Sculture intorno al tempio
p. 33-34
Texte intégral
Indizi di una grande plastica fittile
1Nel settembre 1983, in occasione dei rilievi planimetrici del tempio, D’Angelo trovò in superficie presso l’angolo Sud-ovest del tempio un piccolo frammento di una grande statua fittile. Il frammento comprende il naso e parte del labbro superiore di una figura alquanto maggiore del vero. È di buona modellatura (Fig. 47).
2Il naso è a profilo diritto, alquanto allargato alla base e con punta rotonda. Forti solchi profondamente incisi contornano le pinne nasali. Le narici sono poco incavate. Una fossetta molto accentuata sovrasta il labbro superiore che è delimitato superiormente da una incisione altrettanto netta di quelle ai lati del naso. Il taglio della bocca è rivolto alquanto verso l’alto agli angoli estremi, ma non molto allungato. La figura presentava cioè il tipico «sorriso eginetico».
3La modellazione vigorosa sembra addirsi ad un personaggio maschile. Siamo lontani dalla morbidezza, dalla delicatezza che ci attenderemmo nel rendimento di una figura femminile.
4Le osservazioni che abbiamo fatto ci porterebbero ad attribuire questa scultura alla seconda metà del VI secolo a.C.
5Dal punto di vista tecnico possiamo dire che il nucleo interno della statua era di impasto con abbondanti elementi sabbiosi nerastri mescolati ad un’argilla biancastra. Questo nucleo era rivestito con uno strato piuttosto spesso di argilla depurata di colore alquanto più roseo, ma a superficie tendente ad un nocciola chiaro. Questa era dipinta con un colore giallastro solo parzialmente conservato e che appare uniforme. Non si nota infatti nessuna traccia di un colore diverso sulle labbra.
6Misure del frammento: A. cm. 6,5; La. 6.5; Alt. del rilievo 5,3.
7Se questo frammento apparteneva ad una statua stante, questa avrebbe dovuto misurare circa due metri di altezza.
8Pur nella sua estrema frammentarietà questo minuscolo pezzo è sufficiente a dimostrarci che nell’Aphrodision ο intorno ad esso dovevano esistere grandi sculture fittili come quelle che ci sono note, sempre purtroppo attraverso mutili frammenti, dagli scavi dell’Artemision e del più antico Athenaion di Siracusa, ma anche di altri templi siciliani e in particolare da quelli gelesi.
Sculture in calcare
9In quanto alle mutile statue acrensi in calcare locale di età arcaica, conservate nel Museo di Siracusa, la loro provenienza dal santuario di Afrodite è assai probabile anche se non dimostrabile.
10Del busto femminile acefalo24 non si conoscono le circostanze del rinvenimento. L’Orsi lo trovò nel recinto dei monumenti ove giaceva da moltissimo tempo.
11La figura maschile seduta25 invece fu trovata nel 1932 sul ripido pendio meridionale dell’Acremonte ad Est dei due monticelli di Monte Allegro identificabili con le «Mammelle di Lamia» dell’iscrizione dei themelia, e cioè nel pendio sottostante al pianoro in cui sorgeva l’Aphrodision (Fig. 48).
12Poteva quindi ben essere stato gettato dall’alto e cioè dall’area circostante al tempio.
Notes de bas de page
24 P. ORSI, Sculture greche del R. Museo Archeologico di Siracusa, Rendic. Lincei, VI, 1897, p. 309, figg. 5-6.
— Id., Monuments Piot, 1918, pp. 145-146.
— Perrot et Chipiez, Histoire de l’Art, VIII, p. 482, fig. 244.
— W. Deonna, Dédale ou la statue de la Grèce archaïque, Paris 1930, II, p. 146.
— B. Pace, Arte e Civiltà nella Sicilia Antica, II, 1938, p. 4, fig. 4.
— Akrai, p. 143, tav. XXVIII.
— G. Voza, Cultura artistica (in Sicilia) fino al V sec. a.C., in E. Gabba, G. Vallet, Storia della Sicilia: la Sicilia antica, II, 1, 1980, p. 114, tav. 24.
25 P.E. Arias, Daedalica Siciliae, Annali della R. Scuola Normale Superiore di Pisa, sez. II, vol. VI, 1937, p. 134, tav. V, figg. a-c.
— Akrai, p. 142, n. 2, fig. 64 e tav. XXIX.
— Voza, Cultura artistica, cit., p. 115.
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