Cosa resta di un attore
p. 13-15
Texte intégral
1Cosa resta di un attore?
2La nebbia dei ricordi? Le fotografie, i vecchi film, le parole scritte e pronunciate tanto tempo fa permettono davvero di ricostruire il segreto della sua arte, di afferrare l’inafferrabile? L’attore vive in scena, quindi scompare quando il sipario si chiude? «Il bello delle ciambelle – scrive Osip Mandel’štam – è il buco. Puoi trangugiarla, una ciambella, ma resterà sempre il buco. Il lavoro autentico è come un pizzo di Bruxelles, fondamentale è ciò che tiene insieme il disegno, l’aria».1 L’aria che teneva insieme il disegno intrecciato dall’attore Veniamin Zuskin, mio padre, era intrisa di ebraicità.
3Quell’aria è stata soffocata, il disegno reso cenere e l’attore giustiziato.
4Questo libro racconta la storia di Zuskin, l’aria che ha respirato e il disegno che ha intrecciato.
5I capitoli del libro sono chiamati «atti» come quelli di un’opera teatrale, perché mio padre era un attore e perché gli avvenimenti della sua vita pubblica e privata si dispiegano come un dramma classico dal prologo alla scena finale. Una scena finale del genere però, credo, non sarebbe stata concepibile da nessun drammaturgo. I capitoli sono divisi in paragrafi, ognuno riferito a un certo periodo della vita di mio padre e il loro titolo si riferisce ai ruoli che ha interpretato nella vita e in scena.
6Al termine della storia si trovano le parole di mio padre e alcune lettere che completano la vicenda.
7Le donne non amano parlare della propria età, io non faccio eccezione, rimpiango di essere nata troppo presto. Però per mio padre rimpiango di essere nata troppo tardi, perché non ho potuto essere testimone di una parte sostanziale degli eventi che voglio raccontare.
8Sono molte le cose che voglio raccontare.
9La sua vita, per esempio.
10Cerco di intrecciare i miei ricordi con quelli di altre persone, però sento di non poter presentare questa storia in ordine cronologico, la “logica” non si addice a questa vicenda e nella mia mente l’ombra del destino di mio padre aleggia intorno a ogni evento della sua vita e della mia. Per questo motivo, raccontando la sua storia, andrò avanti e indietro nel tempo.
11Il suo lavoro creativo.
12Sarebbe meraviglioso andare alla biglietteria, acquistare un biglietto per vedere uno spettacolo in scena al teatro in cui lavorava mio padre, sedere in platea insieme al lettore e assistere a una sua performance. Ovviamente ciò non è possibile. “Vedere” una interpretazione di Zuskin studiando i suoi appunti non è possibile.
Atti processuali
13Mosca, 25 febbraio 1950
14Il sottoscritto, colonnello Tsvetaev, investigatore capo dell’Unità Investigativa Casi Speciali del Ministero per la Sicurezza dello Stato dell’Urss, ha distrutto con il fuoco i documenti e le lettere elencati e appartenenti al detenuto Veniamin Zuskin, confiscati durante la perquisizione del suo appartamento […]
15Appunti manoscritti di Zuskin sull’arte teatrale: 55 pagine.
16Quaderni manoscritti di Zuskin: 15.
17Registri manoscritti di Zuskin con elenchi di personaggi interpretati e appunti in yiddish: 8.
18Diverse lettere in russo e in yiddish: 184, per un totale di 208 pagine
19Appunti in yiddish su alcuni ruoli: 470.2
20È stato tutto bruciato.
21Davvero tutto? «Ho “inventato” uno spartito come quello per le note musicali, – scrive mio padre nel Curriculum vitae – e nella mia analisi del testo per un ruolo vi segno le pause e gli accenti… Quando torno sul ruolo, leggo queste annotazioni come un musicista legge lo spartito».3 Ciò mi fa pensare alle cantillazioni della Torah, che tra le altre cose indicano le intonazioni da seguire. I segni che mio padre ha inventato sono stati distrutti insieme ai suoi registri (8), ai quaderni (15) e agli appunti (470 pagine). Sono rimaste soltanto le intonazioni.
22Per poterle sentire, faccio ricorso a ogni sorta di testimone.
23La mia storia non è una raccolta di memorie, è piuttosto un tentativo di ritrarre mio padre come mi appare nella mente, per creare il ritratto di un uomo nel quale era possibile trovare una combinazione tra duro lavoro e successo vertiginoso, un uomo instancabile nella propria ricerca di espressione artistica, dotato di una creatività geniale, di pensieri profondi e capace di grandi risultati, segnato tanto dalla mancanza di autostima quanto da grandi riconoscimenti, dall’aspirazione alla perfezione e da una fine tragica.
24Se io sia riuscita nel mio intento, sarà il lettore a giudicarlo.
Notes de bas de page
1 Osip Mandel’štam, Četvërtaja proza, 16, Sobranjie sočinenii, Inter-Language Literary Associates, New York 1971, p. 177, (trad. it. La quarta prosa, in Id., Sulla poesia, con due scritti di Angelo Maria Ripellino, nota di Fausto Malcovati, trad. it. di Maria Olsoufieva, Bompiani, Milano 2003).
2 Aa. Vv., «Vernite mne svobodu»: Dejateli literatury I iskusstva Rossii i Germanii: žertvy stalinskogo terrora. Memorialny cbornik dokumentov iz archiva byvšego KGB [ «Ridatemi la libertà»: esponenti russi e tedeschi del mondo della letteratura e della cultura vittime del Terrore staliniano. Documenti e memorie dagli archivi del KGB], Medium, Mosca 1997, p. 347.
3 Veniamin Zuskin, Curriculum vitae, dattiloscritto [in russo], 1946. Proprietà dell’autore. Vd. il testo completo in Appendice a questo volume.
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