Considerazioni generali sul valore scientifico del Programme EMIRE
p. 221-229
Résumés
Dopo un’introduzione sulle prime fasi dell’attività scientifica di Mireille Cébeillac, poi Mireille Cébeillac-Gervasoni, e il breve esame di uno dei due filoni principali delle sue ricerche, quello relativo ad Ostia, il saggio analizza più distesamente il complesso di lavori dedicati, da Lei e da un’équipe internazionale di Studiosi in continuo accrescimento, alle «bourgeoisies municipales», poi «élites municipales», dell’Età repubblicana e dei primi tre secoli dell’Impero e configurati nell’ambito del Programme EMIRE (Les Élites Municipales de l’Italie de la République à l’Empire). Viene sottolineato l’alto e riconosciuto valore tanto dei suoi contributi personali quanto dell’instancabile attività di promozione, di coordinamento e di realizzazione della suddetta impresa.
After an introduction which briefly discusses the initial stages of Mireille Cébeillac’s (later Mireille Cébeillac-Gervasoni) scientific activities and after a short survey of one of her main fields of research (the study on Ostia) this essay focusses more extensively on the many and multifaceted analyses carried out by Cébeillac-Gervasoni and by an international group of scholars (which became very large) on the “bourgeoisies municipales”, later “élites municipales”, of the Republican Age and of the three first centuries of the Empire. These works are part of Programme EMIRE (Les Élites Municipales de l’Italie de la République à l’Empire). The remarkable achievements and the indisputable merits of her contributions, as well as of her unceasing efforts to coordinate, promote and accomplish this enterprise, are highlighted and celebrated.
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Keywords : Roman Ostia, bourgeoisies municipales, élites municipales, EMIRE Project
Parole chiave : Ostia romana, Bourgeoisies municipales, Élites municipales, Programme EMIRE
Texte intégral
1Dall’elenco delle sue pubblicazioni emerge che Mireille Cébeillac-Gervasoni ha individuato molto presto quello che sarebbe stato il primo degli ambiti di ricerca preferiti1. Un saggio pubblicato nel 1967 dalla studiosa appena venticinquenne e dedicato al problema della datazione delle commedie di Plauto, di cui non conosco eventuali presupposti riferibili ai tempi della sua formazione universitaria (saggio di taglio non storico-letterario ma storico-politico, che distribuiva la produzione del commediografo in tre fasi, corrispondenti al Bellum Hannibalicum, al periodo immediatamente posteriore, alla ripresa dell’imperialismo romano)2, non ebbe seguito3. Ma, dopo un silenzio di tre anni, cominciò ad emergere, nel 1971, quell’interesse per Ostia4, che rappresenta uno dei due filoni dominanti della sua produzione scientifica, destinato a culminare, grazie alla sinergia con Maria Letizia Caldelli e Fausto Zevi, nello straordinario manuale, che, nell’edizione francese del 2006, ebbe il titolo di Épigraphie latine e, nella «nuova edizione rivista e ampliata» in lingua italiana del 2010, quello di Epigrafia latina. Ostia: cento iscrizioni in contesto5.
2Destinato a culminare ma non a cessare, poiché Mireille ha indagato l’emporio di Roma fino all’ultimo: sono del 2014 un contributo sul quaestor Ostiensis e l’edizione, curata, nuovamente con Fausto Zevi, degli Atti di due seminari, comprendenti anche suoi lavori6, del 2016 l’ultimo articolo sul tema7.
3Una monografia edita nel 1972, Les quaestores Principis et candidati aux Ier et IIème siècles de l’Empire,8 manifestamente collegabile all’interesse di Hans-Georg Pflaum e di Claude Nicolet, suoi maestri9, per la prosopografia e la storia degli ordines dominanti, poneva, fra le altre, la questione del rapporto dei giovani sostenuti dall’imperatore con le comunità di origine. Ma il tema, per il momento, non venne ripreso nell’opera della studiosa.
4Dei tredici anni (1972-1985) della sua esperienza napoletana quale direttrice, dapprima «aggiunta», poi ordinaria, del Centre Jean Bérard una prima parte, senza che venga meno la produzione concernente il filone di Ostia, è caratterizzata, secondo i compiti istituzionali dell’Ente di ricerca francese, da un grande impegno nel campo dell’archeologia della Magna Graecia e, in particolare, di Megara Hyblaea, Puteoli e Velia. Da una certa fase, però, a tali ambiti di lavoro se ne aggiunse un altro: quello che c’interessa più da vicino.
5Già nel 1978, all’inizio di un articolo dedicato alla Problématique de la promotion politique pour les notables des cités du Latium à la fin de la République, ella dichiara: «En réalité, cette recherche s’intègre dans un cadre d’étude plus vaste qui est une recherche sur les notables des cités municipales de l’ensemble de l’Italie»10. È il chiaro preannuncio del grande Convegno napoletano che, programmato per il 1980, slittò, a causa del terremoto, nel 198111.
6Il suo titolo, cioè Les « bourgeoisies » municipales italiennes aux IIe et Ier siècles av. J.-C., fece molto discutere: tant’è vero che la stessa Mireille preferì mantenere allora la definizione di «notable local», corrispondente a quella di «notables municipaux» o «notabili municipali» accolta rispettivamente da Ségolène Demougin e da Paavo Castrén (alcuni proposero appellativi ancora diversi, dal ciceroniano «domi nobiles» di Timothy P. Wiseman, al «führende Männer» di Paul Zanker, alla «classe dirigente» di altri)12. Nella discussione finale Claude Nicolet dichiarò che il termine modernizzante di «bourgeoisies» (il cui valore convenzionale risultava chiaro a tutti) si poteva impiegare anche senza le virgolette13. Un invito che, peraltro, non ebbe seguito, come vedremo.
7Il programma dell’incontro di Napoli, elaborato congiuntamente, oltre che da Mireille Cébeillac, da Claude Nicolet, direttore di un’équipe del Centre National de la Recherche Scientifique, e da Filippo Coarelli e Mario Torelli, capifila di un gruppo di studiosi dell’Università di Perugia14, aveva un impianto vasto e articolato, comprendente più di una trentina di relatori e relatrici francesi, italiani, svizzeri, tedeschi, inglesi, finlandesi, statunitensi (cui, durante gl’intensi dibattiti, si aggiunsero altri dei presenti)15.
8In questo contributo, non è possibile non solo proporre un esame analitico dei vari interventi, ma anche, semplicemente, darne un elenco. Dirò soltanto che il confronto d’insigni maestri – non pochi dei quali, a partire dalla generazione di Ettore Lepore, Claude Nicolet, Emilio Gabba, ci hanno anch’essi purtroppo lasciati – con i molti studiosi delle generazioni seguenti produsse degli atti di grande rilevanza. Il convincimento di Mireille, che «se pencher aux débuts des années 80 sur les “bourgeoisies municipales” était faire oeuvre de pionniers tant était encore prégnante la vision romano-centriste des historiens»16, poteva risultare discutibile, dato che qualche precedente non mancava (penso al Centro Studi e Documentazione sull’Italia Romana, CeSDIR, di Mario Attilio Levi, nella cui collana di monografie era comparso, fra l’altro, Les ‘quaestores Principis et candidati’, e al Centre International de la Cité Antique, CICA, di Edmond Frézouls). Senza confronto, però, sarebbero stati, quanto ad ampiezza e sistematicità, la ripresa e gli sviluppi del percorso antiromanocentrico iniziato per la studiosa con le giornate di Napoli, viste orgogliosamente da lei come «un point de référence incontournable», non meno che come prima tappa di un’«aventure»17.
9«Dix ans après», cioè nel 1991, ella ci riconvocò a Clermont-Ferrand, per un convegno intitolato Les élites municipales de l’Italie péninsulaire des Gracques à Néron, allargando l’invito «à une dizaine des jeunes scientifiques»18. Ma non solo per questo fu evitato il pericolo, intravisto da Jean Andreau, che ne derivasse una «réunion d’anciens combattants»19. In quel decennio d’intervallo apparente si erano svolti un bel numero «de travaux et de rencontres ciblés sur des thèmes plus spécifiques»20, ma soprattutto era stato definito un programma di lungo periodo, che sarebbe durato più o meno vent’anni e che, al più tardi nel 1994, fu compendiato e divulgato nell’acronimo EMIRE (Les élites municipales de l’Italie de la République à l’Empire)21.
10Dunque, non più «bourgeoisies» ma «élites»: un termine che venne accolto senza contrasti apparenti, salvo quelli che interessarono la definizione precisa dell’ambito sociale di riferimento (al riguardo voglio citare almeno i contributi esterni di Jerzy Kolendo, Ségolène Demougin, Patrick Le Roux)22. Dunque, un ambito cronologico non più limitato alla Repubblica, ma esteso anche, inizialmente, alla prima dinastia dell’Impero23.
11Nel ventennio suddetto Mireille Cébeillac-Gervasoni diede prova delle sue qualità straordinarie d’«instigatrice» (come l’aveva denominata fin dall’inizio, con affettuosa ironia, Claude Nicolet)24 e del suo «charisme» e della sua «inventivité» ed «efficacité» (riconosciutile, dopo le ormai numerose verifiche, da Éric Foulon e da Jean Andreau)25, organizzando altri cinque convegni (Les élites municipales de l’Italie péninsulaire de la mort de César à la mort de Domitien, Napoli, 1997; Les élites et leurs facettes, Clermont-Ferrand, 2000; Autocélébrations des élites locales dans le monde romain, Clermont-Ferrand, 2003; Le quotidien municipal dans l’Occident romain, Clermont-Ferrand, 2007; Gérer les territoires, les patrimoines et les crises, Clermont-Ferrand, 2011)26, programmando «un livre au plan réélaboré» (La praxis municipale dans l’Occident romain, Clermont-Ferrand e Parigi, 2008 e 2010) e intercalando a quelli dei seminari e tavole rotonde in buona parte destinati a riviste prestigiose (Les élites municipales de l’Italie de la République à l’Empire, 1994 e 1995; Les activités lucratives des aristocraties locales, 1998; À propos de l’édition définitive des archives des Sulpicii, 1999; Les élites locales et la terre à l’époque romaine, 2001; Le quotidien institutionnel des cités, 2002; Le quotidien institutionnel des cités municipales de l’empire Romain d’Occident, 2004; Le quotidien administratif et institutionnel des cités municipales de l’empire romain, 2005; Le quotidien institutionnel des cités : expressions du pouvoir et contrôle de l’espace public, 2006; Le quotidien institutionnel des cités municipales : regards croisés de juristes et d’historiens, 200827. Dall’incontro del 2000 in poi le sue curatele poterono avvalersi comunque, ripetutamente, dell’aiuto prezioso e qualificato di Laurent Lamoine, Frédéric Trément, Clara Berrendonner.
12È, credo, anche alle esigenze della prima fase di questo enorme impegno scientifico e organizzativo che si dovette il grande ritardo con il quale uscì l’edizione definitiva della sua «thèse de doctorat d’État», propostale da Claude Nicolet fin dal 1965, discussa il 20 giugno del 1987, consegnata all’editore nel novembre del 1996 e uscita nel marzo del 1998, con dedica «à mes parents et à David»28. Visto il titolo dell’opera, Les magistrats des cités italiennes de la Seconde guerre punique à Auguste. Le Latium et la Campanie, ritengo che un esame comparativo delle due stesure29 sarebbe di qualche interesse per definire gli eventuali rapporti dialettici da un lato fra la «thèse» originaria e la sua versione ultima, dall’altro fra queste e lo sviluppo del Programme EMIRE.
13Ma, ritornando ai convegni, al «livre au plan réélaboré» ed ai seminari e tavole rotonde, voglio dire preliminarmente che nel complesso delle relative pubblicazioni possiamo distinguere due gruppi, corrispondenti a due fasi, per un breve periodo sovrapposte: la prima (1991-2003) incentrata sull’esame prosopografico, politico, economico, sociale, culturale dei rappresentanti delle élites italiche e, a partire dal 2000, anche provinciali; la seconda (2002-2011) volta ad analizzare i molteplici aspetti di quello che Mireille e i suoi collaboratori hanno definito, in successione, «le quotidien institutionnel», «le quotidien municipal», «la praxis municipale». Prenderò in esame soltanto la prima delle due fasi, lasciando alle sperimentate capacità di sintesi di Jean Andreau un bilancio complessivo30.
14Il prodotto scientifico da valutare comprende quindi, con gli atti del citato convegno del 1991, quelli delle tre iniziative analoghe, tenutesi a Napoli nel 1997 e ancora a Clermont-Ferrand nel 2000 e nel 200331, e quanto dei seminari e tavole rotonde fu pubblicato sui Cahiers du Centre Gustave Glotz e su Histoire & Sociétés Rurales32.
15Il primo dato sul quale voglio attirare l’attenzione è puramente numerico: si tratta di più di 130 saggi di decine e decine di autori e autrici, spagnoli, francesi, svizzeri, olandesi, inglesi, danesi, polacchi, greci. Quanto all’ambito geografico le indagini, circoscritte in partenza all’Italia peninsulare ed alla Gallia Cisalpina, si estesero progressivamente alla totalità o a singole parti delle province iberiche, galliche, germaniche, balcaniche, orientali e africane. Un continuo ampliamento ebbero anche le dimensioni temporali, che, limitate originariamente alle fasi repubblicana e giulio-claudia, raggiunsero in seguito dapprima l’età flavia e successivamente il II-III secolo.
16Tra lo scorcio del Novecento e il primo undicennio del secolo attuale convegni importanti sulle aristocrazie provinciali, cui parteciparono anche studiosi coinvolti del Programme EMIRE, furono promossi nel 1994 da Tadeusz Kotula e Andrzej Ładomirski all’Università di Wrocław, nel 2005 da Athanasios Rizakis e Francesco Camia presso la Scuola Archeologica Italiana di Atene, nel 2011 da Estíbaliz Ortiz de Urbina Álava nell’Universidad del País Vasco di Vitoria-Gasteiz33. Agli ultimi due – riconoscimento di un’autorevolezza incontestata – Mireille tenne le prolusioni34.
17La prima di queste offre un suo bilancio scientifico dell’«aventure», che desidero citare:
On peut passer en revue quelques-uns de ces grands thèmes qui sont probablement adaptables à toutes les études sur les élites locales :
- définition des élites politiques locales
- modalités de leur renouvellement
- les formes variées de rapport entre pouvoir central et pouvoir local
- fondements de la prééminence des magistrats locaux aussi bien dans le cadre de leurs cités que pour une émergence à un niveau supérieur, dans des instances régionales ou urbaines (accès aux classes équestre et sénatoriale).
Ces recherches nous ont conduits à nous interroger sur :
- les patrimoines de ces élites politiques
- la mise en scène de la prééminence, en particulier avec toutes les formes que peut prendre l’évergétisme
- les possibilités d’autocélébration et les finalités de ce phénomène, avec des résultats encore visibles archéologiquement sur le tissu urbain de la cité locale35.
18Più avanti la relatrice menziona due imprese ulteriori del Programme EMIRE: la realizzazione di due CD-Rom (l’uno parziale, l’altro integrale), contenenti le fonti epigrafiche sull’argomento, e il progetto di un CD-Rom dedicato alle fonti letterarie (che, peraltro, non giunse a compimento)36.
19Circa il database epigrafico voglio anzitutto rilevare, con un po’ di Lokalpatriotismus, che nel caso della Regio X si è raggiunta una «copertura» totale, grazie alla sinergia di studiosi e studiose delle Università di Trieste (Monica Chiabà), di Venezia (Antonio Pistellato), di Padova (Maria Silvia Bassignano), di Verona (Alfredo Buonopane), di Roma La Sapienza (Gian Luca Gregori). Ma, per l’azione coordinata di studiosi e studiose delle Università di Milano (Antonio Sartori), di Genova (Giovanni Mennella, Valentina Pistarino), di Paris I Panthéon-Sorbonne (Clara Berrendonner), di Macerata (Silvia Maria Marengo, Simona Antolini, Fabiola Branchesi), di Siena (Maria Grazia Granino Cecere, Martina Di Miero), di Roma La Sapienza (Maria Letizia Caldelli), di Napoli Federico II e Napoli L’Orientale (Giuseppe Camodeca, Gemma Corazza), risultati non meno esaustivi o comunque significativi hanno interessato anche le rimanenti Regiones, eccetto la II e l’VIII. Quanto alle province, alcune rappresentate solo in parte, altre assenti, le raccolte che le riguardano, in genere di alto profilo, sono dieci (compilate da Claude Briand-Ponsart, Enrique García Riaza, Emmanuel Lyasse, Khaled Marmouri, Enrique Melchor Gil, Antonio D. Pérez Zurita, Blaise Pichon, Jonathan Prag, Manuel Ramirez Sanchez, Benoît Rossignol, Caroline Blonce, Federico Santangelo, Nicolas Tran).
20Come per quelli del primo incontro napoletano, uno degli aspetti di forza degli atti dei convegni considerati in questo bilancio è rappresentato, insieme con la puntuale registrazione degli intensi e vivaci dibattiti, dalle conclusioni, affidate rispettivamente a Jean Andreau (Clermont-Ferrand 1991), Andrea Giardina (Napoli 1997), Jean-Louis Ferrary (Clermont-Ferrand 2000), Jean Andreau (Parigi 2001), Jean Andreau (Clermont-Ferrand 2003). A queste rimando per delle valutazioni, complessive o analitiche, sull’alta caratura scientifica dei risultati conseguiti dal Programme EMIRE.
21Quanto a me, voglio esprimere un giudizio su due dei caratteri generali dell’impresa e sottolineare l’importanza di alcune delle tante prospettive di lavoro confermate o dischiuse da essa. Uno dei suoi tratti fondamentali riguarda la dimensione pluridisciplinare, e spesso interdisciplinare, nata dalla sinergia di storici, archeologi, epigrafisti, numismatici, giuristi, glottologi: su ciò non avrei nulla da aggiungere. Più problematici mi sembrano i ricorsi a confronti con età diverse dalla romana37, sollecitati dalla ripetuta presenza tra i relatori di medievisti, modernisti e contemporaneisti38. Per uno storicista radicale tali apporti lasciano in campo antichistico, indipendentemente dal loro valore specialistico, il tempo che trovano.
22Quanto ai discorsi che, a mio giudizio, bisognerebbe sviluppare, mi limito a citarne due. Il primo riguarda la natura delle attività economiche svolte dalle élites. Considerando l’irriducibilità del contrasto, manifestatosi fin dai primi convegni, tra i sostenitori di un’interpretazione «primitivistica» e quelli di una «modernistica» delle fonti di arricchimento dei notabili municipali (negazione o affermazione di un loro impegno significativo anche nella manifattura e nel commercio), Mireille Cébeillac-Gervasoni aveva optato «pour une mise en sommeil momentanée» del tema39, che resta tuttavia cruciale, anche alla luce del dibattito successivo40.
23Un altro argomento che dovrebbe approfondirsi è quello dell’autorappresentazione femminile, in particolare attraverso gli atti di evergetismo. Il fatto che il lascito di seicentomila sesterzi destinato dalla veronese Gavia Q. f. Maxima alla realizzazione di un acquedotto41 superasse l’entità di molte analoghe munificenze maschili, in Italia e nelle province, non è isolato. Si tratta di un aspetto di quella «storia di genere» che, presente in misura occasionale anche nei convegni del Programme EMIRE, costituisce oggi uno dei grandi filoni delle nostre indagini: lo dimostrano ad esempio, in ambito antichistico, gli incontri organizzati dapprima (2002 e 2004) da Francesca Cenerini dell’Università di Bologna e da Alfredo Buonopane dell’Università di Verona, successivamente (2014) dalla medesima Cenerini e da Francesca Rohr Vio dell’Università di Venezia42.
24Non meno importante sarebbe un incremento delle ricerche in un terzo settore: quello, pur incluso talvolta nel CD-Rom del 2007, dell’articolazione sociale e della vita quotidiana delle «agglomérations secondaires».
25L’onda lunga del dibattito suscitato da Mireille Cébeillac-Gervasoni continua, del resto, ad avanzare. Dopo gli atti dei convegni di Atene e di Vitoria-Gasteiz43 alcuni dei colleghi spagnoli che ho citato precedentemente (Enrique Melchor Gil e Antonio D. Pérez Zurita) hanno pubblicato nel 2013 (con Juan Francisco Rodríguez Neila) un volume di grande interesse dal titolo Senados municipales y decuriones en el Occidente romano44.
26Abbracciando il complesso dell’attività scientifica della collega e amica scomparsa, non si può non rimanere colpiti dall’energia intellettuale e morale da lei dispiegata per decenni. E considerando il fatto ch’essa non era esclusiva, ma si divideva con piena consapevolezza e adesione tra l’ambito professionale e quello familiare, in cui la presenza centrale, per lei e per suo marito, era quella del figlio amatissimo, alla fine perduto, si accrescono tanto di più la nostra ammirazione e il nostro rimpianto.
Bibliographie
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10.3406/mefr.2007.10388 :Demougin 1994 = S. Demougin, À propos des élites locales en Italie, in L’Italie d’Auguste à Dioclétien, Roma, 1994 (Collection de l’EFR, 198), p. 353-376.
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Fournier 2003 = P. Fournier, Les élites et l’aménagement de l’espace du XVIe au XVIIIe siècle en Provence et Comtat Venaissin, in Cébeillac-Gervasoni – Lamoine 2003, p. 677-698.
Fournier 2004 = P. Fournier, Identités urbaines et mise en scène des élites locales lors des entrées royales de 1622, in Cébeillac-Gervasoni – Lamoine – Trément 2004a, p. 205-220.
Giardina 2000 = A. Giardina, Conclusioni, in Cébeillac-Gervasoni 2000a, p. 463-471.
10.1484/J.AT.2.300606 :Kolendo 1991 = J. Kolendo, L’aristocratie municipale dans les provinces rhénanes et danubiennes à l’époque du Haut-Empire, [Recensione], in JRA, 4, 1991, p. 327-330.
Kotula – Ładomirski 1997 = T. Kotula, A. Ładomirski (a cura di), Les élites provinciales sous le Haut-Empire romain. Atti del Convegno (Wrokław, 7-9 aprile 1994), in Antiquitas, 22, 1997.
Lamoine 2010 = L. Lamoine, [Le quotidien municipal dans certaines sources littéraires]. Introduction, in Lamoine – Berrendonner – Cébeillac-Gervasoni 2010a, p. 15-19.
Lamoine – Berrendonner – Cébeillac-Gervasoni 2010a = L. Lamoine, C. Berrendonner, M. Cébeillac-Gervasoni (a cura di), La praxis municipale dans l’Occident romain, Clermont-Ferrand, 2010.
Lamoine – Berrendonner – Cébeillac-Gervasoni 2010b = L. Lamoine, C. Berrendonner, M. Cébeillac-Gervasoni, À l’épreuve des potentialités d’un programme, in Lamoine – Berrendonner – Cébeillac-Gervasoni 2010a, p. 11-14.
Lamoine – Berrendonner – Cébeillac-Gervasoni 2012 = L. Lamoine, C. Berrendonner, M. Cébeillac-Gervasoni (a cura di), Gérer les territoires, les patrimoines et les crises. Le quotidien municipal II, Clermont-Ferrand, 2012.
Le Roux 2013a = P. Le Roux, Magistrats locaux et pouvoirs dans les cités des provinces hispaniques au Haut-Empire romain, in Ortiz de Urbina Álava 2013, p. 229-251.
10.4000/books.pur.161714 :Le Roux 2013b = P. Le Roux, L’ordo decurionum à l’horizon municipal, in Melchor Gil – Pérez Zurita – Rodríguez Neila 2013a, p. 125-149.
Melchor Gil – Pérez Zurita – Rodríguez Neila 2013a = E. Melchor Gil, A.D. Pérez Zurita, J.F. Rodríguez Neila (a cura di), Senados municipales y decuriones en el Occidente romano, Sevilla, 2013.
Melchor Gil – Pérez Zurita – Rodríguez Neila 2013b = E. Melchor Gil, A.D. Pérez Zurita, J.F. Rodríguez Neila, Presentación, in Melchor Gil – Pérez Zurita – Rodríguez Neila 2013a, p. 9-14.
Nicolet 1983 = C. Nicolet, Conclusions générales: bilan scientifique du Colloque, in Cébeillac-Gervasoni 1983a, p. 407-409.
10.4000/books.pcjb.1361 :Ortiz de Urbina Álava 2013 = E. Ortiz de Urbina Álava (a cura di), Magistrados locales de Hispania. Aspectos históricos, jurídicos, lingüísticos, Vitoria-Gasteiz, 2013.
Perol 2004 = C. Perol, L’autocélébration d’une élite urbaine: les festivités dans les livres de famille des marchands-écrivains de Florence, XIVe-XVe siècles, in Cébeillac-Gervasoni – Lamoine – Trément 2004a, p. 187-204.
Rizakis – Camia 2008 = A.D. Rizakis, F. Camia (a cura di), Pathways to power. Civic elites in the Eastern part of the Roman Empire, Proceedings of the International Workshop held at Athens, Scuola archeologica italiana di Atene, 19 december 2005, Atene, 2008.
Verzár-Bass 1990 = M. Verzár-Bass (a cura di), La città nell’Italia settentrionale in età romana. Morfologie, strutture e funzionamento dei centri urbani delle Regiones X e XI. Atti del Convegno (Trieste, 13-15 marzo 1987), Trieste-Roma, 1990.
Notes de bas de page
1 Desidero ringraziare Clara Berrendonner, Carlotta Franceschelli, Laurent Lamoine, cui devo molte notizie su Mireille Cébeillac-Gervasoni, storica insigne e collega generosa.
2 Cébeillac 1967.
3 Faccio riferimento ad un elenco delle Publications scientifiques trasmessomi da Laurent Lamoine in questo stesso volume.
4 Cébeillac 1971.
5 Cébeillac-Gervasoni – Caldelli – Zevi 2006; Cébeillac-Gervasoni – Caldelli – Zevi 2010.
6 Cébeillac-Gervasoni 2014; Cébeillac-Gervasoni – Zevi 2014a; Cébeillac-Gervasoni – Zevi 2014b; Cébeillac-Gervasoni – Morelli 2014; Cébeillac-Gervasoni – Germoni 2014.
7 Cébeillac-Gervasoni 2016.
8 Cébeillac 1972.
9 Oltre alla dedica del volume a William Seston, Hans-Georg Pflaum, Claude Nicolet (Cébeillac 1972, p. [1]), cf. il ringraziamento particolare diretto a Hans-Georg Pflaum (ibid., p. 8, nt. 29).
10 Cébeillac-Gervasoni 1978, p. 227, nt. 2.
11 Cébeillac-Gervasoni 2000b, p. 1.
12 Tutte queste definizioni risultano, in Cébeillac-Gervasoni 1983a, già dai titoli preposti ai saggi dagli autori citati.
13 Cébeillac-Gervasoni 1983c, p. 383 e Nicolet 1983, p. 408.
14 Cébeillac-Gervasoni 1983b.
15 Cébeillac-Gervasoni 1983c, p. 381-405 (passim). Le relazioni presentate da Cécile Andreau-Klein, Andrea Carandini, Augusto Fraschetti, Jean Morin, Domenico Musti, Claude Nicolet, Fausto Zevi non comparvero negli atti, quella di John D’Arms, in programma, non venne tenuta: ibid. p. 383, n. 1 e, nell’ordine, p. 385, 383, 398, 401, 383, 398, 397, 398.
16 Cébeillac-Gervasoni 1996c, p. 163.
17 Ibid.; Cébeillac-Gervasoni 2003a, p. 9.
18 Cébeillac-Gervasoni 1996b.
19 Andreau 1996, p. 286.
20 Cébeillac-Gervasoni 1996b. Ricollegabile per vari aspetti alle suddette iniziative fu anche un convegno tenutosi a Trieste nel 1987: Verzár-Bass 1990.
21 Cébeillac-Gervasoni 1996c, p. 164.
22 Kolendo 1991; Demougin 1994; Le Roux 2013a; Le Roux 2013b.
23 E successivamente anche all’età flavia (Cébeillac-Gervasoni 2000a) ed al II-III secolo d. C. (Cébeillac-Gervasoni – Lamoine – Trément 2004a).
24 Nicolet 1983, p. 407. Anche Mireille, del resto, non sottovalutava la sua « persévérance »: Cébeillac-Gervasoni 1996d, p. 165.
25 Foulon 2004, p. 9; Andreau 2004, p. 527. Inoltre: Giardina 2000, p. 463 (« la studiosa […] che negli ultimi anni ha maggiormente contribuito a questo campo d’indagine »).
26 Cébeillac-Gervasoni 2000a; Cébeillac-Gervasoni – Lamoine 2003; Cébeillac-Gervasoni – Lamoine – Trément 2004a; Berrendonner – Cébeillac-Gervasoni – Lamoine 2008; Lamoine – Berrendonner – Cébeillac-Gervasoni 2012.
27 «Livre au plan réélaboré»: Lamoine – Berrendonner – Cébeillac-Gervasoni 2010a. Seminari e tavole rotonde: Cébeillac-Gervasoni 1996c; Cèbeillac-Gervasoni 1999; Cébeillac-Gervasoni 2000c; Cébeillac-Gervasoni 2003b; Cébeillac-Gervasoni 2003c; Berrendonner 2005; Cébeillac-Gervasoni 2006a; Christol 2007; Cébeillac-Gervasoni 2010a; Cèbeillac-Gervasoni – Zevi 2014; Cébeillac-Gervasoni – Zevi 2014b.
28 Cébeillac-Gervasoni 1998, p. IX, p. XI, p. 312, p. [VII].
29 L’una di «plus de 1400 pages» (Cébeillac-Gervasoni 1998, p. X), l’altra di 312!
30 Cf. infra il contributo di Jean Andreau.
31 Per le schede bibliografiche relative a queste pubblicazioni cf. supra, n. 26.
32 Cébeillac-Gervasoni 1996c; Cébeillac-Gervasoni 1999; Cébeillac-Gervasoni 2000; Cébeillac-Gervasoni 2003b.
33 Kotula – Ładomirski 1997; Rizakis – Camia 2008; Ortiz de Urbina Álava 2013.
34 Cébeillac-Gervasoni 2008; Cébeillac-Gervasoni 2013.
35 Cébeillac-Gervasoni 2008, p. 13.
36 Fonti epigrafiche: Cébeillac-Gervasoni 2008, p. 13-14; Lamoine 2010, p. 17. Fonti letterarie: Lamoine 2010, p. 17, n. 2 (con elenco degli autori classici fino ad allora esaminati). Ringrazio Laurent Lamoine per le informazioni che mi ha dato al riguardo.
37 Sottolineati da Cébeillac-Gervasoni 2003a, p. 10 e Cébeillac-Gervasoni – Lamoine – Trément 2004b, p. 12.
38 In particolare: Fournier 2003; Perol 2004; Fournier 2004; Bernard 2004.
39 Cébeillac-Gervasoni 1999; Andreau – Cébeillac-Gervasoni 2000; Cébeillac-Gervasoni 2000b, p. 2 (donde la citazione).
40 Per un bilancio e una bibliografia in itinere cf. Andreau 2005. Inoltre: Carlsen – Lo Cascio 2009.
41 Prima iscrizione (scoperta nel 1821): CIL V, 3402; ILS 5757; EDR146946 (S. Braito). Seconda iscrizione (scoperta nel 1891): ILS 5757; EDR 085120 (S. Braito, V. Guidorizzi).
42 Buonopane – Cenerini 2003; Buonopane – Cenerini 2005; Cenerini – Rohr Vio 2016.
43 Entrambi citati alla n. 33.
44 Melchor Gil – Pérez Zurita – Rodríguez Neila 2013a. Da ultimo: Caballos Rufino – Melchor Gil 2014.
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Deputazione di Storia Patria per la Venezia Giulia - bandelgi@units.it
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