superficie. Numerosi frammenti tra cui: due frammenti di orletti svasati, ceramica A2; quattro framm. di fondi piani, tra cui uno distinto, di ceramica A2, e due appena sagomati; due framm. di carena, ceramica A1; due framm. di anse a bastoncello, una delle quali è forse di ceramica A2.
554Strato 1A. Tra i framm. di parete framm. di vasi di grandi dimensioni che potrebbero appartenere allo stesso vaso, forse quello cui appartiene anche il fondo cat. n. 26 tav. 15,5; sei framm. di vasi di medie dimensioni, quattro di ceramica A1, il quinto di ceramica A2, il sesto A2 ο A4. Tra i framm. determinabili: due orli svasati, rispettivamente di ceramica A1 e A2, un framm. di fondo piano; quattro framm. di carena, due di ceramica A1, due forse appartenenti allo stesso vaso, di ceramica A4; un framm. di ansa a bastoncello forse di ceramica A2.
555Strato 1B. Nove framm. di parete, tre appartenenti a due vasi di piccole dimensioni, di cui due, pertinenti allo stesso vaso, di ceramica A1; sei appartenenti a vasi di dimensioni medie, di cui quattro, forse appartenenti allo stesso vaso, di ceramica A1 e due di ceramica A2. Inoltre due orletti svasati, l’uno di ceramica A1, l’altro di ceramica A2. Tre framm. di fondi di ceramica A1, l’altro di ceramica A2. Tre framm. di fondi di ceramica A1, due vasi di medie dimensioni, l’uno piano, l’altro con accenno di sagomature, ed il terzo appartenente ad un vaso di piccole dimensioni.
Settore Β
55642) Framm. di piccola coppa ο scodella imbutiforme con orlo leggermente svasato. Tre scanalature orizzontali al di sotto dell’orlo. Ceramica beige-grigia depurata non classificabile. Str. H-3, rettifica scarpata, (tav. 17,7)
55743) Framm. di tazza carenata con orlo svasato ed ingrossato, parete leggermente concava, carena accentuata, vasca verosimilmente non molto profonda. Ceramica A1. Sporadico presso Β (tav. 17,8)
55844) Framm. di tazza carenata con vasca troncoconica, fondo piano. Ceramica A1 con inclusi. Sporadico da Β (tav. 17,9).
559Anche nella campagna di scavo 1980, sono stati recuperati frammenti relativi ad un’altra produzione ceramica specializzata individuata nel 1979, cioè a dolii, grandi contenitori standardizzati, in genere di ceramica relativamente depurata con aggiunta di inclusi161.
560I frammenti di dolio rinvenuti nel 1979 avevano l’orlo appiattito ed ingrossato162 ο a tesa163 più ο meno aggettante, un diametro all’imboccatura compreso fra 26 e 40/50 centimetri, e, almeno in alcuni casi, 3 ο 4 anse verticali impostate tra l’orlo e la spalla164. La forma complessiva, con ogni probabilità, doveva essere più ο meno piriforme od ovoide. Sul corpo erano spesso presenti fasce lisce165 ο tricostolate166, ο anche cordoni lisci167. In un caso era presente un cordone a tacche168, in un altro una coppia di cordoni a fune ritorta169.
561Accanto ad una produzione di ceramica depurata (= classe A) in cui in genere sono stati aggiunti intenzionalmente inclusi a scaglie, si è individuata una produzione in ceramica di impasto, nella quale a volte sono stati aggiunti inclusi dello stesso tipo (= classe B). Anche questi dolii di impasto presentano le tipiche fasce tricostolate caratteristiche di molti dei frammenti di ceramica depurata170. Entrambe queste produzioni sono state ulteriormente suddivise in base alle caratteristiche dell’argilla e degli inclusi e al trattamento della superficie: questa classificazione preliminare è stata utilizzata anche per la descrizione dei dolii della campagna 1980171.
562Tra questi sono documentati un orlo ingrossato ed appiattito (tav. 19,4) ed orli a tesa (tavv. 20,10; 21,1; 22,6,8) analoghi a quelli rinvenuti nel 1979. Vi sono però anche un orlo rientrante, molto ingrossato e leggermente appiattito nella parte superiore (tav. 19,2), e due orli svasati di vasi di grandi dimensioni in ceramica depurata con aggiunta di inclusi, la cui appartenenza a questa classe di dolii non è del tutto certa (tavv. 20,6; 21,2). Uno di questi due orli presenta, sulla faccia interna, una decorazione a fila di scanalature (tav. 21,2). Tra le decorazioni plastiche sono attestate anche qui alte fasce lisce, presenti però soprattutto nei dolii provenienti dal settore D (tavv. 18,1-4; 19,1; 20,1), ma realizzate in modo non uniforme: in qualche caso sono appiattite, in altri hanno i margini alquanto rilevati. L’unico frammento con fascia liscia proveniente dall’ampliamento del settore Β (tav. 21,3) ha i margini rilevati e la parte centrale leggermente rigonfia.
563Sono presenti anche fasce tricostolate (tavv. 20,7; 22,5,7), in un caso su un frammento di impasto (tav. 20,2), cordoni lisci (tav. 19,3; 20,4,5), cordoni lisci a sezione grosso modo subtriangolare, da soli (tav. 20,3) ο in coppia (tav. 22,9) e cordoni con file di tacche (tav. 22,1,2). Per la prima volta compaiono, al di sotto degli orli, fasci di tre larghe scalanature (tavv. 19,2; 21,1) e fasce orizzontali dipinte in nero ο in rosso (tavv. 20,10; 22,8). Anche tra i materiali del 1980 vi sono anse verticali (tav. 22,2,3,4) tra cui un esemplare di impasto (tav. 22,3), ed un altro a sezione rettangolare con tre costolature verticali decorate a tacche sulla faccia esterna (tav. 22,2).
564I diametri, ricostruiti, dell’imboccatura, sembrerebbero compresi all’incirca tra i 30 e i 50 cm., simili perciò alle misure dei dolii del 1979. Due fondi distinti (tav. 20,8,9) potrebbero appartenere a dolii di piccole dimensioni, mentre per quel che riguarda la forma generale non si hanno dati nuovi.
565I frammenti di dolii provenienti dallo scavo del 1979 si trovano soprattutto nei livelli superiori del settore B, con materiali riferibili prevalentemente od esclusivamente al bronzo finale e all’età del ferro. Soltanto un frammento con fascia tricostolata poggiava sul piano 2E del bronzo recente172.
566La posizione stratigrafica a Broglio e i dati relativi a Torre del Mordillo e Porto Perone avevano permesso di dedurre già nel 1979 che questi dolii dovevano venir prodotti, con ogni probabilità localmente, durante il bronzo finale e la prima età del ferro, mentre non sembrava del tutto provato, anche se probabile, che i dolii di questo tipo fossero presenti già nell’età del bronzo recente.
567I dati della campagna 1980 integrano a questo proposito quelli del 1979; alcuni frammenti (tavv. 18,3,4; 19,1,20,1) si trovavano negli strati 1 A-B del settore D, il che confermerebbe la datazione al Bronzo recente dei primi esemplari di dolio.
568Oltre che a Broglio, Torre del Mordillo, Porto Perone, produzioni relativamente standardizzate di contenitori di grosse dimensioni, sono documentate a Lipari ed in Sicilia. A Lipari, oltre ai dolii della necropoli di Piazza Monfalcone173, alcuni frammenti provengono dai livelli dell’Ausonio I174; la parte superiore di un dolio di “impasto rossastro con macchie più scure”, con orlo aggettante e con una fascia plastica decorata da una fila di tacche trasversali, non sembra molto lontana da alcuni esemplari di Broglio175.
569Pithoi di “impasto grossolano” con più file di cordoni sul corpo, molto rastremati nella parte inferiore e con talvolta anse verticali impostate sulla spalla, sono documentati anche a Thapsos, in tombe e nell’abitato176.
570Com’è noto contenitori di grandi dimensioni, di ceramica piuttosto depurata con aggiunta di inclusi e di forme relativamente standardizzate, sono presenti nell’Egeo già nell’antica età del bronzo177; in genere però questa produzione non è stata studiata né pubblicata in maniera dettagliata.
571I dolii di Broglio presentano strette analogie con quelli dell’area egea: dolii con a volte più file di fasce orizzontali, lisce ο in qualche modo decorate, sono presenti in molti siti micenei, in particolare nei “palazzi”, e già prima nei siti minoici. Molto vicini dal punto di vista tipologico a quelli di Broglio sembrano anche buona parte dei dolii documentati a Troia VI “late” e Troia VII a, con più file di fasce lisce178. Nell’Egeo questo tipo di produzione sembra avere caratteristiche tipologiche relativamente costanti durante tutta l’età del bronzo: è notevole ad es. la somiglianza tra i dolii di Broglio ed alcuni dei numerosi tipi di dolii documentati a Thera nell’abitato distrutto nel Minoico Tardo Ia179.
572L’importanza attribuita a questo tipo di produzione nell’area egea dipende dal fatto che ambienti-magazzino con numerosi dolii, presenti soprattutto nei “palazzi”, sono stati considerati tra gli indizi dell’esistenza di un sistema centralizzato di immagazzinamento e redistribuzione180, anche se uno ο più dolii si trovano spesso anche in abitazioni più modeste181.
573In Italia finora non si hanno indizi precisi dell’esistenza di ‘magazzini”. A Broglio, ma anche a Lipari, i frammenti provenienti con certezza dai livelli del Bronzo recente non sembrano molto numerosi: i pochi esemplari documentati, di dimensioni non molto grandi, potrebbero anche esser stati importati. Notevole è invece la concentrazione di frammenti di dolio nei livelli superiori del settore B, anche se in quei livelli non sono state individuate, almeno finora, tracce di strutture abitative: durante il Bronzo finale e l’età del ferro la manifattura locale di questi contenitori sembra indiscutibile.
574È significativo comunque il fatto che produzioni di grandi contenitori relativamente standardizzati sono presenti in Italia meridionale soprattutto in aree quali la Sicilia (Thapsos), Lipari e la costa ionica: in aree cioè in cui sono attestati contatti relativamente sistematici e di lunga durata con l’Egeo, contatti documentati soprattutto dalla ceramica micenea e, nei siti della costa ionica, anche dalla ceramica grigia.
575La concomitanza tra presenza di ceramica grigia e di una produzione di grandi dolii che sembrerebbe avere caratteristiche relativamente unitarie nella stessa area geografica e negli stessi tipi di sito può avere due tipi di implicazioni. Da un lato, se si ammette l’esistenza di una produzione di grandi dolii, l’ipotesi di manifatture locali di ceramica grigia (o anche di ceramiche dipinte di imitazione) sembrerà più verosimile. Dall’altro questa concomitanza può venir considerata indicativa di contatti sistematici, forse implicanti addirittura il trasferimento di un numero limitato di persone, con una data area di produzione ο di origine di determinati modelli.
576La ceramica d’importazione, e forse in parte di imitazione, consiste, come si è visto a proposito della ceramica grigia, in buona parte di ceramica da tavola, in particolare di vasi per bere182. I vasi di dimensioni maggiori rappresentano una percentuale molto esigua nell’ambito della ceramica grigia, mentre contenitori grezzi da trasporto sembrano attestati in misura piuttosto limitata nell’ambito della ceramica micenea183.
577L’influenza egea su queste aree sembra quindi collocarsi a due livelli. La presenza di vasellame di lusso, forse in parte prodotto localmente può aver assunto il significato di status symbol, collocandosi nella sfera simbolica e sovrastrutturale e può anche aver caratterizzato una gerarchia sociale emergente. L’uso poi dell’immagazzinamento su modello egeo, prima ancora che come indizio di un sistema centralizzato di redistribuzione, la cui esistenza andrebbe verificata anche su dati archeologici di altro genere, può essere in rapporto con l’adozione di nuove tecniche agricole, e quindi venir considerato un indizio di una parziale riorganizzazione della produzione primaria, ο comunque della sua conservazione. Innovazione che, a giudicare dalla presenza a Broglio di dolii anche e soprattutto nei livelli superiori, diventerà un elemento stabile dell’economia primaria di questo abitato, e forse anche di altri siti della costa ionica quali Torre del Mordillo e Porto Perone, anche durante il Bronzo finale e l’età del ferro.
Settore D
Superficie
578Tav. 18,1 Framm. con alta fascia liscia, probabilmente pertinente alla parte superiore di un dolio. Argilla A1. Da s.
579Tav. 18,2 Framm. con alta fascia liscia, probabilmente pertinente alla parte superiore di un dolio. Argilla A1. Da 2-4 s.
580Inoltre un framm. con cordone liscio, argilla probabilmente A3, da 8-10 s.
Strato 1A
581Tav. 18,3 Framm. con alta fascia liscia, probabilmente pertinente alla parte superiore di un dolio. Argilla A1. Da 1 A III.
Strato 1B
582Tav. 18,4 Framm. con alta fascia liscia, probabilmente pertinente alla parte inferiore di un dolio. Argilla A1.
583Tav. 19,1 Framm. con alta fascia liscia e inizio di una altra fascia, probabilmente pertinente alla parte inferiore di un dolio. Argilla A2 con inclusi a forma di sassolini. Un altro framm. molto simile, forse pertinente allo stesso, da s.
584Tav. 20,1 Framm. di dolio con alta fascia liscia. Argilla A1.
Settore Β
Livello S1
585Tav. 19,2 Orlo framm. di dolio, ingrossato, appiattito nella parte superiore e aggettante verso l’interno; al di sotto dell’orlo fascio orizzontale di tre scalanature. Argilla A3.
586Tav. 20,6 Orlo framm. leggermente svasato, forse di dolio. Argilla A3.
587Tav. 20,2 Framm. di dolio a fascia tricostolata. Argilla simile a B.
588Tav. 19,3 Framm. di dolio con cordone liscio. Argilla A3.
589Tav. 20,3 Framm. di dolio con cordone liscio. Argilla A3.
590Tav. 20,4 Framm. di dolio con cordone liscio Argilla A3. Un altro framm. con la stessa provenienza, probabilmente appartenente allo stesso dolio.
591Tav. 20,5 Framm. di dolio con cordone liscio. Argilla A3.
592Tav. 20,8 Framm. di fondo distinto, forse di dolio. Argilla A3.
593Tav. 20,9 Framm. di fondo distinto, forse di dolio. Argilla A3.
594Inoltre un framm. di dolio con cordone liscio, ceramica A2.
Livello S2
595Tav. 19,4 Orlo framm. di dolio, appiattito, lievemente aggettante verso l’esterno. Argilla A3.
596Tav. 21,1 Orlo framm. di dolio, a tesa, aggettante all’esterno; al di sotto dell’orlo fascio orizzontale di tre scanalature. Argilla A3.
597Tav. 20,10 Orlo framm. di dolio, a tesa, aggettante all’esterno; al di sotto dell’orlo tracce di una fascia dipinta di colore rosso-bruno. Argilla A2.
598Tav. 21,2 Orlo framm., forse di dolio, svasato con accenno di spigolo interno; sulla faccia superiore del labbro fila di tacche trasversali. Argilla A3.
599Tav. 20,7 Framm. di dolio a fascia tricostolata. Argilla A3.
600Tav. 21,3 Framm. di dolio con alta fascia liscia. Argilla A3.
601Tav. 21,4 Framm. con cordone liscio, probabilmente pertinente alla parte superiore di un dolio. Argilla A2.
602Tav. 21,5 Framm. con cordone liscio, probabilmente pertinente alla parte superiore di un dolio. Argilla A2.
603Tav. 22,1 Framm. di dolio con cordone liscio, decorato ai margini da una fila di tacche triangolari. Argilla A2. Un altro framm. con lo stesso tipo di cordone e la stessa provenienza, probabilmente pertinente allo stesso dolio.
604Tav. 22,2 Framm. di ansa verticale a sezione pressoché rettangolare, decorata sulla faccia esterna da tre cordoni verticali con file di tacche oblique, due ai margini e uno al centro. Argilla A2.
605Tav. 22,3 Framm. di ansa verticale a sezione pressoché circolare. Argilla B1.
606Inoltre due framm. di orli aggettanti all’esterno, Argilla A2.
Livello S2’ e livello H
607Tav. 22,5 Framm. di dolio, forse a fascia tricostolata. Argilla B2.
Livello H
608Tav. 22,6 Orlo framm. di dolio, a tesa, aggettante all’esterno. Argilla A2.
609Tav. 22,7 Framm. di dolio a fascia probabilmente tricostolata. Argilla A2.
610Tav. 22,4 Framm. di ansa verticale a sezione pressoché biconvessa. Argilla non classificabile.
Settore B, scarpata
611Tav. 22,8 Orlo framm. di dolio, a tesa, aggettante all’esterno; al di sotto dell’orlo tracce di due fasce dipinte, quella superiore bruno-rossiccia, quella inferiore bruna. Argilla A2. Str. s.
612Tav. 22,9 Framm. di dolio con coppia di cordoni. Argilla simile a Β. Strati H-3. [GB, AC]
2.4. Ceramica micenea e ceramica dipinta dell’età del bronzo
613Il materiale rinvenuto nella campagna del 1980, oltre ad essere abbastanza abbondante, presenta una varietà tipologica ed una problematica nettamente superiori a quelle offerte dal materiale della campagna 1979.
614Si è deciso di considerare in un catalogo unico le ceramiche dipinte che si suppongono importate dall’Egeo ed anche tutti i frammenti che, discostandosi per qualche aspetto dalle caratteristiche tipiche della ceramica egea della tarda età del bronzo, potrebbero essere stati prodotti localmente. Una netta separazione del materiale sarebbe ovviamente auspicabile, ma data l’esiguità dei frammenti ed in assenza di opportune analisi tecniche, che si spera di poter far eseguire quanto prima, è sembrata prematura.
615I materiali sono catalogati secondo la loro giacitura stratigrafica, elencando nell’ordine forme aperte e forme chiuse. La classificazione del materiale, dove possibile, è contenuta nel breve commento al catalogo dove sono date le indicazioni cronologiche per i pezzi più sicuramente databili e dove sono accennati i vari problemi che sorgono dallo studio di questi materiali. Trattandosi di una pubblicazione preliminare nel commento si è solo accennato ai problemi principali senza indicazioni conclusive. Non va infatti dimenticato che lo scavo è in corso e che il proseguimento delle ricerche, con l’acquisizione di nuovi documenti, potrà chiarire in modo sostanziale più di un punto che oggi si presenta ambiguo.
616Poiché si è introdotta una distinzione fra materiale minoico e miceneo si sono adottate le dizioni Tardo Minoico (abbreviato TM) e Tardo Elladico (abbreviato TE). I riferimenti alla classificazione tipologica del Furumark sono definiti come di consueto con le sigle FS per le forme e FM per i motivi184.
Settore D
Superficie
6171) Frammento di orlo di vaso dal profilo svasato. Argilla beige depurata con qualche minuscolo incluso. All’esterno è decorato da una banda sottile tracciata in pittura nerastra, evanida, distanziata dall’orlo. All’interno, immediatamente sotto l’orlo è una banda più spessa dello stesso colore. Dal segmento 4-6 (tav. 23,1).
h. 1,4; l. 3,5; sp. 0,4; diam. 10.
6182) Frammento di vaso aperto con traccia di attacco di un’ansa. Argilla grigiastra, ben depurata, troppo cotta ο bruciata, con ingubbiatura semilucente. All’esterno, sotto l’attacco dell’ansa, è una banda di colore nero dalla quale si dipartono tre sottili linee oblique; una banda di colore nero è tracciata all’interno immediatamente al di sopra della curvatura della parete. Da segmento 0-2 (tav. 23,2).
h. 1,9; l. 3,1; sp. 0,3.
6193) Frammento di ansa a bastoncello a sezione ovale e ad andamento verticale. Argilla grigiastra ben depurata, bruciata, con tracce di pittura nera che copriva tutta la superficie esterna e parte di quella interna. Dal segmento 6-8 (tav. 23,4).
h. 3,3; l. 2,5; sp. 1/1,5.
6204) Frammentino di vaso chiuso. Argilla rosa con ingubbiatura dello stesso colore. Banda di colore rosso chiaro all’esterno. Dal segmento 6-8 (tav. 23,8).
h. 2,1; l. 1,6; sp. 0,4/0,5.
6215) Frammento di vaso probabilmente chiuso. Argilla rosa, farinosa, priva di ingubbiatura. La parete presenta una leggerissima carenatura. All’esterno è una fascia leggermente obliqua in color rosso arancio, molto scrostata (probabilmente parte dello stesso vaso di 33 a-b). Dal segmento 6-8 (tav. 23,3; 27,6).
h. 2,5; l. 3,2; sp. 0,6.
6226) Frammento della parte inferiore di grosso vaso chiuso. Argilla color arancio, ben depurata, con ingubbiatura color camoscio e piccola banda di pittura nerastra opaca. Interno privo di ingubbiatura con evidenti tracce di tornio. Dal segmento 6-8 (tav. 23,6).
h. 7; l. 7,3; sp. 0,3/0,6.
Contatto fra la superficie e lo strato 1A
6237) Frammento di spalla di vaso chiuso. Argilla rosa ben depurata con ingubbiatura biancastra quasi scomparsa. Motivo floreale tracciato in colore rosso brillante. Al di sotto di esso sono tracce debolissime di una banda e resti di un motivo costituito da linee curve concentriche e parzialmente intersecantisi (tavv. 23,7; 27,5).
h. 3,6; l. 6; sp. 0,5.
6248) Frammento di fondo e di parte di parete di vaso chiuso. Argilla rosea con numerosi inclusi biancastri ed ingubbiatura biancastra sulla parete esterna e sul fondo. Fondo piatto e parete svasata. Internamente sono ben visibili le tracce del tornio (tav. 23,10).
h. 4,9; l. 11; sp. 0,5/0,6; diam. base 11.
Strato 1A (taglio I)
6259) Frammento pertinente alla parte bassa della spalla di un grande vaso chiuso di forma probabilmente ovoide. Argilla roseo-beige, con numerose impurità superficiali, tipo “farina d’avena”. Ingubbiatura biancastra opaca e farinosa, scomparsa in più punti. La decorazione è costituita da due festoni sottolineati da due bande parallele. Il colore della pittura è bruno nerastro, opaco e diluito; la pittura è completamente caduta su buona parte del festone destro. All’interno sono ben visibili le tracce di tornio (tavv. 23,9; 27,9).
h. 6,2; l. 9; sp. 0,9/1,l. Il diametro della spalla doveva superare i 30 cm.
Strato 1A (taglio II)
62610) Frammento di vaso chiuso. Argilla bruno-grigiastra con ingubbiatura giallino verdastra. Conserva tracce molto deboli di una banda di colore nero opaco. Tracce di tornio all’interno (tav. 23,5).
h. 3,3; 1.2,8; sp. 0,7.
Strato 1A (taglio III)
62711) Parte di scodella carenata con fondo piatto. È ricostruita da cinque frammenti. I due maggiori provengono rispettivamente dai tagli I e III dello strato 1, gli altri provengono dalla superficie. Argilla rosea ben depurata coperta di un’ingubbiatura uniforme color crema. All’esterno è decorata da due bande parallele presso il fondo e da altre due bande, una sulla carenatura (scrostata sullo spigolo) ed una immediatamente al di sotto. All’interno della vasca, sotto la carenatura, è tracciata una banda di colore nerastro diluito. Il colore della pittura delle bande esterne è nero brillante (tavv. 23,11; 28,2).
h. 6,3; diam. base 9,5; sp. 0,4/0,8.
62812) Frammento di vaso aperto. Argilla rosea con ingubbiatura color crema. All’esterno deboli tracce di una banda orizzontale in color rosso chiaro molto scrostata. All’interno banda analoga meglio conservata. Sono ben visibili le tracce di tornio (tavv. 24,1; 27,3).
h. 3,2; l. 6; sp. 0,5.
62913) Frammento di vasetto globulare. Argilla rosea con ingubbiatura color camoscio, molto depurata e compatta. All’esterno presenta deboli tracce di pittura nerastra diluita applicata con una spugna (tavv. 24,2; 27,2).
h. 3,5; l. 3,3; sp. 0,3; diam. max. 7.
63014) Frammento di collo e spalla di grande vaso chiuso con imboccatura larga. Argilla rosea ben depurata, compatta, con ingubbiatura giallino-crema. Fra collo e spalla si nota una minuscola modanatura in rilievo. La decorazione è tracciata in color bruno chiaro, talvolta diluito. Una banda sottolinea l’attacco fra collo e spalla ed una seconda banda corre parallela ad essa sul collo. Anche all’interno del collo, non ingubbiato, ci sono resti di una banda dipinta. Sulla spalla è un motivo a spirali (o semicerchi concentrici?) alternate a fiori stilizzati (tavv. 24,7; 28,1).
h. 6; l. 7,7; sp. 0,5/0,6; diam. collo 22,5.
63115) Frammento di vaso chiuso con collo troncoconico. Argilla rosea ben depurata e compatta. Ingubbiatura color crema solo sulla superficie esterna. L’attacco fra collo e spalla è sottolineato da una banda di colore rosso-arancio, chiaro, lucente. All’interno del collo si notano due bande di pittura nerastra opaca e diluita, una alla base del collo e l’altra presso il margine della rottura (tavv. 24,5; 27,4).
h. 4; l. 5,4; sp. 0,5/0,8; diam. base collo 13,2.
63216) Frammento di grande vaso chiuso di argilla rosa ben depurata con tracce di tornio ben visibili. All’esterno tracce di ingubbiatura rosea e debolissime tracce di due bande di pittura rosso-bruna, semilucente (tav. 24,6).
h. 6,7; l. 6; sp. 0,6/0,8.
63317) Frammento di parete di vaso chiuso. Argilla rosea con ingubbiatura color camoscio e banda di colore rosso vivo. Interno grezzo con tracce di tornio (tavv. 24,3; 27,1).
h. 3,4; l. 4,7; sp. 0,5.
Strato 1Β
63418) Frammento di orlo di ciotola con parete leggermente svasata ed orlo arrotondato e leggermente sagomato verso l’esterno. Argilla rosa ben depurata con ingubbiatura beige sia all’esterno che all’interno. Banda di pittura rosso-arancio lucente sia all’esterno che all’interno dell’orlo (tav. 25,1).
h. 3; l. 3,8; diam. ric. 12.
63519) Frammento di vaso aperto. Il fondo piatto e le pareti molto svasate indicano una forma molto aperta. Argilla color arancio chiaro con ingubbiatura rosa intense. Il fondo è decorato internamente da una spirale in color bruno chiaro diluito. Una banda dello stesso colore è tracciata sulla parete esterna, presso l’attacco con la base, ed invade parzialmente la base (tav. 24,4).
diam. base 4; sp. 0,3.
63620) Frammento di parete di vaso aperto, svasato. Argilla rosea con nucleo grigiastro. All’esterno è un’ingubbiatura biancastra ben lisciata, all’interno l’ingubbiatura è parzialmente caduta. All’interno presso la rottura, si notano tracce di una banda in colore nerastro, opaco, piuttosto scrostata (tav. 25,2).
h. 3,5; l. 2,9; sp. 0,5.
63721) Frammento di parete di vaso presumibilmente aperto. Argilla rosa compatta e ben depurata, apparentemente non ingubbiata. L’esterno è decorato da due bande di colore rosso arancio, opaco e scrostato. L’interno presenta deboli tracce di colore rossastro sull’intera superficie (tav. 25,3).
h. 3,9; l. 3,3; sp. 0,6.
63822 a-b) Due frammenti appartenenti allo stesso grande vaso aperto con parete arrotondata. Argilla rosa arancio con numerosi inclusi micacei. Ingubbiatura color crema solo all’esterno. L’esterno è decorato da due bande parallele distanziate di colore bruno molto scrostato. All’interno una banda meglio conservata in colore rossiccio è tracciata direttamente sulla superficie non ingubbiata (tav. 25,6,8).
a) h. 7,7; l. 5; sp. 0,5.
b) h. 4,6; l. 5,3; sp. 0,5.
63923) Frammentino di parete di vaso di forma non definibile. Argilla rosa ben depurata con ingubbiatura rosea e banda di colore rosso intenso, semilucido (tav. 25,4).
h. 1,7; l. 2; sp. 0,4/0,5.
64024) Frammento di vaso chiuso. Argilla rosea con ingubbiatura beige e due bande di pittura roseo-arancio lucente e leggermente diluita (tav. 25,7).
h. 3,5; l. 2, 6; sp. 0,5.
64125) Frammento forse pertinente alla spalla di un vaso chiuso. Argilla rosea con nucleo grigiastro, ingubbiatura beige. Tracce di una banda in color rosso chiaro. All’interno tracce di tornio molto pronunciate (tav. 25,10).
h. 6,9; l. 10,3; sp. 0,5/0,6.
64226) Frammento di parete di vaso probabilmente chiuso. Argilla beige con ingubbiatura color crema all’esterno. È decorato da due sottili bande di colore bruno nerastro piuttosto scrostato (tav. 25,5).
h. 3,2; l. 2,4; sp. 0,6.
64327) Frammento pertinente alla parte inferiore di grande vaso probabilmente chiuso. Argilla rosea ben depurata con ingubbiatura color crema chiaro in parte scomparsa. Due bande parallele di colore bruno-nerastro, parzialmente scrostate (tav. 26,4).
h. 3,4; l. 9; sp. 0,5/0,9.
64428) Frammento di grande vaso chiuso. Argilla beige compatta, ben depurata. Deboli tracce di ingubbiatura sulla parete esterna e tracce di due ampie bande parallele di pittura bruno-rossicia estremamente scrostate (tav. 25,9).
h. 7; 1.8, 8; sp. 0,8/1.
64529) Frammento di parete di grande vaso presso il fondo. La parete è leggermente sagomata e svasata. Argilla rosea compatta con ingubbiatura beige. Due bande di colore bruno opaco sono dipinte sulla parete, una presso la base ed una immediatamente al di sopra (tav. 26,5).
h. 3,6; l. 6,5; sp. 0,7/1,6.
64630) Fondo di grande vaso di fabbrica grossolana. Argilla rosea priva di ingubbiatura. La parete interna è di colore grigiastro e presenta tracce di tornio. Il fondo è completamente piatto e la parete è moderatamente svasata. La parete esterna è completamente coperta di colore nerastro opaco, scrostato in più punti (tav. 26,10).
h. 3; diam. base 11,8.
64731) Frammento di vaso con parete leggermente svasata, labbro obliquo verso l’esterno e orlo sagomato. Argilla beige grigiastra con ingubbiatura verdastra sia all’interno che all’esterno. La parte esterna dell’orlo, il labbro e la parte interna della parete al di sotto del labbro sono dipinte in color nerastro, opaco, quasi completamente svanito (tav. 26,1).
h. 2,6; l. 4; sp. 0,7.
64832) Frammento di parete di vaso chiuso. Argilla grigio-verdastra, grezza all’interno e con ingubbiatura verdastra all’esterno. Presso la frattura un leggero rigonfiamento indica l’attacco dell’ansa. Una banda orizzontale ed una intorno all’ansa sono tracciate in color nerastro opaco, molto svanito (tav. 26,3).
h. 3; l. 3,9; sp. 0,4/0,5.
64933) Frammento di fondo di vaso presumibilmente chiuso. Argilla grigiastra con superficie più chiara ed ingubbiatura color verdastro. Fondo piatto e parete svasata (tav. 26,8).
h. 3,6; l. 4,8; sp. 0,4/0,6; diam. base 8.
65034 a-b) Due frammenti appartenenti allo stesso vaso di forma presumibilmente chiusa. Argilla rosa chiaro ben depurata, leggermente farinosa e priva di ingubbiatura. La parete del frammento a mostra una lieve carenatura, quella del frammento b una sottile linea incisa. L’esterno è decorato da un motivo a zig-zag in color rosso-arancio. All’interno sono distinguibili le tracce di tornio. Allo stesso vaso appartiene probabilmente il frammento n. 5, proveniente dalla superficie (tvv. 26,6-7; 27,7-8).
a) h. 3; l. 4,1; sp. 0,6.
b) h. 2; l. 1,3; sp. 0,6.
651Il frammento più antico fra quelli classificabili con una certa chiarezza è il n. 13 appartenente ad un vasetto globulare (FS 77) decorato con motivo a punteggiatura fitta e irregolare cosiddetto “stipple pattern” che veniva normalmente eseguito con una spugna (FM 77). L’accoppiamento del motivo con la forma è abbastanza comune nel TE III A1 ed è diffuso in varie regioni. Sembra particolarmente frequente in Acaia dove sono conosciuti anche esemplari di dimensioni molto ridotte come il nostro185.
652Il frammento n. 14 è parte di un grande cratere anforoide. Come è noto si tratta di una forma (FS 53-55) non troppo comune in ambiente continentale. Essa è invece molto diffusa in ambiente minoico (dal TM II al TM III C) ed in ambiente cipriota186. La decorazione del nostro frammento, consiste in una serie di spirali (FM 46) ο di semicerchi concentrici (FM 43) alternati a iris stilizzati (FM 10 A), farebbe pensare a Creta, dove il motivo dell’iris è frequentissimo, sia isolato che in diverse composizioni, specialmente nel TM III A2. La composizione di spirali e iris è attestata anche a Cipro nello stesso periodo187. Anche il fatto che il collo non sia completamente coperto di colore, ma che sia decorato da bande distanziate, è una caratteristica che riconduce ad ambiente Tardo Minoico188.
653La scodella carenata n. 11 rientra nel campo di variabilità di FM 295 (shallow angular bowl). Si tratta di una forma che è presente dal TE III A al TE III C e che è molto spesso riservata a ceramica acroma. Il nostro esemplare, il cui profilo rientra marcatamente al di sopra della carenatura, assumendo un aspetto tendente al biconico, sembra avvicinarsi a pezzi databili nel TE III A; anzi è degno di nota il fatto che i confronti migliori sono reperibili fra i materiali dell’abitato di Asine, non posteriori al TE III A1. Comunque, data anche la frammentarietà del pezzo, non ci sembra opportuno precisare ulteriormente la datazione che potrebbe rientrare nel TE III A189.
654Il frammento n. 7 appartiene alla spalla di un vaso chiuso abbastanza grande, probabilmente una brocca ο un’anfora. La pittura molto svanita rende problematica l’identificazione precisa della decorazione che comunque sembra essere composta di due motivi. Il primo è una variante di FM 18, un motivo floreale diffusissimo nel TE III A2-III Β e molto frequentemente utilizzato sulla spalla di vasi chiusi. L’altro motivo che si intravvede al di sotto potrebbe essere parte di FM 44, un motivo ad archi concentrici molto comune nel TE III Β. Il motivo floreale è tracciato con petali molto lunghi e questo fatto, inconsueto nella più comune produzione micenea, potrebbe far pensare a fabbricazione cretese190. Anche la linea curva a ridosso dei petali, a mia conoscenza, troverebbe un confronto solo a Creta191. Comunque il motivo sottostante, se effettivamente si tratta di FM 44, non è particolarmente tipico della produzione tardo minoica ma richiama piuttosto esempi micenei. Ciò mette in guardia dalla tentazione di voler dare classificazioni troppo precise di materiali così frammentari. Dal punto di vista cronologico il frammento potrebbe essere inquadrato nel periodo III B.
655Allo stesso periodo si può datare anche il frammento n. 9 appartenente probabilmente alla spalla di una grossa anfora a staffa con profilo ovoidale, decorata da un’ampia linea sinuosa (FM 53:14). In generale il motivo copre la pancia del vaso ma non mancano esempi nei quali è limitato alla spalla come nel nostro caso192. Si tratta comunque di una categoria ben nota di grandi contenitori di ceramica piuttosto grossolana e ricca di inclusi, talvolta definita “oatmeal fabric”. La classe nel suo insieme a più riprese è stata oggetto di indagine per cercare di definirne l’area di origine, soprattutto per l’interesse destato dal fatto che in alcuni casi le anfore di questa classe recano iscrizioni in Lineare B. Le più recenti analisi dell’argilla hanno fatto ritenere probabile una fabbricazione in Creta Occidentale di buona parte di queste anfore193.
656Il materiale rimanente è in condizioni di tale frammentarietà da rendere estremamente rischiosa una valutazione precisa. Fra le forme aperte il frammento n. 1 appartiene probabilmente ad un bicchiere monoansato (FS 226) documentato con varianti in tutto il TE III. Il nostro frammento presenta la particolarità non frequente di avere l’orlo risparmiato e sottolineato da una banda distanziata194. Il frammento n. 2 appartiene ad un vaso di forma molto aperta, forse un’ampia tazza FM 220 ο FM 250 o, più probabilmente, una kylix su alto piede di variante imprecisabile. Il frammento n. 18 potrebbe appartenere ad uno skyphos di non grandi dimensioni FS 284, molto diffuso in tutto il mondo egeo dal TE III A2 all’inizio del TE III C195. Il frammento n. 19 presenta una decorazione interna a spirale, ben nota in ciotole micenee e cipriote molto aperte databili in maggioranza nel TE III Β196. I due frammenti 22 a-b appartengono ad uno stesso vaso molto grande ed aperto, di fattura non raffinata che potrebbe avvicinarsi a FS 281, databile nel TE III Β e C. Gli altri frammenti appartenti a forme aperte e cioè i nn. 12, 20, 25 sono troppo esigui per essere inquadrati con qualche attendibilità.
657I frammenti pertinenti a forme chiuse sono in buona parte da riferire a grandi contenitori decorati da semplici bande e in generale di fabbrica non raffinata (nn. 6, 16, 26-29) ο grezzi (n. 8). Fra quelli di fattura più raffinata si individuano l’ansa n. 3, forse appartenente a un’anfora a staffa, il frammento di collo n. 15, appartenente a un vaso di medie dimensioni di buona fattura197 e il frammento n. 23 appartenente alla spalla di un vaso globulare ο piriforme di non grandi dimensioni (brocchetta ο anforetta a staffa).
658Rimangono da considerare due gruppi di frammenti che presentano caratteristiche tecniche diverse da quelle della ceramica per la quale si suppone una fabbricazione egea. Un primo gruppo (nn. 10, 31-33) presenta la frattura di colore grigio scuro sfumato fino al giallo-verdastro sulle superfici. Sull’ingubbiatura giallastra la decorazione in color nerastro opaco è in generale molto mal conservata. I frammenti in questione sono tutti torniti ma si avvicinano molto al frammento n. 10 della campagna del 1979, che non è tornito e per il quale si è ipotizzata una produzione locale198. La limitata quantità dei frammenti, la loro frammentarietà e la assenza di motivi decorativi identificabili non consente un approfondimento del problema. Va comunque sottolineato che il frammento n. 31 per la forma dell’orlo si avvicina molto a vasi micenei a largo collo distinto, il che potrebbe far sospettare che si tratti di vasi fabbricati in una zona periferica del mondo egeo199.
659Il secondo gruppo di frammenti, tutti probabilmente appartenenti allo stesso vaso, è costituito dai nn. 5 e 34 a-b. La decorazione a zig-zag farebbe pensare ai motivi adottati nelle più antiche ceramiche dipinte rinvenute negli strati dell’Ausonio I e II delle isole Eolie che sarebbe da porre agli inizi della produzione della ceramica figulina e dipinta dell’Italia meridionale200. Non hanno confronto con le Eolie le caratteristiche tecniche dell’argilla molto ben depurata e piuttosto polverosa al tatto. Nei frammenti del Broglio è evidente l’uso del tornio.
660Inseriamo in questo paragrafo anche due pezzi che, per motivi diversi, si riconnettono alla problematica delle ceramiche micenee e delle ceramiche da esse derivate, continuando la numerazione del catalogo.
66135) Frammento di ciotola carenata di impasto color grigio nerastro con superficie lisciata sia all’esterno che all’interno. Esternamente sembra di intravvedere una debole traccia di colore nerastro che potrebbe formare un disegno a clessidra campito da linee orizzontali. Dalla superficie, sett. D, segmento 0-2 (tavv. 26,2; 28,5).
h. 2,4; l. 3,7; sp. 0,6; diam. 11,7.
662L’identificazione è incerta ed inoltre l’eventuale motivo non si può ricondurre a prototipi conosciuti. Si è ritenuto però di segnalare l’eventualità dell’uso della pittura su ceramica d’impasto che avrebbe un parallelo a Vivara201.
66336 a-b) Due frammenti di olletta con breve collo distinto ed orlo arrotondato e corpo globulare. Il frammento a comprende collo e spalla e il b il ventre. Argilla grigio giallastra con inclusi grossolani, superficie irregolare molto ruvida. All’interno sono evidenti le linee di tornio. Sett. D, strati 1 A III e 1 Β (tavv. 26,9; 28,3-4).
h. della forma ricostruita 12,3; diam. bocca 12; sp. 0,7/1.
664Questo vaso, di forma decisamente non egea, ma proveniente con certezza dagli strati puri dell’età del bronzo, testimonia ancora una volta l’adozione del tornio e la produzione locale di vasellame figulino molto probabilmente dovuta ad influenze egee.
665In conclusione il materiale importato dall’Egeo, e forse in parte imitato localmente, rinvenuto al Broglio nella campagna 1980 si scagliona cronologicamente nel TE III A e III Β. Il frammento n. 13 ci dà la certezza della esistenza di relazioni fra la Grecia micenea e la Calabria nel TE III A1; a tale possibilità avevamo accennato nella edizione dei materiali del 1979 a proposito del frammento n. 16 senza peraltro poter giungere ad una certezza in tal senso202. Manca ancora materiale databile con certezza nel TE III C ma non si può escludere che una parte dei frammenti non ben inquadrabili sia da datare a tale epoca. Non va comunque dimenticato che su 34 frammenti in catalogo appena 5 possono essere datati con un certo margine di sicurezza203.
666La novità più significativa è costituita dal fatto che un certo numero di frammenti potrebbero avere un’origine cretese. A questo proposito dobbiamo sottolineare che la conoscenza della ceramica del Tardo Minoico III può essere considerata un’acquisizione abbastanza recente, conseguente allo studio sistematico del materiale di Cnosso dovuto a M. Popham e alle importanti scoperte in Creta Occidentale204. Questo fatto ci dà quindi la possibilità di fare una distinzione particolareggiata fra materiali TE e TM e certamente un riesame accurato dei vecchi materiali rinvenuti in Italia ci porterebbe ad enucleare altri esempi di possibile fabbricazione cretese205. D’altra parte non possiamo ignorare il fatto che altri vasi come il n. 13 ci portano a collegamenti con la Grecia continentale; siamo quindi in presenza di componenti molteplici che concorrono a delineare la presenza egea in Calabria e, data la dimensione ancora limitata dello scavo del Broglio, riteniamo prematura ed azzardato un giudizio definitivo su questa possibile componente minoica che abbiamo rilevato fra i materiali di importazione206.
667Un ultimo commento lo riserviamo alla posizione stratigrafica dei frammenti micenei. La caratterizzazione dello strato 1 A come riempimento rende ragione della mescolanza di materiali importati dei periodi III A e III Β nell’ambito del medesimo livello. D’altra parte lo strato 1 B, immediatamente soprastante il piano dell’abitazione, che è caratterizzato da materiale indigeno pertinente al Bronzo recente, non ha restituito materiali importati di chiaro inquadramento e datazione. Ciò rende impossibile per il momento una sua datazione in termini di cronologia assoluta molto precisa, anche se la presenza di ceramiche figuline e tornite forse locali rende estremamente improbabile una sua datazione in un momento anteriore alla seconda metà del XIII secolo a.C. per analogia con la situazione eoliana207. [LV]
2.5. I materiali del Bronzo finale e della prima età del ferro
668Anche per i materiali ceramici (la cui trattazione sarà preceduta da quella di un piccolo nucleo di oggetti in bronzo venuti questa volta in luce) rinvenuti nella campagna ’80, sia nei livelli superiori del settore Β (in particolare nei livelli S1, S2 ed H), sia nel livello superficiale del settore D (dove peraltro i reperti della fascia cronologica che qui ci interessa appaiono soverchiati da quelli riferibili all’età del bronzo recente), sembra conveniente mantenere la distinzione in tre grosse categorie: i dolii cordonati (di cui si è già trattato, cfr. pp. 96 s.), il vasellame d’impasto, e la ceramica figulina, dipinta ο meno. La ceramica grigia, come definita da G. Bergonzi ed A. Cardarelli (cfr. pp. 63 ss.), non risulta invece presente nei contesti cronologicamente omogenei qui esaminati.
669BRONZI - Si tratta di un gruppetto di reperti molto modesti, il cui unico interesse è dato dal fatto di essere venuti in luce, nell’ambito del livedo S1 del settore B, nello spazio di pochi metri quadrati, il che lascia aperta la possibilità di considerarli in qualche modo originariamente associati. Da una parte abbiamo 3 elementi, uno forse intero e due frammentari, ma che comunque sembrano riferibili a prodotti finiti ο quanto meno in corso di lavorazione: un minuscolo anellino (tav. 29,1), eventualmente pertinente ad una catenella, la punta di uno spillone ο ago di fibula oppure di una lesina (tav. 29,2), ed un frammento (tav. 29,3) per il quale è analogamente possibile una attribuzione sia ad un piccolo utensile (lama di scalpellino spezzata al taglio ο codolo di lesina), sia ad un oggetto di ornamento eventualmente non finito (staffa - spezzata in corrispondenza della piegatura - di fibula, ο estremità appiattita e ripiegata a rotolo - ma sempre spezzata in corrispondenza della piegatura - di uno spillone ο di un braccialetto ο di un collare); dall’altra un semilavorato verosimilmente in corso di utilizzazione, e precisamente un piccolo gomitolo di filo bronzeo (tav. 29,4). L’attribuzione di questo piccolo insieme ad una manifattura artigianale è dunque una congettura proponibile, ma non dimostrabile.
Sett. B, ampliamento ’80, strato S1
670Tav. 29,1. Framm. di anellino di sottile filo bronzeo. Sembrerebbe ottenuto a fusione.
671Tav. 29,2. Framm. di filo bronzeo con estremità appuntita.
672Tav. 29,3. Framm. di filo bronzeo con estremità appiattita, la cui terminazione è peraltro ottusa, forse perché spezzata.
673Tav. 29,4. Bobina lenticolare biconvessa di sottile filo bronzeo, del quale è riconoscibile esternamente una dozzina di avvolgimenti, girati attorno ad una cavità centrale; estremità esterna distaccata dagli altri avvolgimenti e spezzata.
674CERAMICA D’IMPASTO - Il livedo quantitativo e qualitativo della documentazione disponibile ci consente per ora di superare solo in misura limitata il taglio di classificazione sommario ed approssimativo adottato in Ricerche 1, per fogge, elementi formali e decorativi, ed altre caratteristiche, anziché formalizzato per tipi e relative varietà. Si è tuttavia rivelato opportuno e possibile, grazie al moltiplicarsi di caratteri morfologicamente definiti, abbandonare l’ordinamento allora seguito di tali fogge ed elementi secondo la gamma degli impasti, criterio quest’ultimo che appare ormai di secondaria importanza.
675Frammenti con decorazione a solcature - 3 esemplari su 4 sono da riferirsi a vasi di forma chiusa, di medie dimensioni, olle (tav. 30,3) ο forse brocche (tav. 30,1; cfr. l’ansa verticale tav. 30,2 rinvenuta nella stessa buca) di foggia più ο meno panciuta, ο comunque a spalla arrotondata (tav. 36,4). I motivi rappresentati sono: l’elemento isolato, angolare ο a zig-zag (tav. 31,17, dal sett. Β, str. S2), che sembra distaccarsi dagli ornati che seguono anche per la giacitura stratigrafica più alta (fase avanzata della prima età del ferro); la combinazione tra fasci orizzontali ed obliqui, probabilmente a zig-zag, di solcature, con cuppelle negli spazi triangolari di risulta (tav. 30,1, dal sett. Β, buca M; cfr. Ricerche 1, p. 135, tav. 28,6, dallo strato 1w, rettifica scarpata, taglio 2); il fascio verticale, eventualmente metopale, di scanalature (tav. 30,3, dal sett. Β, str. H-3, rettifica scarpata; cfr. Ricerche 1, p. 137, tav. 29,7, dal livello H inferiore), ora anche nella versione con le scanalature non distanziate tra loro, ma a serie continua, con raccordo a spigolo (tav. 36,4, dal sett. D, segmenta 4-6, liv. S). Gli ultimi 3 frammenti citati sembrano doversi assegnare, anche in base ai riscontri con reperti della campagna ’79, all’età del bronzo finale.
676Ciotole carenate - Questa foggia sembra rappresentata, tra i reperti riferibili con certezza alla fascia cronologica che qui ci interessa, da un solo esemplare (tav. 30,15, dal sett. Β, str. H), per di più tipologicamente al limite di un’altra foggia vascolare, quella delle scodelle ad orlo rientrante con profilo angolare. Gli altri esemplari raccolti nei livelli superiori sembrerebbero piuttosto riferibili ad età anteriore, e quindi da considerare qui in giacitura secondaria (cfr. tav. 5,5-8, pp. 48).
677Ciotole a risega con costolature oblique - Ciotole carenate passanti alla foggia con collo distinto: spalla assai marcata ed estremamente breve, così da determinare una sorta di risega, segnata da costolature oblique; parete al di sopra di questa a profilo concavo.
678Sett. Β, ampl. ’80, str. H-3, rettifica scarpata, tav. 30,4; idem, str. S1, tav. 34,7.
679La posizione stratigrafica eterogenea dei due esemplari lascia aperto il problema della collocazione cronologica e della durata del tipo.
680Scodelle ad orlo rientrante con profilo convesso - Nell’ambito di questa foggia vascolare si possono distinguere varie versioni, senza che, con la documentazione attualmente disponibile, si possa specificare quando si tratti di tipi, quando di varietà all’interno di tipi.
681A - Labbro assottigliato con profilo ad unghia, internamente non rientrante:
682Sett. Β, ampl. ’80, str. H-3, rettifica scarpata, tav. 30,5; idem, str. H, tav. 31,1.
683Β - Orlo non molto rientrante, vasca alquanto profonda:
684Sett. Β, ampl. ’80, str. S2, tav. 31,18; idem, str. S1, tav. 34,8,9; Cfr. Ricerche 1, p. 137, tav. 29,3, dal livello H inferiore.
685Le stesse caratteristiche si ritrovano in un esemplare in ceramica figulina (cfr. più avanti, p. 138): sett. Β, ampl. ’80, str. S1, tav. 37,10.
686C - Orlo più rientrante, vasca meno profonda:
687Sett. Β, ampl. ’80, str. S2, tav. 32,1,2; idem, str. S1, tav. 34,10; sett. D, segmento 6-8, liv. S, tav. 36,8. Cfr. Ricerche 1, p. 137, tav. 29,14, dal livello H inferiore.
688Le stesse caratteristiche si ritrovano in un esemplare in ceramica figulina (cfr. più avanti, p. 138): sett. Β, ampl. ’80, str. S1, tav. 37,13.
689Mentre esemplari con ansa a maniglia semicircolare impostata sul labbro ο immediatamente al di sotto di esso sono documentati in tutte e tre le versioni, la presenza di bugnette in corrispondenza del punto di massima espansione è per ora accertata solo nella versione C.
690Da considerare a parte è il frammento di un esemplare in miniatura, sett. Β, ampl. ’80, str. S1, tav. 34, 11.
691Allo stato attuale solo la collocazione cronologica della versione A sembra delimitabile all’età del bronzo finale, forse avanzata.
692Poculi con labbro prominente - I due unici esemplari (tav. 36, dal sett. Β, str. S2; tav. 34,12, dal sett. Β, str. S1) hanno in comune la forma tronco-conica tendente al cilindrico e il labbro arrotondato e prominente: troppo poco per poter definire il grado di specificità della foggia.
693Vasi tronco-conici con cordone, ad orlo svasato - L’attribuzione di un nuovo esemplare (tav. 35,18, dal sett. Β, sporadico) di minori dimensioni (pertinente verosimilmente ad un poculo) ci induce a modificare leggermente, sostituendo vasi a dolii, la denominazione di questa foggia (Ricerche 1, p. 133), in conformità a quella già a suo tempo adottata per il tipo che segue, anch’esso comprendente recipienti di dimensioni - e verosimilmente funzioni - diverse.
694Vasi tronco-conici con cordone, ad orlo diritto - Nonostante l’ampliarsi del campo di variabilità di questa foggia rispetto alla definizione già data (Ricerche 1, p. 133), dovuto, oltre che all’oscillare delle dimensioni, anche al variare dell’inclinazione della parete, sicché essa viene così ad includere, accanto a dolii e poculi, anche scodelloni e scodelle, induce a considerarlo come un vero e proprio tipo il suo articolarsi al proprio interno in varietà ben definite, nell’ambito di ciascuna delle quali tornano a prodursi quelle oscillazioni e variazioni.
695Varietà a - Labbro arrotondato:
696Sett. Β, ampl. ’80, str. H-3, rettifica scarpata, tav. 30,6; idem, str. S2, tav. 30,7; idem, str. S1, tav. 34,13. Cfr. Ricerche 1, p. 139, tav. 31,3, dal livello H inferiore.
697Varietà b - Labbro assottigliato:
698Sett. Β, ampl. ’80, str. S2, tav. 32,5,6; idem, str. S1 tav. 34,14.
699Varietà c - Labbro tagliato obliquamente e marcato internamente da uno spigolo:
700Sett. B, ampl. ’80, str. H-3, rettifica scarpata, tav. 30,7; idem, str. S2, tav. 32,7,8; idem, str. S1, tav. 34,15,16. Cfr. Ricerche 1, p. 139, tav. 31,4, dal livello H inferiore.
701Varietà d - Labbro tagliato obliquamente e marcato internamente da uno spigolo, prominente all’esterno:
702Sett. B, ampl. ’80, str. H, tav. 31,2; idem, str. S2, tav. 32,9; idem, str. S, rettifica scarpata, tav. 34,4.
703Varietà e - Forma tronco-conica a pareti convesse, cordone a ditate anziché liscio come in tutte le altre varietà; in un esemplare presa a bugna impostata sul cordone:
704Sett. B, ampl. ’80, str. S2, tav. 32,10; idem, str. S, rettifica scarpata, tav. 34,5.
705Variante con due cordoni lisci sotto l’orlo:
706Sett. B, ampl. ’80, str. S2, tav. 32,11.
707Sia il tipo nel suo insieme, sia le singole varietà in cui esso si articola, sembrano abbracciare uno spazio di tempo piuttosto lungo, che va da un momento evoluto dell’età del bronzo finale alla fase avanzata della prima età del ferro.
708Οlle tronco-ovoidi ad orlo lievemente svasato con spigolo interno - Orlo e parete formano internamente uno spigolo assai ottuso.
709Sett. B, ampl. ’80, str. S2, tav. 32,12; idem, str. S1, tav. 34,17.
710Il tipo è per ora attestato solo nei livelli della prima età del ferro.
711Οlle tronco-ovoidi con orlo ad imbuto con spigolo interno - Lo spigolo interno tra orlo e parete è più vivo che nel tipo precedente, e in linea di massima più ottuso che nel tipo che segue; rispetto a quest’ultimo, tuttavia, vi può essere qualche incertezza nell’attribuzione di singoli esemplari, dovuta al possibile margine di errore nella determinazione dell’inclinazione dei frammenti. L’orlo può essere più (tav. 30,8) ο meno (tavv. 32,13; 34,18) espanso.
712Sett. B, ampl. ’80, str. H-3, rettifica scarpata, tav. 30,8; idem, str. S2, tav. 32,13; idem, str. S1, tav. 34,18.
713Le stesse caratteristiche si ritrovano in alcuni esemplari in ceramica figulina (cfr. più avanti, p. 138): sett. B, ampl. ’80, str. S1, tav. 37,14,17.
714Il tipo sembra presente sia nell’età del bronzo finale, sia nella prima età del ferro.
715Olle panciute e/o biconiche con orlo ad imbuto con spigolo interno - È appunto l’incertezza circa la ricostruzione della forma complessiva a lasciarci perplessi riguardo alla possibilità di distinguere più tipi nell’ambito di questa foggia vascolare. Le versioni in cui essa si articola sono infatti definite esclusivamente sulla base della conformazione dell’orlo.
716A - Orlo non espanso.
717Sett. B, sporadico, tav. 36,1. Cfr. Ricerche 1, p. 147, tav. 35,10, dal livello H inferiore (ceramica figulina); p. 149, tav. 37,1, sporadico (idem).
718Β - Orlo espanso.
719Sett. Β, ampl. ’80, str. H-3, rettifica scarpata, tav. 30,9; cfr. Ricerche 1, p. 141, tav. 33,5, dal livello H.
720Le stesse caratteristiche si ritrovano in un esemplare in ceramica figulina (cfr. più avanti, p. 137): sett. Β, ampl. ’80, str. S1, tav. 37,3.
721C - Orlo molto espanso, labbro assottigliato.
722Sett. Β, sporadico, tav. 36,2.
723Le stesse caratteristiche si ritrovano in alcuni esemplari in ceramica figulina (cfr. più avanti, p. 139): sett. Β, ampl. ’80, str. S1, tav. 37,16. Cfr. Ricerche 1, p. 149, tav. 36,4, dal livello H.
724Altri esemplari in ceramica figulina (cfr. più avanti, p. 139) presentano caratteri intermedi (labbro assottigliato, ma orlo meno espanso) tra questa versione e la precedente: sett. Β, ampl. ’80, str. S1, tav. 37,8. Cfr. Ricerche 1, p. 149, tav. 36,5, dal livello H.
725D - Orlo espanso, labbro ingrossato, dal caratteristico profilo a mandorla, con convessità sia sulla faccia esterna che su quella interna.
726Sett. Β, ampl. ’80, str. H-3, rettifica scarpata, tav. 30,10. Cfr. Ricerche 1. p. 141, tav. 32,1, dal livello H; p. 149, tav. 36,1,2, dal livello H (ceramica figulina).
727Questa foggia pare avere avuto una evoluzione nel tempo: mentre la sua versione A sembra limitata all’età del bronzo finale, la C appare peculiare della fase avanzata della prima età del ferro. La Β parrebbe invece abbracciare l’intera fascia cronologica in esame.
728Οlla ad orlo svasato con doppio spigolo interno -
729Sett. Β, ampl. ’80, str. S1, tav. 34,19.
730Il tipo è per ora attestato solo nel livello della fase avanzata della prima età del ferro.
731Olle ad orlo fortemente svasato, ricurvo - Curva dell’orlo di ampiezza variabile, con andamento abbastanza parallelo tra concavità esterna e convessità interna.
732Sett. Β, ampl. ’80, str. H-3, rettifica scarpata, tav. 30,11; idem, str. H, tav. 31, 3; idem, str. S2, tav. 32,14-16.
733Le stesse caratteristiche si riscontrano in alcuni esemplari in ceramica figulina (cfr. più avanti, p. 136); sett. Β, amp.l’80, str. H. tav. 36,12; idem. liv. ss. tav. 37,29.
734Meno tipico: sett. Β, ampl. 80, str. S2, tav. 32,17.
735La presenza del tipo negli strati H ed S2 e la sua assenza nello strato S1 - dato che sembra contrapporsi alle risultanze relative alla foggia che segue - lo indicano chiaramente come proprio dell’età del bronzo finale e della fase iniziale, ma non di quella avanzata, della prima età del ferro.
736Olle ad orlo lievemente svasato, ricurvo - Il campo di variabilità di questa foggia mostra delle oscillazioni nella concavità dell’orlo, più (tavv. 34,20,21; 35,2-4,18) ο meno (tavv. 30, 12; 31,4; 35,1) accentuata; nel rapporto tra diametro al corpo e diametro all’orlo (il primo risulta superiore al secondo solo in due casi: tavv. 30,12; 35,2); nella conformazione del labbro, ingrossato ο invece assottigliato.
737Sett. Β, ampl. ’80, str. H-3, rettifica scarpata, tav. 30,12; idem, str. H, tav. 31,4; idem, str. S1, tavv. 34,20,21; 35,1-4; sett. Β, sporadico, tav. 35,18. Cfr. Ricerche 1, p. 139, tav. 30,11, dal livello H inferiore.
738Le stesse caratteristiche si riscontrano in alcuni esemplari in ceramica figulina (cfr. più avanti, pp. 137, 139): sett. Β, ampl. ’80, str. S1, tav. 37,4,18.
739Di incerta pertinenza: sett. Β, ampl. ’80, str. S1, tav. 35,5.
740La maggior parte degli esemplari proviene dallo strato S1, uno, verosimilmente due, dallo strato H, nessuno, sorprendentemente, dallo strato S2; tutto ciò, considerato in relazione con l’assenza in S1 del tipo precedente, esclusivo degli strati H ed S2, ci fa propendere con qualche perplessità per l’ipotesi di una differenziazione cronologica tra le due fogge vascolari. Va aggiunto che i due esemplari della campagna ’80 in giacitura stratigrafica più bassa, come pure quello dal livello H inferiore del ’79, appartengono alla versione con concavità dell’orlo meno accentuata, che solo nuovi rinvenimenti potranno dirci se e quanto sia tipologicamente legata all’altra, ο non piuttosto da essa indipendente.
741Olla con labbro scanalato - La forma complessiva di questo unicum frammentario (tav. 31,11, dal sett. Β, str. S1 ed S2’) era probabilmente a botte, ma con la parete superiore ad andamento rigido, pressoché verticale, appena inclinata all’in dentro. Il labbro presenta internamente due scanalature a scalino (per l’inserimento di un coperchio?).
742Olle a botte con cordone - Inizia con questo una serie di tipi caratterizzati da un corpo a pareti più ο meno convesse, con orlo rientrante e decorazione a cordoni plastici. Qui la forma complessiva è a botte, quindi con convessità delle pareti e rientranza dell’orlo moderata, e un cordone orizzontale sotto l’orlo, a ditate (tav. 31,5) ο più spesso liscio, sul quale in due esemplari (tavv. 32,18; 35,6) sono impostate prese a bugna.
743Sett. Β, ampl. ’80, str. H, tav. 31,5; idem, str. S2, tavv. 32,18; 33,1; idem, str. S1, tav. 35,6,7.
744La durata del tipo sembra abbracciare Tintera fascia cronologica qui in esame.
745Olle ovoidi ad orlo rientrante con cordone - La convessità della parete e la rientranza dell’orlo sono più accentuate che nel tipo precedente, il cordone orizzontale sotto l’orlo, al di sopra della massima espansione, è quasi sempre liscio, e privo di prese.
746Varietà a - Labbro assottigliato:
747Sett. Β, ampl. ’80, str. S2, tav. 33,2,3,5.
748Varietà b - Labbro tagliato obliquamente e marcato internamente da uno spigolo:
749Sett. Β, ampl. ’80, str. S2, tav. 33,4,6,7.
750Variante con cordone alla massima espansione:
751Sett. Β, ampl. ’80, str. H-3, rettifica scarpata, tav. 30,13.
752Variante con massima espansione spostata verso l’alto:
753Sett. B, ampl. ’80, str. S1, tav. 35,12.
754Gli esemplari tipici provengono esclusivamente dallo strato S2; esclusività di cui le varianti, rispettivamente dal livello sovrastante e, verosimilmente, da quello sottostante, costituiscono un’indiretta conferma.
755Olle globulari ad orlo fortemente rientrante - Peculiare di questo tipo, che si colloca morfologicamente in una posizione in certo senso intermedia tra il precedente e quello che segue, è la particolare conformazione del labbro, assottigliato e con un profilo fortemente convesso internamente, rettilineo ο quasi insensibilmente concavo all’esterno. In due esemplari è attestato il cordone orizzontale liscio sotto l’orlo, in due esemplari esso non è conservato, ma poteva trovarsi più in basso, in un esemplare abbiamo invece un segmento verticale di cordone liscio, dal labbro in giù.
756Sett. B, ampl. ’80, str. H, tav. 31,6; idem, str. S2’, tav. 31,12,13; idem, str. S2, tav. 33,8,9.
757Il tipo si colloca a cavallo tra un orizzonte evoluto dell’età del bronzo finale e la fase iniziale della prima età del ferro, dunque anche cronologicamente in una posizione intermedia tra il precedente e quello che segue.
758Ollette ad orlo estremamente rientrante con ornato a cordoni - Al tipo a suo tempo definito (Ricerche 1, p. 131 ss.) si aggiungono due esemplari, il primo dei quali si discosta dagli altri finora noti perché in esso manca il cordone orizzontale posto al di sotto dell’orlo a delimitare la decorazione.
759Sett. B, ampl. ’80, str. H-3, rettifica scarpata, tav. 30,14; sett. D, segmento 4-6, liv. S, tav. 36,7.
760I contesti di provenienza dei due nuovi esemplari confermano la pertinenza di questo tipo all’età del bronzo finale, e precisamente, come mostrano i dati di scavo della campagna’79, sia al suo orizzonte più antico (str. 1), sia al suo orizzonte più avanzato (livello H inf.).
761Altri vasi con ornato a cordoni - Alla categoria così denominata (Ricerche 1, p. 133) possono assegnarsi altri due frammenti, uno dei quali (tav. 33,10, dal settore B, str. S2) con presa a bugna (per la probabile connessione tra questo elemento e la suddetta categoria, cfr. ibidem, p. 133) che, anziché essere impostata su di un cordone orizzontale, fiancheggia un cordone liscio verticale, certo a raccordarlo con un altro ad esso parallelo; l’altro (tav. 36,9, dal sett. D, segmento 8-10, liv. S) con un motivo a svastica, sempre a cordoni lisci, che si innesta su di un cordone orizzontale.
762Secchie a labbro ingrossato - Parete ad andamento pressoché verticale, appena inclinata all’infuori, forma complessiva dunque tendente al cilindrico. Labbro ingrossato sia esternamente che internamente (varietà a), oppure solo internamente (varietà b).
763Varietà a:
764Sett. Β, ampl. ’80, str. H, tav. 31,7,8.
765Varietà b:
766Sett. B, ampl. ’80, str. S2’, tav. 31,14; idem, str. S2, tav. 33,11.
767Anche questo tipo sembra collocarsi a cavallo tra un orizzonte evoluto dell’età del bronzo finale e la fase iniziale della prima età del ferro, con uno sviluppo formale dall’uno (varietà a) all’altra (varietà b).
768Dolii con labbro tagliato obliquamente - La forma complessiva è probabilmente a botte con orlo a rientranza poco accentuata, analogamente alle olle a botte con cordone. Il labbro, tagliato obliquamente e marcato internamente da uno spigolo, può anche essere lievemente prominente all’esterno (tav. 33,12). In un solo esemplare è attestato il cordone orizzontale liscio sotto l’orlo, negli altri due esso non è conservato, ma poteva trovarsi più in basso.
769Sett. B, ampl. ’80, str. H, tav. 31,9; idem, str. S2, tav. 33,12,14.
770Il tipo si colloca a cavallo tra un orizzonte evoluto dell’età del bronzo finale e la fase iniziale della prima età del ferro.
771Anse verticali a bastoncello con costolature oblique -
772Sett. B, trincea ’79, buca M, tav. 30,2; idem, str. S1, tav. 35,8,13.
773L’associazione dell’esemplare dalla buca M con un vaso decorato a fasci orizzontali ed obliqui di solcature accompagnati da cuppelle (tav. 30,1; i due frammenti sono anzi forse pertinenti l’uno all’altro) lo colloca nell’età del bronzo finale, in consonanza con la provenienza dal livello H inferiore dell’unico esemplare, peraltro decorato con scanalature anziché con costolature, rinvenuto in strato nella campagna ’79 (Ricerche 1, p. 137, tav. 29,5). Contro questa evidenza urtano i due frammenti dallo strato S1; appare proponibile, non senza qualche perplessità, l’ipotesi di una loro giacitura secondaria, data l’assenza di questo elemento nello strato S2.
774Anse a maniglia semicircolare con costolature oblique -
775Sett. B, ampl. ’80, str. S2, tav. 33,15; idem, str. S1, tav. 33,11.
776Nel caso di quest’altro elemento sembra invece più verosimile l’ipotesi opposta, di una durata nel tempo abbastanza prolungata, dall’età del bronzo finale (frammenti dal livello H inferiore, Ricerche 1, p. 137, tav. 29,9,10) alla fase iniziale e a quella avanzata della prima età del ferro.
777Anse a maniglia semicircolare
778A - Con sezione circolare od ovale:
779Sett. Β, ampl. ’80, str. H, tav. 31,10; idem, str. S1, tav. 35,14. Cfr. Ricerche 1, p. 133, tav. 27,11, dallo strato 1w; p. 135, tav. 28,3, dallo strato 1w, rettifica scarpata, taglio 3; p. 137, tav. 30,3, dal livello H inferiore.
780Β - Con sezione quadrangolare:
781Sett. B, ampl. ’80, str. S2’, tav. 31,15; idem, str. S2, tav. 33,13; idem, str. S1, tav. 35,10. Cfr. Ricerche 1, p. 137, tav. 30,1, dal livello Η inferiore.
782C - Con sezione quadrangolare a spigoli vivi; l’ansa è rivolta verso l’alto, con andamento tendente al verticale, verosimilmente impostata sulla spalla di un vaso a foggia di cratere. L’unico esemplare individuato è decorato a “falsa cordicella” sulla faccia anteriore e su quella laterale esterna con un motivo a linee oblique contrapposte.
783Sett. B, ampl. ’80, str. S2, tav. 34,1.
784La stessa foggia di ansa si ha anche in ceramica figulina dipinta (cfr. più avanti, p. 136 s.): sett. B, ampl. ’80, str. S1, tav. 37,1.
785Le versioni A e B non sono affatto, come si era creduto (Ricerche 1, p. 151), limitate all’età del bronzo finale, ma comuni ad essa e alla prima età del ferro; la versione C appare invece peculiare di quest’ultima.
786Altre anse - Si tratta di 3 frammenti pertinenti a fogge disparate, ma tutte piuttosto particolari: un’ansa verticale a bastoncello, con ogni probabilità bifido (ovvero “a colonnette”) con costolature oblique (tav. 36,6, dal settore D, segmento 4-6, liv. S); un’ansa verticale a stretto nastro impostata sul corpo di un vaso di foggia imprecisabile a parete fortemente concava (tav. 34,2, dal sett. B, str. S2); un’ansa verticale a bastoncello con tracce di una decorazione incisa al di sotto dell’attacco inferiore (tav. 35,9, dal sett. B, str. S1).
787Elementi diversi - Di incerta classificazione e/o di scarso interesse sono: un collo ad imbuto (se l’inclinazione è correttamente determinata!) con orlo a tesa a spigolo interno (tav. 34,6, dal sett. B, str. S, rettifica scarpata); un frammento di parete con cordone orizzontale a ditate (tav. 34,3, dal sett. B, str. S2); un fondo piano con tratto di parete inferiore del vaso ad andamento tronco-conico tendente al cilindrico (tav. 35,15, dal sett. B, str. S1).
788Fusaiole - Tre esemplari appartenenti a tre fogge diverse: biconica (tav. 36,5, dal sett. D, segmento 0-2, liv. S. Un esemplare simile in ceramica figulina, cfr. più avanti, tav. 37,27, dal sett. D, segmento 6-8, liv. S. Cfr. Ricerche 1, p. 135, tav. 28,11, dallo strato 1e, in ceramica d’impasto), biconica schiacciata (tav. 31,16, dal sett. B, str. S2), globulare costolata (tav. 35,17, dal sett. B, str. S1).
789Fornello - Frammento di diaframma (tav. 35,16, dal sett. B, str. S1).
Sett. Β, trincea ’79, buca M
790Tav. 30,1. Framm. di spalla, appartenente ad un vaso di forma chiusa (forse, se l’ansa tav. 30,2 è pertinente, una brocca), con decorazione a fasci orizzontalie angolari obliqui di solcature, con cuppelle negli spazi triangolari di risulta. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie abrasa.
791Tav. 30,2. Framm. di ansa verticale a bastoncello con costolature oblique. Impasto nerastro con inclusi, superficie grigia, lisciata.
Sett. Β, ampliamento ’80, strati H-3, rettifica scarpata
792Tav. 30,3. Framm. di orlo, appartenente ad un’olla ovoide con accenno di labbro prominente, con fascio verticale di scanalature al di sotto del labbro. Impasto bruno-grigiastro con inclusi, superficie lisciata.
793Tav. 30,4. Framm. di ciotola a risega con costolature oblique. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie bruna a chiazze nerastre, lisciata.
794Tav. 30,5. Framm. di scodella ad orlo rientrante con profilo convesso. Labbro assottigliato con profilo ad unghia, internamente non rientrante. Ansa a maniglia semicircolare impostata sul labbro, rivolta verso l’alto. Impasto bruno-grigiastro con inclusi, superficie bruna a chiazze nerastre, lisciata.
795Tav. 30,6. Framm. di vaso tronco-conico ad orlo diritto, con cordone orizzontale liscio. Labbro arrotondato. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie lisciata, nerastra all’interno, bruna all’esterno.
796Tav. 30,7. Framm. di vaso tronco-conico ad orlo diritto, con cordone orizzontale liscio. Labbro tagliato obliquamente e marcato internamente da uno spigolo. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie lisciata, bruno-nerastra all’interno, bruna all’esterno.
797Tav. 30,8. Framm. di olla tronco-ovoide con orlo ad imbuto con spigolo interno ottuso. Impasto bruno a nucleo nerastro con inclusi, superficie abrasa.
798Tav. 30,9. Framm. di olla panciuta ο biconica con orlo ad imbuto espanso, con spigolo interno vivo. Impasto bruno a nucleo grigiastro con inclusi, superficie bruna lucidata.
799Tav. 30,10. Framm. di olla panciuta ο biconica con orlo ad imbuto espanso, con spigolo interno vivo e labbro ingrossato. Impasto bruno a nucleo grigiastro con inclusi, superficie bruno-rossiccia lisciata, quasi del tutto abrasa.
800Tav. 30,11. Framm. di olla ad orlo fortemente svasato, ricurvo. Impasto bruno a nucleo grigiastro con inclusi, superficie bruna scura, lisciata.
801Tav. 30,12. Framm. di olla ad orlo lievemente svasato, ricurvo. Profilo estemo dell’orlo a concavità poco sensibile. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie lisciata, bruna all’interno, nerastra all’esterno.
802Tav. 30,13. Framm. di olla ovoide ad orlo rientrante, con cordone orizzontale liscio alla massima espansione. Impasto bruno-rossiccio con inclusi, superficie lisciata.
803Tav. 30,14. Framm. di olla ad orlo molto fortemente rientrante con ornato a cordoni. Cordone liscio con andamento angolare. Impasto nerastro con inclusi, superficie malamente lisciata.
804Cfr. anche le tavv. 3; 4,1-10 (ceramica d’impasto del Bronzo medio e recente), 17,7 (ceramica grigia), 22,9 (dolii cordonati), 36,10 (ceramica figulina).
Sett. Β, ampliamento ’80, strato H
805Tav. 30,15. Framm. di ciotola carenata con parete inclinata all’indentro ed orlo non distinto. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie lucidata.
806Tav. 31,1. Framm. di scodella ad orlo rientrante con profilo convesso. Labbro assottigliato con profilo ad unghia, internamente non rientrante. Impasto brunastro con inclusi, superficie lisciata.
807Tav. 31,2. Framm. di vaso tronco-conico ad orlo diritto, probabilmente con cordone orizzontale, labbro prominente all’estemo, tagliato obliquamente e marcato da uno spigolo all’interno. Impasto brunastro con inclusi, superficie malamente lisciata.
808Tav. 31,3. Framm. di olla ad orlo fortemente svasato, ricurvo. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie lisciata, nerastra all’interno, bruna all’esterno.
809Tav. 31,4. Framm. di olla ad orlo lievemente svasato, ricurvo. Profilo esterno dell’orlo a concavità poco sensibile. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie lucidata.
810Tav. 31,5. Framm. di olla a botte con cordone orizzontale a ditate. Impasto bruno con inclusi, superficie lisciata.
811Tav. 31,6. Framm. di olla globulare ad orlo fortemente rientrante. Labbro assottigliato, cordone orizzontale liscio sotto l’orlo. Impasto bruno-grigiastro con inclusi, superficie lisciata bruna all’interno, grigiastra all’esterno.
812Tav. 31,7. Framm. di secchia con labbro ingrossato sia esternamente che internamente. Impasto bruno scuro con inclusi, superficie malamente lisciata.
813Tav. 31,8. Framm. di secchia con labbro ingrossato sia esternamente che internamente. Impasto bruno-grigiastro con inclusi, superficie lisciata.
814Tav. 31,9. Framm. di dolio, probabilmente a botte, con orlo a rientranza poco accentuata. Labbro tagliato obliquamente e marcato all’interno da uno spigolo. Cordone orizzontale liscio sotto l’orlo. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie bruna chiara, lisciata.
815Tav. 31,10. Framm. di ansa a maniglia semicircolare con sezione ovale. Impasto bruno con inclusi, superficie bruna a chiazze nerastre, lucidata.
816Cfr. anche le tavv. 22,4-7 (dolii cordonati), 36,11,12 (ceramica figulina).
Sett. Β, ampliamento ’80, strato S2’
817Tav. 31,11. Framm. di olla, probabilmente a botte, con parete superiore a profilo rigido, appena inclinata all’interno. Due scanalature orizzontali a scalino all’interno del labbro. Impasto bruno con inclusi, superficie lisciata, bruna all’interno, bruna scura all’estemo. Due frammenti ricongiunti, uno dei quali dallo strato S1.
818Tav. 31,12. Framm. di olla globulare ad orlo fortemente rientrante. Labbro assottigliato, profilo esterno con concavità appena sensibile. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie brunastra lisciata.
819Tav. 31,13. Framm. di olla globulare ad orlo fortemente rientrante. Labbro assottigliato, profilo esterno con concavità appena sensibile. Impasto brunastro con inclusi, superficie lisciata.
820Tav. 31,14. Framm. di secchia con labbro ingrossato internamente. Impasto bruno con inclusi, superficie interna nerastra lisciata, esterna bruna.
821Tav. 31,15. Framm. di ansa a maniglia semicircolare con sezione quadrangolare. Impasto bruno-rossiccio con inclusi, superficie lisciata.
822Tav. 31,16. Fusaiola biconica schiacciata. Impasto bruno chiaro con inclusi, superficie lisciata.
823Cfr. anche le tavv. 4,13,14; 5,1-4 (ceramica d’impasto del Bronzo medio e recente), 22,5 (dolii cordonati), 36,13 (ceramica figulina).
Sett. B, ampliamento ’80, strato S2
824Tav. 31,17. Framm. con solcatura ad andamento angolare. Impasto brunastro con inclusi, superficie lisciata, bruna all’interno, nerastra all’esterno.
825Tav. 31,18. Framm. di scodella ad orlo rientrante con profilo convesso. Orlo non molto rientrante, vasca alquanto profonda. Impasto nerastro con inclusi, superficie lisciata.
826Tav. 32,1. Framm. di scodella ad orlo rientrante con profilo convesso. Orlo decisamente rientrante, vasca non molto profonda. Attacco di ansa a maniglia semicircolare poco al di sotto dell’orlo. Impasto nerastro con inclusi, superficie nera lucidata.
827Tav. 32,2. Framm. di scodella ad orlo rientrante con profilo convesso. orlo decisamente rientrante, vasca non molto profonda. Impasto nerastro con inclusi, superficie lisciata, nerastra all’interno, bruna scura all’esterno.
828Tav. 32,3. Framm. di poculo con labbro prominente. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie lisciata, nerastra all’interno, bruna all’esterno.
829Tav. 32,4. Framm. di vaso tronco-conico ad orlo diritto, con cordone orizzontale liscio. Labbro arrotondato. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie lisciata, nerastra all’interno, bruna scura all’esterno.
830Tav. 32,5. Framm. di vaso tronco-conico ad orlo diritto, con cordone orizzontale liscio. Labbro assottigliato. Impasto nerastro con inclusi, superficie esterna bruna, lisciata.
831Tav. 32,6. Framm. di vaso tronco-conico ad orlo diritto, con cordone orizzontale liscio. Labbro assottigliato. Impasto brunastro con inclusi, superficie lisciata.
832Tav. 32,7. Framm. di vaso tronco-conico ad orlo diritto, con cordone orizzontale liscio. Labbro tagliato obliquamente e marcato internamente da uno spigolo. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie lisciata, nerastra all’interno, bruna all’esterno.
833Tav. 32,8. Framm. di vaso tronco-conico ad orlo diritto, con cordone orizzontale liscio. Labbro tagliato obliquamente e marcato internamente da uno spigolo. Impasto bruno-rossiccio a nucleo nerastro con inclusi, superficie lisciata.
834Tav. 32,9. Framm. di vaso tronco-conico ad orlo diritto, con cordone orizzontale liscio. Labbro prominente all’esterno, tagliato obliquamente e marcato da uno spigolo all’interno. Impasto brunastro con inclusi, superficie lisciata.
835Tav. 32,10. Framm. di vaso tronco-conico a pareti convesse ed orlo diritto, con cordone orizzontale a ditate. Impasto bruno-grigiastro con inclusi, superficie lisciata, bruno-grigiastra all’interno, bruna all’esterno.
836Tav. 32,11. Framm. di vaso tronco-conico ad orlo diritto, con due cordoni orizzontali lisci. Impasto bruno a nucleo nerastro con inclusi, superficie lisciata.
837Tav. 32,12. Framm. di olla tronco-ovoide ad orlo lievemente svasato con spigolo interno assai ottuso. Impasto nerastro con inclusi, superficie nera molto ben lisciata.
838Tav. 32,13. Framm. di olla tronco-ovoide con orlo ad imbuto con spigolo interno ottuso. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie nerastra, lisciata.
839Tav. 32,14. Framm. di olla ad orlo fortemente svasato, ricurvo. Impasto bruno con inclusi, superficie lisciata.
840Tav. 32,15. Framm. di olla ad orlo fortemente svasato, ricurvo. Impasto nerastro con inclusi, superficie bruna, lisciata.
841Tav. 32,16. Framm. di olla ad orlo fortemente svasato, ricurvo con accenno di spigolo interno. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie bruno-grigiastra, lisciata.
842Tav. 32,17. Framm. di olla ad orlo alquanto svasato, ricurvo. Impasto brunastro con inclusi, superficie lisciata.
843Tav. 32,18. Framm. di olla a botte con cordone orizzontale liscio, sul quale è impostata una presa a bugna. Impasto bruno-rossiccio con inclusi, superficie lisciata.
844Tav. 33,1. Framm. di olla a botte con cordone orizzontale liscio. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie lisciata, nerastra all’interno, bruna all’esterno.
845Tav. 33,2. Framm. di olla ovoide ad orlo rientrante, con cordone orizzontale liscio sotto l’orlo. Sottile solcatura orizzontale all’interno, poco sotto il labbro assottigliato. Impasto bruno-rossiccio a nucleo nero con inclusi, superficie lisciata.
846Tav. 33,3. Framm. di olla ovoide ad orlo rientrante, con cordone orizzontale liscio sotto l’orlo. Labbro assottigliato. Impasto bruno-rossiccio con inclusi, superficie lisciata.
847Tav. 33,5. Framm. di olla ovoide ad orlo rientrante, con cordone orizzontale liscio sotto l’orlo. Labbro assottigliato. Impasto bruno a nucleo nerastro con inclusi, superficie bruna scura, lisciata.
848Tav. 33,4. Framm. di olla ovoide ad orlo rientrante, con cordone orizzontale liscio sotto l’orlo. Labbro tagliato obliquamente e marcato all’interno da uno spigolo. Impasto nerastro con inclusi, superficie bruna, lisciata all’esterno.
849Tav. 33,7. Framm. di olla ovoide ad orlo rientrante, con cordone orizzontale a ditate sotto l’orlo. Labbro tagliato obliquamente e marcato all’interno da uno spigolo. Impasto brunastro con inclusi, superficie lisciata.
850Tav. 33,6. Framm. di olla ovoide ad orlo rientrante, con cordone orizzontale liscio sotto l’orlo. Labbro tagliato obliquamente e marcato all’interno da uno spigolo. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie lisciata.
851Tav. 33,8. Framm. di olla globulare ad orlo fortemente rientrante. Labbro assottigliato, cordone orizzontale liscio sotto l’orlo. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie bruna chiara, lisciata.
852Tav. 33,9. Framm. di olla globulare ad orlo fortemente rientrante. Labbro assottigliato, profilo esterno con concavità appena sensibile. Segmento verticale di cordone liscio dal labbro in giù. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie lisciata.
853Tav. 33,10. Framm. di parete, appartenente ad un vaso a profilo rettilineo con ornato a cordoni. Cordone liscio verticale, raccordato ad una presa a bugna. Impasto bruno con inclusi, superficie lisciata.
854Tav. 33,11. Framm. di secchia con labbro ingrossato internamente. Larga solcatura orizzontale all’esterno del labbro. Impasto bruno-rossiccio con inclusi, superficie lisciata.
855Tav. 33,12. Framm. di dolio, probabilmente a botte, con orlo a rientranza poco accentuata. Labbro lievemente prominente all’esterno, tagliato obliquamente e marcato da uno spigolo all’interno. Impasto brunastro con inclusi, superficie bruna scura, lisciata.
856Tav. 33,14. Framm. di dolio, probabilmente a botte, con orlo a rientranza poco accentuata. Labbro tagliato obliquamente e marcato da uno spigolo all’interno. Impasto bruno a nucleo nerastro con inclusi, superficie lisciata.
857Tav. 33,15. Framm. di ansa a maniglia semicircolare con costolature oblique. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie nera, lisciata.
858Tav. 33,13. Framm. di ansa a maniglia semicircolare con sezione quadrangolare. Impasto brunastro con inclusi, superficie lisciata.
859Tav. 34,1. Framm. di ansa a maniglia semicircolare con sezione quadrangolare a spigoli vivi, rivolta verso l’alto con andamento tendente al verticale. Decorato a “falsa cordicella” sulla faccia anteriore e su quella laterale esterna con un motivo a linee oblique contrapposte. Impasto nerastro con inclusi, superficie lisciata.
860Tav. 34,2. Framm. con ansa verticale a stretto nastro, impostata sul corpo di un vaso di foggia imprecisabile, con parete a profilo fortemente concavo. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie bruna, lisciata.
861Tav. 34,3. Framm. di parete con cordone orizzontale a ditate. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie lisciata, bruno-nerastra all’interno, bruna all’esterno.
862Cfr. anche le tavv. 5,5,6 (ceramica d’impasto del Bronzo medio e recente), 19,4; 20,7,10; 21, 1-3 (dolii cordonati), 36,14-17 (ceramica figulina).
Sett. Β, ampliamento ’80, strato S, rettifica scarpata
863Tav. 34,4. Framm. di vaso tronco-conico ad orlo diritto, probabilmente con cordone orizzontale. Labbro prominente all’esterno, tagliato obliquamente e marcato da uno spigolo all’interno. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie lisciata.
864Tav. 34,5. Framm. di vaso tronco-conico a pareti convesse ed orlo diritto, con cordone orizzontale a ditate, sul quale è impostata una presa a bugna. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie lisciata.
865Tav. 34,6. Framm. probabilmente di collo ad imbuto, con orlo a tesa con spigolo interno. Spezzato all’orlo. Impasto bruno-grigiastro con inclusi, superficie bruna chiara a chiazze nere, lisciata.
866Cfr. anche le tavv. 22,8 (dolii cordonati), 36,19 (ceramica figulina).
Sett. Β, ampliamento ’80, strato S1
867Tav. 34,7. Framm. di ciotola a risega con costolature oblique. Impasto bruno a nucleo nerastro con inclusi, superficie bruna, lisciata.
868Tav. 34,8. Framm. di scodella ad orlo rientrante con profilo convesso. Orlo non molto rientrante, vasca alquanto profonda. Labbro lievemente ingrossato internamente. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie esterna bruna, lisciata.
869Tav. 34,9. Framm. di scodella ad orlo rientrante con profilo convesso. Orlo non molto rientrante, vasca alquanto profonda. Impasto brunastro con inclusi, superficie bruna a chiazze nerastre, lisciata.
870Tav. 34,10. Framm. di scodella ad orlo rientrante con profilo convesso. Orlo decisamente rientrante, vasca poco profonda. Bugnetta in corrispondenza della massima espansione. Impasto nerastro con inclusi, superficie lisciata, nerastra all’interno, bruna scura all’esterno.
871Tav. 34,11. Framm. di scodella ad orlo rientrante con profilo convesso, in miniatura. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie grezza,
872Tav. 34,12. Framm. di poculo con labbro ingrossato e lievemente prominente. Impasto bruno con inclusi, superficie bruna scura lisciata.
873Tav. 34,13. Framm. di vaso tronco-conico ad orlo diritto, con cordone orizzontale liscio. Labbro arrotondato. Impasto bruno-nerastro con inclusi in parte grossi, superficie bruna a chiazze nerastre, lisciata.
874Tav. 34,14. Framm. di vaso tronco-conico ad orlo diritto, con cordone orizzontale liscio. Labbro assottigliato. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie bruno-rossiccia e nerastra, abrasa.
875Tav. 34,15. Framm. di vaso tronco-conico ad orlo diritto, con cordone orizzontale liscio. Labbro tagliato obliquamente e marcato internamente da uno spigolo. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie bruno-rossiccia e nerastra, lisciata.
876Tav. 34,16. Framm. di vaso tronco-conico ad orlo diritto, con cordone orizzontale liscio. Labbro tagliato obliquamente e marcato internamente da uno spigolo. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie interna bruno-rossiccia, esterna nerastra.
877Tav. 34,17. Framm. di olla tronco-ovoide ad orlo lievemente svasato con spigolo interno assai ottuso. Impasto nerastro con inclusi, superficie lisciata.
878Tav. 34,18. Framm. di olla tronco-ovoide con orlo ad imbuto con spigolo interno ottuso. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie lisciata.
879Tav. 34,19. Framm. di olla ad orlo svasato con doppio spigolo interno. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie lisciata, nerastra all’interno, bruna all’esterno.
880Tav. 34,20. Framm. di olla ad orlo lievemente svasato, ricurvo. Impasto bruno-rossiccio con inclusi, superficie lisciata.
881Tav. 34,21. Framm. di olla ad orlo lievemente svasato, ricurvo. Impasto bruno-grigiastro con inclusi, superficie abrasa.
882Tav. 35,3. Framm. di olla ad orlo lievemente svasato, ricurvo. Impasto bruno a nucleo scuro con inclusi, superficie bruna scura lucidata.
883Tav. 35,2. Framm. di olla ad orlo lievemente svasato, ricurvo. Impasto bruno con inclusi, superficie abrasa.
884Tav. 35,1. Framm. di olla ad orlo lievemente svasato, ricurvo. Profilo esterno dell’orlo a concavità poco sensibile. Impasto bruno-grigiastro con inclusi, superficie bruna lisciata.
885Tav. 35,4. Framm. di olla ad orlo lievemente svasato, ricurvo. Impasto bruno con inclusi, superficie lisciata.
886Tav. 35,5. Framm. probabilmente appartenente ad un’olla ad orlo non molto svasato, ricurvo. Impasto nerastro con inclusi, superficie nera lucidata.
887Tav. 35,6. Framm. di olla a botte con cordone orizzontale liscio, sul quale è impostata una presa a bugna. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie lisciata.
888Tav. 35,7. Framm. di olla a botte con cordone orizzontale liscio. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie malamente lisciata, nerastra all’interno, bruna all’esterno.
889Tav. 35,12. Framm. di olla ovoide ad orlo rientrante, con massima espansione posta molto in alto. Cordone orizzontale liscio sotto l’orlo. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie lisciata.
890Tav. 35,13. Framm. di ansa verticale sopraelevata a bastoncello con attacchi nastriformi, a costolature oblique. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie lisciata.
891Tav. 35,8. Framm. di ansa verticale sopraelevata a bastoncello con costolature oblique. Impasto nerastro con inclusi, superficie nera, lisciata.
892Tav. 35, 11. Framm. di ansa a maniglia semicircolare con costolature oblique. Impasto nerastro con inclusi, superficie interna bruno-rossiccia, esterna nera molto ben lisciata.
893Tav. 35,14. Framm. di ansa a maniglia semicircolare con sezione ovale, probabilmente impostata sulla spalla di un vaso biconico. Impasto nerastro con inclusi, superficie bruno-nerastra, lisciata.
894Tav. 35,10. Framm. di ansa a maniglia semicircolare con sezione quadrangolare. Impasto brunastro con inclusi, superficie lisciata.
895Tav. 35, 9. Framm. di ansa verticale a bastoncello. Al di sotto dell’attacco inferiore decorazione incisa: linea orizzontale ed altra ad andamento angolare. Impasto nerastro con inclusi, superficie nera, lisciata.
896Tav. 35,15. Fondo piano, con tratto di parete inferiore del vaso ad andamento tronco-conico tendente al cilindrico. Impasto bruno a nucleo nerastro con inclusi anche grossi, superficie lisciata esternamente.
897Tav. 35,17. Fusaiola globulare con costolature meridiane. Impasto bruno-nerastro con inclusi, superficie lisciata.
898Tav. 35,16. Framm. di diaframma di fornello. Impasto bruno-rossiccio con inclusi.
899Cfr. anche le tavv. 5,7-10 (ceramica d’impasto del Bronzo medio e recente), 19,2,3; 20,2-6,8,9 (dolii cordonati), 36,20,21; 37,1-23 (ceramica figulina).
Sett. Β, sporadici
900Tav. 35,18. Framm. di vaso tronco-conico ad orlo svasato, con cordone orizzontale liscio. Impasto bruno e nerastro con inclusi, superficie lisciata.
901Tav. 36,1. Framm. di olla panciuta ο biconica con orlo ad imbuto non espanso, con spigolo interno vivo. Impasto grigiastro con inclusi, superficie bruna lisciata.
902Tav. 36,2. Framm. di olla panciuta ο biconica con orlo ad imbuto molto espanso, con spigolo interno vivo e labbro assottigliato. Impasto bruno-grigiastro con inclusi, superficie bruna e nera lucidata.
903Tav. 36,3. Framm. di olla ad orlo non molto svasato, ricurvo. Impasto bruno-grigiastro con inclusi, superficie bruna e nera lucidata.
Sett. D, segmento 0-2, livello S
904Tav. 36,5. Fusaiola biconica. Impasto bruno chiaro, superficie grezza.
Sett. D, segmento 4-6, livello S
905Tav. 36,4. Framm. di parete con serie continua di scanalature verticali, pertinente alla spalla di un vaso di forma non precisabile. Impasto grigiastro con inclusi, superficie bruno-grigiastra chiara, lisciata.
906Tav. 36,7. Framm. di olletta ad orlo estremamente rientrante con ornato a cordoni. Cordoni a ditate, motivo “a rete”. Impasto bruno-grigiastro con inclusi, superficie lisciata.
907Tav. 36,6. Framm. di ansa verticale a bastoncello, probabilmente bifido, con costolature oblique. Impasto nerastro con inclusi, superficie bruno-grigia chiara, lucidata.
Sett. D, segmento 6-8, livello S
908Tav. 36,8. Framm. di scodella ad orlo rientrante con profilo convesso. Orlo decisamente rientrante, vasca non molto profonda. Bugnetta in corrispondenza della massima espansione. Impasto nerastro con inclusi, superficie lisciata.
Sett. D, segmento 8-10, livello S
909Tav. 36,9. Framm. di parete, appartenente ad un vaso a profilo lievemente convesso con ornato a cordoni. Cordoni lisci, motivo a svastica innestato su cordone orizzontale. Impasto bruno-rossiccio con inclusi, superficie bruno-grigiastra lisciata.
910Cfr. anche le tavv. 9, 7-13; 10,1-9 (ceramica d’impasto del Bronzo medio e recente), 11; 12; 13; 14,1-6 (ceramica grigia), 18,1,2 (dolii cordonati), 23,1-4,6,8 (ceramica micenea), 37,24-28 (ceramica figulina).
911CERAMICA FIGULINA - Sembra opportuno mantenere una distinzione per categorie definite in base ai caratteri della pasta e della pittura, analoga, anche se alquanto modificata e più complessa, a quella già proposta (Ricerche 1, p. 143 ss.).
912Ceramica a pittura bruna ο rossa su fondo giallo-biancastro - Elemento costante è in questa categoria la colorazione giallo-biancastra della superficie esterna (in qualche caso si può parlare senz’altro di vera e propria ingubbiatura), mentre la pasta del vaso può variare dal camoscio chiaro al rosa. Includiamo qui anche un frammento privo di tracce di pittura, a pasta giallo-biancastra (tav. 36,12). La pittura è in genere di varie tonalità brune, in un caso color rosso arancio. Quanto alle fogge vascolari, sono riconoscibili soltanto forme chiuse: l’olla con orlo a spigolo interno e labbro poco espanso, appena prominente (tav. 37,28, dal sett. D, segmento 0-2, liv. s. Cfr. Ricerche 1, p. 149, tav. 36,3,6, dal livello H, col confronto cit. a p. 145, nota 11), l’olla ad orlo fortemente svasato, ricurvo (tav. 36,12, dal sett. B, str. H), il vaso a collo cilindrico con spalla marcata e corpo panciuto ο lenticolare (tav. 36,11, dal sett. B, str. H, forse anche tav. 36,20, dal sett. B, str. S1), e inoltre un recipiente di dimensioni cospicue ma di foggia imprecisabile (tav. 37,24, dal sett. D, liv. S). Tra gli ornati, di repertorio “protogeometrico” piuttosto elementare, abbiamo il motivo a spina di pesce verticale208 (tav. 37,26, dal sett. D, segmenti 0-2 e 2-4, liv. S), gli elementi angolari concentrici209 (tav. 36,20), la banda a graticcio dipinta sulla spalla del vaso210 (tav. 36, 11).
913Gli esemplari di questo gruppo provengono quasi tutti ο dallo strato Η del settore Β, ο dal livello superficiale del settore D; solo un frammento, verosimilmente in giacitura secondaria, è stato raccolto nello strato S1 del settore B. Tutto ciò, assieme alle connessioni formali e decorative con il protogeometrico japigio e delle isole Eolie, sembra suggerire per l’intera categoria una datazione all’età del bronzo finale ed un inquadramento nel protogeometrico enotrio.
914Ceramica a pittura nera su fondo da giallino a rosato - La lieve modifica introdotta nella denominazione di questa categoria (cfr. Ricerche 1, p. 143) rispecchia un estendersi del suo campo di variabilità: la superficie esterna ha spesso - ma non sempre - una colorazione più chiara, tendente al giallino, di quella della pasta del vaso, per lo più rosata. Al nero della pittura si aggiunge in un caso (tav. 37,1, dal sett. D, str. S1) un secondo colore, rossastro. Si tratta di un frammento che conserva l’attacco di un’ansa a maniglia semicircolare della foggia, presente a Broglio anche nella ceramica d’impasto (cfr. più sopra, p. 123), con sezione quadrangolare, rivolta verso l’alto con andamento pressoché verticale, verosimilmente impostata sulla spalla di un vaso a foggia di cratere. L’ansa presenta un motivo a scaletta sulla faccia anteriore e su quella laterale esterna; a immediato contatto di quest’ultima inizia la decorazione della parete del vaso, consistente in una serie di registri sovrapposti, in cui sembrano alternarsi linee a zig-zag e fasci bicromi di linee orizzontali. L’insieme delle caratteristiche sembra indicare per questo frammento una collocazione cronologica non lontana dal contesto della prima età del ferro avanzata in cui è stato raccolto, analogamente a quanto avviene anche altrove sulla costa ionica211. Ad un vaso biconico, ο meglio a collo conico rigonfio distinto in modo appena sensibile dalla spalla (tav. 36,21, dal sett. Β, str. S1), foggia presente anche in altre categorie di ceramica dipinta (cfr. più avanti, pp. 137, 138, tav. 37,5, dal sett. Β, str. S1; tav. 36,14, dal sett. Β, str. S2), va riferito un frammento con motivo a meandro retto continuo. A vasi di forma indeterminabile appartengono un frammento con probabile motivo a spina di pesce giacente (tav. 36,19, dal sett. Β, str. S, rettifica scarpata), ed uno con bande parallele orizzontali (tav. 37,2, dal sett. Β, str. S1).
915I dati stratigrafici della campagna’80, che sembrano riferire in modo esclusivo questa categoria ceramica al livello più recente, appaiono, allo stato attuale delle nostre conoscenze, in contraddizione con quelli forniti dalla campagna precedente, che viceversa ce la mostravano circoscritta all’età del bronzo finale.
916Ceramica a pittura rossa su fondo rosa - All’unico frammento con resti di pittura assegnabile a questa categoria, appartenente ad un’olla ad orlo fortemente svasato, ricurvo, con banda orizzontale al di sotto del labbro (tav. 37,29, dal sett. Β, liv. SS), aggiungiamo, secondo i criteri già seguiti (cfr. Ricerche 1, p. 143), alcuni esemplari acromi a pasta rosata ο arancio: un frammento di olla panciuta ο biconica con orlo ad imbuto espanso a spigolo interno (tav. 37,3, dal sett. Β, str. S1), uno di olla con orlo a spigolo interno estremamente accentuato (tav. 36,18, dal sett. Β, str. s. Cfr. Ricerche 1, p. 151, tav. 37,2, sporadico dal Castello), e uno di olla ad orlo lievemente svasato e ricurvo (tav. 37,4, dal sett. Β, str. S1).
917Ceramica a pittura rossa su fondo camoscio - L’esemplare più significativo è un frammento pertinente ad un vaso a collo conico, certo rigonfio, distinto in modo appena sensibile dalla spalla (tav. 37,5, dal sett. Β, str. S1; per questa forma nella ceramica dipinta cfr. più sopra, p. 137, tav. 36,21, ibidem, e più avanti, tav. 36,14, dal sett. Β, str. S2), con una decorazione in cui è probabilmente da riconoscere un motivo a triangoli campiti con tratteggio obliquo disposti su due file contrapposte, l’una ritta l’altra pendente, con i vertici alterni, così da delimitare uno spazio libero a zig-zag. Un altro frammento, forse anch’esso appartenente ad un collo, reca due strisce, una orizzontale l’altra obliqua, che si incrociano (tav. 37,6, del sett. Β, str. S1); un altro ancora, relativo ad un fondo con piede a disco, ha un fascio di strisce orizzontali (tav. 37,7, dal sett. Β, str. S1).
918I dati di rinvenimento sembrano indicare questa categoria ceramica come propria del livello più recente di Broglio.
919Altra ceramica dipinta - Si sono qui raccolti alcuni frammenti contraddistinti da caratteristiche della pasta e della pittura ο mal definite (tav. 37,30, dal sett. Β, sporadico; tav. 37,12, dal sett. Β, str. S1), ο che non ricorrono in altri esemplari, e non consentono pertanto una classificazione. Tra questi ultimi, accanto ad un frammento poco significativo, con semplice fascia orizzontale (tav. 36,10, dal sett. Β, str. H-3, rettifica scarpata), abbiamo ancora un frammento pertinente ad un vaso a collo conico distinto in modo appena sensibile dalla spalla, con fascio di linee orizzontali (tav. 36,14, dal sett. Β, str. S2), ed un’ansa a maniglia semicircolare coperta di pittura diluita, impostata sul punto di massima espansione di un vaso biconico ο panciuto (tav. 37,25, dal sett. D, liv. S).
920Frammenti acromi a pasta da gialla ο camoscio a grigia - Nell’ambito dei frammenti acromi sembra di notare passaggi poco definiti nella colorazione della pasta non solo dal giallo al grigio (cfr. Ricerche 1, p. 147), ma anche dal giallo al camoscio e da quest’ultimo di nuovo al grigio. Solo un maggior numero di reperti potrebbe consentire di verificare l’esistenza di più categorie ceramiche in questo ambito, attraverso l’eventuale correlazione tra caratteristiche della pasta e fogge vascolari. Le forme aperte sono rappresentate da ciotole con vasca a calotta ed orlo prominente in due differenti versioni: l’una (tav. 36,15, dal sett. Β, str. S2) a profilo fortemente sinuoso ed orlo alquanto espanso, quasi a tesa (ma non marcato internamente da uno spigolo), con un’ansa a maniglia semicircolare ad andamento orizzontale impostata sotto il labbro, forma nota nel geometrico japigio ed enotrio212; l’altra (tav. 37,9, dal sett. Β, str. S1) con orlo appena prominente al di sopra di una concavità poco sensibile, ma molto ingrossato in corrispondenza dello spigolo interno assai accentuato, tanto da risultarne un andamento rientrante verso l’alto del profilo interno della vasca, foggia che invece trova riscontro a Broglio tra i materiali di impasto dell’età del bronzo recente (cfr. p. 28, tavv. 7,12; 10,5), il che potrebbe far pensare ad un reperto in giacitura secondaria, sebbene il frammento in questione, a pasta grigia, non rientri nella ceramica grigia secondo la definizione datane da G. Bergonzi ed A. Cardarelli. Ancora ad una ciotola (carenata?) appartiene un frammento con orlo svasato e parete inclinata all’infuori (tav. 36,16, dal sett. Β, str. S2). Le scodelle ad orlo rientrante con profilo convesso sono presenti sia nella versione ad orlo non molto rientrante e vasca alquanto profonda (tav. 37,10, dal sett. Β, str. S1), sia in quella con orlo più rientrante e vasca meno profonda (tav. 37,13, dal sett. Β, str. S1). Abbiamo ancora olle tronco-ovoidi con orlo ad imbuto con spigolo interno (tav. 37,14,17, dal sett. Β, str. S1), olle panciute ο biconiche con orlo ad imbuto con spigolo interno nelle versioni con orlo non molto espanso e labbro assottigliato (tav. 37,8, dal sett. Β, str. S1) e con orlo molto espanso e labbro assottigliato (tav. 37,16, dal sett. Β, str. S1), un’olla ad orlo lievemente svasato e ricurvo (tav. 37,18, dal sett. Β, str. S1), un orlo diritto, quasi verticale, con ingrossamento esterno a cordone liscio (tav. 36,17, dal sett. Β, str. S2), un’ansa verticale a bastoncello sopraelevato, a pasta grigia, forse anch’essa in giacitura secondaria (tav. 36,13, dal sett. Β, str. S2’), un’appendice a cornetto, forse pertinente ad un’ansa con sopraelevazione plastica (tav. 37,11, dal sett. Β, str. S1), un fondo di olletta ovoide ο globulare con accenno di piede a tacco (tav. 37,15, dal sett. Β, str. S1).
921La grande maggioranza dei frammenti qui esaminati, e la totalità se si prescinde dagli esemplari con pasta a colorazione interamente ο parzialmente grigia, proviene dal livello S1. Ciò lascia adito all’ipotesi dell’esistenza, nella fase avanzata della prima età del ferro, di una categoria acroma nell’ambito della ceramica figulina, che, assieme alle categorie dipinte, avrebbe naturalmente contribuito a soppiantare la ceramica d’impasto.
922Ceramica figulina di età storica - l’unico esemplare degno di nota è un frammento con orlo espanso, ad imbuto (tav. 37,19, dal sett. Β, str. S1), attribuibile, se, come indica la determinazione del diametro, si tratta di una forma chiusa, ad un’olletta ο piccola olpe213, altrimenti ad una coppa di foggia “ionica”, in ogni caso riferibile alla produzione greca coloniale di età arcaica. Il reperto esula chiaramente dal contesto del livello in cui è stato raccolto, e vi rappresenta senza dubbio un’intrusione.
923Fusaiole ed altre ceramiche non vascolari - Le due fusaiole sono l’una biconica (tav. 37, 27, dal sett. D, segmento 6-8, liv. S), l’altra discoidale (tav. 37,21, dal sett. Β, str. S1). Di funzione in qualche modo analoga, ma di dimensioni di gran lunga maggiori, un disco con foro centrale (tav. 37,20, dal sett. Β, str. S1). L’unico esemplare, frammentario, di peso da telaio è del tipo conico (tav. 37,22, dal sett. Β, str. S1); di foggia a botte un probabile vago di collana, anch’esso frammentario (tav. 37,23, dal sett. Β, str. S1).
Sett. Β, ampliamento ’80, strati H-3, rettifica scarpata
924Tav. 36, 10. Framm. di parete con fascia dipinta. Pasta depurata rosa, superficie esterna camoscio chiaro, tracce di pittura rossastra.
925Cfr. anche le tavv. 3; 4,1-10 (ceramica d’impasto del Bronzo medio e recente), 17,7 (ceramica grigia), 22,9 (dolii cordonati), 30,3-14 (ceramica d’impasto).
Sett. Β, ampliamento ’80, strato H
926Tav. 36,11. Framm. di vaso a collo cilindrico con spalla marcata e corpo panciuto o lenticolare; decorato sulla spalla con banda a graticcio. Pasta depurata camoscio chiaro, superficie esterna giallo-biancastra, pittura rosso arancio.
927Tav. 36,12. Framm. di olla ad orlo fortemente svasato, ricurvo, con accenno di spigolo interno. Pasta depurata giallo-biancastra.
928Cfr. anche le tavv. 22,4-7 (dolii cordonati), 30,15; 31,1-10 (ceramica d’impasto).
Sett. Β, ampliamento ’80, strato S2’
929Tav. 36,13. Framm. di ansa verticale a bastoncello sopraelevato. Pasta depurata grigia.
930Cfr. anche le tavv. 4,13,14; 5,1-4 (ceramica d’impasto del Bronzo medio e recente), 22,5 (dolii cordonati), 31,11-16 (ceramica d’impasto).
Sett. Β, ampliamento ’80, strato S2
931Tav. 36,14. Framm. di vaso a collo conico quasi indistinto dalla spalla. Sul collo fascio di linee orizzontali. Pasta depurata grigia, pittura bruna scura.
932Tav. 36,15. Framm. di ciotola a profilo fortemente sinuoso, con orlo molto prominente, quasi a tesa, e vasca a calotta. Ansa a maniglia semicircolare a sezione ovale, ad andamento orizzontale, impostata sotto il labbro. All’esterno, sotto il labbro, tracce di impressioni di polpastrelli. Pasta depurata passante da grigio a beige.
933Tav. 36,16. Framm. di ciotola con orlo svasato e parete inclinata all’infuori. Pasta depurata grigia.
934Tav. 36,17. Framm. di orlo diritto con ingrossamento esterno a cordone liscio. Pasta depurata camoscio.
935Cfr. anche le tavv. 5,5,6 (ceramica d’impasto del Bronzo medio e recente), 19,4; 20,1,10; 21; 22,1-3 (dolii cordonati), 31,17,18; 32; 33; 34,1-3 (ceramica d’impasto).
Sett. Β, ampliamento ’80, strato S
936Tav. 36,18. Framm. di olla con orlo a spigolo interno estremamente accentuato. Pasta depurata passante da arancio a comoscio.
Sett. Β, ampliamento ’80, strato S, rettifica scarpata
937Tav. 36,19. Framm. di parete con serie di bande oblique parallele, probabilmente un motivo a spina di pesce giacente, al di sopra di un fascio di bande orizzontali. Pasta depurata rosa arancio con superficie esterna più chiara, pittura nerastra.
938Cfr. anche le tavv. 22,8 (dolii cordonati), 34,4-6 (ceramica d’impasto).
Sett. Β, ampliamento ’80, strato S1
939Tav. 36,20. Framm. di vaso a collo od orlo distinto, con spalla marcata e corpo panciuto ο lenticolare; decorato sulla spalla con elementi angolari ritti, poggiati su banda orizzontale. Pasta depurata camoscio chiaro, superficie esterna giallo-biancastra, pittura brunastra.
940Tav. 37,1. Framm. di ansa a maniglia semicircolare con sezione quadrangolare a spigoli vivi, rivolta verso l’alto con andamento pressoché verticale; probabilmente impostata sulla spalla di un vaso a forma di cratere. Sulla faccia anteriore e su quella laterale esterna dell’ansa motivo a scaletta; sulla parete, su registri sovrapposti, linee a zig-zag alternate a fasci bicromi di linee orizzontali. Pasta depurata camoscio chiaro, superficie esterna giallo-biancastra, pittura nerastra e rossastra.
941Tav. 36,21. Framm. di parete con coppia di bande orizzontali parallele. Pasta depurata rosa, pittura nera.
942Tav. 37,2. Framm. di vaso a collo conico a profilo rigonfio, appena distinto dalla spalla. Decorato con banda a meandro retto continuo. Pasta depurata rosa, superficie estema giallina, pittura nerastra.
943Tav. 37,3. Framm. di olla panciuta ο biconica, con orlo ad imbuto espanso a spigolo interno. Pasta depurata arancio, superficie abrasa.
944Tav. 37,4. Framm. di olla ad orlo lievemente svasato e ricurvo. Pasta depurata rosa.
945Tav. 37,5. Framm. di vaso a collo conico appena distinto dalla spalla. Decorato con strisce oblique contrapposte, probabilmente un motivo a triangoli con tratteggio obliquo. Pasta depurata beige, tracce di pittura rossastra.
946Tav. 37,6. Framm. di parete, forse di vaso a collo conico, con striscia orizzontale ed altra obliqua incrociantisi. Pasta depurata beige, tracce di pittura rossastra.
947Tav. 37,7. Framm. di fondo con piede a disco, decorato con fascio di strisce orizzontali. Pasta depurata camoscio chiaro, tracce di pittura rossastra.
948Tav. 37,12. Framm. di parete con coppia di bande orizzontali parallele. Pasta depurata rossastra, superficie esterna rosata chiara, tracce di pittura di colore indefinibile.
949Tav. 37,9. Framm. di ciotola a profilo lievemente sinuoso, con orlo appena prominente a spigolo interno assai accentuato, e vasca a calotta. Pasta depurata grigia.
950Tav. 37,10. Framm. di scodella ad orlo rientrante con profilo convesso. Orlo non molto rientrante, vasca alquanto profonda. Pasta depurata giallo-grigia con inclusi.
951Tav. 37,13. Framm. di scodella ad orlo rientrante con profilo convesso. Orlo decisamente rientrante, vasca non molto profonda. Pasta depurata gialla a nucleo grigio.
952Tav. 37,14. Framm. di olla tronco-ovoide con orlo ad imbuto con spigolo interno. Pasta depurata giallo-grigia.
953Tav. 37,17. Framm. di olla tronco-ovoide con orlo ad imbuto con spigolo interno. Pasta depurata camoscio chiaro.
954Tav. 37,8. Framm. di olla panciuta ο biconica con orlo ad imbuto non molto espanso, con spigolo interno vivo e labbro assottigliato. Pasta depurata gialla chiara, superficie abrasa.
955Tav. 37,16. Framm. di olla panciuta ο biconica con orlo ad imbuto molto espanso, con spigolo interno vivo e labbro assottigliato. Pasta depurata giallastra.
956Tav. 37,18. Framm. di olla ad orlo lievemente svasato, ricurvo. Pasta depurata beige.
957Tav. 37,11. Framm. di appendice a cornetto, forse pertinente ad una ansa con sopraelevazione plastica. Pasta depurata camoscio chiaro.
958Tav. 37,15. Framm. di fondo con accenno di piede a tacco, appartenente ad un’olletta a corpo ovoide ο globulare. Pasta depurata camoscio.
959Tav. 37,19. Framm. forse di olletta ο piccola olpe con orlo espanso, ad imbuto. Pareti molto sottili, pasta depurata camoscio chiaro.
960Tav. 37,21. Fusaiola discoidale, frammentaria. Pasta depurata beige.
961Tav. 37,20. Disco con foro centrale. Pasta depurata rosa con inclusi, superficie incrostata.
962Tav. 37,22. Framm. di peso da telaio conico. Pasta depurata giallastra.
963Tav. 37,23. Framm. di probabile vago di collana, a botte, con sottile foro centrale. Pasta depurata giallo-grigiastra, superficie abrasa.
964Cfr. anche le tavv. 5,7-10 (ceramica d’impasto del Bronzo medio e recente), 19,2,3; 20,2-6,8,9 (dolii cordonati), 34,7-21; 35,1-17 (ceramica d’impasto).
Sett. Β, ampliamento ’80, livello SS
965Tav. 37,29. Framm. di olla ad orlo fortemente svasato, ricurvo, con banda orizzontale al di sotto del labbro. Pasta depurata arancio chiaro, tracce di pittura rossa.
Sett. Β, sporadico
966Tav. 37,30. Framm. di parete, decorato con banda orizzontale da cui si diparte verso il basso una coppia di bande oblique parallele. Pasta depurata rossa, pittura bruna ο rossa, evanida.
Sett. D, livello S
967Tav. 37,24. Framm. di parete con fascia dipinta. Pasta depurata camoscio chiaro con superficie esterna tendente al biancastro, tracce di pittura bruna chiara.
968Tav. 37,25. Framm. di ansa a maniglia semicircolare a sez. ovale, impostata sul punto di massima espansione di un vaso panciuto ο biconico, coperta di pittura. Pasta depurata rosa chiara, pittura bruna.
Sett. D, segmento 0-2, livello S
969Tav. 37,28. Framm. di olla con orlo a spigolo interno a labbro poco espanso, appena prominente, con fascia dipinta esternamente sull’orlo. Pasta depurata rosa con inclusi, ingubbiatura giallo-biancastra, pittura bruna scura.
Sett. D, segmenti 0-2 e 2-4, livello S
970Tav. 37,26. Framm. di parete, decorato con motivo a spina di pesce verticale raccordato, probabilmente ad altro campo decorato, con coppia di linee oblique. Pasta depurata rosa, ingubbiatura giallo-biancastra, pittura bruna.
Sett. D, segmento 6-8, livello S
971Tav. 37,27. Fusaiola biconica. Pasta depurata grigio-giallina.
972Cfr. anche le tavv. 9, 7-13; 10,1-9 (ceramica d’impasto del Bronzo medio e recente), 11; 12; 13; 14,1-6 (ceramica grigia), 18,1,2 (dolii cordonati), 23,1-4,6,8 (ceramica micenea), 36,4-9 (ceramica d’impasto).
973I nuovi dati ci consentono per un verso di confermare nelle grandi linee, per l’altro di precisare e anche correggere nei dettagli la già proposta definizione di due diverse associazioni di fogge ed elementi formali e decorativi, attribuibili rispettivamente alla età del bronzo finale e alla prima età del ferro (cfr. Ricerche 1, p. 151 s.), e inoltre di specificarla ulteriormente, tentando di cogliere fasi diverse nell’ambito dell’una ο dell’altra fascia cronologica.
974Elementi caratteristici dell’età del bronzo finale sono i frammenti con decorazione a fasci di solcature (tavv. 30,1,3; 36,4), le tazze con carena molto accentuata (cfr. Ricerche 1, tavv. 27,9; 29,4; 32,5,10; 34,4), le ollette ad orlo fortemente rientrante con ornato a cordoni (tavv. 30,14; 36,7), le anse verticali a bastoncello con costolature oblique (tavv. 30,2; 35,8,13; cfr. Ricerche 1, tav. 29,5), la ceramica a pittura bruna ο rossa su fondo giallo-biancastro (tavv. 36,11,12,20; 37,24,26,28), le olle in ceramica figulina con orlo a spigolo interno e labbro poco espanso, appena prominente (tav. 37,28; cfr. Ricerche 1, tav. 36,3,6). Tali elementi sono presenti nel livello superficiale del settore D e nel taglio corrispondente agli strati H-3 della rettifica della scarpata nel settore B, assieme a materiali dell’età del bronzo recente; nel livello H della campagna ’79, in associazione con reperti della prima età del ferro, e in un certo numero di contesti omogenei: gli strati 1w ed le ed il livello H inferiore della campagna ’79, la buca M e lo strato H della campagna ’80. Nell’ambito di questa serie di contesti, alcuni, in tutto ο in parte stratigraficamente più recenti (strati H-3 e strato H ’80, livello H inferiore e livello H ’79), si contrappongono ad altri (sett. D, liv. S, sett. B, strati 1w ed le, buca M) per la presenza esclusiva nei primi di alcune fogge: le scodelle ad orlo rientrante con profilo convesso nella versione A (tavv. 30,5; 31,1), i vasi tronco-conici con cordone, ad orlo svasato (tav. 35,18; cfr. Ricerche 1, tav. 31,1,2), le olle panciute ο biconiche con orlo ad imbuto con spigolo interno nelle versioni A (tav. 36,1) e D (tav. 30,10), le olle ad orlo lievemente svasato, ricurvo nella versione con concavità dell’orlo meno accentuata (tavv. 30,12; 31,19), nonché per la comparsa precoce di numerosi elementi che saranno poi propri della prima età del ferro: le scodelle ad orlo rientrante con profilo convesso nella versione Β (cfr. Ricerche 1, tav. 29,3), i vasi tronco-conici con cordone ad orlo diritto delle varietà a (tav. 30,6; cfr Ricerche 1, tav. 31,3), c (tav. 30,7; cfr. Ricerche 1, tav. 31,4) e d (tav. 31,2), le olle tronco-ovoidi con orlo ad imbuto con spigolo interno (tav. 30,8), le olle panciute ο biconiche con orlo ad imbuto con spigolo interno nella versione Β (tav. 30,9), le olle ad orlo fortemente svasato, ricurvo (tavv. 30,11; 31,3), le olle a botte con cordone (tav. 31,5), le olle globulari ad orlo fortemente rientrante (tav. 31,6), le secchie a labbro ingrossato (tav. 31,7,8), i dolii con labbro tagliato obliquamente (tav. 31,9), le anse a maniglia semicircolare con costolature oblique (cfr. Ricerche 1, tav. 29,9,10), le anse a maniglia semicircolare nella versione Β (cfr. Ricerche 1, tav. 30,1), e i dolii cordonati di argilla A2 (tav. 22,6,7). A tutto questo ben poco si puo contrapporre come peculiare dei contesti dell’orizzonte più antico, forse anche perché, allo stato attuale dello scavo, che nella trincea B non ha interessato nella campagna ’80 gli strati al di sotto dell’H, essi si presentano meno ricchi di reperti: l’ansa verticale a bastoncello bifido (tav. 36,6) e le fusaiole biconiche (tavv. 36,5; 37,27).
975La prima età del ferro è invece contraddistinta dall’associazione di poculi con labbro prominente (tavv. 32,3; 34,12), vasi tronco-conici con cordone ad orlo diritto della varietà b (tavv. 32,5,6; 34,14), olle tronco-ovoidi ad orlo lievemente svasato con spigolo interno (tavv. 32,12; 34,17), anse a maniglia semicircolare nella versione C (tavv. 34,1; 37,1), vasi in ceramica figulina a collo conico rigonfio distinto in modo appena sensibile dalla spalla (tavv. 36,14; 37,2,5), e i dolii cordonati di argilla A3 (tavv. 19,2-4; 20,3-9; 21,1-3), associazione che si riscontra negli strati S, S1 ed S2 del settore B, ed in parte dei materiali del livello H ’79. Nell’ambito di questo raggruppamento, un repertorio di forme proprio di S2 si contrappone ad un altro repertorio, proprio di S1. Vi è una serie di forme che dall’età del bronzo finale, quasi sempre anzi dalla fase più recente di essa, corrispondente allo strato H ’80 (sono tra quelle che abbiamo ricordate più sopra), persistono nell’orizzonte iniziale della prima età del ferro, corrispondente allo strato S2, ma non oltre: sono i vasi tronco-conici con cordone ad orlo diritto della varietà d (tavv. 32,9; 34,4), le olle ad orlo fortemente svasato, ricurvo (tav. 32,14-16), le olle globulari ad orlo fortemente rientrante (tavv. 31,12,13; 33,8,9), gli altri vasi con ornato a cordoni (tav. 33,10), le secchie a labbro ingrossato (tavv. 31,14; 33,11, con una differenziazione di varietà rispetto allo strato H, tav. 31,7,8), i dolii con labbro tagliato obliquamente (tav. 33,12,14), e i dolii cordonati di argilla A2 (tavv. 20,10; 21,4,5; 22,1,2). Ad esse si aggiunge un paio di elementi propri ed esclusivi dell’orizzonte dello strato S2: i vasi tronco-conici con cordone ad orlo diritto della varietà e (tavv. 32,10; 34,5), le olle ovoidi ad orlo rientrante con cordone (tav. 33, 2-7). Più numerosi sono gli elementi propri ed esclusivi dell’orizzonte dello strato S1, che si può attribuire ad una fase avanzata della prima età del ferro, considerando alla stregua di un terminus post quem non degli inizi del VII secolo la presenza di un frammento a pittura bicroma (tav. 37,1), e cioè: le olle panciute e/o biconiche con orlo ad imbuto con spigolo interno della versione C (tavv. 36,2; 37,16) e della versione intermedia tra B e C (tav. 37,8), l’olla ad orlo svasato con doppio spigolo interno (tav. 34,19), le olle ad orlo lievemente svasato, ricurvo nella versione con concavità dell’orlo più accentuata (tavv. 34,20,21; 35,2-4,18), la fusaiola globulare costolata (tav. 35,17), la ceramica a pittura rossa su fondo camoscio (tav. 37,5-7), la ceramica acroma a pasta da gialla a camoscio, esclusi gli esemplari a colorazione interamente ο parzialmente grigia, (tav. 37,8,11,15-18) a prescindere da un singolo frammento (tav. 36,17) dallo strato S2.
976Come si è visto, mentre la distinzione fra fase inziale e fase avanzata della prima età del ferro appare, nella stratigrafia di Broglio, macroscopicamente evidente, non altrettanto può dirsi per l’analoga distinzione nell’ambito dell’età del bronzo finale. In particolare, l’ipotesi formulata (Ricerche 1, p. 152) di un momento evoluto del bronzo finale, parallelo a quello che si coglie nei siti pugliesi, contraddistinto da ceramica dipinta (protogeometrico enotrio-japigio), si è rivelata impraticabile, sia perché, come è nel frattempo emerso, una generalizzazione della ceramica figulina dipinta ed acroma si ha a Broglio soltanto con la fase avanzata della prima età del ferro, sia perché, allo stato attuale delle ricerche, i dati di scavo sembrano attestare la presenza di ceramica dipinta indigena già nell’orizzonte più antico del bronzo finale, in continuità con la ceramica dipinta indigena (cfr. più sopra, p. 110) raccolta nei livelli del Bronzo recente. [RP]
Notes de bas de page
1 La campagna, iniziata il 1-9, si è conclusa il 26. Vi hanno partecipato, sotto la direzione tecnica della dr. Angela Cinquepalmi, ispettore archeologo presso la Soprintendenza della Calabria, e quella scientifica dello scrivente: per Tintera durata dei lavori il dr. Claudio Giardino e la dr. Giovanna Tofani; per un periodo Micaela Angle, Clarissa Belardelli, la dr. Gilda Bocconi, la dr. Vittoria Buffa, Beatrice Capoferri, Adolfo Gianni, G. Francesco La Torre, Anselmo Malizia, Paola Moscetta, Stefania Panichelli, il dr. Ivan Scarabello. In occasione di visite più brevi hanno offerto la loro preziosa, generosa collaborazione l’architetto Micaela A1emà (cui si debbono gli originali a matita dei rilievi alle figg. 2 e 7) e il dr. Francesco di Gennaro. A tutti, che si sono prodigati, sia intellettualmente che fisicamente, senza riserve, va la mia viva gratitudine, ma in modo tutto particolare all’amico Piero Guzzo, Direttore dell’Ufficio Scavi di Sibari, che, venendomi a trovare sullo scavo ogni volta che poteva, mi è stato prodigo di affettuosi consigli.
A Giuseppe Foti, Soprintendente Archeologo per la Calabria, cui va il merito storico di aver risollevato le sorti della ricerca preistorica e protostorica in questa regione, caduta nel più completo abbandono dopo i giorni di Paolo Orsi, e che coerentemente con tale indirizzo aveva promosso e appoggiato lo scavo di Broglio, non posso ormai purtroppo rivolgere più il mio sentito ringraziamento, ma solo un memore, dolente omaggio.
Le foto di scavo alle figg. 3, 4, 6, 8, 10 sono dovute al dr. C. Giardino; i lucidi delle sezioni e dei rilievi alle figg. 2, 5, 7, 9, i disegni originali dei reperti ed i relativi lucidi alle tavv. 1-10, 23-26, 29-45 alla dr. M.G. Tofani; i disegni originali dei reperti alle tavv. 11-22 sono della dr. G. Bergonzi e del dr. A. Cardarelli, ed i relativi lucidi della sig.na A. Fonzo. I lucidi delle figg. 1 (elaborata sulla scorta di una planimetria eseguita dallo Studio Di Grazia, Roma, per la Soprintendenza Archeologica della Calabria) e 16-18 sono del sig. D. Terzi dell’Istituto di Paletnologia dell’Università di Roma.
2 Ricerche 1, p. 50, fig. 15, 1.
3 Ibidem, p. 42.
4 Ibidem, pp. 44, 48, figg. 15, 2; 16, 1.
5 Ibidem, p. 44.
6 Dm. cm. 35 in corrispondenza del lembo residuo dello strato 3E inf., cm. 10 nel vergine, pochi cm. più sotto.
7 Ricerche 1, p. 50.
8 Ibidem, p. 45.
9 Ibidem, p. 48 ss.
10 Cfr. le quote indicate in Ricerche 1, fig. 15, 2, che però si riferiscono al piano di occupazione 2E.
11 Ricerche 1, p. 42.
12 Ibidem, p. 43.
13 Coppa Nevigata, strati superficiali: MAL, XIX, p. 325, tav. IV/19; Murgia Timone, Tomba 2, cella orientale: MAL, VIII, fig. 93.
14 Narce, taglio XXII: M.A. Fugazzola-Delpino, Testimonianze di cultura appenninica nel Lazio, Firenze 1976, p. 92, fig. 34/9; idem, site V, phase II: Potter, Narce, p. 220, fig. 71/104.
15 Narce, site V, phase I: Potter, Narce, p. 218, fig. 70/71; Panarea, Promontorio del Milazzese, capanna XI: Meligunis - Lipàra III, p. 98, fig. 42/c.
16 s. Maria d’Anglona, Trench 1 (Pit 1), e Trench 2 (X and Z): Papers Br. School Rome, 1969, p. 48, fig. 9/2; Grotta del Noglio, str. c.: RSP, 1975, p. 294, fig. 4/11.
17 s. Maria d’Anglona, Trench 2 (X): Papers Br. School Rome, 1969, p. 48, fig. 9/7; Grotta del Noglio, str. c: RSP, 1975, p. 302, figg. 6/1 (disegno) e 8/2 (fotografia); Lipari, Acropoli, Capannaδ IV, zona Ο (tagli 3-4), strati di Capo Graziano: Meligunis - Lipàra IV, p. 232, tav. CXXVI, n. 5; idem, Area Insula IV, Trincea N, strati superiori (Tagli 1-14): ibidem, p. 318, tav. CXXVI, n. 10; Grotta della Chiusazza, tr. R, str. III: BPI, 1965, p. 219, tav. XXXI/10.
18 s. Maria d’Anglona, Trench 1 (Pits 1, 2, 3, 7 and ditch), Trench 2 (X and Z), Trench 4: Papers Br. School Rome, 1969, p. 45, figg. 8/10 e 8/11; Le Pazze, sett. E-F/9-12: Studi di Antichità, 2, Galatina 1980, p. 20, tav. 7/20; Lipari, Acropoli, Area Insula IV, trincea N, strati superiori (Tagli 1-14): Meligunis - Lipàra IV, p. 317, tav. CXXVI, n. 1 (l’esemplare presenta una decorazione incisa a linee ondulate).
19 Cfr. foggia A 8 di G. Bergonzi - A. Cardarelli: Ricerche 1, p. 51.
20 Grotta del Noglio, str. c: RSP, 1975, pp. 292-293, figg. 4/5 e 4/7.
21 Cfr. foggia B 11 di G. Bergonzi - A. Cardarelli: Ricerche 1, p. 52.
22 Porto Perone, tr. 5, str. b: NSc, 1963, p. 326, fig. 45/3.
23 Cfr. foggia B 14 di G. Bergonzi - A. Cardarelli: Ricerche 1, p. 52.
24 Terlizzi: M. Gervasio, I Dolmen e la civiltà del bronzo nelle Puglie, Bari 1913, pp. 96, 97, figg. 50 e 52; Satyrion, strato f: NSc, 1964, p. 193, figg. 13/14 e 13/15; Lipari, area del Castello, tr. B, capanna dell’Ausonio I, tagli 19-21: Meligunìs - Lipàra IV, p. 264, tav. CXCVI/2.
25 Le Pazze, sett. E-F/9-12: Studi di Antichità 2, Galatina 1980, p. 22, tav. 7/17.
26 Cfr. foggia B 2 di G. Bergonzi - A. Cardarelli: Ricerche 1, p. 52
27 Cfr. foggia B 5 di G. Bergonzi - A. Cardarelli: Ricerche 1, p. 52.
28 Grotta a Male, str. 3, taglio 3: BPI, 1969, p. 182, fig. 20/2.
29 Per questo pezzo vedi quanta detto da Peroni: R. Peroni, Ricerche 1, p. 129, il quale non esclude, benché il livello H sia riferibile al Bronzo finale, che per questo, come per altri pezzi, “... si tratti in realtà... di frammenti in giacitura secondaria, pertinenti in origine ad un orizzonte più antico”.
30 Cfr. foggia B 8 di G. Bergonzi - A. Cardarelli: Ricerche 1, p. 52.
31 Colle s. Magno, sporadico: Archeologia Laziale II, Roma 1979, p. 161, fig. 1/7; Lipari, Castello, Insula IV, zona AO Sup.: Meligunìs - Lipàra TV, p. 115, tav. CCI/6.
32 Cfr. foggia B 4 di G. Bergonzi - A. Cardarelli: Richerche 1, p. 52.
33 Narce, site V, phase II: Potter, Narce, p. 223, fig. 72/117; Grotta a Male, str. 3, taglio 4: BPI, 1969, p. 179, fig. 16/10.
34 s. Maria d’Anglona, Trench 1 (Pit 9): Papers Br. School Rome, 1969, p. 48, fig. 10/16.
35 s. Maria d’Anglona, Trench 1 (Pit 1) e Trench 2 (X and Z): Papers Br. School Rome, 1969, p. 48, fig. 9/3.
36 Tagliacozzo, sporadico, associato a materiali del Bronzo medio e recente: V. D’Ercole, M. Pennacchioni, in corso di stampa. Si ringraziano gli autori per la cortese segnalazione.
37 Narce, site V, phase II: Potter, Narce, p. 220, fig. 71/101; Grotta della Pertosa: esemplare inedito conservato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, n. di inventario 179458; si ringrazia il dr. A. Sturla per la cortese segnalazione. Lipari, Castello, Capanna β V, 3° suolo, CI, 13: Meligunis Lipara IV, p. 145, tav. CCIX/2; quest’ultimo esemplare è, però, privo del cordone.
38 Satyrion, str. h: NSc, 1964, p. 192, fig. 12/2.
39 Il frammento della tav. 2,5 è attribuito a questo tipo, varietà a, in base alla sua giacitura, ma potrebbe anche appartenere alla foggia simile di R. Peroni, olle panciute e/o biconiche con orlo ad imbuto, con spigolo interno, versione B, cfr. più oltre, p. 119, tav. 30,9.
40 Grotta a Male, str. 3, taglio 2: BPI, 1969, p. 190, fig. 22/3; Petrella: Papers Br. School Rome, 1976, fig. 6/1.
41 Cfr. foggia C11 di G. Bengonzi - A. Cardarelli: Ricerche 1, p. 54.
42 Satyrion, str. f: NSc, 1964, p. 192, figg. 12/6; 12/7.
43 Grotta a Male, str. 4b: BPI, 1969, p. 165, fig. 9/10.
44 Leuca, taglio 7: Leuca, Galatina 1978, tav. 13/12.
45 Grotta del Noglio, str. c: RSP, 1975, p. 303, figg. 5/6; 15/1,2.
46 Cfr. foggia C12 di G. Bergonzi - A. Cardarelli: Ricerche 1, p. 54.
47 Bachero di Cingoli: Atti II Conv. St. Etruschi, Firenze 1959, fig. 1/7.
48 Leuca, Taglio 7: Leuca, Galatina 1978, tav. 13/11; Tufariello: Journal of Field Archaeology, 2, 1975, fig. 41/9. Si allontana dagli altri per la forma tronco-conica del collo: s. Maria d’Anglona, Trench 2 (X): Papers Br. School Rome, 1969, p. 48, fig. 11/1.
49 s. Maria d’Anglona, Trench 1 (Pit 2), Trench 2 (X and Z), Trench 4: Papers Br. School Rome, 1969, pp. 48, 50, figg. 11/4; 11/6.
50 Esiste, alla Grotta del Noglio, una quarta versione di questa foggia: a collo cilindrico ed orlo espanso. Grotta del Noglio, strato c: RSP, 1975, pp. 275 e 294-295, figg. 5/3 e 5/4.
51 s. Maria d’Anglona, Trench 2 (X): Papers Br. School Rome, 1969, p. 50, fig. 11/7; idem, Trench 1 (ditch):p. 50, fig. 11/5; Grotta della Manca, livello inferiore: RSP, 1965, p. 349, fig. 4/b; Grotta del Noglio, str. c: RSP, 1975, pp. 302-303, fig. 7/1.
52 Grotta del Noglio, strato c: RSP, 1975, pp. 294-295, figg. 5/4 e 9/2.
53 Cfr. foggia D4 di G. Bergonzi - A. Cardarelli: Ricerche 1, p. 55.
54 Castiglione d’Ischia: BPI, 1936-37, pp. 73-74, fig. 2; Grotta del Noglio, str. c: RSP, 1975, p. 300, fig. 12/1; Panarea, Villaggio del Milazzese, ceramica appenninica dalla capanna VIII: Meligunis - Lipàra I’, p. 83, tav. XXXVI/8. Analoghi possono anche considerarsi i due esemplari da La Starza, tr. III, livello 3: Papers Br. School Rome, 1963, fig. 17/h e 17/j.
55 La Starza, tr. III, livello 2: Papers Br. School Rome, 1963, fig. 17/f; Grotta del Noglio, str. c: RSP, 1975, p. 300, fig. 12/3; Praia a Mare, Grotta della Madonna, livello C: BPI, 1970, fig. 14, anse mediane; Grotta della Manca, livello inf.: RSP, 1965, p. 350, fig. 5/a; Timpone della Motta: Atti e Mem. Soc. Magna Grecia, 1974-1976, p. 173, fig. 3/12; s. Maria d’Anglona, Trench 2 (Z): Papers Br. School Rome, 1969, p. 52, fig. 13/11 e 13/12; Portella, Salina, capanna G: Meligunis - Lipàra III, p. 170, tav. XCVI/20; Panarea, Villaggio del Milazzese, capanna V: Meligunis - Lipara III, p. 75, tav. XXXVI/5; idem, capanna XI: ibidem, p. 98, tav. XXXVI/9.
56 Petrella: Papers Br. School Rome, 1976, fig. 10/4; Grotta del Noglio, str. c: RSP, 1975, p. 296, fig. 11/2; Porto Perone, capanna β: NSc, 1963, p. 308, figg. 28/7 e 28/8.
57 Grotta del Farneto: BPI, 1954-55, fig. 7/10; Calvatone: BPI, 1926, fig. 8b; Lago di Ledro, fuori contesta stratigrafico: Bericht der Römisch-Germanischen Kommission, 1974, tavv. 52/2 e 55/2.
58 J.D. Evans, Segreti dell’antica Malta, Milano 1969, pp. 182-183. Esemplari di anse a Τ provengono da Borg’in-Nadur, chapel B: M.A. Murray, Excavations in Malta, III, London 1929, tav. XXVIII/6; idem, non in strata: ibidem, tav. XXVIII/295; Tas-Silg: Missione Archeologica Italiana a Malta. Rapporto preliminare della Campagna 1964, Roma 1965, fig. 32, ultimi due frammenti in basso a destra. Esemplari simili sono stati trovati anche a Bahrija, ma nella pubblicazione non vengono distinti né la trincea né lo strata in cui si sono rinvenuti: Papers Br. School Rome, 1910, tav. XV/65 e XV/66.
59 Thapsos, area centrale dell’abitato, strati superficiali: Archeologia nella Sicilia sud-orientale, Napoli 1973, tav. IX, figg. 138-140.
60 Cfr. foggia D6 di G. Bergonzi - A. Cardarelli: Ricerche 1, p. 55, ed i relativi confronti: ibidem, nota 22, p. 59 (Porto Perone, capanna a e b: NSc, 1963, fig. 20/2; Satyrion, strato f: NSc, 1964, fig. 14/3; Coppa Nevigata: Atti colloquio int. di preist. e protost. della Daunia (Foggia 1973), Firenze 1975, tav. 56/10 e 59).
61 Torre del Mordillo, scavi effettuati negli anni 1963, 1966 e 1967, trincea 23, str. 2: NSc, 1977, p. 491, fig. 72.
62 Oltre ai già ricordati confronti dati da G. Bergonzi - A. Cardarelli per la foggia D6 (vedi la precedente nota 60), cfr. anche: s. Domenica di Ricadi, tomba n. 4: Klearchos, 1972, fig. 3/5; Lipari, Acropoli, strati dell’Ausonio I: BPI, 1956, fig. 45/a.
63 Indicherebbero ciò in particolare i confronti da Sassoferrato e dalla Grotta del Farneto (vedi nota seguente), quest’ultima probabilmente inquadrabile in un momento abbastanza antico nell’ambito del Bronzo medio (per il quale cfr. A. Cardarelli in Archeologia Laziale II, Roma 1979, p. 139 e sgg.).
64 Monte s. Croce, Sassoferrato, saggio I: BPI, 1957, fig. 7/9; Grotta del Farneto: BPI, 1954-55, fig. 5/9.
65 Cfr. foggia D8 di G. Bergonzi - A. Cardarelli: Ricerche 1, p. 55.
66 Monte Rovello: M.A. Fugazzola-Delpino, Testimonianze di cultura appenninica nel Lazio, Firenze 1976, p. 156, figg. 69/8 e 69/9.
67 Cfr. foggia D12 di G. Bergonzi - A. Cardarelli: Ricerche 1, p. 55.
68 Porto Perone, capanna a: NSc, 1963, p. 295, fig. 20/4; idem, scavi Quagliati, ceramica degli strati superiori: ibidem, p. 357, fig. 65/8.
69 Cfr. foggia D16 di G. Bergonzi - A. Cardarelli: Ricerche 1, p. 55.
70 La Starza, tr. XI-1: Papers Br. School Rome, 1963, p. 25, fig. 21, ultima in basso a destra.
71 Cfr. G. Bergonzi - A. Cardarelli, in Ricerche 1, pp. 51 e segg.
72 Per il concetto di gruppo locale e per la sua problematica, vedi R. Peroni, G.L. Carancini, G. Bergonzi, F. Lo Schiavo, P. von Eles, in Il Bronzo finale in Italia, Bari 1980, p. 12.
73 Cfr. G. Bergonzi - A. Cardarelli, in Ricerche 1, pp. 64-65.
74 Vedi in particolare le ciotole con orlo ad imbuto e vasca profonda (cfr. nota 16); le ciotole con orlo ad imbuto e vasca da tronco-conica ad emisferica (cfr. note 17 e 18); le ciotole con orlo ad imbuto e vasca a calotta (cfr. nota 8); i vasi a collo distinto (cfr. note 48, 49, 51).
75 A. Cardarelli, Archeologia Laziale II, Roma 1979, pp. 139 e segg.
76 Per i confronti vedi nota 6; il colà citato insediamento in località Le Pazze (S. Bianco, in Studi di Antichità 2, Galatina 1980, pp. 5 e segg.) è verosimilmente da attribuirsi ad un momento di transizione fra il “proto-appenninico B” e l’“appenninico” vero e proprio. Ciò per via di confronti istituibili fra i suoi materiali e quelli di altri complessi quali ad esempio la Grotta del Diavolo, Porto Perone-str. g (“proto-appenninico B” finale), Lipari-strati della cultura di Capo Graziano.
77 Cfr. nota 25.
78 Cfr. Ricerche 1, p. 55, con relativi confronti, ibidem, nota 14, p. 58, a cui si possono aggiungere altri esemplari da Le Pazze, Studi di Antichità 2, Galatina 1980, tavv. 6/23; 8/3; 8/21.
79 Cfr. nota 48.
80 Vedi più indietro, p. 18.
81 Cfr. F.G. Lo Porto, in NSc, 1963, p. 295.
82 Sett. Β, str. 4 W e 3 Ε: cfr. Ricerche 1, tavv. 2,3; 3,6.
83 Sett. Β, ampliamento’80, str. 2-3, rettifica scarpata, tav. 2,15-16.
84 Vedi L. Bernabò-Brea, in Kokalos, 1976-77, pp. 92 e segg.
85 Cfr. G. Voza, in Archeologia nella Sicilia sud-orientale, Napoli 1973, pp. 44-45.
86 Cfr. G. Säflund, Punta del Tonno, in Dragma M.P. Nilsson, Lund 1939, pp. 472 ss.; Porto Perone, pp. 330 ss.; F. Biancofiore, Civiltà micenea nell’Italia meridionale 2, Roma 1967, pp. 37 ss.
87 G. Bergonzi - A. Cardarelli, Due produzioni dell’artigianato specializzato, in Ricerche 1, pp. 94 ss., con bibliografia.
88 Cfr. op. cit. alla nota precedente, note 2 e 3, ed inoltre A.M. Bietti Sestieri, Economy and Society in Italy between the late bronze age and early iron age, in G. Barker, R. Hodges eds., Archaeology and Italian Society. Oxford 1981, pp. 148 ss.
89 Cfr. W. Taylour, Mycenaean Pottery in Italy and adjacent areas, Cambridge 1958, p. 125 s., p. 136; L. Vagnetti in Ricerche 1, p. 125 ss.
90 Cfr. nota 86.
91 Cfr. Taylour cit. a nota 89.
92 Meligunis IV p. 815, tavv. CXCIIa, CXCIII, g; cfr. anche op. cit. a nota 87, p. 99, note 41-45.
93 Cfr. op. cit. a nota 87, p. 99 s.
94 Cfr. Porto Perone pp. 330 ss., in particolare p. 332 s.
95 Cfr. Satyrion pp. 195 ss.
96 Informazione dovuta alla cortesia di Salvatore Bianco e Antonio De Siena nel settembre 1981; sul Termitito v. ora: E. Lattanzi, A. De Siena, s. Bianco nel XX Convegno di Studi sulla Magna Grecia, Taranto 1980 (in corso di stampa); A. De Siena nel colloquio internazionale “Forme di contatto e processi di trasformazione nelle società antiche (Oriente ed Occidente)”, Cortona 24-30 maggio 1981 (in corso di stampa).
97 Cfr. Taylour cit. a nota 89, p. 49 s.; Meligunis IV, p. 812.
98 Cfr. op. cit. a nota 87, p. 109 ss.
99 Porto Perone fig. 16,10 (dai livelli medi dello strato «a»).
100 Cfr. sopra R. Peroni, La campagna di scavo 1980, p. 5 ss.
101 Cfr. Peroni, cit. alla nota precedente, p. 18, fig. 7,2.
102 Cfr. op. cit. a nota 87, p. 95 s.
103 Porto Perone: Porto Perone fig. 48,5-6 e Satyrion fig. 15,5-6; Satyrion: Satyrion fig. 15,1,8,10; Scoglio del Tonno: Säflund cit. a nota 86, figg. 15,18, 19; Biancofiore cit. a nota 86. pp. 37 ss.. tav. I.
104 Biancofiore cit. a nota 86, tav. I.
105 Cfr. Novità fig. 2,6; Ricerche 1, tav. 14,5; ma anche Lipari Acropoli, Ausonio I: Meligunis IV fig. 104, f; tavv. CXCVI, 1-2; CXCIX; CC, 2.
106 Cfr. Ricerche 1, fig. 14,2.
107 Cfr. Ricerche 1, tav. 8,8, str. 2W; cfr. anche Satyrion str. «f» Satyrion fig. 13,11.
108 Cfr. rispettivamente Ricerche 1, tav. 10,2 e tav. 10,4.
109 Cfr. supra p. 54, tav. 9,7.
110 Meligunis IV, fig. 103, f.
111 Cfr. ad es. Porto Perone pp. 330 ss.; Biancofiore, cit. a nota 86, pp. 37 ss.; op. cit. a nota 87, p. 100, nota 51, con bibliografia.
112 K.A. Wardle in ABSA 64, 1969, p. 281.
113 P. A. Mountjoy in ABSA 71, 1976, p. 94.
114 s. Benton, The Ionian Islands, in ABSA 32. 1931-32 con bibliografia precedente.
115 W.A. Heurtley, Excavations in Ithaca II, in ABSA 35, 1934-35; s. Benton, Excavations in Ithaca III, in ABSA 35, 193435; s. Benton, H. Waterhouse, Excavations in Ithaca: Tris Lagadas, in ABSA 68, 1973.
116 s. Benton, cit. a nota 114, tavv. 40, c; 41,10.
117 Cfr. Heurtley cit. a nota 115, fig. 26, 110.
118 Cfr. s. Benton, Excavations in Ithaca III, cit. a nota 115, p. 52.
119 Benton e Waterhouse, cit. a nota 115, p. 14 s., fig. 8.
120 Op. cit. a nota 87, p. 96, note 12-14, 17.
121 Cfr. ad es. cat. n. 36 (tav. 17,1) con Troy III, fig. 316,35623 (forma A92, Troia “VI late”), cat. nn. 1,37 (tavv. 11,1; 17,2) in generale anche con la forma A92. Cfr. cat. nn. 3,7 (tavv. 11,2; 12,3) la tazza illustrata in Ricerche 1, tav. 17,2 e gli analoghi esemplari da Scoglio del Tonno (Biancofiore cit. a nota 1, tav. I) con Troy III, fig. 440, 14 (forma A96, Troia “VI late”). Cfr. cat. n. 44 (tav. 17,9) con Troy III, fig. 439,19 (forma A59, Troia “VI late”); cat. n. 2 (tav. 11, 4) e gli esemplari da Porto Perone (Porto Perone fig. 48,5-6; Satyrion, fig. 15,5-6) con Troy III, fig. 437,15 (forma A96, Troia “VI late”); cat. n. 27, 29, 30 (tavv. 15,4,2; 16,3) e gli esemplari da Satyrion (Satyrion fig. 15,1,8) in generale con la forma A55, Troia “VII a”, Troy III, fig. 292a.
122 Cfr. Troy III, fig. 292 b, forme A92, A99, A100.
123 D.H. Trump, The Apennine culture of Italy, in Proc. Pr. Soc. 1958, p. 180, tav. XXXI, 8.
124 Furumark figg. 16-17, 261, 267.
125 Furumark fig. 15, 209, 295.
126 Cfr. Furumark fig. 15, 240 in basso. A Lefkandi (Eubea) queste tazze carenate proverrebbero soltanto da livelli attribuiti ad un momento iniziale del Mic. III C (M. Popham, E. Milburn, The Late Helladic III C Pottery of Xeropolis [Lefkandi]: a summary, ABSA 66, 1971, p. 338 nota 8); a Tirinto invece sembrano presenti anche nelle fasi evolute di questo periodo (K. Kilian, Chr. Podzuweit, Ausgrabungen in Tyrins 1976, AA 1978, p. 482, nota 100).
127 Cfr. Popham e Milburn cit. alla nota precedente.
128 Cfr. Κ.A. Wardle, A group of Late Helladic IIIB2 Pottery from within the Citadel at Mycenae, ABSA 68, 1973.
129 Porto Perone p. 300, fig. 21.
130 Cfr. Popham e Milburn cit. a nota 126, fig. 3,5-7 con Porto Perone fig. 48,6 (Satyrion fig. 15,6).
131 Cfr. da ultimo J.E. Rutter, Ceramic evidence for Northern Intruders in Southern Greece at the Beginning of the LH III C period, Amer. Journ. Arch. 79, 1975 (cfr. in particolare la tazza carenata da Korakou a fig. 12); E. French, J. Rutter, The handmade burnished ware of the LH III C period: its modern historical context, Amer. Journ. Arch. 81, 1977. pp. 111 ss.
132 G. Walberg, Northern intruders in Mycenaean III C?, Amer. Journ. Arch. p. 80, 1976.
133 K. Kilian, Chr. Podzuweit, cit. a nota 126, p. 482, nota 99.
134 Cfr. K. Kilian, Nordweslgriechische Keramik aus der Argolis und ihre Entsprechungen in der Subapennin-facies, Atti della XX Riunione dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, Firenze 1978, con bibliografia precedente; più in generale A.M. Bietti Sestieri, The metal industry of continental Italy, 13th-11th century, and its Aegean connections, in Proc. Pr. Soc. 39,1973.
135 Cfr. ad es. Wardle cit. a nota 128.
136 Furumark fig. 13; cfr. però probabilmente anche Troy III, fig. 444,7 (Troia “VI Late”).
137 Furumark figg. 13, 14.
138 Cfr. Troy III fig. 436,11; Troy IV fig. 225,331201; fig. 277,3. In generale cfr. Troy III fig. 292a, forma A 71.
139 Per questo esemplare un confronto molto puntuale è rappresentato da un esemplare pure di piccole dimensioni da un livello di Micene attribuito al Mic. III C (cfr. Wardle cit. a nota 128, fig. 21,259) che però Podzuweit (cit. a nota 126, p. 480, nota 96) sembrerebbe considerare implicitamente almeno in parte Mic. III B.
140 Furumark figg. 13, 15; cfr. anche Troy IV, fig. 296,6.
141 Cfr. Troy III fig. 292 b.
142 Cfr. Furumark fig. 15.
143 Cfr. Troy III fig. 292 a, forme A 48-A 51.
144 Cfr. Troy III fig. 444,6; cfr. però anche per la forma generale Troy III fig. 292 a, forma A 68 e fig. 436,10.
145 Troy III fig. 294, forme C40, C41 (documentata soprattutto a Troia “VI late” ma anche a Troia “VII a”), C43 (Troia “VII a”).
146 Cfr. Furumark fig. 4. forme 45 e 44.
147 Cfr. Troy III p. 16.
148 Cfr. Troy IV p. 156 s.
149 Cfr. sopra note 135-138. In particolare, però, l’esemplare cat. n. 6, con bordo leggermente ingrossato e accenno di collo, sembra trovare i confronti migliori nel Mic. III B, cfr. ad es. per il bordo K.A. Wardle, in ABSA 64, 1969, fig. 6, 49, 55; per il corpo arrotondato e l’accenno di collo, ibidem, fig. 9, 39, 41.
150 Cfr. op. cit. a nota 87, p. 96, note 12-17.
151 Cfr. G. Bergonzi - A. Cardarelli, La campagna di scavo 1979, in Ricerche I, p. 45; Iid., L’età del bronzo media e recente a Broglio: i risultati della campagna 1979, ibidem, p. 57 ss.
152 Op. cit. a nota 87, cat. n. 1, tav. 17,1.
153 Cfr. L’età del bronzo media e recente... cit. a nota 151.
154 Cfr. R. Peroni, supra pp. 15-21.
155 Cfr. R. Peroni, supra p. 18, L. Vagnetti, infra p. 106-110.
156 Cfr. Meligunis IV, pp. 807 ss.
157 Cfr. Porto Perone p. 334 ss., Satyrion p. 197 ss.
158 Cfr. da ultimo L’età del bronzo media e recente... cit. a nota 151, note 100, 101.
159 Cfr. supra, p. 21.
160 Cfr. R. Peroni, op. cit. a nota 87, p. 98; L. Vagnetti, p. 110.
161 Cfr. in generale op. cit. a nota 87, pp. 107 ss.
162 Cfr. op. cit. a nota 87, tav. 21,7.
163 Cfr. op. cit. a nota 87, tvv. 20,3; 21,1; 22,10.
164 Cfr. op. cit. a nota 87, fig. 17, tav. 22,9.
165 Cfr. op. cit. a nota 87, tavv. 20,2; 21,8; 22,4,9.
166 Cfr. op. cit. a nota 87, tavv. 20,1,5; 21, 3-5; 22, 2,5,6,8.
167 Cfr. op. cit. a nota 87, tav. 21,2; 22,7.
168 Cfr. op. cit. a nota 87, tav. 20,4.
169 Cfr. op. cit. a nota 87, tav. 21,6.
170 Cfr. op. cit. a nota 87, tavv. 21,3,4; 22,8.
171 Cfr. op. cit. a nota 87, p. 107.
172 Cfr. op. cit. a nota 87, p. 112.
173 Cfr. Meligunis I, p. 89 s., ad es. tavv. XXXVII, XXXVIII.
174 Cfr. Meligunis IV, p. 581.
175 Cfr. tav. 22,6 con Meligunis IV, tav. CCXII, 1.
176 G. Voza, Thapsos. Primi risultati delle più recenti ricerche, Atti della XV Riunione Scientifica dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, Firenze 1972, p. 200 ss. fig. 18, a, c, d; Id., Thapsos, in Archeologia della Sicilia sud-orientale, Siracusa 1973, pp. 30, 32, 46; n. 151.
177 Cfr. ad es. C. Renfrew, The emergence of civilisation, London 1972, in particolare il cap. XV, p. 287 ss.
178 Cfr. per i dolii di Troia: Troy III figg. 3, 128, 133, 176, 177, 213, 222, 226, 228; Troy IV figg. 31, 71, 74, 120, 121, 124, 127, 128, 145, 146, 232, 331,276 e 331,277; figg. 45, 55 da Troia VII b2.
179 Cfr. s. Marinatos, Excavations at Thera I, Athens 1968, figg. 29,31,33; Id., Excavations at Thera III, Athens 1970, tav. 9,1; C.G. Doumas, Santorini. The prehistoric city of Akrotiri, Athens s.d., figg. 14-16.
180 Cfr. Renfrew, cit. a nota 177, in particolare pp. 288 ss., pp. 296 ss.
181 A Troia VIIa i dolii, interrati, sono presenti anche in piccoli numeri all’interno di gran parte degli edifici, cfr. Troy IV p. 7.
182 Cfr. Taylour cit. a nota 89, p. 50; Id., in Meligunis IV, p. 816.
183 Cfr. Meligunis IV, p. 816; cfr. anche L. Vagnetti in Ricerche 1, p. 125 nota 4; Ead. infra p. 108 s.
184 Ringrazio sentitamente la collega V. Hankey che è stata prodiga di utilissimi consigli nella stesura di questa nota specialmente per quanto riguarda i collegamenti con il mondo minoico. Proficui scambi di idee ho avuto anche con A. Kanta, M. Popham e Y. Tzedakis ai quali va la mia gratitudine. Ovviamente la responsabilità delle opinioni espresse è esclusivamente di chi scrive.
185 T. Papadopoulos, Mycenean Achaea, Göteborg 1979, p. 85, figg. 126,231: f.
186 V. Karageorghis, Nouveaux documents pour l’étude du Bronze Récent à Chypre, Paris 1965, pp. 220-224; A. Kanta, The Late Minoan III Period in Crete, Göteborg 1980, pp. 273-276.
187 M. Popham, The Destruction of the Palace at Knossos, Göteborg 1970, figg. 11, 13:66, 14:83, 88, 15:98, 101, 111; Kanta, op. cit. fig. 41:4,9; A.S. Murray et al., Excavations in Cyprus, London 1900, p. 40, figg. 69:1139, 70:1278.
188 Kanta, op. cit., p. 275, figg. 6:9, 20:2, 52:1-3, 77:1,4, 95:6, 103:7.
189 E. French, Late Helladic III A 2 Pottery from Mycenae, in ABSA, 60, 1965, fig. 8:15; H. Döhl, Tiryns-Stadt: Sondage 1968, in Tiryns, VIII, Mainz 1975, p. 145, n. 53, fig. 6, tav. 75:4; B. Santillo Frizell, An Early Mycenaean Settlement at Asine. The LH II B-III A:1 Pottery, Göteborg 1980, p. 111 s., figg. 8:142-143; 9:170-175. Non si può non sottolineare che il fondo piatto e largo del nostro esemplare differisce da quello stretto e leggermente sagomato degli esemplari acromi di Micene e di Tirinto.
190 M. Popham, Late Minoan III B Pottery from Knossos, in ABSA, 65, 1970, pp. 195-202, figg. 1:5, 3:29, 30, 35, 36.
191 Anfora a staffa di provenienza sconosciuta nel Museo di Heraklion cfr. Kanta, op. cit., fig. 95:2-3.
192 M. Popham, The Last Days of the Palace at Knossos, Lund 1964, tav. 4:b, c; Kanta, op. cit., tav. 81:8.
193 Un’ampia discussione aggiornata della problematica connessa con questa classe ceramica in H.W. Catling, J.F. Cherry, R.E. Jones, J.T. Killen, The Linear Β Inscribed Stirrup Jars and West Crete, in ABSA, 75,1980, pp. 49-113 con ampia bibliografia.
194 Questa particolarità si riscontra fra gli altri in due esemplari databili nel TE III Β rispettivamente da Coo (L. Morricone, in Ann. Sc. Atene, 43-44, 1965-66, p. 283, fig. 324 a destra) e da Tirinto (H. Knell-W. Voigtländer, in Tiryns IX, Mainz 1980, p. 140, tav. 34:116.
195 Una breve discussione della articolazione cronologica di questa forma in E. French, Late Helladic III Β 2 Pottery from Mycenae, in ABSA, 64, 1969, p. 74 s.; K. Wardle, A Group of Late Helladic III Β 2 Pottery from Mycenae, in ABSA, 68, 1973, p. 318.
196 Una vasta esemplificazione in V. Karageorghis, Excavations at Kition, I. The Tombs, Nicosia 1974. La base completamente piatta comunque potrebbe anche far pensare a tazze TM.
197 Il particolare profilo troncoconico del collo e la decorazione limitata ad una banda all’attacco fra collo e spalla potrebbe far guardare a confronti cretesi fra TM III A e III Β cfr. Kanta, op. cit., figg. 74:3-4, 75:4, 76:5-6.
198 Ricerche 1, tavv. 23:10, 25:8.
199 Per qualche confronto si vedano gli esempi raccolti in Papadopoulos, op. cit., figg. 193-195.
200 L. Bernabò Brea, M. Cavalier, Meligunis-Lipàra, IV, Palermo 1980, p. 566 s., 608 s., tavv. 194, 222:3, 234, 250, 251, 252.
201 G. Buchner et al., L’isola di Vivara. Nuove ricerche, in PdP, 33, 1978, p. 211, fig. 14b.
202 Richerche 1, p. 125.
203 Si tenga anche presente che un frammento probabilmente databile nel TE III C è stato trovato in superficie a Torre del Mordillo; cfr. Ricerche 1, p. 159 s., tavv. 24:7, 26:6.
204 Fondamentali le opere del Popham citate alle note 187, 190, 192 e il lavoro d’insieme della Kanta citato a nota 186 nel quale sono citati anche altri lavori del Popham e la bibliografîa principale per i reperti di Creta Occidentale. Per l’abitato di Chanià si aggiunga anche Y. Tzedakis, A. Kanta, Kastelli Chanion, 1966, Roma 1978.
205 Tralascio qui per brevità e per diversa problematica i frammenti probabilmente TM I da Lipari studiati dal Taylour (cfr. la recente edizione in Meligunìs Lipàra, IV, cit. in nota 200, tav. 140:1-6. Potrebbe essere TM III Β un frammento di tazza ο coppa dallo Scoglio del Tonno decorata con fiori stilizzati (cfr. F. Biancofiore, Civiltà Micenea nell’Italia Meridionale, Roma 1967 (2a ed.), tav. 15:142). A. Kanta, op. cit., p. 307 ritiene che possa essere di fabbricazione ο influenza minoica una delle anfore a staffa da s. Cosimo d’Oria. Il ruolo di Creta nella tarda età del bronzo nei traffici interni al mondo egeo e negli scambi con l’Oriente mediterraneo si sta delineando in questi ultimi tempi in modo sempre più chiaro. Uno sguardo d’insieme in Kanta, op. cit., pp. 294-316; numerosi ed importanti contributi in Acts of the International Symposium “The Relations between Cyprus and Crete, ca. 2000-500 B.C.” (Nicosia 1978), Nicosia 1979. Si segnalano in particolare gli articoli di T. Dothan, V. Hankey, M. Popham.
206 Solamente un riesame approfondito dei materiali egei rinvenuti in Puglia potrebbe consentire un quadro più attendibile delle diverse componenti regionali presenti fra i materiali di importazione. Senza questo necessario presupposto sarebbe prematura voler agganciare la presenza di materiali minoici in Italia meridionale alla leggenda della presenza cretese in Sicilia e nella penisola Salentina (per le fonti v. J. Bérard, La colonisation grecque de l’Italie méridionale et de la Sicile dans l’antiquité, Paris 1957 (trad. it. Milano 1963, p. 405 ss.).
207 Per quello che sappiamo dalla sequenza di Lipari la ceramica figulina di produzione locale non compare prima dell’Ausonio I, periodo che si data in un momento corrispondente al TE III Β maturo. Anche se non si può escludere che tali tipi di ceramica possano essere stati prodotti in Italia continentale prima che nelle isole Eolie, non ci sono elementi per poter supporre una differenza cronologica molto consistente.
208 Cfr. E.M. De Juliis, La ceramica geometrica della Daunia, Firenze, 1977, motivo a tav. XXVII, 9.
209 Cfr. Satyrion, N.Sc. 1964, p. 211, fig. 30,6; Lipari, Ausonio II, Meligunis-Lipàra IV, p. 608 s., tavv. CCXXII, 3; CCXXXIV, 1,2.
210 Cfr. Lipari, Ausonio II, Meligunis-Lipàra IV, p. 609, tav. CCLII, 4d.
211 Cfr. Cozzo Presepe, MEFRA 82, 1970, p. 89, fig. 19,18; Studi F. Rittatore II, 1980, p. 313 s., tav. VI,3; Incoronata, ibidem, p. 313 s., tav. VI, 1,2 (P. Orlandini).
212 Cfr. Salapia, Atti colloquio internaz. preist. protost. Daunia (1973), 1975, tav. 67,1, a destra verso il basso; Cozzo Presepe, MEFRA 82, 1970, p. 88, fig. 15,18.
213 P.G. Guzzo, che ringrazio molto vivamente, mi suggerisce in particolare il confronta con la “bottiglia a bocca circolare” di Pontecagnano, cfr. N.Sc. 1968, p. 101 ss., fig. 18 (Β. D’Agostino).
Notes de fin
i Desidero esprimere la mia gratitudine al Prof. Renato Peroni, che con costanza mi ha seguito ed aiutato con i suoi preziosi consigli e suggerimenti nello svolgimento di questo lavoro.
ii Per i periodici sono state usate le stesse abbreviazioni utilizzate in: G. Bergonzi, A. Cardarelli, P.G. Guzzo, R. Peroni, L. Vagnetti, Ricerche sulla protostoria della Sibaritide 1, Cahiers du Centre Jean Bérard VII, Naples 1982, abbreviato d’ora in poi Ricerche 1.
Sono state inoltre utilizzate le seguenti abbreviazioni per le opere più frequentemente citate:
Furumark = A. Furumark, Mycenaean Pottery I. Analisis and classification, Stockholm 1941 (ristampa 1972).
Meligunis I = L. Bernabò Brea, M. Cavalier, Meligunis Lipàra I, Palermo 1960.
Meligunis III = L. Bernabò Brea, M. Cavalier, Meligunis Lipàra III, Palermo 1969.
Meligunis IV = L. Bernabò Brea, M. Cavalier (con appendici di L.W. Taylour, M. Garasanin, E. Contu, M. A1essio, F. Bella, C. Cortesi, B. Turi, J.L.L. Williams, T. Mannoni), Meligunis Lipàra IV, Palermo 1980.
Novità = R. Peroni, A. Cardarelli, Novità sull’età del bronzo in Calabria, in Atti e Memorie Società Magna Grecia, XVIII-XX, 1980.
Porto Perone = F.G. Lo Porto, Leporano (Tarante). La stazione protostorica di Porto Perone, in NSc, 1963.
Satyrion = F.G. Lo Porto, Satyrion. Scavi e ricerche nel luogo del più antico insediamento laconico in Puglia, in NSc, 1964.
Troy III = C.W. Blegen, J.L. Caskey, M. Rawson, Troy. The Sixth Settlement, vol. III, Princeton 1953.
Troy IV = C.W. Blegen, C.G. Boulter, J.L. Caskey, M. Rawson, Troy. Settlements VIIa, VIIb and VIII, vol. IV, Princeton 1958.
Gli originali a matita delle tavv. 11-22 relative a questo testo sono stati eseguiti da noi stessi; la realizzazione grafica a china è opera di A1essandra Fonzo.
Questo lavoro è stato licenziato per la stampa nel novembre 1981.
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Recherches sur les cultes grecs et l’Occident, 2
Ettore Lepore, Jean-Pierre Vernant, Françoise Frontisi-Ducroux et al.
1984
Nouvelle contribution à l’étude de la société et de la colonisation eubéennes
Centre Jean Bérard (dir.)
1982
La céramique grecque ou de tradition grecque au VIIIe siècle en Italie centrale et méridionale
Centre Jean Bérard (dir.)
1982
Ricerche sulla protostoria della Sibaritide, 1
Pier Giovanni Guzzo, Renato Peroni, Giovanna Bergonzi et al.
1982
Ricerche sulla protostoria della Sibaritide, 2
Giovanna Bergonzi, Vittoria Buffa, Andrea Cardarelli et al.
1982
Il tempio di Afrodite di Akrai
Recherches sur les cultes grecs et l'Occident, 3
Luigi Bernabò Brea
1986