Prefazione
p. 9-10
Texte intégral
1Questo primo quaderno di « Ricerche sui culti greci e l’Occidente », specialmente coloniale, raccoglie con l’introduzione allo studio del culto di Eracle in Sicilia di R. Martin, tre studi di componenti dell’équipe che lavora presso la cattedra di Storia Greca e Romana dell’Istituto di storia e antichità dell’Università di Napoli. Certe osservazioni di R. Martin (in Contribution à l’étude de la société et de la colonisation eubéennes, Cahiers du Centre Jean Bérard, II, Naples, 1975, pp. 51-52) hanno suggerito di riprendere la serie di incontri che avevano dato luogo, presso il Centre Jean Bérard in Napoli, ai contributi italo-francesi sulla società e colonizzazione euboiche, mettendo a frutto le esperienze di lavoro che il gruppo napoletano va conducendo su alcuni culti greci e il loro rapporto con ambiti coloniali, e quelle che la Scuola di R. Martin, presso l’École Pratique des Hautes Études, IVe Section, è andata a sua volta intraprendendo in un’analoga prospettiva.
2Questi primi studi pubblicati vogliono appunto costituire preambolo ad un confronto e ad uno scambio di vedute che si profila promettente e che può portare ad altri nuovi contributi.
3I due primi lavori di R. Martin e N. Valenza Mele convergono da punti di vista e ambiti differenti sulla figura dell’Eracle « dio », e vogliono porre le basi per un’analisi di questo culto in Grecia e nell’Occidente, siceliota ed italiota (che almeno in quest’ultimo, e a Cuma, recupera livelli particolari che ne sottolineano il rapporto con quello di Hera: cfr. N. Valenza Mele, Hera ed Apollo nelle colonie euboiche di Occidente, in MEFRA 89, 1977, pp. 493 ss., spec. 498 ss.). Del resto per la Sicilia stessa si possono approfondire i problemi relativi alla doppia personalità di Eracle, dio ed eroe, e studiarne il ruolo nei miti e culti delle città siceliote e loro metropoli nonché nel rapporto con il mondo non greco dell’isola, recuperando anche, non solo livelli molto antichi di ambiti metropolitani e coloniali — com’è il caso analogo per l’Eracle euboico e la Gigantomachia ambientata nella pianura cumana e in Calcidica — ma addirittura la realtà di un « pluralismo culturale eterogeneo », legato da una parte a tradizioni religiose precoloniali (le « origini » cretesi) e dall’altra agli apporti del mondo dei « barbari » (Fenici).
4Gli altri due studi, pur non investendo ancora ambiti coloniali, ma ancora quelli della Grecia propria (l’Attica e l’Eubea), tendono anch’essi a stabilire livelli diacronici meno noti ο inediti per i culti di Demetra e di Artemide, quello di L. Breglia Pulci Doria con la comparazione tra due ambiti metropolitani, l’ateniese e l’eretriese, per un unico rituale e festa (le Tesmoforie), l’altro di Cl. Montepaone tra due serie di testimonianze sul mito di fondazione di un unico rituale e culto, quello del tempio di Artemide Munichia. Anche questi, come i precedenti, sfiorano elementi di eterogeneità culturale (elementi « eolici » in Eubea, e « sopravvivenze » teriomorfe nelle tradizioni enologiche sul sacerdozio munichio), e convergono con i precedenti a proiettarsi sul contesto culturale, strutturale e sociale stratificato in cui si radica un culto ο un rito, individuando livelli diversi, gentilizi e « pre-politici » ο « politici » e cittadini, per i vari fenomeni religiosi studiati.
5I fenomeni di conservazione in area coloniale documentano, come ci ha insegnato in pagine esemplari il compianto Angelo Brelich (cfr. Kokalos, X-XI, 1964-65, pp. 34-54), proprio per la Sicilia, una religione greca ancora in piena formazione, per un’epoca in cui « i fattori salienti dell’amalgamazione di una coscienza religiosa greca », i culti panellenici di Delfi, Olimpia ed Eleusi, « non hanno ancora incominciato a svolgere la loro funzione storica ». L’analisi contemporanea di culti greci nelle metropoli e nelle colonie si spera conduca a recuperare fasi poco ο meno conosciute di essi e insieme i fattori determinanti, nelle prime come nelle seconde, del loro svolgimento e trasformazione.
6Queste ricerche (anche nei contributi che seguiranno, periodicamente, questo primo quaderno) continueranno a studiare i culti di Heracles, di Demetra e di Artemide, per ora, e si propongono di aggiungervi presto quello di Apollo, un Apollo tessalo-euboico, cicladico, egeo — come fu detto in altra occasione e quale già si affaccia, in taluno degli attuali contributi — non solo l’Apollo della tradizione delfica.
7Gli estensori di questa prefazione sono grati al Centro Jean Bérard e alla sua direzione per l’attenzione amichevole, la sollecita cura e la generosità con cui han voluto accogliere questi primi frutti e quelli che verranno, di un lavoro loro e delle loro équipes, teso a soddisfare — sia pure in piccola parte — quell’« optimum ideale per le future ricerche » che il Brelich appunto identificava, come « il compito più immediato », or sono quindici anni, « nella più possibilmente precisa e dettagliata ricostruzione » del processo di formazione dei culti greci in rapporto alla loro diffusione e presenza vivente nell’Occidente coloniale.
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Recherches sur les cultes grecs et l’Occident, 2
Ettore Lepore, Jean-Pierre Vernant, Françoise Frontisi-Ducroux et al.
1984
Nouvelle contribution à l’étude de la société et de la colonisation eubéennes
Centre Jean Bérard (dir.)
1982
La céramique grecque ou de tradition grecque au VIIIe siècle en Italie centrale et méridionale
Centre Jean Bérard (dir.)
1982
Ricerche sulla protostoria della Sibaritide, 1
Pier Giovanni Guzzo, Renato Peroni, Giovanna Bergonzi et al.
1982
Ricerche sulla protostoria della Sibaritide, 2
Giovanna Bergonzi, Vittoria Buffa, Andrea Cardarelli et al.
1982
Il tempio di Afrodite di Akrai
Recherches sur les cultes grecs et l'Occident, 3
Luigi Bernabò Brea
1986