Il cinematografo nei manicomi e nelle carceri (1914)
p. 267-268
Texte intégral
1I favorevoli risultati degli esperimenti del professor Bellan di Parigi1 e del nostro Cremonesi di Brescia, esperimenti che dimostrarono, sebbene su modesta scala, la possibilità di attuare nelle scuole l’intero programma d’insegnamento col cinematografo, giustificano, a mio avviso, le nuove sue fortunate applicazioni nel campo della scienza.
2Ho fede illimitata che il cinematografo nei manicomi ottenga un successo ancora superiore. Certo il metodo di cura non può risultare che da studi più lunghi e più complessi di quelli che si son potuti finora fare, poiché non c’è che l’esercizio continuato che può mettere in piena luce i vantaggi di un metodo, manifestarne i difetti e suggerire la maniera di rimediarvi.
3Si è opposto che l’idea di impiegare il cinematografo nei manicomi non è nuova. Verissimo, com’è vero che il cinematografo è già stato adoperato con vantaggio in date circostanze negli ospedali, nelle caserme, negli istituti dei sordomuti, ecc., ecc. Ma nessuno finora ha tratto un serio partito e nessuno finora ha su di esso fondato un vero e proprio sistema, perché nessuno mai si è interessato di creare dei films appositi. Tali esperimenti non consentono quindi di avere che dei dati parziali, i quali però devono sempre incoraggiare ad approfondire le indagini e a continuare gli studi. Recenti esperienze fatte in America dimostrarono appunto la possibilità di introdurre il cinematografo nei manicomi e oggi ho notizia che tale metodo di cura (cosa che io del resto prevedevo), ha avuto un esito soddisfacente. Anche nei manicomi dunque, il cinematografo realizza un segnalato progresso, permettendo di stabilire funzioni ed effetti del tutto insperati; il solo fatto dell’interesse dimostrato dai poveri alienati per questo genere di spettacoli, rappresenta un notabile progresso di risveglio dei loro cervelli.
4Nulla impedisce del resto, di creare appositi films che rendano l’azione non discontinua, ma diretta secondo un dato intento.
5Ritengo che nessun inconveniente possa verificarsi nell’adozione del cinematografo nei manicomi poiché escludo a priori la perturbazione delle funzioni del cervello di un soggetto attivo anche quando si varino d’improvviso i quadri delle pellicole; mentre ho fede che la grande varietà delle scene accenda di sprazzi di luce la mente annebbiata dei temperamenti più passivi. Bisognerà, è naturale, volta per volta e caso per caso, registrare gli effetti e provvedere alle nuove tendenze manifestate dai malati, cambiando i soggetti dei films. Ma tutto fa sperare che senza una gran vigilanza essi verranno ad acquistare, relativamente in un tempo brevissimo, una grande famigliarità con questo genere di spettacoli. Bisognerebbe che per intanto si tentassero degli esperimenti con dei films ordinari e nell’ipotesi di un risultato soddisfacente, bisognerebbe ancora che i direttori dei nostri manicomi d’Italia (e ne abbiamo di valenti e di volonterosi), si incaricassero di suggerire in qual modo questi films devono venire eseguiti, per riuscire di maggiore efficacia, dando magari incarico espresso alle Case fabbricanti.
6Per vincere le difficoltà finanziarie che io vedo qui affacciarsi, non sono necessari i miei modesti consigli. La volontà, se non è potere, è certo una gran molla pel raggiungimento di un fine. Perciò ho creduto sempre bene di avvertire a questi vantaggi del cinematografo nei manicomi, colpito dai risultati già ottenuti nel campo didattico.
7Diviso con giusto criterio e commisurato alla levatura dell’intelligenza dei deficienti, il cinematografo può svolgere le sue influenze benefiche, meglio nella prima età che sull’adulto. è chiaro che anche nelle carceri il cinematografo potrebbe spiegare un’azione moralizzatrice di alto valore. Se tutto ciò, infine, potesse attuarsi, si arriverebbe più presto forse alla redenzione delle anime e a ridonare la ragione a tanti sventurati a cui ora son chiuse, forse per sempre, le vie della vita. Rimangono, e questo è l’importante, gli studi da compiersi.
8«L’illustrazione cinematografica», Milano, II, 12, 31 luglio 1914, pp. 5-6.
Notes de bas de page
1 [Léopold Bellan (Méré, 1857-Parigi, 1936), industriale e uomo politico di orientamento radicale, più volte consigliere municipale della capitale, fu anche un convinto sostenitore del cinema educativo].
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