Prefazione
p. 9-11
Texte intégral
1Questo breve preambolo al secondo dei Cahiers che il Centre Jean Bérard ha voluto dedicare generosamente a ricerche sui culti greci e l’Occidente non è una presentazione dei contributi in esso inclusi, almeno per quel che riguarda quelli délia équipe di J. -P. Vernant, la cui « scuola »e personale produzione scientifica non ha ormai bisogno di esser presentata, in Italia come in Francia. Il seminario che si è svolto, ospiti del Centre stesso, il 3-4 maggio 1983 a Napoli, ci ha permesso un confronto, ponendo ai colleghi ed amici francesi cosi illustri, aile loro critichee consigli, alcuni problemi scaturiti dal lavoro, che l’équipe della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Napoli, da me diretta presso l’Istituto di storia e antichità greche e romane e ora presso la pertinente sezione del Dipartimento di discipline storiche, da anni conduce, specialmente sui fondi di ricerca di interesse nazionale del Ministero della Pubblica Istruzione. I contributi di P. Ellinger, di F. Frontisi-Ducrouxe dello stesso J. -P. Vernant (che qui ancora ringrazio dell’occasione offertaci accettando l’incontro napoletano) hanno a loro volta fornito uno strumentoe un modello di lettura per la figura di Artemis (e indirettamente di Demetra), non meno apprezzato per il fatto di esserci già notoe capace di suscitare ulteriori stimolie verifiche nel colloquio diretto.
2Il tipo di analisi strutturalee sincronica ch’esso contienee realizza cancella, intanto, ogni residuo — purtroppo ancora presente in una parte délia storiografia, anche italiana e anche dedita allo studio delle religioni antiche, — di evoluzionismo contrabbandato da storicismo. I contributi francesi individuano un’Artemis particolare come la Orthia e la studiano come « divinità dei margini », specialmente per i riti di passaggio e la loro simbolica nella società spartana (J. -P. Vernant, F. Frontisi-Ducroux), ma anche (P. Ellinger) per un tema unitario con variazioni, come gli aspetti di astuzia bellica in azioni di guerrae « stratagemmi » non estranei ai rituali dell’Orthia ma scelti ora da diversi ambiti regionali greci, anche quelli di frondera materialmente « marginali », dove la divinità è présente nelle forme particolari di altri suoi epiteti (l’Agrotera, l’Aristoboule, la Elaphebolos, la Hegemone, la Phosphoros, la Soteira, ecc.), in « luoghi » anche fisici, dove la guerra sfuma nella caccia ο altra attività « astuta », come Artemis sfiora altri ambiti, di différend figure divine. Tutti questi contributi ci insegnano che lo « studio comparato », non solo degli aspetti religiosi, ma delle societàe loro strutture, le più spesse, si fonda su una classificazione differenziale che nella convergenza, complementarità e opposizione definisce le potenze divine come altre realtà, sui vari piani. Di questa comparazione, senza pure analogie ο estrinseche polarità, l’odierna storiografia ritrova l’indispensabile praticae metodo.
3L’équipe napoletana si è proposto appunto, a sua volta, un doppio ordine di problemi.
4Il primo è stato quelle di studiare un’Artemis particolare, specialmente nell’ambiente occidentale, ellenizzato ο no, nelle sue relazioni con la Grecia e le sue propagini più orientali, p. es. la Tauride, come la Phakelitis, di cui ancora non sembra chiara né la stratificazione dei miti etiologicie di fondazione, che ne accompagnano la presenza in questi ambiti — e in tradizioni anch’esse tutte particolari come quella « bucolica » ο « epico-bucolica » — né la funzione, pur in certi caratteristicie plausibili tratti sistematici » già rilevati dalla « scuola » di J. -P. Vernant e da lui stesso. Chi scrive ha voluto accompagnare al contributo sulla Phakelitis (C. Montepaone) un suo brevissimo « schema » délia Laphría (ed Etolica) con le sue implicazioni occidentali dall’Etolia ai Veneti, in connessione al mitoe culto di Diomede, perché esso présenta un paio di tratti caratte-rizzanti,e per certi aspetti forse non lontani dalla Phakelitis (e Taurica), specialmente per certe implicazioni di area « messenica », sia pur quella dei Messeni di Naupatto, abban-donando tuttavia naturalmente ogni presupposto « geografico » ο « genetico » metodica-mente non corretto.
5Il secondo ordine di problemi, che anche lo studio délia Laphria solleva per il rapporto dell’epiteto e del ruolo con altre divinità (Atena p. es., ο Hermes, ο addirittura Demetra, se è da accogliere il suggerito rinvio alla Korythalia1),non so con quanta proprietà si puô definire « specifico sincretismo », corne è stato fatto da Carlo Gallavotti, per documenti selinuntini e tradizioni siciliane e « siceliote »2.
6Il rapporto di Artemis, specialmente con Demetra, documentatoe diffuso certamente in Sicilia —e sia pure principalmente in tradizioni della erudizione ellenistica — rinvia quasi sicuramente all’ambito « megarese » délia Malophoros, dove tra l’altro la presenza di Artemis stessa è rilevante,e le relazioni con la Beozia abbastanza chiaramente già evidenziate (K. Hanell,e già E. L. Highbarger). È perciô che si è voluto qui presentare anche un contributo (L. Breglia Pulci Doria) su Demetra, che présenta allusionie connessioni con Artemis. L’ambito pastorale délia Malophoros non è del resto troppo lontano da certi aitia « bucolici » délia Phakelitis (specialmente per Tyndaris),e da quelli sull’addomesticamentoe allevamento domestico, nel suo aspetto di transizione da natura ferina, che compaiono per 1’Artemis Etolicae Laphria.
7Se questi contributi italiani differiscono per metodo e intend da quelli dei colleghi francesi, essi testimoniano tuttavia quanto debbano all’incontro con tradizione di studio diversa, mentre modestamente vogliono — in certa accentuata critica delle fonde storicizzazione « genealogica » delle situazioni realie delle idéologie ο forme ideali che le accompagnano sempre corne loro « immagini » — recuperare alcuni strati di tradizione antica. Essi aspirano — nella speranza che confrontoe dibattito non riescano stimolanti e fruttuosi soltanto per i loro autori — ad adoperare e articolare tranches sincroniche con una diacronia, che ne aumenti lo spessore nel richiamo a situazioni concrete spazio- temporali, senza sacrificarne il significato unitario, ma senza trascurare la dinamica che la polverizzazione delle testimonianze in certi casi cela rispetto a tradizioni mitiche ο rituali più organiche. I progressi più recenti sulla « immagine greca » di Artemis, specialmente quella « bucolica » ne lia Grecia metropolitana, corne nell’Occidente coloniale, sembrano mostrare che anche il frutto di discussionie tipi di analisi a confronto, corne quelle che han dato luogo a questo secondo quaderno, vada maturando con profitto di tutti.
8A questo punto non mi resta che ringraziare il Centre Jean Bérard per la sua generosa ospitalità e collaborazione concreta, nella persona délia sua direttrice Mme Mireille Cébeillac-Gervasonie inviare — licenziando insieme a lei queste Recherches, 2 — un affettuoso, augurale pensiero a Roland Martin che voile aprire con noi amicie colleghi italiani le Recherches, 1 di questa serie sui culti grecie l’Occidente.
Notes de bas de page
1 Cfr. M. Detienne, in Problèmes de la terre en Grèce ancienne, sous la direction de M. I. Finley. Paris-La Haye, 1973, p. 302 con note 6 e 7.
2 Cfr. C. Gallavotti, Epica religiosa in una stele siciliana, Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik, 50. 1983, p. 1-6; id., Helikon, 17, 1977, spec. p. 103-106.
Auteur
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Recherches sur les cultes grecs et l’Occident, 2
Ettore Lepore, Jean-Pierre Vernant, Françoise Frontisi-Ducroux et al.
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Nouvelle contribution à l’étude de la société et de la colonisation eubéennes
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La céramique grecque ou de tradition grecque au VIIIe siècle en Italie centrale et méridionale
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Recherches sur les cultes grecs et l'Occident, 3
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