Presentazione
p. VII-IX
Texte intégral
1L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile è un programma d’azione sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite. Il progetto ingloba 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile – Sustainable Development Goals, Sdgs – per un totale di 169 ‘target’ o traguardi, compresi in cinque P: persone, pianeta, prosperità, pace e partnership. Per rilanciare e promuovere una mobilitazione generale di attuazione degli obiettivi, l’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile (AsviS) ha indetto in tutta Italia il Festival dello Sviluppo Sostenibile, dal 21 maggio al 6 giugno 2019 e aderendo a questo progetto il Centro interdipartimentale di Ricerca in Scienze Religiose “Erik Peterson” dell’Università di Torino, insieme con altri centri di ricerca e Dipartimenti dell’Università di Torino (Centro di ricerca CRAFT, Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari, Dipartimento di Scienze Veterinarie, Dipartimento di Giurisprudenza) e con la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale – sezione parallela di Torino, ha organizzato un ciclo di incontri dedicati al peculiare impulso che le Religioni possono offrire per il raggiungimento del progetto dell’Agenda Onu.
2Quantunque la riflessione sull’importanza di perseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile si sia ampliata e potenziata in epoca relativamente recente, da ben più tempo le tradizioni religiose nello sviluppo plurisecolare delle loro dottrine e prassi, ciascuna secondo il proprio peculiare ordine assiologico, promuovono i valori che presiedono alla cura del creato, alla dignità della persona, al bene comune. Numerose sono le attestazioni di questa attenzione che si sono incrementate negli ultimi anni, non solo nel magistero della Chiesa cattolica (Giovanni Paolo II, Centesimus annus; Benedetto XVI, Caritas in veritate; Francesco, Laudato si’), ma anche nei documenti promossi da altre confessioni religiose, specialmente sul tema della tutela dell’ambiente (A Rabbinic Letter on Climate Crisis, 29 ottobre 2015; Bhumi Devi Ki Jai! A Hindu Declaration on Climate Change, 23 novembre 2015; Islamic Declaration on Global Climate Change, 18 agosto 2015; The Time to Act is Now: A Buddhist Declaration on Climate Change, 14 maggio 2015).
3Il contributo che le religioni possono offrire agli obiettivi del millennio è stato di recente sottolineato nella conferenza internazionale Religioni e obiettivi di sviluppo sostenibile: ascoltare il grido della terra e dei poveri, promossa dal Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale e dal Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso della Santa Sede (7-9 marzo 2019), che ha visto la partecipazione di numerose delegazioni di diverse confessioni religiose. Come è stato sottolineato in quella sede anche dal discorso rivolto ai partecipanti da papa Francesco, in un momento in cui l’impegno per la realizzazione degli obiettivi si è un po’ raffreddato, le religioni possono cooperare fortemente per ritrovare l’entusiasmo iniziale e ridare nuovo impulso al lavoro comune. Non solo perché le religioni sono già coinvolte in tanti progetti di sviluppo in molti Paesi, ma soprattutto perché possono offrire motivazioni forti per una presa di coscienza seria e un coinvolgimento autentico, attingendo ai valori morali, sociali, giuridici e politici tratti dal loro patrimonio di dottrina e di tradizione.
4Le religioni possono pertanto dare sostanza e sostegno etico e spirituale a un nuovo modello culturale di sviluppo integrale che non guardi solo agli obiettivi economici e non si affidi solo agli strumenti tecnologici, ma promuova nella complessità degli aspetti ecologici e antropologici, e quindi anche religiosi, il rispetto di tutti gli esseri viventi; lo sfruttamento responsabile delle risorse naturali; il consolidamento di relazioni sociali improntate alla solidarietà, all’inclusione e alla promozione delle persone; l’impostazione dei rapporti produttivi e commerciali secondo modalità autenticamente umane.
5Il programma del ciclo di incontri su “Religioni e sviluppo sostenibile” organizzato dall’Università di Torino era suddiviso in tre appuntamenti, che corrispondono alle tre parti del presente volume, dedicati ciascuno a un particolare ambito di azione: “Ambiente e alimentazione (obiettivi 2, 12 e 15 Agenda Onu 2030)”; “Comunità umane solidali e inclusive (obiettivi 4, 10, 11 e 16 Agenda Onu 2030)”; “Vita umana, lavoro e sviluppo tecnologico (obiettivi 3, 8 e 9 Agenda Onu 2030)”. Per ogni settore sono stati individuati alcuni obiettivi strategici e su questi traguardi sono stati invitati a riflettere, in primo luogo gli esperti sotto il profilo scientifico, per illustrare il significato e i contenuti dei singoli obiettivi, e in secondo luogo gli studiosi o i rappresentanti delle diverse tradizioni religiose, per precisare il valore attribuito a questi obiettivi dalla dottrina confessionale e sottolineare il contributo che intende dare per la loro promozione.
6L’interesse per gli approfondimenti contenuti nei diversi contributi e la vivacità del dibattito suscitato dal confronto interdisciplinare e interreligioso hanno convinto i promotori degli incontri a raccogliere nel presente volume le relazioni che, per disponibilità degli autori, è stato possibile pubblicare. L’ampiezza dei temi trattati, l’originalità del taglio di comparazione tra discipline scientifiche e prospettive religiose, oltre che lo sguardo olistico sulle molteplici problematiche che emerge dalla pluralità delle voci, possono rendere pienamente ragione dell’autorevolezza e dell’importanza del presente volume.
Auteurs
É professore ordinario di Scienze e Tecnologie animali presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) dell’Università degli Studi di Torino. Le sue attività di ricerca, didattiche e di terza missione riguardano la sostenibilità, anche in chiave etica e socioculturale, dei sistemi di allevamento. Nell’ambito di numerose ricerche locali, nazionali e internazionali, si interessa di impatto ambientale, di caratterizzazione delle produzioni, di biodiversità e di benessere animale, con particolare riferimento ai territori montani.
É professore ordinario presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino. Insegna Diritto Canonico, Diritto comparato delle religioni, Diritto e religione. Dal 2017 è Presidente del Centro interdipartimentale di ricerca in Scienze Religiose “Eirk Peterson” e dal 2019 è Direttore del Master in Scienze Religiose e Mediazione Interculturale dell’Università di Torino. Ha pubblicato numerosi saggi in tema del diritto interno alle religioni e del diritto dei rapporti tra gli Stati e le religioni.
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