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Breve nota su un nuovo documento epigrafico dei Gamalae ostiensi

p. 67-71

Résumés

La revisione delle iscrizioni della collezione epigrafica ostiense, frutto di un progetto scientifico a cura di Fausto Zevi e propedeutica alla pubblicazione di un primo volume dedicato a oltre 2000 iscrizioni funerarie non edite in CIL, ha consentito di riconoscere in una iscrizione frammentaria un nuovo documento epigrafico di Cn. Sentius Lucilius Gamala Clodianus, membro di spicco della nota famiglia dei Lucilii Gamalae ostiensi. In questo contributo si rende nota l’iscrizione, proponendo un’integrazione delle lacune del testo e inquadrando il documento epigrafico nel più ampio contesto della storia della famiglia tra la fine del I e i primi decenni del II sec. d. C.

Over the last few years, a team of scholars under the scientific direction of Fausto Zevi has been carrying out a review of the inscriptions in the epigraphic collection of Ostia. The first result of this endeavour is a volume collecting over 2,000 funerary inscriptions, which did not appear in the CIL. Among the unexpected results of our review was the identification of a fragmentary inscription that attributed to Cn. Sentius Lucilius Gamala Clodianus, an important member of the well-known local family of the Lucilii Gamalae. This brief paper aims at presenting the new inscription, suggesting an integration to the missing parts of the text, and framing this epigraphic document within the wider context of the family history between the end of the 1st and the first decades of the 2nd century AD.

Entrées d’index

Keywords : Ostia, Lucilii Gamalae, local elites

Parole chiave : Ostia, Lucilii Gamalae, élite municipale


Texte intégral

1Il lavoro di revisione, studio e pubblicazione del corpus delle iscrizioni funerarie ostiensi recentemente edito con il titolo di Epigrafia ostiense dopo il CIL1 – opera che tanto deve a Mireille Cébeillac-Gervasoni nella sua realizzazione – ha consentito di riesaminare in maniera diretta un lotto consistente di epigrafi, tra le quali è stata isolata da chi scrive una iscrizione che risulta con ogni probabilità assegnabile ad un personaggio della «familia Gamaliana ostiensis », secondo la definizione usata a suo tempo dal Vidman2. Sebbene l’iscrizione sia ampiamente lacunosa e sostanzialmente povera di informazioni, essa va comunque ad aggiungersi alla ventina di epigrafi già note per questa importante famiglia che, come è noto, ebbe un ruolo di spicco nella storia di Ostia per almeno due secoli e mezzo, con vari suoi membri chiamati a ricoprire posizioni di rilievo in seno alla colonia tra il I sec. a.C. e il II sec. d.C.3

2Il documento epigrafico in questione (Inv. 11636 ; fig. 1) è un frammento di cippo funerario in marmo, ritagliato sul lato sinistro e scalpellato lungo i bordi restanti, frutto di un rinvenimento sporadico nel marzo 1969 nell’area retrostante le Terme Bizantine (IV, iv, 8) e attualmente conservato nei Depositi del Parco Archeologico di Ostia Antica4.

3Il testo conservato, con le integrazioni di immediata intuizione, è il seguente:

      [Dis Mani]b(us)
       [---] fíl(iae)
       [---]áe.
       [---]us

5     [---]ala
       [---]us
       [---]mae.

4Come appare evidente, il cippo era dedicato ad una defunta (rr. 2-3) da parte di un personaggio di sesso maschile, la cui formula onomastica (rr. 4-6), per quanto gravemente mutila, si caratterizza però chiaramente per la presenza di almeno due cognomi. Soprattutto la terminazione [---]ala, alla r. 6, non può non attirare l’attenzione se considerata nel contesto della colonia ostiense, dove si contano, tra la fine della repubblica e l’età antonina, almeno otto personaggi recanti il nome P. Lucilius Gamala5. Tuttavia, la particolare sequenza di terminazioni onomastiche non rimanda solo genericamente a questa famiglia, ma consente anche di avanzare una più circostanziata proposta di identificazione del personaggio in questione.

Fig. 1 – Ostia, iscrizione Inv. 11636 (foto F. Marini Recchia; su concessione del Parco Archeologico di Ostia Antica).

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5Uno dei Gamalae più noti, in virtù anche del discreto numero di iscrizioni nelle quali è attestato il suo nome, è senz’altro Cn. Sentius Lucilius Gamala Clodianus. Le testimonianze di maggior rilevanza per l’identificazione del personaggio e per la ricostruzione della sua genealogia sono due cippi funerari, CIL XIV, 377 e CIL XIV, 409, entrambi conservati a Firenze6. Si tratta di due iscrizioni diversissime per monumentalità sia del testo che del supporto, entrambe recanti il nome di Cn. Sentius Lucilius Gamala Clodianus come dedicante, ma destinate al ricordo di due distinti personaggi: Cn. Sentius Felix per l’iscrizione di maggiore impegno (CIL XIV, 409) e P. Lucilius Gamala per il ben più semplice altare CIL XIV, 3777. Il fatto tuttavia che in entrambi i documenti epigrafici il dedicatario sia indicato come pater indica – unitamente alla formula onomastica composita del dedicante – l’avvenuta adozione di quest’ultimo personaggio da parte di uno dei due defunti. A partire dal Mommsen8, si è ritenuto di poter identificare in Cn. Sentius Lucilius Gamala Clodianus un membro per nascita della famiglia dei Lucilii Gamalae, successivamente adottato da Cn. Sentius Felix – personaggio, quest’ultimo, di origine non ostiense, come denunciato dall’appartenenza alla tribù Teretina9, e sicuramente legato al mondo delle attività economiche e commerciali, come suggerito dalla lunga lista di collegi ostiensi per i quali egli funse da quinquennale e da patrono. Proprio il ruolo centrale giocato da Cn. Sentius Felix nella vita economica della colonia, unito al probabile desiderio di quest’ultimo di rafforzare la propria rapida ascesa tramite il legame con una delle famiglie di più antica tradizione nell’élite municipale, deve aver fatto apparire l’adozione di un giovane Gamala da parte di Sentius Felix come una soluzione vantaggiosa per entrambe le parti10.

6Lo stretto rapporto di Cn. Sentius Felix e del figlio adottivo con numerose organizzazioni professionali di Ostia contribuisce a definire la cronologia dei due personaggi e delle relative testimonianze epigrafiche. Due frammenti dei Fasti attribuibili all’anno 102 d. C.11 riportano tra i duoviri dell’anno il nome di uno Cn. Se[ntius] Clodianus, per il quale si può ragionevolmente proporre una identificazione con Cn. Sentius Lucilius Gamala Clodianus sulla base del principio di « reasonable economy » invocato dal Meiggs12. La stessa formula onomastica abbreviata per il personaggio è peraltro riportata nell’elenco dei patroni di un collegio ostiense, forse quello dei lenuncularii traiectus Luculli (CIL XIV, 5374), assieme a quello del padre adottivo Cn. Sentius Felix; entrambi i personaggi dovevano dunque essere ancora in vita nel 135 d.C., anno nel quale si deve collocare l’albo sulla base della data consolare conservatasi13.

7Di conseguenza, Cn. Sentius Lucilius Gamala Clodianus sarebbe nato forse intorno al 70 d.C. come (+) Lucilius Gamala; prima del 102 sarebbe stato adottato da Cn. Sentius Felix, assumendo il prenome e il nome del padre adottivo, mentre la memoria della sua famiglia di origine si sarebbe conservata nei primi due cognomi (con Lucilius in qualità gentilizio usato in forma cognominale). L’origine del terzo cognome può essere forse ricondotta al gentilizio materno, in maniera simile a quanto accade grossomodo negli stessi anni in seno ad un’altra famiglia di primo piano sulla scena ostiense, quella degli Egrilii. Di questi ultimi è infatti possibile rintracciare con precisione la causa del mutamento di cognome – da Rufi a Plariani – nell’unione matrimoniale tra A. Egrilius Rufus e Plaria Vera: l’appartenenza di quest’ultima ad una prestigiosa famiglia senatoria viene rivendicata apertamente nella formula onomastica dei figli e dei discendenti14. Se anche per Cn. Sentius Lucilius Gamala Clodianus si accetta l’ipotesi della presenza di un cognome derivante dal gentilizio materno, non si può allora escludere che il nuovo documento epigrafico che qui si presenta vada integrato, alla r. 2, con il nome Clodiae, seguito dal patronimico della donna.

8In considerazione di quanto discusso sopra, e tralasciando l’integrazione alla r. 2 che appare legata ad un dato troppo incerto, è possibile suggerire per il testo del documento epigrafico finora inedito (Inv. 11636) le seguenti integrazioni (fig. 2):

      [Dis Mani]b(us)
      [---] fíl(iae)
      [---]áe.
      [Cn(aeus) Senti]us
5    [Lucilius Gam]ala
      [Clodian]us
      [matri carissi]mae.

Fig. 2 – Proposta di integrazione del testo di n. Inv. 11636 (elaborazione I. Manzini).

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9A corredo della trascrizione aggiungerei due considerazioni relative alle analogie tra il nuovo testo e le altre due iscrizioni dedicate da Sentius Clodianus: sebbene l’assoluta semplicità del testo richiami più da vicino l’iscrizione CIL XIV, 377, destinata al padre naturale, tuttavia la monumentalità dell’altare per la madre – che, seppur incompleto, supera il metro di altezza – sembra rispecchiare piuttosto quella dell’iscrizione commemorativa del padre adottivo. Anche l’abbreviazione fíl(iae), alla r. 2, in luogo del più consueto f(iliae), trova un parallelo nel patronimico di Sentius Felix alla r. 1 del testo di CIL XIV, 409.

10Come anticipato sopra, l’iscrizione oggetto di questo contributo non fornisce in sostanza informazioni nuove, ma va ad aggiungere un tassello al quadro delle attestazioni epigrafiche relative ai Gamala ostiensi. Una breve notazione conclusiva riguarda la circostanza che l’altare dedicato da Clodiano alla madre rappresenti l’unica attestazione a noi nota di un personaggio femminile legato a questa famiglia, se si eccettua la Octauia M(arci) f(ilia) Gamalai (uxor) di AE 1973, 127. Di questa iscrizione, che commemorava la realizzazione di varie migliorie nel santuario ostiense della Bona Dea a cura della dedicante, è stata proprio Mireille Cébeillac-Gervasoni a dare magistrale lettura e interpretazione, suggerendo un’origine della donna dalla famiglia degli Octauii Ligures di Forum Clodii e un suo arrivo ad Ostia a seguito del matrimonio forse con il primo – e più celebre – dei Lucilii Gamalae, il c.d. Gamala « senior » vissuto nella tarda età repubblicana15. Senza voler entrare qui nel dettaglio della questione16, fa piacere ricordare in questa sede l’importante contributo di Mireille Cébeillac alla conoscenza della élite municipale di Ostia repubblicana, nel momento in cui si rende nota una nuova testimonianza di una figura femminile legata – per quanto indirettamente – ai Gamala ostiensi.

Bibliographie

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Zevi et al. 2018 = F. Zevi, M.L. Caldelli, M. Cébeillac-Gervasoni, N. Laubry, I. Manzini, R. Marchesini e F. Marini Recchia (a cura di), con contributi di A. Licordari, Epigrafia ostiense dopo il CIL. 2000 iscrizioni funerarie, Venezia, 2018 (Antichistica, 15; Storia ed epigrafia, 5).

Notes de bas de page

1 Zevi et al. 2018.

2 Vidman 1958.

3 Un tentativo di sistemazione dell’intero corpus delle iscrizioni gamaliane si trova in Manzini 2014 (cui si rimanda per ulteriore bibliografia sull’argomento).

4 Fronte liscia, retro scalpellato; le misure massime conservate sono di cm. 101,5 di altezza, cm. 18,5 di larghezza e cm. 14 di spessore. L’altezza delle lettere nelle varie righe è di cm. 5,7; 5; 4,5; 5,9; 4,5; 4,2; 3, rispettivamente.

5 Per una proposta di ricostruzione dell’albero genealogico di questa famiglia cf. Manzini 2014, fig. 1.

6 Il primo al Museo Archeologico, il secondo nella Sala S. Pietro Scheraggio agli Uffizi.

7 Non è questa la sede per discutere nel dettaglio la lettura dei due testi, che – specialmente nel caso di CIL XIV, 409 – non è di univoca interpretazione ; si rimanda a Cébeillac-Gervasoni – Caldelli – Zevi 2010, p. 276 sq., n. 81, per una breve disamina di CIL XIV, 409 (con bibliografia precedente), il cui testo è il seguente : Cn(aeo) Sentio Cn(aei) fil(io), / Cn(aei) n(epoti), Tér(etina tribu) Felici, / dec(urionum) decr(eto) aedilició adl(ecto), d(ecurionum) d(ecreto) d(ecurioni) adl(ecto), / q(uaestori) a(erarii) Ostiens(is), IIuir(o), q(uaestori) iuuenum. /5 Hic primus omnium, quo annó dec(urio) adl(ectus) est et / q(uaestor) a(erarii) fact(us) est, et in proxim(um) annum IIuir designat(us) est, / quinq(uennali) curatórum nauium marinar(um), grátis adléct(o) / inter nauicular(ios) maris Hadriatici et ad quadrígam / fori uinari, patrónó decuriae scribár(um) cérariór(um) /10 et librariór(um) et lictór(um) et uiatór(um) item praeconum et / {et} argentariór(um) et negotiatór(um) uinárior(um) ab urbe, / item mensor(um) frumentariór(um) Cereris Aug(ustae) item corpor(atorum) / scapharior(um) et lenunculariór(um) traiect(us) Luculli et / dendróphorúm et tógátór(um) á foro et dé sacomár(is) /15 et libertór(um) et seruór(um) publicór(um) et oleáriór(um) et iuuen(um) / cisianor(um) et ueteranor(um) Aug(usti) item beneficiariór(um) próc(uratoris) / Aug(usti) et piscator(um) própolar(um), cúratóri lusús iuuenalis. / Cn(aeus) Sentius Lucilius / Gamala Clodianus f(ilius) / patri indulgentissimó.

Nel caso di CIL XIV, 377 (= ILS 6146a) il testo è il seguente: Memoriae / P(ubli) Lucili Gamala͡e. / Cn(eus) Sentius / Lucilius Gamala /5 Clodianus / patri.

8 Mommsen 1877; diversamente Dessau in CIL riteneva che il padre adottivo fosse il Gamala di CIL XIV, 377.

9 Meiggs 1973, p. 200, suggeriva per la famiglia di Sentius Felix una origine da Atina e un rapporto con lo Cn. Sentius Cn. f. Ter(etina tribu) Saturninus Atin<a>e attestato da CIL VI, 2722; tuttavia, una provenienza dalle zone costiere del Lazio meridionale e della Campania pare meglio giustificare le evidenti connessioni di Sentius Felix con il mondo della produzione vitivinicola e del commercio del vino (Cébeillac-Gervasoni – Caldelli – Zevi 2010, p. 278).

10 In altra sede (Manzini 2014, p. 63-64) ho riassunto alcune considerazioni, dovute soprattutto al Meiggs (1973, p. 201), relative alla eventualità – assai probabile – che l’adozione di Cn. Sentius Lucilius Gamala Clodianus da parte di Sentius Felix sia stata facilitata dall’esistenza di un fratello (maggiore?) di Clodiano, che avrebbe potuto tramandare i tria nomina della famiglia. Questo personaggio potrebbe coincidere con il *P. Lucilius Gamala pater la cui esistenza va postulata sulla base della iscrizione del tempio di Bellona nel campo della Magna Mater (AE 1948, 26; rev. AE 1987, 203), dove è citato un omonimo filius; ma la questione è resa complessa dall’interpretazione dell’iscrizione e della relativa cronologia. Di *P. Lucilius Gamala pater si potrebbe forse riconoscere una traccia nei Fasti dell’anno 126 d.C. (frr. Ma, Mb, Mc), come IIuir praefectus di Adriano.

11 CIL XIV, 4538 + p. 773 = Vidman 1982 e Bargagli – Grosso 1997, frr. Gb-Gc.

12 Meiggs 1973, p. 201.

13 Meno sicura è l’interpretazione del dato ricavabile da CIL XIV, 246, un’altra iscrizione con ogni probabilità attribuibile al medesimo collegio e datata al 140 d. C., dalla quale Royden (1988, p. 33-34) desumeva l’avvenuta morte di Cn. Sentius Felix in quanto il suo nome risulta assente nell’albo.

14 Su Plaria Vera e i suoi figli, A. Egrilius Plarianus pater e M. Acilius Priscus Egrilius Plarianus, cf. Zevi 1970, p. 290-293.

15 Cébeillac 1973. A distanza di trent’anni dal primo studio, M. Cébeillac-Gervasoni era tornata sull’argomento (Cébeillac-Gervasoni 2004) suggerendo una diversa ricostruzione dei rapporti tra le famiglie degli Octauii Ligures e dei Lucilii Gamalae; tale ripensamento si ricollegava anche alla interpretazione del bellum nauale ricordato tra le benemerenze di Gamala « senior » in CIL XIV, 375, evento nel quale F. Zevi (1973, p. 573) aveva inizialmente proposto di riconoscere la guerra di Pompeo contro i pirati nel 67 a. C., salvo poi (Zevi 2004) giungere a concordare con la identificazione, a suo tempo già avanzata dal Meiggs (1973, p. 501), con la guerra civile contro Sesto Pompeo; ciò in considerazione soprattutto della nuova datazione delle mura di Ostia (su quest’ultimo argomento v. Zevi 1996-1997, con aggiornamento in Zevi – Manzini 2008).

16 La cui complessità si ricollega anche alla problematica lettura di un dibattuto passo di una lettera di Cicerone ad Attico (Cic., Ad Att., 12, 23, 2) in cui sono citati sia un Gamala che un Ligus pater ; sulla interpretazione del passo ciceroniano v., oltre a Cébeillac 1973 e Cébeillac-Gervasoni 2004, anche Zevi 1973, in part. p. 576-577.

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