Il critico e l’attore
Silvio D’Amico e la scena italiana di inizio Novecento
In quarant’anni di ininterrotta attività, Silvio d’Amico ha influenzato la scena italiana del Novecento come pochi altri uomini di teatro hanno saputo fare. A partire dai suoi esordi come critico ‘militante’ sulle pagine dell’«Idea Nazionale », ha perseguito con rara coerenza e costanza la sua battaglia per una scena rinnovata e contro il modello ottocentesco del Grande Attore e delle compagnie di giro. Per comprendere il suo percorso, culminato in una delle più resistenti egemonie culturali ...
Éditeur : Accademia University Press
Lieu d’édition : Torino
Publication sur OpenEdition Books : 5 novembre 2013
ISBN numérique : 978-88-99200-04-6
DOI : 10.4000/books.aaccademia.237
Collection : Fuori collana
Année d’édition : 2012
ISBN (Édition imprimée) : 978-88-97523-13-0
Nombre de pages : XXVI-373
In quarant’anni di ininterrotta attività, Silvio d’Amico ha influenzato la scena italiana del Novecento come pochi altri uomini di teatro hanno saputo fare. A partire dai suoi esordi come critico ‘militante’ sulle pagine dell’«Idea Nazionale », ha perseguito con rara coerenza e costanza la sua battaglia per una scena rinnovata e contro il modello ottocentesco del Grande Attore e delle compagnie di giro. Per comprendere il suo percorso, culminato in una delle più resistenti egemonie culturali in campo teatrale che l’Italia del Novecento abbia conosciuto, è necessario porre in relazione la sua voce con le molte che hanno animato la vita culturale e teatrale italiana in particolare negli anni Venti e Trenta: innanzitutto gli attori (Zacconi, Novelli, la Melato, Ruggeri, la Galli, la Duse, Petrolini, la Abba, Tofano, la Pavlova); poi, i direttori di compagnia come Talli, i registi e teorici del teatro come Bragaglia; gli scrittori come Bontempelli e Pirandello e infine i critici di diversa formazione (Gobetti, Gramsci, Bertuetti, Praga, Simoni, e molti altri).
Donatella Orecchia è ricercatrice in Discipline dello spettacolo presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, dove insegna Storia del teatro italiano. I suoi interessi scientifici e le sue ricerche si sono orientati sulla teoria e critica teatrale contemporanea, sulla storia della citazione fra Otto e Novecento e, recentemente, sul rapporto fra storia orale e teatro. Fra i suoi scritti: Il sapore della menzogna. Rossi, Salvini, Stanislavskij: un aspetto del dibattito sul naturalismo (1996); Claudio Morganti, in collaborazione con Mp. Pierini (2004); La prima Duse. Nascita di un’attrice moderna (1879-1885) (2007); La Sala Umberto e l’arte del varieté: la storia, i protagonisti, le memorie (2012).
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