Analisi dei resti superstiti
p. 17-21
Texte intégral
1Procediamo ad una accurata descrizione di ciò che resta del tempio, analizzando dapprima le fondazioni della peristasis e successivamente quelle all’interno della cella.
2Queste testimonianze sono costituite, come abbiamo detto, da tagli a gradini successivi della viva roccia, ciascuno dell’altezza corrispondente a un filare di blocchi, intesi ad eliminare la roccia degradata e a raggiungere quella assolutamente integra. Ciascuno di questi gradini era poi completato con blocchi di riporto, si da raggiungere a ciascun livello un piano perfettamente livellato.
3Numereremo quindi ciascun gradino (formato in parte da spianamento della roccia, in parte da blocchi di riporto) con numeri in negativo, partendo dal punto più elevato.
Le fondazioni della peristasis (Figg. 5-8; 14-17)
4Il punto in cui i resti superstiti del tempio sono a quota più elevata sono proprio nell’angolo NE, non solo perché qui più elevato che in qualsiasi altro punto è lo spianamento della roccia, ma anche perché su questo spianamento di fondazione si conservano in situ due blocchi, unici superstiti del filare che su questo spiananamento era impostato.
5La superficie di questi blocchi è corrosa ed incisa dal secolare lavoro dell’aratro, dato che veniva a trovarsi quasi affiorante sul piano di campagna (Fig. 5).
6Ma per quanto elevata sia la posizione di questo filare di blocchi, è da escludere che esso potesse corrispondere al filare visibile delle fondazioni, che esso cioè corrispondesse già al primo dei gradini dell’elevato. Vi sono infatti tutto intorno, verso Nord e verso Est, spuntoni della viva roccia ancora alquanto più elevati. Ed è ovvio che il suolo costituito da uno strato terroso oggi scomparso da cui sporgeva il monumento doveva essere piano, senza spuntoni di roccia in cui si potesse incespicare. Vi doveva essere quindi al di sopra di questo primo filare conservato, attestato da questa coppia di blocchi, ancora un altro filare di fondazione per arrivare al primo gradino.
7I due blocchi conservati nell’angolo NE corrisponderebbero dunque al primo filare di fondazione (destinato a non essere in vista) partendo dall’alto.
8Chiamiamo livello — 1 il loro piano di posa.
9Questo spianamento a livello — 1 dell’angolo NE si estende per soli m. 5,60 in senso E-O e per m. 7,50 nel senso N-S, in quella cioè che è la fronte orientale del tempio.
10Ma qui si inserisce frontalmente in esso una serie di sette blocchi paralleli, ivi collocati perché evidentemente la roccia lungo questo margine non appariva sufficientemente compatta.
11Sulla superficie del penultimo (da Nord) di questi blocchi, lievemente più lungo di tutti gli altri, si riconosce con evidenza la linea che doveva guidare la collocazione dei blocchi del filare superiore.
12Uno scalino di m. 0,50 scende al livello — 2 a cui si trova tutto il rimanente tratto del lato frontale Ε e un buon tratto (più di 1/4) dell’adiacente lato lungo S. (Figg. 6,7).
13Questo livello — 2 è ottenuto solo in piccola parte con lo spianamento della viva rocroccia; per estensione molto più vasta esso corrisponde alla superficie di una compatta platea di blocchi che si basano su una superficie levigata della roccia portata al livello — 3. È questo uno dei pochi tratti, e comunque di gran lunga più esteso, nei quali i blocchi delle fondazioni siano sfuggiti al sistematico saccheggio.
14I primi cinque blocchi al centro della fronte Est sono inseriti nel gradino della roccia, cosi come lo erano i sette del gradino superiore. Più a Sud la roccia è tagliata e l’intero spessore della fondazione è formato da una duplice serie di blocchi, perfettamente aderenti fra loro, tutti collocati con asse maggiore in senso E-O, perpendicolare cioè all’andamento del muro (undici coppie). Identica struttura presenta il primo tratto adiacente del lato lungo Sud, dove restano in posto tredici coppie di blocchi (Fig. 8).
15La perfetta orizzontalità della superficie di questa platea di blocchi è stata senza dubbio ottenuta con lavoro di levigazione a maranzano dopo il collocamento in opera. Irregolari restano invece, in questi livelli di fondazione non visibili, i margini esterni dei singoli blocchi, ora più ora meno sporgenti. Sulla superficie dei sei blocchi più sporgenti del lato Sud si riconosce ancora chiarissima la linea incisa presso il loro margine esterno. ma si riconosce anche perfettamente per breve tratto una linea incisa perpendicolare alla prima, e cioè in senso N-S, che corrisponde all’allineamento frontale delle strutture che erano impostate sul primo spianamento trasversale.
16Questa platea ci dà come larghezza della fondazione m. 2,60.
17La platea di blocchi conservata nell’angolo SE cessa a m. 11,20 dall’angolo, ma lo spianamento della roccia al livello — 3, su cui i blocchi si basavano, continua per altri m. 10 ed è prolungato per altri m. 2,60 da un altro piccolo gruppo di blocchi superstiti (undici), minori di quelli descritti, per cui ne occorre tre (anziché due) per raggiungere la voluta larghezza della fondazione.
18Il livello — 4, su cui questo gruppo di blocchi si basa, si prolunga altri m. 4,60 oltre il loro termine. La roccia risale poi al livello — 3, per un breve tratto (m. 3,10) e ridiscende al livello — 4 per l’ultimo tratto di m. 8,20, fino all’angolo SO (Fig. 15).
19Nella parte mediana del lato breve Ovest lo spianamento di fondazione scende (per circa m. 6,60) al livello — 5 e per un minor tratto (di m. 5,20) al livello — 6. È questo il punto in cui le fondazioni del tempio erano più profonde. Lo spianamento risale al livello — 5 nell’angolo NO e prosegue cosi per circa m. 16 e cioè per oltre un terzo del lato lungo Nord e in questo tratto si conservano in situ due blocchi della fondazione sovrapposta. Sale poi bruscamente al livello — 2 con un gradino corrispondente all’altezza di tre filari di blocchi. Al livello — 2 si conserva per tutto il rimanente tratto del lato Ν (m. 21 circa) fino all’angolo NE, che è, come abbiamo visto, al livello — 1 (Figg. 16, 17).
Fondazioni all’interno della peristasis (Figg. 8-12).
20Lo spazio interno racchiuso dalla peristasis, della lunghezza complessiva di circa m. 33 e della larghezza di m. 12,50, si può dividere in due parti pressoché uguali fra loro.
21Nella metà anteriore (Est) su una lunghezza di circa 16 metri si notano quattro spianamenti di fondazione trasversali (che vanno cioè dall’uno all’altro lato lungo della peristasis), e che sono di larghezza disuguali.
22Un diaframma della larghezza (teorica) di circa m. 1,80, in massima parte conservante la superficie naturale affiorante della roccia (ma tagliata obliquamente sul fronte Est in rapporto a quella correzione di orientamento del tempio di cui abbiamo parlato) divide la fondazione della peristasis (lato Ε) da un primo spianamento assai regolare, di grande larghezza (circa m. 3,60) tutto a livello — 1, salvo un breve tratto di m. 2,30 x 2 dell’estremità meridionale che scende a livello — 2 (Fig. 8).
23Osserviamo che la larghezza di questo spianamento di fondazione è notevolmente maggiore di tutti gli altri ed anche di quello della stessa peristasis.
24Un secondo diaframma di roccia conservante intatta la superficie naturale, della larghezza di m. 1,80, divide questo primo dal secondo spianamento trasversale che si trova anch’esso allo stesso livello — 1 e che ha una larghezza di circa m. 2,20.
25Il terzo diaframma, fra questo secondo spianamento e il III. è assai sottile (cm. 35-40). Esso è integro agli estremi e nella parte mediana, ma appare invece regolarmente tagliato e levigato a livello — 1 in corrispondenza di quelle che devono essere le fondazioni dei muri della cella, i quali pertanto si prolungavano fino a tutto il secondo spianamento.
26Il terzo spianamento trasversale è ancora più stretto del secondo. È cioè della larghezza di m. 1,80. Scende ad una quota alquanto più profonda degli spianamenti I e II, ma il dislivello non è quello corrispondente alla normale altezza di un filare di blocchi e cioè di circa cm. 50 (Fig. 9).
27È alquanto minore di questa misura e la sua superficie si può considerare ad una quota intermedia fra i livelli — 1 e — 2. Ciò ad entrambi gli estremi. Nella parte mediana invece lo scavo della roccia è stato approfondito notevolmente, forse per un altro metro, con un taglio verticale, molto regolare, là dove doveva esistere una vena di calcare degradato. Notiamo che questo approfondimento, della lunghezza di m. 5,30 non è sull’asse del tempio, ma sensibilmente spostato verso N. Non sembra quindi corrispondere ad un bothros ο ad altra opera di significato sacrale, ma piuttosto invece rispondere alle buone regole costruttive.
28Ai due lati di questa escavazione più profonda ed esattamente sull’asse di quelli che dovevano essere i muri laterali della cella, si conservano ancora in situ due gruppi di blocchi tutti dell’altezza di cm. 30-35.
29Si ha a Nord tre blocchi affiancati occupanti tutta la larghezza dello spianamento. La loro superficie è levigata a livello — 1, si raccorda cioè perfettamente col livello del secondo spianamento trasversale.
30Lo stesso può dirsi per il gruppo del lato Sud formato da tre blocchi superstiti, di cui due in senso N-S ed un terzo perpendicolare ad essi.
31Anche nel quarto diaframma, che divide il terzo dal quarto spianamento trasversale, si riconoscono più ο meno evidenti i tagli e gli spianamenti corrispondenti ai muri della cella. Questo quarto spianamento è alquanto più largo dei due precedenti, raggiunge cioè la larghezza di m. 2,40 e si trova all’incirca al livello — 2 (Fig. 10).
32Ε in realtà i blocchi, relativamente numerosi, che si conservano in posto al di sopra di esso, ο che sono stati smossi ma non asportati, sono di un’altezza molto maggiore di quelli conservati sullo spianamento III. Hanno cioè l’altezza canonica di circa cm. 50 anziché di 30-35. La loro superficie levigata veniva pertanto a trovarsi anch’essa esattamente al livello — 1.
33Resta in situ proprio nella zona mediana dello spianamento un’ampia platea di blocchi. Essa ci dimostra che i blocchi della fondazione dovevano essere in due serie, tutti con asse lungo il senso E-O, trasversale cioè all’andamento dello spianamento medesimo.
34Ma al centro di questa platea è stata scavata, e non certo accidentalmente, una fossa rotonda, di forma abbastanza regolare, che si trova proprio sull’asse del tempio. Essa misura m. 2,40 circa di diametro, attraversa con taglio grossolano, ma abbastanza netto, tutta l’altezza del filare di blocchi, e scende verticalmente per altri m. 0,40 nella roccia sottostante. Il suolo di essa non è regolare, al contrario è molto accidentato e più profondo all’intorno che al centro. Lo si direbbe formato da una serie di cavità, piuttosto che da uno scavo unitario. Sembra evidente che il taglio di questa fossa sia stato praticato quando già i filari di blocchi delle fondazioni erano in opera (Figg. 11-12).
35La platea superstite corrisponde a sei coppie di blocchi. La fossa ha distrutto totalmente forse i quattro mediani della serie occidentale, mentre ha troncato a metà quelli corrispondenti della serie orientale. Restano pressoché intatti i blocchi laterali a Nord e a Sud.
36Osserviamo che sulla serie orientale di blocchi si riconosce evidentissima una sottile linea incisa in senso N-S alquanto distanziata (circa cm. 40) dal loro termine.
37Sono stati asportati i blocchi ai due lati di questa chiazza mediana, ma restano sul lato Sud parecchi altri blocchi smossi dalla loro posizione originaria e che erano già pronti per essere asportati, mentre ancora in situ sono alcuni blocchi all’estremità Nord dello spianamento.
38Assai più semplici e di più chiaro significato sono i tagli di fondazione nella metà posteriore, occidentale, dell’area interna del tempio (Fig. 14).
39Abbiamo qui degli spianamenti regolarissimi, tutti della costante larghezza di m. 1,80, delineanti un ampio rettangolo, con superficie interna di m. 11,60 x 4,60, che è evidentemente la cella o l’adyton del tempio. Le fondazioni dei lati brevi di questo ambiente (quinto e sesto spianamento trasversale) si prolungano sui lati fino a raccordarsi con quelle della peristasis, a somiglianza di quanto avveniva per gli spianamenti I-IV nella metà orientale. Invece le fondazioni dei lati lunghi restano indipendenti da quelle della peristasis, non si prolungano cioè ad incontrare quelle della fronte occidentale del tempio, ma lasciano un diaframma di roccia intatta della larghezza di m. 1,20 circa.
40I tagli di fondazione di questo ambiente (comprese le risvolte di raccordo alla peristasis) sono sul lato frontale Ε ad una quota uniforme un poco inferiore al livello — 2. Allo stesso livello è un breve tratto del lato lungo Nord, che subito dopo risale al regolare livello — 2.
41Questo lato Nord scende con un gradino al livello — 3 e infine all’angolo NO al livello — 4. Al livello — 4 è tutto il lato breve Ovest. Il lato lungo Sud è regolarmente a livello — 3. All’angolo SE si conserva in situ un gruppo di cinque blocchi di cui tre affiancati in senso N-S e due (aderenti ad essi sul lato N) in senso E-O.
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