Trascrizione e pronuncia
p. XV-XVII
Texte intégral
Considerando che l’ebraico moderno, pur essendo una lingua semitica, usa soltanto i suoni del germanico yiddish, si è scelto di seguire l’esempio delle traslitterazioni dallo yiddish secondo lo standard Yivo; sono stati quindi evitati tutti i segni diacritici e le combinazioni che potrebbero dar luogo a confusione. Questo sistema utilizza alcune lettere latine per trascrivere lettere che, nella pronuncia moderna, non rappresentano suoni diversi: k viene quindi usata sia per kaf che per kof; kh sia per khet che per khaf; s sia per samekh che per sin; t sia per tet che per tav. Inoltre, riflettendo la pronuncia israeliana, i raddoppiamenti delle consonanti sono stati ignorati; un’eccezione è stata introdotta per la s intervocalica, trascritta doppia per evitare una pronuncia sonora da parte del lettore italiano.
Indicazioni per la pronuncia
Ebraico e yiddish
ch [χ] in alcune trascrizioni di nomi è usato al posto di kh.
dzh [d ʒ] come g nell’italiano giro.
g [g] sempre velare, come nell’italiano gatto; mai come in giro.
gn [gn] g e n separate, come in inglese.
h [h] leggermente aspirata; è muta in fine di parola. In alcune trascrizioni di nomi è usata al posto di kh.
j [j] (usata solo per alcuni nomi al posto di y) come in tedesco, ovvero come la prima i dell’italiano ieri; mai come in inglese o in francese, a meno che non si tratti di nomi in quelle lingue.
kh [χ] molto aspirata, un raschio, come j spagnola; simile a ch del tedesco Bach.
s [s] sempre sorda, come nell’italiano sacco.
sh [ʃ] come in inglese, ovvero come sc dell’italiano scena.
ts [ts] come z dell’italiano azione.
tsh [t ʃ] come c dell’italiano cena.
tz [ts] in alcune trascrizioni di nomi è usato al posto di ts.
z [z] come in inglese, ovvero come s dell’italiano smetto.
zh [ʒ] come j francese.
Le vocali vanno pronunciate come in italiano.
1L’accento tonico cade generalmente sull’ultima sillaba in ebraico e sulla penultima sillaba in yiddish; per i nomi principali, le eccezioni sono segnalate nella trascrizione.
Rumeno, ungherese e lingue slave
c (rum.) [k], [t ʃ] come in italiano.
c (altre) [ts] come z dell’italiano azione.
č [t ʃ] come c dell’italiano cena.
cs (ung.) [t ʃ] come c dell’italiano cena.
cz (pol.) [t ʃ] come c dell’italiano cena.
ch [x] come nel tedesco Bach.
j (rum.) [ʒ] come j francese.
j (altre) [j], [i] come in italiano o in tedesco; mai come in inglese o in francese.
ł (pol.) [w] come w inglese.
s (ung.) [ʃ] come sh inglese, ovvero come sc dell’italiano scena.
ş (rum.) [ʃ] come sh inglese, ovvero come sc dell’italiano scena.
š [ʃ] come sh inglese, ovvero come sc dell’italiano scena.
sz (pol.) [ʃ] come sh inglese, ovvero come sc dell’italiano scena.
sz (ung.) [s] come s dell’italiano sacco.
ṭ (rum.) [ts] come z dell’italiano azione.
w [v] come v italiana.
ž [ʒ] come j francese.
zs (ung.) [ʒ] come j francese.
Nomi di persona e toponimi
Per i nomi la questione è meno semplice a causa di un’estrema variabilità che rende impossibile adottare un sistema coerente; ad esempio, il nome di un ebreo vissuto in Polonia nel primo Novecento potrebbe essere indicato in almeno cinque forme: polacca, russa, tedesca, yiddish ed ebraica, senza considerare i cambi di nome, evento non raro, e le diverse abitudini di traslitterazione dell’ebraico e dello yiddish in caratteri latini (o cirillici, considerando i frequenti stravolgimenti politici e amministrativi della regione).
2In questa sede si è scelto di adottare per ciascun nome la forma più diffusa nella letteratura sull’argomento o la trascrizione comunemente usata nelle traduzioni italiane; in alcuni casi, alla prima menzione di un nome vengono fornite le varianti (tra parentesi tonde).
3Un problema simile si presenta per i titoli. Anche in questo caso è stato adottato, quando possibile, lo stardard Yivo, ricorrendo altrimenti alla traslitterazione delle fonti citate.
4Una precisazione terminologica su alcune espressioni dai delicati risvolti geopolitici: per il periodo precedente al 1948 viene qui usata la tradizionale espressione ebraica Terra d’Israele (Erets Yisrael) in luogo della più comune Palestina per evitare confusione con le diverse connotazioni assunte da quest’ultima nel corso del tempo: a partire dal ii secolo fino all’epoca del Mandato Britannico – ovvero tra la fine dell’antico regno ebraico e la nascita del moderno Stato di Israele – Palestina era usato senza distinzioni etniche, nazionali e politiche, mentre oggi è riferito per lo più alla nazione araba di Palestina.
Abbreviazioni
a.e.c. | avanti era comune (prima dell’anno 1) |
ebr. | ebraico |
e.c. | era comune (dall’anno 1) |
it. | italiano |
ing. | inglese |
pol. | polacco |
rum. | rumeno |
rus. | russo |
ted. | tedesco |
ung. | ungherese |
yid. | yiddish |
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