1 Il 31 ottobre del 1803 Schelling prese servizio all’Università di Würzburg come professore di Naturphilosophie. Già nel semestre invernale utilizzò come testo di riferimento oltre alle Lezioni sullo Studio accademico, già esposte a Jena, il Sistema dell’intera filosofia e della filosofia della Natura in particolare, facendo precedere tale esposizione da una Propedeutica della filosofia (anch’essa rimasta inedita e pubblicata nel VI volume dei Sämmtliche Werke), diretta agli studenti meno avvezzi agli studi filosofici, che costituisce fra l’altro il suo primo abbozzo di storia della filosofia. Nel semestre estivo del 1804 replicò all’incirca lo stesso programma aggiungendo l’esposizione della filosofia dell’arte. A tale programma aggiunse inoltre tra il 1805 e il 1806 una Critica delle applicazioni della filosofia della Natura alla medicina. Per un resoconto del periodo trascorso a Würzburg si veda X. Tilliette, Schelling. Biographie, Calmann-Lévy, 1999; Vita di Schelling, trad. it. a cura di M. Ravera, Bompiani, Milano, 2012.
2 A tal proposito si veda F.G. Fichte - F.W.J. Schelling, Carteggio e scritti polemici, a cura di F. Moiso, Napoli, Prismi, 1986.
3 D. Henrich, Grundlegung aus dem Ich. Untersuchungen zur Vorgeschichte des Idealismus Tübingen (1790-1794), Suhrkamp, Frankfurt am Main, 2004.
4 È noto che ai tempi di Tubinga Schelling fosse fortemente attratto e condizionato dagli scritti kantiani al punto che gli stessi dialoghi di Platone che Schelling lesse e commentò nel 1794 venivano letti attraverso le lenti del criticismo kantiano. Cfr. F.W.J. Schelling, Timaeus, a cura di H. Buchner, Frommann-Holzboog, Stuttgart-Bad Cannstatt, 1994; cfr. anche l’introduzione di F. Moiso all’edizione italiana pubblicata da Guerini e Associati l’anno successivo. Si veda inoltre M. Franz, Schellings Tübingen Platon-Studien, Vandenhoeck & Ruprecht, Göttingen, 1996.
5 Proprio nella Differenzschrift Hegel contribuisce a chiarire il senso della formula dell’Identità schellinghiana: in essa non vengono legati il Soggetto e l’Oggetto, bensì l’Assoluto (Soggetto-Oggetto) con se stesso nelle forme del Soggetto-Oggetto oggettivo e del Soggetto-Oggetto soggettivo, di qui il ruolo giocato dal “terzo” espressamente accostato da Hegel (in linea con le tesi di Schelling) “al più bello di tutti i legami” del passo 31c del Timeo. Cfr. G.W.F. Hegel, Janaer Schriften 1801-1807. Werke 2, Suhrkamp, Frankfurt am Main, 1986, pagg. 94 e segg.
6 Per un’ampia prospettiva sul tema si veda M. Frank, Natura e Spirito. Lezioni sulla filosofia di Schelling, a cura di E.C. Corriero, Rosenberg & Sellier, Torino, 2010.
7 Cfr. I.H. Grant, Philosophies of Nature after Schelling, Continuum, London - New York, 2006.
8 Cfr. G. Semerari, Introduzione a Schelling, Laterza, Roma-Bari, 1971; cfr. anche la nota del curatore al Sistema dell’Idealismo trascendentale, trad. it. di M. Losacco, rivista da G. Semerari, Laterza, Roma-Bari, 1964.
9 J. Habermas, Das Absolute und die Geschichte. Von der Zwiespältigkeit in Schellings Denken, Bonn, 1954, pagg. 160 e seg.
10 Nel § 63 Schelling espone il rapporto della Natura e del suo processo dinamico con l’Idealismo chiarendo che «il dinamismo assolve in fisica alla funzione che il trascendentalismo ha in filosofia». La simmetria così espressa viene chiarita ulteriormente dall’assunto secondo cui «ogni movimento dinamico ha il suo ultimo fondamento nel soggetto stesso della natura, ossia nelle forze, delle quali il mondo visibile è mera struttura»; cfr. F.W.J. Schelling, Zeitschrift für spekulative Physik, 2 Bände, Meiner, Hamburg, 2004.
11 Il Sistema dell’intera filosofia si presenta diviso in due parti: la prima ha per oggetto la filosofia generale e pone il concetto di Assoluto, che viene poi descritto, nella seconda parte, attraverso le sue manifestazioni e le sue differenziazioni mediante la dottrina delle potenze. Questa seconda parte è a sua volta articolata in tre sezioni: a) filosofia della Natura generale, ovvero costruzione della Natura o del tutto reale, b) filosofia della Natura speciale, ovvero costruzione delle singole potenze, c) costruzione del mondo ideale e delle sue potenze.
12 Cfr. la lettera di Fichte a Schelling del 31 maggio 1801.
13 Il legame che intercorre fra Intuizione intellettuale e costruzione in filosofia è ben chiarito in una nota della quarta sezione delle Ulteriori esposizioni del 1802, ove si esplicita il movimento del soggetto-oggettivarsi dell’Assoluto e dunque il modo in cui Infinito e Finito sorgono dell’Assoluto: «In quanto alla ragione si richiede di non pensare l’Assoluto né come pensiero né come essere, e tuttavia di pensarlo, per la riflessione nasce una contraddizione, giacché quest’ultima tutto è o un pensiero o un essere. Ma proprio in questa contraddizione interviene l’Intuizione intellettuale ed esibisce l’Assoluto. In questo passaggio si trova il punto luminoso in cui l’Assoluto è intuito positivamente. (Nella riflessione, quindi, l’Intuizione intellettuale è solo negativa). Solo a mezzo di questa intuizione positiva è possibile, in generale, la costruzione filosofica o – il che è lo stesso – l’esposizione dell’Assoluto» (SW I/4 391 e seg.; Filosofia della Natura e dell’Identità, trad. it. a cura di C. Tatasciore, Guerini e Associati, Milano, 2002, pagg. 70 e seg.)
14 D. Henrich, Andersheit und Absolutheit des Geistes. Sieben Schritten auf dem Wege von Schelling zu Hegel in D. Henrich, Selbstverhältnisse, Reklam, Stuttgart, 2001, pagg.142-172.
15 Sul tema mi permetto di rinviare al mio Libertà e Conflitto. Da Heidegger a Schelling, per un’ontologia dinamica, Rosenberg & Sellier, Torino, 2012.