Prefazione
p. 5-7
Texte intégral
1Non è un caso che, a breve distanza di tempo, la bibliografia su Siris e Metaponto si arricchisca, con questo volume, di nuovi contribute ancora una volta sortiti da un convegno internazionale di studi. I Convegni tarantini del 1973 e del 1980, discutendo, il primo di Metaponto, il secondo di Siris, avevano aperto la strada sia al convegno di Policoro del 1984 su Siris-Polieion sia alla miscellanea di Studi su Siris-Eraclea (1989) curata da M. Torelli e frutto in gran parte del lavoro seminariale dell’Istituto di Archeologia dell’Università di Perugia. Senza contare la vasta ed anche importante bibliografia precedente (come gli Herakleiastudien curati dal Neutsch, per es.) cui va aggiunto il meno impegnativo volumetto recente (1996) su Herakleia in Lukanien (a cura di B. Otto) ed il bel catalogo coordinato da A. Bottini su Greci, Enotri e Lucani nella Basilicata meridionale (1996) anche solo alla luce della produzione più recente la Siritide ed il Metapontino risultano le aree verso le quali negli ultimi anni si è diretta l’attenzione maggiore da parte degli studiosi della colonizzazione greca in occidente. Vediamo di indagarne le ragioni, al di là della ovvia constatazione che si tratta di una regione dove si è scavato moltissimo (in gran parte per tutela e, come sappiamo bene, in condizioni difficilissime, ciò che ci obbliga ad esprimere la nostra gratitudine ai colleghi della Soprintendenza della Basilicata). L’attrazione maggiore (con l'ovvio corollario del merito di chi, effettuando le scoperte, ha saputo prontamente valorizzarle) sta nelle specificità di questa regione antica, nella somma delle sue esperienze e nel fatto di conservare documentazione pressoché unica (penso alla chora di Metaponto ed alle Tavole di Herakleia per fare solo due esempi) relativa a problemi di storia antica difficilmente reperibile altrove ad un simile livello. I dibattiti precedenti avevano indicato la strada da percorrere già verso la metà degli anni ‘80, quando le ricerche di P. Orlandini all’Incoronata e le scoperte di A. De Siena a Metaponto città (dopo lo scavo del Castello del Barone da parte delle Missione di Heidelberg e la esplorazione delle necropoli di Schirone e Madonnelle da parte di D. Adamesteanu e I. Berlingò) ponevano i problemi della nascita delle due comunità coloniali finitime in un’ ottica ‘unitaria’, come a più riprese hanno continuato a suggerire i bilanci storici di M. Lombardo ed A. Mele, dopo le indimenticabili riflessioni e gli ammonimenti rivolti specialmente agli archeologi da E. Lepore.
2Fu così che il convegno di Policoro del 1984 per la prima volta affronto una discussione su Siris con un occhio rivolto anche a Metaponto in età arcaica. A sette anni di distanza i tempi sembravano maturi perché si facesse un ulteriore passo in avanti e si tentasse un bilancio globale della storia dei due territori, non solo limitatamente alle origini, ma con un’ottica che abbracciasse anche la storia dell’età classica ed ellenistica; comunque, non poteva essere eluso il problema delle origini, risultando, tra quelli indicati prima, come uno dei più attraenti, proprio per la diversità e la conflittualità dei due modelli coloniali che l’esperienza ionica da un lato e quella achea dall’altro avevano messo in campo nel corso di un tormentatissimo VII secolo a.C.
3Il lettore di questo volume ha diritto, tuttavia, a due chiarimenti preliminari; il primo, ovvio, riguarda il lasso di tempo (enorme) che separa il colloquio (ottobre-novembre 1991) dalla pubblicazione degli ‘Atti’; è facile dare la colpa unicamente al ritardo con cui gli autori hanno consegnato le relazioni (e ce ne sono alcuni che non le hanno consegnate affatto) ma, in questo caso, una parte del ritardo va addebitata anche alle complesse vicende editoriali, dal momento che è venuto meno l’impegno alla pubblicazione della società che aveva organizzato il convegno. Il Centro J. Bérard e la Fondazione Paestum si sono fatti carico della pubblicazione, pensando di rendere un servizio alla scienza archeologica e storica magno-greca, evitando cosi che si disperdessero testi, alcuni dei quali di notevole importanza per le novità di cui danno conto sia sul piano dell’accrescimento quantitativo dei dati che della prospettiva di lettura di alcuni fondamentali problemi storici. Mi sia, perciò, lecito ringraziare l’amico Michel Bats per essersi assunto il compio di impaginare i testi e per aver associato al Centro Jean Bérard la Fondazione Paestum nella edizione di questo volume.
4Su un secondo aspetto vorrei soffermarmi, inoltre. II fascino della Siritide e del Metapontino (in età arcaica, ma non solo) risiede, come si è detto, in gran parte nella singolarità delle vicende più antiche, ciò che comporta una fioritura impressionante di lavori di sintesi storica e di proposte di lettura complessiva, sotto forma di rassegna o di bilancio, in qualche caso anche rilevante. Come avverte Mario Lombardo nella sua relazione (ed io sono pienamente d’accordo con lui) è arrivato il momento di passare dalle comunicazioni preliminari, alle analisi ‘anche minute’, come sta facendo da tempo ormai P. Orlandini con i suoi scavi dell’Incoronata, per procedere a quei bilanci storicamente orientati della documentazione archeologica, sola via possibile per dare alle costruzioni ‘modellistiche’, pur nella inevitabile ed auspicabile diversità di vedute, un supporto più fondato di quanto avvenga attualmente. E’ ovvio che io pensi alle necropoli nei dintorni di S. Maria d’Anglona, alle necropoli occidentali di Policoro e, specialmente, alle necropoli, agli insediamenti nella chora di Metaponto, ed agli importantissimi monumenti dell’agora che sono ancora inediti. Ma, per tornare al territorio, vero elemento fondante di ogni discorso, come opportunamente ribadisce il Mertens, sulla scia di una ormai lunga tradizione di studi sull’urbanistica antica, verrà finalmente il giorno in cui gli studiosi potranno disporre di una cartografia di sintesi di tutte le evidenze scavate o indiziate in superficie, in modo da avviare un dibattito serio su questo straordinario e pressoché unico fossile guida per la storia agraria di una città greca? Sapranno trarre frutto i responsabili di questa impresa che noi attendiamo da tempo (da quando Dinu Adamesteanu oltre trenta anni fa fondo la ricerca sulla chora metapontina) ma che disperiamo di vedere conclusa (almeno nella forma da noi auspicata) dalla lezione esemplare per metodo ed acutezza che ci fornisce Filippo Coarelli nella relazione conclusiva di questo volume? Ε la lettura ‘geometricamente’ fondata di Max Guy delle tavole eracleote e le indicazioni importanti suggerite da questo studioso alla ricerca futura avranno un seguito? Certamente più confortante è il bilancio ‘urbanistico’ che viene dalla prima sintesi di vero ampio respiro che ci dà Liliana Giardino su Herakleia, dalle esplorazioni di Giampiero Pianu nell’area centrale della stessa città e dalla rilettura di Metaponto proposta, con grande acutezza, da Dieter Mertens, che darà risultati di grande rilievo quando anche le necropoli e la chora di Metaponto saranno oggetto della medesima acribia.
5Fondazione Paestum, agosto 1998
Auteur
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Recherches sur les cultes grecs et l’Occident, 2
Ettore Lepore, Jean-Pierre Vernant, Françoise Frontisi-Ducroux et al.
1984
Nouvelle contribution à l’étude de la société et de la colonisation eubéennes
Centre Jean Bérard (dir.)
1982
La céramique grecque ou de tradition grecque au VIIIe siècle en Italie centrale et méridionale
Centre Jean Bérard (dir.)
1982
Ricerche sulla protostoria della Sibaritide, 1
Pier Giovanni Guzzo, Renato Peroni, Giovanna Bergonzi et al.
1982
Ricerche sulla protostoria della Sibaritide, 2
Giovanna Bergonzi, Vittoria Buffa, Andrea Cardarelli et al.
1982
Il tempio di Afrodite di Akrai
Recherches sur les cultes grecs et l'Occident, 3
Luigi Bernabò Brea
1986